Creato da corsaramora il 24/05/2005
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Post N° 494
Post n°494 pubblicato il 25 Ottobre 2005 da corsaramora
e mentre la guerra continua,il processo contro saddam è stato aggiornato al 28 novembre sia per privarlo di un palcoscenico dal quale contestare l'occupazione del suo paese sia perché gran parte dei testimoni ha preferito non presentarsi al tribunale In realtà la sentenza è stata già scritta e il processo sarà un mero spettacolo» ha dichiarato Khalil al Dulaimi l'unico avvocato difensore di Saddam Hussein, ammesso in aula che ha poi aggiunto «Non potrà mai essere un processo giusto od onesto, perché la Corte si è posta allo stesso tempo come giudice, giuria e pubblica accusa». Bush si augura che l'ex-presidente iracheno venga ritenuto colpevole di genocidio, di crimini contro l'umanità e di crimini di guerra e per questo condannato alla pena capitale e giustiziato. Il solo elemento di incertezza è costituito dall'alternativa fra l'impiccagione e la fucilazione. Saddam finirà sulla forca se verrà considerato un criminale civile. Sarà fucilato se verrà processato come capo supremo delle forze armate del suo paese Naturalmente saranno in molti, non solo in Occidente, ad applaudire a questo processo e alla sua conclusione. Sarà fatta giustizia, si dirà, grazie a un nuovo «Tribunale di Norimberga» che rivelerà al mondo i crimini nefandi di un dittatore sanguinario. La sua sconfitta politica sarà consacrata dall'annientamento morale del condannato e dal sacrificio rituale della sua vita. Questa liturgia è indispensabile perché la vittoria sul nemico sconfitto sia completa e sulle sue ceneri si instauri un nuovo ordine politico: quello democratico, generosamente esportato dagli Stati Uniti con una guerra inventata quanto criminale. E' naturale che il popolo iracheno percepisca questo processo non come un'espressione della propria sovranità, ma come uno strumento del potere degli Stati Uniti. E si tratta di un potere che non si presenta certo con le carte in regola per erigersi a paladino della causa dei diritti umani. Basterebbe considerare le infamie di Guantánamo, di Abu Ghraib e di Bagram in Afghanistan. E soprattutto ricordare che gli Stati Uniti sono stati lungamente alleati e complici di Saddam Hussein nella guerra contro l'Iran e che ne hanno addirittura sottaciuto i gravissimi crimini, in particolare il massacro dei kurdi con l'uso del gas ad Halabja, nel 1988. il manifesto |
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