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Post N° 367

Post n°367 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da viralastrega
 


Capitolo 3



Realtà vs Virtualità



La realtà virtuale fa ormai
parte della nostra vita quotidiana. Viviamo nell’era del digitale
dove il confine tra realtà e virtualità è sempre
più labile. Oggi con il mio telefono cellulare posso scattare
fotografie e scaricarle sul mio personal computer dove, ordinandole e
catalogandole in cartelle, saranno sempre disponibili alla stampa. Ma
nel frattempo le fotografie restano sistemate nel computer proprio
come se fossero conservate nell’album fotografico nel salotto di
casa. Solo che non sono tangibili, non posso toccarle perché
sono virtuali, sono file, ma so che esistono, posso infatti vederle
quando voglio. Dunque esistono su pixel e non su carta, ma posso
essere comunque certa della loro esistenza.
La
realtà virtuale diventa, nella mia percezione, reale perché
la vivo, perché mi esprimo e mi muovo, proprio come nella
realtà. Ma nella realtà, come sappiamo, l’espressione
e il movimento non sono assicurati in quanto dipendono da vari
fattori esterni al nostro volere, come la cultura e la società.
Nella virtualità invece non esistono leggi ma netiquette
,
non esistono limiti e/o confini perché la libertà di
ognuno di noi di navigare in Internet è assoluta. Internet
oggi rappresenta la libertà e la capacità di
controllare il tempo e lo spazio.

Tutti
possono agire, senza intermediario, e quando lo desiderano, senza
filtri né gerarchie e fattore ancora più importante, in
tempo reale. Non si aspetta, si agisce ed il risultato è
immediato. Tutto questo dà una sensazione di libertà
assoluta, se non addirittura di potere.

Nella
realtà virtuale, grazie ad un mmog
,
posso incontrare persone di tutto il mondo e confrontarmi con culture
diverse dalla mia che altrimenti non avrei potuto conoscere nella
vita reale

Le
nuove tecnologie acquisiscono una dimensione sociale: rappresentano
un po’ "una seconda possibilità"
per tutti
coloro a cui la prima è andata male. (…) Sono il simbolo
dell’emancipazione individuale. (…) La rete diventa il simbolo
dell’utopia, di una società in cui gli uomini sono liberi e
in cui hanno la possibilità di auto-emanciparsi. Tutto ciò
non è poi così sbagliato e corrisponde all’epoca che
valorizza la libertà individuale, in un momento in cui non ci
sono più ampi terreni d’avventura né di evasione da
offrire alle nuove generazioni





C’è
un mmog che si distingue nella rete, si chiama “Second Life”

ed è una simulazione della realtà dove le città
sono interamente costruite dai cittadini incarnati dagli avatar
.
Il gioco fornisce ai suoi utenti, definiti “residenti”, gli
strumenti per aggiungere al mondo virtuale di Second Life nuovi
contenuti grafici come oggetti, edifici, fondali, fisionomie di
personaggi, contenuti audiovisivi, ecc. La peculiarità del
mondo di Second Life è quella di lasciare agli utenti la
libertà di usufruire dei diritti d’autore sugli oggetti che
essi creano, che possono essere venduti e scambiati tra i “residenti”
utilizzando una moneta virtuale, il Linden Dollar, che può
essere convertito in veri dollari americani. Ma non solo, infatti ciò
che distingue Second Life dai normali giochi tridimensionali on line
è che ogni personaggio che partecipa alla “seconda vita”
corrisponde ad un reale giocatore
.
Gli incontri tra personaggi all’interno del gioco, si configurano
dunque come reali scambi tra esseri umani attraverso la mediazione
“figurata” degli avatar. Second Life viene comunemente utilizzato
dai suoi utenti per proporre agli altri partecipanti conferenze, file
musicali e video, opere d’arte, messaggi politici, ecc.; si è
inoltre assistito alla creazione di numerose sottoculture all’interno
del gioco, che è stato studiato in molte università
come modello virtuale di interazione umana: le possibilità
grafiche e di interazione tra partecipanti offerte dal gioco sono
infatti potenzialmente infinite.

Marco
Manray

è un fotografo dei mondi virtuali che in Second Life lavora
come reporter per eventi culturali, feste e iniziative varie. Nel suo
sito possiamo vedere il reportage alla sede della Reuters piuttosto
che della Wired, un concerto organizzato dalla radio 1BBC
international, i migliori negozi di abbigliamento o di arredamento,
mostre d’arte e non solo, nella realtà virtuale c’è
anche spazio per sensibilizzare su problemi del primo e reale mondo.
Molto toccante il reportage su Camp Darfur, piantato su una lingua di
terra a Better Word Island, è la ricostruzione del mondo
virtuale di Second Life di un campo di rifugiati del Darfur. Nasce
dalla collaborazione di alcuni membri del network Omidyar.net, che
alcuni mesi fa, hanno deciso di creare all’interno di questo mondo
virtuale un luogo di riflessione e presa di coscienza sulla violenza
e l’atrocità che si stanno compiendo in Darfur, la regione
occidentale del Sudan, con l’obiettivo di dare informazioni sul
genocidio in corso, raccogliere fondi, creare link alle principali
associazioni e campagne che si occupano del Darfur.




Cammino
tra le tende di Camp Darfur, c’è documentazione informativa
da leggere, mostre di foto, poster con brevi e incisive storie di
rifugiati, cartine per localizzare la regione, la ricostruzione di
angoli di un vero campo come la cucina e la tenda con gli aiuti
umanitari, i sacchi di riso, i pacchi della Croce Rossa. Grandi
tabelloni presentano slide show con immagini di luoghi del genocidio,
dei villaggi in fiamme, i volti dei profughi, dei bambini, gli
annunci delle campagne.







Marco
Manray vende i suoi reportage non solo alla CNN, che ha aperto una
filiale in Second Life come la Toyota e altre multinazionali delle
comunicazioni e non, ma anche a giornali e riviste come El pais,
Liberation o Glamour. Dunque Marco Manray lavora,
attraverso il suo avatar, in un mondo virtuale, comodamente seduto
dalla poltrona di casa sua. E ci dimostra come il turismo nei mondi
virtuali stia crescendo vertiginosamente.

Molte persone possono considerare
la vita nella virtualità come un’esperienza profonda, che
arricchisce la loro esistenza in modo significativo, quindi si può
arrivare a considerarla come una vita parallela o come un’estensione
della vita reale fatta di simulacri e proiezioni di sé.
Nel
2004 Julian Dibbel, uno dei personaggi di riferimento dei mondi
virtuali, autore di diversi saggi sull’argomento, ha dichiarato che
con il commercio di oggetti virtuali in un anno è riuscito a
guadagnare 47.000 dollari veri, cioè lo stipendio di un
dirigente.

David Storey, invece, è un
australiano di ventitre anni che nel dicembre del 2004 ha acquistato
per 26.500 dollari un’isola virtuale




Quando
ho comprato Treasure Island, il risultato che mi aspettavo era
soprattutto in termini di business: sapevo che avrei amministrato
quella Terra, che per me è molto reale. Ha dei costi, ha dei
profitti. Il profitto inaspettato è stata la fama istantanea,
essere conosciuto da tutti, ovunque. (…) E poiché si è
costantemente sotto gli occhi di tutti, nel gioco ci si costruisce
una reputazione, come nella vita vera. Quello che per molti è
solo un pugno di pixel, per me e altri è una parte importante
della vita vera e non si può negare l’influenza che il mondo
virtuale ha su quello reale.








David Storey, conosciuto in Second
Life come Deathfire, acquistando un’isola virtuale
in cambio di dollari sonanti, ha dato vita all’immateriale, facendo
diventare realtà anche l’isola che non c’è.
Per Storey la prima seconda vita è
diventata la seconda vera vita.
Ma
visitare questi mondi non è così facile come sembra.
Entrare in Second Life è come muoversi a Los Angeles senza una
guida o come sperare di fare un viaggio nella metropolitana di Mosca
senza conoscere una parola di russo. Oggi però è
possibile usufruire di guide grazie a Synthravels, un’agenzia di
viaggi nei mondi virtuali ideata da Mario Gerosa, autore del libro
Mondi virtuali (Castelvecchi, 2006), che ha lavorato per anni
nelle maggiori riviste di viaggi e di turismo approfondendo la
conoscenza di questi temi. Il progetto è stato messo a punto
da Imille, un’agenzia di comunicazione di Milano con una visione
creativa proiettata verso le nuove realtà del mondo digitale.
Synthravels, attraverso la sua rete di contatti, è in grado di
fornire guide esperte che accompagnano i turisti all’interno dei
mondi virtuali, invitandoli a scoprire le meraviglie e le curiosità
di questi universi sintetici. Il servizio è configurato come
un social network per favorire l’incontro tra neofiti degli
universi sintetici ed esperti avventurieri dei mondi online:
l’esperienza di chi frequenta, o meglio vive, gli spazi digitali è
così messa a disposizione di chiunque voglia intraprendere un
viaggio o un’avventura. In tal modo si potrà scegliere tra
il grand tour dei paradisi esotici di World of Warcraft, il
viaggio tra le celebrità di Second Life o il safari
post-atomico in Entropia Universe. Senza dimenticare il tour
nei quartieri a luci rosse di Neocron o i “dangerous trips”
nelle zone più pericolose di City of Villains e di
altri spettacolari mondi virtuali.

Come abbiamo accennato nel
precedente capitolo, la realtà virtuale permette alle persone
di vivere la propria realtà ideale. Tutti possono diventare
quelli che nella realtà non sono, o non sono diventati. Un
uomo che ha sempre avuto la vocazione per l’informazione e la
verità e fin da piccolo si diletta nei giornalini scolastici,
può diventare giornalista, senza accedere all’albo e senza
investire in tipografia, perché saranno i suoi lettori a
legittimarlo.
Inoltre, il computer e la connessione
rappresentano una sorta di barriera protettiva tra noi e gli altri
permettendo all’utente di far cadere le proprie inibizioni e di
esacerbare un comportamento più difficile da assumere nella
realtà.


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"...feci il mio ingresso nel mondo con una radicale abitudine alla verità che ha automaticamente eliminato dalla mia vita quella piatta monotonia che devono provare i bugiardi ... e così sono rimasta, in una crudele ricerca di verità e perfezione, come il carnefice inumano di ogni ipocrisia , evitata da tutti, tranne da quei pochi che hanno vinto la propria avversione alla verità per poter liberare quanto di buono c'è in loro."immagine


LOUISE BROOKS

 

IO AMO

IO_AMO: l'amOr mio, la mia gatta nera fetente e la nostra splendida routine, la mia piccola famiglia di amici e mia cugina ke passa sempre a trovarmi, svegliarmi al tramonto con la voglia di bere, aspettare l'alba per darle il buongiorno, le canzoni ke hanno dato una svolta alla mia vita, i film di Nanni Moretti, la mia determinazione, correre in scooter, conoscere gente, le citazioni, ki mi fa ridere, ki mi fa piangere, il bisogno di aiutare gli altri, i temporali estivi, ki non ha peli sulla lingua, il viola e il nero, il cielo grigio piombo, giocare, il vino e la birra, sperimentare sostanze che alterano i livelli di percezione, mangiare, dormire a culo aperto, la considerazione di cose o persone, immaginare la fine del mondo, la schiettezza, l'autoironia, le fate e i folletti, la fotografia e le mie fotografie, il gelato cioccolato e fragola e mi raccomando prima il cioccolato, ki nn è mai stanco, i concerti e il pogo, ki sorride agli sconosciuti, accettare caramelle dagli sconosciuti, chiacchierare con gli autisti dell'autobus, dare significato a quello ke indosso, le cenette a casa con l'amOr, l'umiltà, andare al parchetto, i falò sulla spiaggia, andare a zonzo, l'idea di viaggiare senza una meta, il living theatre, le cianfrusaglie ai mercatini, conservare le mie scarpe rotte, inkazzarmi di prima mattina leggendo i giornali, i cuscini, le stelle, far ridere senza averne la consapevolezza, il mio blog, i gatti, immaginare, sapere tutto della gente, l'mp3, le imperfezioni, le voci fuori dal coro, i cartoni di Matt Groening, le bolle, ... 
 


 

IO ODIO

IO_ODIO: la maggior parte delle persone, svegliarmi a mezzogiorno con tremila cose da fare, gli studenti fankazzisti ke vengono a fare la spesa un quarto d'ora prima della kiusura, gli ipocriti, quelli ke ti aggrediscono quando sanno di avere torto, credere nelle mie emozioni, a volte me stessa, dire sìmammahairagione, quando piove solo in quei 5 minuti in cui io mi sposto in motorino, le farse, ki fa finta di niente, ki fa finta in tutto, dio, i punkabbestia miliardari, le donne in macchina che mi fanno fare il semaforo rosso, il mio istinto di fuggire, fare ciò ke non vorrei fare, il tempo, le previsioni e i discorsi sul tempo, la fretta, i rapporti di comodo, il mio lavoro e i galoppini, ki se ne frega di tutto, le mie tette giganti, fare le pulizie, dire ti kiamo e poi nn kiamare mai, le soluzioni temporanee, i miei capelli e il mio colore naturale, il processo di femminilizzazione ke mi aspetta, il culo pesante, l'arroganza dell'ignoranza, l'indifferenza, gli egocentrici e gli egoisti, freud, la competizione e la fatica, la malinconia, gli skieramenti, ki nn vede oltre il proprio naso, ki se ne lava le mani, ki segue la moda, le spazzole, tutti i poteri del mondo a cominciare dal soldo ovvero il potere d'acquisto, la tecnologia ke anzikè aiutarci ci complica, il mio compleanno, fare la fila, le discoteche, il sabato sera, quelli ke fanno tanto gli alternativi e poi scopri ke sono le prime pecore, gli americani, avere sempre qualcosa da fare, i sacrifici e ki non sa cosa siano, i miei incubi, i primi 3 minuti della giornata, le feste comandate, gli ereditieri, i figli Di, la democrazia, piergiorgio il vicino, gli amici lontani, le religioni ke si basano sulla favola di adamo ed eva, i frisbee, la sveglia, i programmi, il bianco, le scadenze, la legge della giungla, quando ho bisogno di un abbraccio, commuovermi tutti i giorni, le tradizioni senza radici, i giornalisti in generale, il gossip, i programmi televisivi che vogliono fare... ma ke alla fine..., i sensi di colpa, l'impotenza, la paura di essere violentata, i miei complessi, l'idea del sesso debole e del sesso forte, preferire il silenzio alla guerra cioè evitare risse x il bene di ki mi sta vicino, dare per scontato ke siamo tutti buoni, l'educazione maschilista, le gerarchie, i benpensanti, la morale borghese, le diete, l'estate e il caldo, rispondere agli squilli, rispondere Pronto al telefono, andare al cinema da sola, il mio essere troppo polemica, la sindrome del foglio bianco, le visite mediche, gli aghi, fare le cose sempre all'ultimo minuto, ...
 
"Quando me metto 'n testa 'na cosa io, deve da esse quella! O il mondo ammazza a me, o io ammazzo a lui."

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