Creato da vitotroiano il 08/01/2008
politica-attualità
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La rielezione di Giorgio Napolitano è frutto di una partita giocata novanta minuti è, al novantunesimo l'arbitro fischia un rigore e di fronte al rischio, ormai concreto, per il Parlamento di eleggere un Presidente della Repubblica “per caso” e per il Pd e la sinistra italiana di votare il candidato di un movimento antistatale e di incerta fisionomia democratica.
Il discorso con cui Napolitano ha avviato il suo secondo mandato sembra quindi delineare non una ‘prorogatio’, ma la possibilità di una inversione di tendenza: “ultimo richiamo” per “un colpo di reni”.
E’ la denuncia di “un paio di decenni” in cui l’Italia è stata più divisa e avvelenata di quando si viveva all’epoca della “guerra fredda”. Non c’è nostalgia del passato, ma rabbia per mancato rinnovamento.
Ma non essendo seguaci del “culto della personalità”, non manchiamo anche di fare una considerazione critica nei confronti del discorso del Capo dello Stato. In esso vi è un silenzio assordante sulla magistratura politicizzata. Da dove ha anche origine la demonizzazione dell’avversario politico? Da dove vengono il fuoco che infiamma le piazze contro il Parlamento e il veleno che ha impedito le necessarie intese per modificare la Costituzione e rinnovare le istituzioni?
Dopo che il Pd ha votato Napolitano (e non insieme a Grillo), un ex esponente del pool di Mani Pulite ha annunciato che si sarebbe immediatamente iscritto al Pd solo per poterne stracciare la tessera.
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INTERCETTAZIONI SPETTACOLO
La non politica che in Italia ormai manca da quindici anni, in questi giorni, si infiamma sulle presunte intercettazioni che riguarderebbero il Presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi, che non è il male di questo Paese, dal '94 ad oggi è stato indagato 800 volte: nemmeno il capo dei capi (Riina) è stato così tanto perseguitato. In un Paese, dove la democrazia è occupata dal potere della magistratura e della stampa la forbice tra benessere e malessere continua ad allargarsi sempre di più. Con questo provvedimento proposto dal Governo si spera di chiudere, per sempre, una lunga stagione iniziata con la falsa rivoluzione del'92 sotto il nome "Tangentopoli". L'Italia stà diventando sempre più un Paese irriconoscibile e, questo, gli Italiani non lo meritano