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"Cristo si è fermato a Eboli"

Post n°36 pubblicato il 21 Ottobre 2005 da myr
Foto di myr

Tempo fà un'amica mi raccontò la sua vacanza.....rimasi molto colpita dalle sue parole, ed io ve la ripropongo perchè lascia da pensare...

Questo è il quarto anno che trascorro la mia estate nel Cilento, una terra magnifica, dolce, solare e piena di contraddizioni.
Il Cilento, per chi non l'ha mai sentito nominare, è un grosso pezzo della provincia di Salerno, che si stende sulla costa da Agropoli fino a Sapri, ultima cittadina prima della Basilicata.  A nord si trova la più nota e ricca Costiera Amalfitana.
Questa costa è molto meno attrezzata (anche se ha località famose, tipo Palinuro, Marina di Camerota, Sapri stessa), più selvaggia, più schietta.
Verso l'interno invece l'area è veramente immensa e prende una zona ricca di castagneti e montagne alte, fresche ed incontaminate, anche perché dal comune di Castellabate (dichiarato ormai da anni "patrimonio dell'Unesco") in giù è tutta zona protetta, infatti qui si estende il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
Io ho passato 3 anni a Santa Maria di Castellabate con la Croce Rossa, in un campo volontari per aiutare quelli locali ad affrontare l'emergenza turisti (il paesino composto da 800 anime in inverno, d'estate tocca punte fino alle 8.000 presenze).
Quest'anno ho preferito la vicina San Marco, ancora più calma e ridotta. Immaginate che in paese non c'è una banca, quindi nemmeno il bancomat, due alberghi, un solo giornalaio, un porto da dove fino a due anni fa passava l'aliscafo per Salerno ora non più, ferma solo ad Acciaroli diversi km più a sud, non c'è stazione: il treno si prende ad Agropoli.

Il comune più grande è Castellabate appunto, un paesino medievale, arroccato su una collina che sovrasta il mare, dove torreggia una magnifica abbazia pontificia, dove non ci sono strade ma solo scale, ancora tutta cinta da mura, da dove gli abitanti nell'antichità spiavano trepidamente il mare sottostante, in attesa degli attacchi dei saraceni.
Passeggiare per Castellabate significa armarsi di scarpe comode e molta buona volontà, perché i vicoli sono così stretti che ci si passa solo in due affiancati.
I lampioncini ricordano la luce delle candele, insomma sembra di aggirarsi in un presepio vivente.

Sinceramente era quello che cercavo: calma e relax.
Fino a qui vi ho descritto un piccolo paradiso in terra.
Ma il titolo del mio articolo non è casuale.
"Cristo si è fermato a Eboli" è un libro stupendo di Carlo Levi, dove si denunciano aspetti molto negativi di queste terre. Eboli non dista tanto dal Cilento, anzi, per
andare ad Agropoli bisogna passare per Eboli.

A fianco di una natura fantastica, un mare trasparente e cristallino (mentre ero in ferie a San Marco diversi parlamentari sono venuti a fare il bagno a Punta Licosa, raggiungibile a piedi dal mio albergo), una cucina sana e squisita, gente ospitale, ho visto tali brutture che non mi sento di tacere.
Prima di tutto l'incuria dei turisti (cartacce, lattine, bottigliette, mozziconi gettati in spiaggia), bambini portati a far pipì dove iniziava la spiaggia, sotto il naso di altri villeggianti stesi a prendere il sole...
L'incuria di chi dovrebbe occuparsi della nettezza urbana: cassonetti pieni all'inverosimile lasciati così per giorni, con un odore nelle strade che vi lascio immaginare.

In 10 giorni non ho visto una macchina della polizia o dei carabineri a San Marco, per cui vedevi tranquillamente famiglie intere spostarsi verso il mare in 4 in scooter, rigorosamente senza casco.
Un giorno addirittura ci è passata a fianco una Panda con il baule aperto e dentro c'erano 3 bambini, con le gambe fuori a penzoloni.
Lo stabilimento balneare a cui eravamo appoggiati era di un'abusiva da cui dovevi passare tutti i giorni per sapere dove aveva messo gli ombrelloni.

I prezzi gonfiati all'inverosimile: una bottiglia di acqua minerale naturale in un mini market, costava 3.75.. alla faccia dell'arrotondamento dell'euro!
In macchina non esistono regole: i segnali, i semafori, la riga continua in mezzo alla carreggiata, la precedenza... tutti cari ricordi.

Insomma, non voglio fare la solita settentrionale con la puzza sotto al naso (non ci tornerei di continuo se non amassi profondamente questa terra), però non si può negare che un problema c'è: la legge, le regole, il rispetto, ma dove sono finiti?

Fa rabbia pensare a tutta la gente onesta che viene messa, da chi fa di un'erba un fascio, in cattiva luce per colpa di pochi sconsiderati.
Non dimenticherò mai le parole di un signore di Avellino, di cui caricammo la moglie in ambulanza anni fa a Santa Maria, il quale mi disse: "Ditelo al nord che molti di noi sono vittime di queste situazioni assurde".
Io credo che sia così. Per noi è stato quasi folkloristico vedere 4 persone in uno scooter (il mio ragazzo poi
arrabbiatissimo perché anni fa qui a Reggio, uno zelante vigile gli fece una multa, perché camminava a piedi in una strada e non stava sul marciapiedi), ma perché noi poi ce ne andiamo.
Mi spiego: tutto questo è divertente e spassoso finché in un posto non ci devi passare la vita.
E chi resta e vede queste cose quotidianamente? Non ha nemmeno più la forza di indignarsi.
E parlo sapendo le storie dei miei amici salernitani, di mia cognata, degli altri volontari.
La rassegnazione diventa l'unica regola. La parola d'ordine è: "non c'è problema", te lo dicono tutti, infatti ci si arrangia come meglio si può, poco importa se a volte si infrange la legge.

Per chiudere vi lascio una frase illuminante proprio di Carlo Levi, tratta da "Cristo si è fermato a Eboli"appunto, perché se si è fermato a Eboli, il Cilento non l'ha nemmeno visto.
«Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare la Storia.
Ma chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la memoria a
quell’altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino
vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte. - Noi non siamo cristiani, - essi dicono, -
Cristo si è fermato a Eboli».

 
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