una corsara mora

Per trovare un posto in piedi da «Mangiosano e Sonobello», il ristorante biologico che Tonino 'o Taumaturgo ha scavato sotto il condominio, ci vuole almeno la raccomandazione di un assessore. «È il successo, dotto’! Un successo esagerato...». Da quando la gente si è fissata che la roba industriale fa male, lui sta facendo affari d'oro. «Dotto’, il bio va alla grande! Io sto aprendo altri cinquanta locali: a via dei Mille, a Capri, a Casoria, sul Vesuvio, a Arzano...». «Tonino, ma cosa si mangia in questo posto di così speciale? Io vedo le solite immon...». Ma ’o Taumaturgo mi fissa accigliato.

«Dotto’, ma allora voi offendete! Venite, guardate qua...» e Tonino sposta un avventore dal tavolo e mi indica un pollo. «Lo vedete?» «Toniì, e che devo vedere? È un pollo fritto...». «Un pollo fritto? Dotto’, ma questo è un pollo naturale, un pollo figlio di polli, un pollo biologico!». Ma non lo vedo come è bello? Bianco e rosso, profumato, croccante! «Questo pollo lo ha allevato Zi’ Rosetta a Scampia, all'aria fresca! E voi dite schifato: un pollo fritto... Dotto’, questo è uno zucchero! È un babbà! È un...». Entusiasta, ’o Taumaturgo sfiora con il dito il pollo che si sgonfia di colpo, spumeggia e trabocca un liquido verde dal ruoto. «Lo vedete che ho ragione? I polli di Zi’ Rosetta sono teneri, si squagliano in bocca, ve li potete pure bere...». E la sua mozzarella? «Mica è quella schifezza alla diossina, dotto’! Questa è fatta col latte naturale di bufale naturali che si mangiano erba naturale: queste sono meraviglie ecologiche, non sono mozzarelle!». «Lo vedo, Toni’, che non sono mozzarelle...». Tonino ’o Taumaturgo è esaltato, e mi tira per la giacca. Non vedo come sono naturali i pomodori San Marzano protetti? E i peperoni biologici di Donna Lucia? E le alici di pesce del Pescatore Verace? «Dotto’, queste sono alici di pesce, che vi credete?». «Scusa, Tonino, ma, in genere, le alici non sono già dei pesci?». Ma Tonino non mi risponde, e prende una vongola dal piatto di un cliente. «Vongole del Taumaturgo, dotto’, vongole speciali! Lo sapete queste di che sanno, dotto’, lo sapete?». «Toni’, preferisco non saperlo...». No, il fatto è che io non tengo fiducia! Come? È impossibile che questi siano tutti cibi biologici? «E vi sbagliate, dottore caro! Questa è tutta roba di una volta, casereccia, genuina...». Le voci su di lui? Calunnie, infamità, invidie! «Dotto’, che vi credete? Io sono un benefattore dell'umanità...». Sì, è vero, le vongole del Taumaturgo si alimentano con le fogne di Scampia: e con questo? «Così io faccio fruttare le periferie! Sono ecologico! Non spreco niente!». D'accordo, d'accordo: le mucche dipinte da bufale vivono nelle discariche, brucano i sacchetti di mondezza e ruminano le scorie: e allora? «Così le criature si potenziano il sistema immunitario, e si risolve il problema delle vaccinazioni e delle asl!». Ma sì, gli ortaggi dei suoi campi crescono giganti perché li innaffia con l'acqua dei depuratori, i polli di Zi’ Rosetta sono teneri perché li ingozza di ecoballe, le alici del Taumaturgo sono fatte con gli scarti delle fabbrichette abusive: e con questo? «Dotto’, ma l'acqua delle fogne non è biologica? ’A munnezza non è naturale? E allora! Qua...» e Tonino fa un gesto che ingloba il ristorante, la città, la regione, l'universo: «...Qua è tutto naturale! Qua è tutto biologico! E io sono un benefattore...». Dico che è tutto abusivo? Il ristorante non tiene la licenza? I certificati dei polli sono falsi? I controlli sono comprati? I funzionari tengono le ville a Capri? Gli assessori tengono i soldi in Svizzera? I camorristi tengono i voti? «Dotto’, e pure questo è naturale! La zoccola grande si mangia la zoccola piccola, no? È naturale, biologico, corretto...». «Tu...». «Io che, dotto’? Io sono un grande, io sono un genio, io sono Tonino ’o Taumaturgo! E mo’ che è? Vi sentite male? E pigliatevi una bella cozza del Taumaturgo, quella vi fa riprendere subito! Non fate complimenti, dotto’, per voi è a gratis! E lo sapete a queste cozze come le nutriamo? Dotto’! Ma dove andate? Queste si sciolgono in bocca, queste sono uno zucchero, queste vi fanno uscire pazzo! Venite, venite qua, assaggiate...».

 Giuseppe Montesano

il mattino