Creato da corsaramora il 24/05/2005
tutto cio' che ci accade intorno ..mie riflessioni e non...
 

Messaggi di Giugno 2005

Post N° 200

Post n°200 pubblicato il 28 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 Voltaire si chiede: “Che cos’è la tolleranza?” e risponde :

“La Tolleranza è la necessaria conseguenza della comprensione della nostra imperfezione umana. Errare è umano e a noi questo capita continuamente. Perciò perdoniamoci gli uni gli altri le nostre follie. Questo è il primo principio del diritto naturale”.

Qui Voltaire fa appello alla nostra onestà intellettuale: noi dobbiamo ammettere i nostri errori, la nostra imperfezione, la nostra ignoranza. Voltaire conosce benissimo che i fanatici esistono. Ma la loro convinzione è veramente onesta? Hanno essi onestamente esaminato se stessi, ciò in cui credono e le ragioni per sostenere ciò di cui sono convinti?

E non è l’attitudine all’autocritica una parte dell’onestà intellettuale?

E non ha il fanatismo spesso cercato di negare la nostra non ammessa incredulità, che abbiamo represso, e talvolta ne siamo solo parzialmente consci?

Voltaire si appella alla nostra modestia intellettuale; e soprattutto il suo appello alla nostra onestà intellettuale fece una grande impressione sugli intellettuali del suo tempo. Mi piacerebbe riaffermare qui il suo appello.

La motivazione data da Voltaire in favore della tolleranza è che noi dobbiamo perdonarci gli uni gli altri le nostre follie. Ma una follia comune come quella della intolleranza Voltaire trova giusto che sia difficile da tollerare. Invero è qui che la tolleranza ha i suoi limiti. Se noi concediamo all’intolleranza il diritto di essere tollerata, allora noi distruggiamo la tolleranza, e lo stato di diritto.

Ma a parte l’intolleranza, vi sono ancora altre follie che noi non dovremmo tollerare; soprattutto quella follia che fa sí che gli intellettuali seguano le ultime mode; quella follia che ha spinto molti scrittori a adottare uno stile oscuro e che vuole impressionare, quello stile criptico che Goethe ha criticato in modo cosí radicale nel Faust (per esempio la tavola della moltiplicazione delle streghe).

Questo stile, lo stile delle parole grandi e oscure, delle parole pompose ed incomprensibili, questo modo di scrivere non dovrebbe affatto essere ammirato e neppure tollerato dagli intellettuali. Esso rende possibile quella filosofia che è stata descritta come relativismo; una filosofia che porta alla tesi che tutte le tesi sono intellettualmente piú o meno difendibili. Tutto è accettabile! Cosí il relativismo porta all’anarchia, alla mancanza di leggi, e al dominio della violenza.

 
 
 

Post N° 199

Post n°199 pubblicato il 28 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Armi, Rapporto di Amnesty: i paesi ricchi vendono morte al Sud del mondo
L’Italia fa grandi affari con la Colombia, la Repubblica del Congo e la Cina, la Francia invece con il Myanmar e il Sudan. La Russia vende bene in Etiopia, Algeria e Uganda. È il mercato globale, direbbe qualcuno. Peccato però che per il nostro paese si stia parlando del vantaggioso business delle armi leggere, di cui siamo i secondi esportatori mondiali (vi dice qualcosa il nome Beretta?) mentre i nostri cugini transalpini vendono a notori regimi dittatoriali bombe, granate e mine. Le industrie russe invece esportano aerei da combattimento verso paesi che ormai hanno ben poco da distruggere.

La denuncia non è nuova ma arriva alla vigilia della riunione del G8 dal 6 all'8 luglio. La campagna denominata Control Arms, lanciata nell’ottobre del 2003 in tutto il mondo, si batte contro la proliferazione e il cattivo uso delle armi. In Italia ha ottenuto l’appoggio, tra gli altri, dalla Rete italiana per il disarmo, Pax Christi e Rete Lilliput. L’obiettivo da raggiungere entro il 2006 è quello di convincere i governi a firmare un trattato che limiti il commercio di armi, laddove non sia possibile fermarlo. La campagna ha anche un evento collegato: si chiama 1 million faces e da marzo sta raccogliendo un milione di facce. Ai sostenitori dell'iniziativa infatti non viene chiesto di mettere una firma ma la propria faccia, attraverso le foto che verranno scattate in tutti gli stand sparsi per il mondo

 
 
 

Post N° 196

Post n°196 pubblicato il 28 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

  

' Se Dio non esiste, non troviamo davanti a noi dei valori o degli ordini in grado di legittimare la nostra condotta. Così non abbiamo delle giustificazioni o delle scuse. Siamo soli, senza scuse. E' ciò che esprimerò con le parole che l'uomo è condannato ad essere libero. Condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa '

j.p.sartre

 
 
 

Post N° 194

Post n°194 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

"Gli italiani comprano meno vestiti, meno libri, vanno meno al cinema, mangiano di meno. E tutti si allarmano: la Confindustria, la Confcommercio, la Banca d’Italia, la Corte dei Conti, i giornali e perfino un po’ la televisione. La recessione è in atto, la crisi economica spaventa. L’ombra di una vita modestina, se non proprio miserella, sembra incombere sul popolo italiano, cioè la gente.
Ma ditemi, che importanza ha tutto questo, ora che l’embrione è al sicuro?
I valori morali sono quelli che contano.

Altro che i consumi come vorrebbe questa nostra civiltà occidentale materialista e edonista, questa stessa civiltà che i mullah islamici aborrono. È stato duro conquistare questi valori morali, bisogna dirlo, ha richiesto sacrifici, ci si è impegnato perfino Giuliano Ferrara, che a Loreto è apparso alla Madonna per farle sapere che finalmente aveva compreso dove sta il conquibus che da anni lo tormenta: nell'ovulo.

Ma finalmente l'Italia ce l'ha fatta e ora, fiera del traguardo raggiunto può andare a testa alta nel mondo: non feconderai un ovulo invano, è l'articolo 18 dello statuto delle spermatozoo che l'Italia dovrebbe portare in questa grigia Costituzione europea che in molti paesi non attacca. Un grande contributo morale che il Papa ha messo in evidenza davanti al Presidente di una Repubblica che si ostina ad avere una Costituzione ottusamente laica e che il Berlusconi e il Casini per sottolineare quanto da questa Costituzione essi siano distanti e quanto il Sacro Sillabo abbia ispirato la loro vita e le loro carriere, hanno voluto sottolineare con le loro alte parole. E questa volta senza esprimere stima a mafiosi, come a volte capita al Casini, e senza battute libidinose, come a volte capita al Berlusconi.
No, seriamente. Perbene, davvero perbene.
Il Pera tace. Forse aspetta settembre, quando l'uva è matura e il fico pende."



 
 
 

Post N° 193

Post n°193 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

onesta' intellettuale?

 
 
 

Post N° 192

Post n°192 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

l'onesta' intellettuale

 
 
 

Post N° 191

Post n°191 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 
 
 

Post N° 190

Post n°190 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

"ghiacciai poveri e poca pioggia, l'acqua sta finendo
l'irrigazione è stentata e l'incubo della sete spaventa il contadino padano

paura che sta in quella cornice sfocata dall'afa e sbiadita dai miasmi delle campagne che vela le montagne lontane e le rende ancor più enigmatiche

 non c'è più acqua, da quei monti remoti non ne vien più giù, da quelle valli che intuisci appena mentre l'orizzonte trema per la calura eccessiva ne arriva sempre di meno, anno dopo anno, estate dopo estate.

L'estate torrida ha prosciugato 4.500 chilometri di fiumi per far funzionare i condizionatori delle città, questo dicono nei mercati e nelle piazze, se continua così sarà tutto un deserto. I parroci invocano la Madonna del Santuario di Caravaggio che protegge gli automobilisti ma anche gli assetati (dar loro da bere, in verità, è una delle opere di misericordia corporale). "

Nel  2003 la Giornata mondiale dell'Ambiente fu dedicata all'acqua. Una giornata per riflettere sul cosiddetto oro blu, una risorsa che diventa ogni giorno più rara per la rovinosa gestione umana, causa di molti conflitti nel mondo: dodici guerre sono in corso per il controllo dell'acqua.

Ma l'emergenza idrica è anche in Italia è un tema scottante, e non solo d'estate: nel Mezzogiorno sette persone su dieci spesso aprono il rubinetto a vuoto; 200 mila chilometri di acquedotti groviera perdono lungo la penisola 27 litri ogni 100 per falle della rete o a causa dei furti e degli allacciamenti abusivi


Un dossier di lega ambiente analizza in particolare i problemi idrici della penisola, da nord a sud. Per promuovere un uso corretto dell'acqua,  ha organizzato diverse iniziative per tentare di trovare soluzioni a una gestione del patrimonio idrico definita "sbagliata".

Nella Giornata mondiale dell'Ambiente un segnale di attenzione  arrivo'anche  dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che sottolieno'che "la gestione sostenibile delle risorse idriche rappresenta una delle più importanti sfide che la comunità internazionale sarebbe stata chiamata ad affrontare nel prossimo futuro".

L'emergenza idrica, ammoni' Ciampi, "è un tema attuale e ben noto anche in Italia: la nostra è una nazione naturalmente ricca di acqua; tuttavia, fenomeni come la sempre maggiore scarsità e irregolarità delle precipitazioni, la dispersione lungo le reti di distribuzione, l'inquinamento delle falde, impediscono ormai a quasi un sesto della popolazione di raggiungere il fabbisogno idrico minimo durante i mesi estivi".

 Il messaggio del presidente faceva riferimento ai punti centrali del dossier di Legambiente sull'acqua negata. "Rubinetti a secco e piogge incessanti" si legge nell'introduzione, "acquedotti colabrodo e sprechi quotidiani sono argomenti ricorrenti sulle prime pagine dei giornali e disegnano la fotografia di un paese ricco d'acqua, ma solo in teoria". Inizia quindi un viaggio tra dighe fantasma, miliardi sprecati, privatizzazioni pericolose, idromafie e malagestione. Il tutto inserito nella campagna "Clima e povertà" perché, sottolinea Legambiente, "C'è un nesso inscindibile tra inquinaemento, miseria e siccità".

drammatica la situazione nel Mezzogiorno dove il 70,3% della popolazione convive ogni estate con interruzioni nell'erogazione dell'acqua. Per l'associazione ambientalista le cause sono da ricercare in un "dissennato uso delle risorse. Solo il 19% dell'acqua buona, da bere, va agli usi idropotabili; gli impianti per la produzione di energia ne assorbono inutilmente il 14%, le industrie un altro 19%", "e l'agricoltura addirittura il 48%. A questo dato vanno aggiunti gli sprechi d'acqua e di denaro".

Ed ora anche dal settentrione arrivano segnali allarmanti

I cambiamenti climatici che provocano carenza d'acqua al Po, Ticino, Oglio, Adige e Brenta, e ai laghi di Idro e Iseo.

 
Una ulteriore denuncia sempre di legambiente sono  una lunga serie di "buchi nell'acqua" come la svendita delle dighe liguri, la discutibile privatizzazione dell'acquedotto pugliese, i lavori Tav tra Bologna e Firenze che minacciano le falde appenniniche, il traforo del Gran Sasso che ha causato il drenaggio del più grande serbatoio idrico della regione, e il bis (anzi il ter) dell'ipotizzato terzo traforo. E poi ancora dighe fantasma in Calabria, dighe mai portate a termine in Sicilia, dighe impattanti sul territorio.

 
 
 

Post N° 188

Post n°188 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

e mo ' a lavoro ...

 
 
 

Post N° 187

Post n°187 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

 
 
 

Post N° 186

Post n°186 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

buongiorno a tutti :-)

 
 
 

Post N° 185

Post n°185 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

buongiorno ai bimbi:-)

 
 
 

Post N° 184

Post n°184 pubblicato il 27 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

buongiorno agli anziani ..immagino quanto soffrano con questo caldo...:-)

 
 
 

Post N° 182

Post n°182 pubblicato il 26 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

******

Dal lontano 1735…

A Napoli, dunque, negli interstizi di un tessuto urbano dove la mancata corrispondenza tra la crescita demografica e quella economica, oltre alla formazione di una sacca ingente di sottoproletariato, segnò la distorsione dello sviluppo della borghesia cittadina e l’affacciarsi, tra la plebe, di una forma di mediazione delittuosa che prese il nome di camorra.

Questo termine in spagnolo significa lite, rissa (hacer camorra: cercar lite) e molti studiosi hanno indicato gli antenati dei camorristi nelle numerose bande spagnole di criminali: i gamurri, la Guardugna, la confraternita di Monopodio, così come viene ricordata dalle opere del Cervantes. Ma pare possa derivare anche dalla corruzione di gamurra, indicante un rozzo vestiario assai simile alla chamarra degli spagnoli. Queste spiegazioni sono caratterizzate tuttavia da una valutazione storico-politica: quella di individuare nella dominazione spagnola e nella tracotanza banditesca della soldataglia spagnola l’origine di tutti i mali napoletani. Invece il termine sembra più legarsi a una attività. La parola camorra compare per la prima volta in un atto ufficiale nel 1735. Si tratta di una prammatica nella quale si autorizzavano a Napoli solo otto case da gioco. "Camorra avanti palazzo" era una di queste, aperte fin dal Seicento di fronte a palazzo reale. Mastriani fa riferimento a una origine araba, gamara, luogo dove si fanno "giochi di sorte e di rischio" e Monnier richiama la parola kumar, gioco aleatorio proibito dal Corano, produttivo di lucri fraudolenti. Arturo Labriola fa derivare camorra dalla voce mediterranea morra, nel senso di "capo della morra, colui che dirige il gioco e prende i soldi su di esso". La morra o come la chiamano a Napoli il tocco, era un gioco molto popolare in città e nelle carceri della Gran Corte della Vicaria dove, come si legge da una prammatica del 1573: "si fanno molte estorsioni dai carcerati, creandosi l’un l’altro priori in dette carceri, facendosi pagare l’olio per lampade e facendosi dare altri illeciti pagamenti, facendo essi da padroni in dette carceri".

Ma pagato l’olio per il lume della Madonna, la cui sacra immagine era ed è venerata in tutti i quartieri di Napoli, il detenuto non poteva dirsi libero dai camorristi, ai quali pagava per tutta la sua permanenza in carcere un "contributo" per ogni sua piccola e più indifferente attività. La richiesta di tangente, la richiesta di "camorra" veniva estorta anche fuori dalle anguste mura della Vicaria. I camorristi e i loro adepti la imponevano in mezzo alla strada, nelle pubbliche piazze. Pagavano la camorra il carrozziere, il barcaiolo, il facchino, il venditore ambulante, il giocatore, l’accattone.

(continua)

 
 
 

Post N° 181

Post n°181 pubblicato il 26 Giugno 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

******segue dal post.180.

la sua ragion d’essere e'  nel porsi come una sorta di intermediario o mediatore del potere, un vero e proprio imprenditore che manipola e mobilita risorse ai fini del potere e del profitto personale. Una "scomoda" figura sociale, paragonabile a quella che l’on. Saredo, nell’inchiesta parlamentare sui mali di Napoli e sulla degenerazione della sua vita pubblica del 1901, definì "l’interposta persona  dall’industriale ricco, che voglia aprirsi la strada nel campo politico o amministrativo, al piccolo commerciante che debba richiedere una riduzione di imposta; dall’uomo di affari che aspiri a una concessione, all’operaio che cerchi il posto in un’officina; dal professionista desideroso di una clientela d’un istituto o d’un corpo morale, a colui che cerchi un piccolo impiego; dal provinciale che viene in Napoli per fare acquisti, a quello che deve emigrare per l’America; tutti trovano davanti a loro un’interposta persona, e quasi tutti se ne servono, sia per naturale indolenza, sia per quella perplessità che i meridionali hanno nel trattare da sé i propri affari".

Una realtà meridionale che fa da sfondo a una realtà napoletana, o meglio a una "questione di Napoli", così come emerge, soprattutto, dai lavori di F.S. Nitti. Ciò che, infatti, poteva e doveva osservarsi verso la fine del secolo scorso, era proprio il fenomeno dell’irrevocabile distaccarsi della "testa" dal suo "corpo" o, per essere più precisi, del "corpo" dalla sua sempre più superflua e ingombrante "testa". "La città di Napoli - scriveva Nitti - rappresenta ormai uno dei fenomeni caratteristici della vita italiana. I suoi abitanti, come nella parabola del grammatico Sophus, crescono di numero e si contentano di cibo sempre più scarso. Ogni giorno il consumo si assottiglia: il popolo porta sul volto le stigmate dolorose della povertà; la borghesia le porta nell’anima. Mai forse al tempo nostro una città ha rappresentato un dramma umano così spaventoso. Sotto tanta bellezza di cielo, fra tanta bellezza di vegetazione e in tanta rivalità di genti, Napoli decade ogni giorno".

(continua)....

 
 
 

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