Il Blog di Vittore

Dov'è finita la formazione professionale in provincia di Belluno?

Vuoi aprire un agriturismo? Non puoi farlo! Non perché non hai l’azienda agricola o le risorse finanziarie ma perché non hai frequentato il corso.

Vuoi regolarizzare la tua azienda agricola in merito alla sicurezza? Non puoi farlo! I corsi di formazione sulla sicurezza non vengono realizzati.

Dov’è finita la formazione professionale e l’assistenza tecnica in agricoltura? Non si sa. Sospese. Da un anno a questa parte non vengono realizzati corsi e da immemore tempo non vi sono più i tecnici. “Siamo in attesa del Piano di Sviluppo Rurale”, questa è la laconica risposta degli enti di formazione.

Tutti parlano della necessità di valorizzazione dei prodotti della montagna, tutti chiedono aziende agricole sicure ed adeguate alle esigenze ambientali. Si spendono risorse per la promozione (vedi “Strada dei Formaggi”), per organizzare convegni (vedi “La montagna abitata”) o per manifestare in piazza (vedi ultima iniziativa Coldiretti a Venezia). Nessuno si preoccupa che gli agricoltori abbiano le risorse organizzative necessarie a mantenere le loro imprese in sintonia con le direttive europee o più semplicemente competitive.

Un grido di allarme giunge da Vittore Bassani, formatore professionale agricolo, da vent’anni operante in territorio bellunese, che ha deciso di rivolgersi alla stampa per denunciare la pericolosa carenza dell’attività di sostegno alle imprese.

Da un lato le aziende agricole più vitali lamentano uno stato di ristagno economico determinato principalmente dalla mancanza di flessibilità, dal basso profilo concorrenziale e, naturalmente, da lacune profonde sul piano della formazione professionale, settore quest’ultimo incapace di soddisfare le esigenze del sistema imprenditoriale che deve pertanto assicurare con i propri mezzi l’apprendimento degli operatori.

Dall’altro le risposte che giungono da associazioni di categoria   ed istituzioni preposte inducono ad un’amara riflessione: la formazione si fa se ci sono i soldi.

Morale: la situazione esistente potrebbe provocare una diminuzione dell’efficacia e dell’efficienza degli investimenti che seguiranno alla prossima approvazione del PSR

La formazione professionale in agricoltura- spiega Vittore Bassani - vive uno stato di declino da oltre 10 anni. Non si è riusciti a creare un vero sistema unitario di offerta formativa complementare, eppure diversificata da quella scolastica. L'impiego delle risorse pubbliche è sfuggito ad ogni programmazione, orientandosi in centinaia di differenti progetti regionali, a volte incapaci di costruire sistemi territoriali efficaci. La situazione è oggi persino aggravata dall'applicazione dell'obbligo d'istruzione fino ai 16 anni, laddove non si è resa praticabile nei fatti la formazione professionale quale una delle opzioni possibili del biennio. la cura più efficace contro l'insuccesso e la dispersione scolastica.

Ma alla nuova Europa, quella che segue agli accordi di Shengen per capirci, poco importa se i ritardi sono dovuti a scarsa sensibilità politica, disattenzione burocratica o disaffezione per la montagna, sta di fatto che le risorse che provengono dalla CEE, più o meno integrate con fondi nazionali o regionali, ridotte o abbondanti che siano, devono servire anche per accrescere la professionalità di tutti gli operatori e consentire l’organizzazione delle aziende, così come previsto dalle leggi ambientali e della sicurezza sui luoghi di lavoro.