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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 28 Maggio 2005 da tidicochisono

Quella notte era la “prima” notte con Beni…..e come tutte le prime notti che si rispettano, lui mi prese lì, quasi davanti a tutti….la luce era spenta, e sentivo attorno a me anche gli altri due maschi che si sfogavano, che si appropriavano delle altre due disgraziate come me…

 

Poi non riuscì a chiudere occhio. Piansi per tutta la notte, cercando di non farmi sentire. Non volevo “disturbare” il mio “dolce amore” perché non sapevo che tipo di “coccole” avrebbe potuto farmi per consolarmi…Vedevo l’alba tra i buchi di una tapparella verde, e mi chiedevo come sarebbe stata la mia vita se tutto ciò non fosse successo…starei dormendo a quest’ora, avrei sognato la cioccolata, quella buona, arrivata dalla Germania…e forse avrei sognato Pol…perché pensavo a lui? Perché ancora? In quel modo? Forse lo amavo ancora??

Non lo sapevo…ora credo di saperlo…Sì, lo amavo…era strano, era terribile, ma lo amavo! Non si può scacciare dal cuore una persona da un giorno all’altro…non si può fare nulla per obbligare il cuore a non battere più per qualcuno! Ed io mi odiavo di questo! Mi odiavo perché pensavo ancora alla persona peggiore di questo mondo, alla persona che mi aveva rovinato la vita...

 

Mi ero addormentata allo spuntar del sole, e mi svegliai che era mezzogiorno… la stanza era buia, le tapparelle erano ancora chiuse. Non le avrebbero mai alzate durante tutta la mia permanenza lì.

 

Trascorsi rinchiusa lì tre giorni…ci portavano da mangiare dei panini che sembravano fatti di carta per parati. Non avevamo né televisione,né radio, niente.

L’unico “svago” era ciò che succedeva la notte…quasì all’unisono, tutti e tre ci possedevano, ognuno la “sua ragazza”…ho avuto l’impressione che quello schifo era una sorta di competizione tra i tre, su chi era il più bravo…ma non ho mai sentito in quelle tre sere nessun gemito di piacere da parte delle altre due ragazze, tanto meno ne ho fatti io.

 

Poi, la sera del terzo giorno, ci trasferirono in un appartamento, in un quartiere di Bergamo che si chiamava Monterosso (o Monterosa…non ne sono sicura, perché all’epoca facevo un po’ di confusione con le parole che indicavano i colori)

 

La casa era grande… e ci abitavano 7 ragazze, tutte albanesi, tranne me e la mia “traduttrice”. Nessuna di loro aprì bocca quando entrammo noi, le nuove.

Nemmeno un saluto.

 

Gli ordini erano ordini-avrei scoperto a mie spese.

 

Ci lasciarono lì, e loro se ne andarono. Io non sono riuscita a trattenermi…ho cominciato a piangere e a dire alla mia amica perché nessuna di loro se n’era scappata? Perché facevano le prostitute? Com’era possibile che delle ragazze così belle (erano molto belle davvero) accettavano di fare questa vita? La mia amica comincio a tradurre… una di loro mi guardò, rise e si accese una sigaretta… scambio qualche parola con le sue amiche ma a me non mi venne detto nulla.

 

Quella sera Beni arrivò nero in volto…mi prese per un braccio e mi porto in bagno. Mi spoglio, mi fecce entrare nella cabina doccia e apri l’acqua fredda… poi si tolse la cinta. Mi caccio dalla doccia e comincio a frustarmi con la cinta, avendo cura di non toccarmi mai il volto.

 

Faceva questo parlando, dicendo qualcosa che io non capivo. Ad un certo punto, mi afferrò per il collo ed urlò….Io piangevo di dolore, ma anche di rabbia…e poi non capivo il motivo di tutto questo.

 Mi lascio cadere per terra, aprì la porta ed uscì. Tornò subito con la mia paesana…Ero nuda, tutta nuda e fradicia, e lì c’era qualcuno che fino a pochi giorni fa non conoscevo nemmeno, mentre ora poteva fare di me quel che voleva…Mi vergognavo da morire!

 

“Stella- comincio a dire la mia paesana- non devi più dire nulla di ciò che hai detto oggi alle ragazze!” Chi era Stella?

“Non capisco-dicevo-che ho detto di male? E chi è questa Stella?”

“ Stella è il tuo nuovo nome, è il nome che userai da stasera, a Dalmine!”

 

 
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