Creato da tidicochisono il 07/04/2005
...dalla vita, e non solo....

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

Ultime visite al Blog

PILONE183miry_27principefelice1dofiliveneto_43tuttoeniente2013sophy23sansilvyfilippo.canzonerinhporticimatteom0pinopropeller58morassut.brunodolcedannato666francescolomagro
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Messaggio #17Messaggio #19 »

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 06 Luglio 2005 da tidicochisono

Rimasi tre giorni a letto. Mi davano da mangiare del pane e tonno in scatola (da allora non sopporto più l’odore delle scatolette).

Ogni tanto, per rinfrescarmi la memoria, mi prendevo qualche pugno…nel frattempo la vita delle mie coinquiline scorreva “normale”: la sera uscivano di casa verso le otto e rientravano alle 4-5 del mattino. A casa le aspettavano i loro “ragazzi” che si preoccupavano di ripulirle le borsette dai soldi…soldi, per la maggiore 50000 lire spiegazzati, arrotolati.

 

Quando fui in grado di rimettermi in piedi senza urlare, mi vestì, mi truccai ed andai di nuovo a “lavorare”, a Dalmine.

 

Ma non pensavo più a fuggire. Le botte tutto sommato, avevano fatto effetto: erano riuscite a cancellare dalla mia mente l’idea della fugga, della polizia…anzi, già il fatto che ero ancora viva a pensare a queste cose, mi sembrava meraviglioso…mi veniva spesso in mente in quei giorni un libro letto a 13 anni “1984” di Orwell… stavo diventando come il protagonista di quel libro: mi stavo abituando alla mia nuova condizione, con una certa gioia anche…la gioia di essere viva!

 

Arrivò il primo cliente….o forse nemmeno lui era un cliente? Forse, ma nemmeno io ero quella di 4 sere fa.

 

Dissi la “formula magica”, e lui ridendo  mi fece salire.

 

Non ci fu nemmeno bisogno di indicargli il posto: sapeva già tutto…ma questo poteva voler dire che lui non era un cliente…alla fine a me non cambiava nulla…

 

Per strada mi mise la mano sulla gamba…volevo urlargli di togliere la mano, di farmi scendere…ma quest’idea  mi balenò solo per un nanosecondo, perché il dolore alle costole e la crosta ancora fresca della bruciatura del mozzicone fecero sì che la scacciassi via.

Fermò la macchina…ora dovevo cominciare a masturbarlo…poi infilargli il preservativo… perché non si srotolava? Come faceva Sara?

 

Ci riuscì con enorme fatica…mi fece quasi ridere quella situazione…fare la prostituta in fondo richiedeva anche una certa abilità professionale…poi infilai in bocca quell’”oggetto” “confezionato”…il profilattico aveva un gusto disgustoso…sapeva di olio lubrificante.

Dopo una manciata di minuti, era arrivato il momento di aprire le gambe…

 

Mi salì sopra… lui parlava, gemeva, diceva delle cose che non capivo… io però non lo sentivo…io non ero lì… non provai né dolore, né piacere…solo un senso di fastidio…di qualcosa che si muoveva sopra e dentro di me…qualcosa, o forse era qualcuno, che però mi era assolutamente estraneo…

Non so se le parole sono adatte…ma io in quegli attimi non c’ero…

 

Quando il tutto è finito, mi riaccompagnò sul posto di lavoro… era stato il mio primo cliente…il quarto uomo che s’impossessava del mio corpo…ed io ero appena diventata una prostituta!

 

Quella sera andai con 6 pezzi da 50000 lire (per me erano solo quello…era come scopare con un mazzo di soldi-era questa l’idea che cercavo di conficarmi nella testa).

Qualcuno di loro mi aveva anche chiesto il nome, qualcun altro mi aveva detto qualcos’altro…ma io non sentivo, non vedevo, non c’ero!

 

Intorno alle quattro del mattino tornammo a casa.

Corsi in bagno…lavai due volte i denti,mi feci la doccia, e mi strofinai con forza la mia parte intima…non doveva rimanerci traccia, di niente, di nessuno!

 

Avevo buttato gli abiti per terra,prima di entrare sotto la doccia. Quando esco dalla cabina trovo Beni che rovistava nella borsetta…ha trovato i soldi, li ha contati, e poi con la sua enorme bocca mi fece un sorriso orribile… si avvicinò a me e mi baciò… tutti i bocchini di quella sera assieme non mi avevano fatto tanto schifo quanto il suo bacio!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963