Creato da tidicochisono il 07/04/2005
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 15 Maggio 2005 da tidicochisono
Foto di tidicochisono

Era il cuore della notte, una notte limpidissima e caldissima….ma non era il momento per gustarmela…era il momento di buttarmi in acqua.

 

Non sapevo nuotare,prima di quei giorni a Valona non avevo mai visto il mare. Dovevo buttarmi lo stesso però, e sinceramente, non me ne importava un accidente se annegavo:peggio di così non poteva essere la morte!

 

Qualcuno (probabilmente uno degli scafisti) mi spinse e caddi in acqua come un sasso, sprofondando giù…non tentai nemmeno di risalire… e poi, l’acqua era così calda…cosa dovevo fare, aspettare o aprire la bocca per andare prima contro il mio destino?

Ma il mio destino non doveva compiersi quella notte, non lì: il padrone dei 2500 dollari (il mio prezzo era salito dall’ultima volta……ma il motivo dell’incremento del mio valore sarebbe stato l’ennesima “coltellata” al mio cuore) non aveva nessuna intenzione lasciarli annegare senza aver riscosso prima i frutti. Mi sentì tirare su per i capelli, e un attimo dopo, senti la brezza marina accarezzarmi il volto….istintivamente riempi i polmoni d’aria…la vita era bella, nonostante tutto!

 

Raggiungemmo la spiaggia e correvamo verso certe strutture vuote, inabitate senza né porte e né finestre…lì ci dovevamo cambiare…ma io non avevo portato abiti con me. Io no, ma Beni (il mio nuovo padrone si chiamava così) sì! Mi diede una camicia ed una minigonna jeans, dall’aria familiare…

 

Era la minigonna che mi aveva regalato la madre di Pol! Come aveva faceva Beni ad averla? Chi glielo aveva dato?....Dio mio! Era stato tutto organizzato, da prima! Mi avevano persino procurato il corredo, in previsione della “nuotata  di piacere”!

 

“Maledetto!!!Maledetto!!! Che tu possa finire all’Inferno! Bastardo!!!”

 

Indossai il tutto senza dire nulla. D’altro canto, come avrei potuto dire qualcosa? L’albanese non la conoscevo, e dubitavo che quello lì parlasse la mia lingua.

 

Come in tutte le cose organizzate “per bene” eravamo stati provisti anche di una guida, che ci doveva far arrivare fino alla più vicina stazione ferroviaria, possibilmente non Brindisi, perché lì avremo dato all’occhio e la polizia avrebbe potuto acciuffarci.

 

L’alba ci ha raggiunti mentre correvamo come sorci nei campi.

 

Con dei taxi (ovviamente non il servizio taxi, quello normale) abbiamo raggiunto Lecce. Lì, avremo dovuto prendere il treno per Milano.

 

 Poiché non c’erano dei treni che partivano nell’immediato, dovevamo aspettare lì. Ma non dovevo stare insieme al mio padrone, perché ad un controllo della polizia sarebbero state rogne per lui! L’interprete (la mia paesana) mi disse che io dovevo stare nel giardino vicino alla stazione, seduta e da sola!(“E’ giunto il momento, SCAPPO!”-mi dicevo tra me e me). Ma che non mi venisse in mente di fare qualche bravata perché Beni me l’avrebbe fatta pagare, aggiunse lei.

 

“Scappa via, scappa, corri!”-ripetevo!

 

Ho ancora davanti agli occhi il giardino dove mi sedetti: c’erano degli alberi in fila e delle panchine dall’aria triste…forse perché avevano viste troppe ragazze come me sedervi sopra…

 

Mi sedetti su una di esse con il cuore impazzito…dovevo correre, andarmene…ma dove?

Cinque minuti dopo, si viene a sedere vicino a me un uomo anziano dalla faccia così buona…oh, finalmente qualcuno al quale potevo chiedere aiuto, una persona anziana, ma sicuramente colta…aveva l’aria dell’intellettuale…forse capiva l’inglese “Please, help me! Please call the police!”…ma l’uomo sorrideva e continuava a fare cenno con la testa…apre il giornale che aveva in mano e mi mostra una foto: era una foto pornografica, con una ragazza che faceva del sesso orale…Cominciai a ridere! Avevo appena cercato aiuto ad una persona, ed in compenso egli mi faceva capire che voleva scoparmi…Ridevo come matta, con lacrime! Stavo davvero diventando pazza!

 

L’uomo si allontanò e io non ebbi più la felice idea di chiedere aiuto a qualcuno…perché il prossimo poteva anche cercare di violentarmi lì…forse…

 

Più tardi, venne Beni e mi prese per mano. Dovevamo salire sul treno!

Dentro la stazione c’era tanto caos, tanta gente…e due poliziotti, che ci guardavano.

 Dovevo assolutamente urlare…in quel momento Beni mi buttò le mani al collo e mi baciò…non si staccava più da me,dalle mie labbra…una mano dietro la schiena e con l’altra stringeva qualcosa tra di noi: era una pistola!

Poi si staccò dalle mie labbra e si avvicinò alle mie orecchie.

 Mi diceva qualcosa che non capivo (Sicuramente una minaccia).

 

A chi ci guardava, davamo l’impressione di una coppia di innamorati: con un lui molto affettuoso ed una lei un po’ triste…

 

Non osai aprire bocca! Che vigliacca! Non eri tu a dire poche ore fa che la morte era meglio? Perché? Non sai quello che ti aspetta? Credi che il tuo futuro sarà bello? Non hai alcun futuro! Era meglio urlare e morire…almeno avresti provato a vivere!!!
 
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