Creato da corsaramora il 24/05/2005
tutto cio' che ci accade intorno ..mie riflessioni e non...
 

Messaggi del 31/05/2005

Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 31 Maggio 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Volevo raccontarvi una storia…a proposito di Nassirya
A cura dell'Associazione “EticaEnergEtica”

Nel Settembre del 2002, la Gazzetta petrolifera pubblica una tabella, realizzata dalla Caboto, che sintetizza i principali campi petroliferi iracheni indicandone la capacità produttiva, il costo e le società che ne hanno ottenuto la concessione o che erano in avanzata trattativa per ottenere una concessione di sfruttamento. 
C’è anche l’ENI (campo di Nassirya), oltre a società francesi, russe, giapponesi, coreane, turche, cinesi, siriane e vietnamite; solo una società americana e nessuna britannica. A causa dell’embargo molti degli accordi non sono mai diventati operativi.
Già l’8 Febbraio del 2003, il «Sole 24Ore» pubblicava un articolo dal titolo: «Eni, si apre la via ai pozzi iracheni». Si leggeva «...il pieno sostegno del Governo Berlusconi alle posizioni degli Usa e della Gran Bretagna sulla guerra in Iraq… potrebbe generare importanti ricadute economiche a favore dell’ENI….se la guerra si dovesse fare, si porrebbero le condizioni per l’ingresso del cane a sei zampe in territorio iracheno..».
Il settimanale «Carta» nella seconda settimana di marzo del 2003 scriveva: «Che il Governo italiano cerchi di emulare la Casa Bianca anche nella difesa armata degli interessi petroliferi nostrani?». Se lo sono domandato alcuni lavoratori dell’Eni costituiti in associazione (EticaEnergEtica) che per il 21 Marzo hanno organizzato, con l’adesione di movimenti, partiti e sindacati (tra cui i Beati i costruttori di Pace-Rete Lilliput, Attac, Verdi, PRC, Cobas….) un sit-in di protesta davanti alla Sede dell’Eni, “contro la guerra del petrolio”.
In quella occasione (21 Marzo 2003) una delegazione dei manifestanti fu ricevuta da un dirigente dell’ENI che negò qualsiasi interesse del cane a sei zampe in Iraq.

Il 15 aprile 2003 il parlamento italiano autorizza la missione italiana in Iraq.
«I militari italiani presidieranno probabilmente il sud del Paese, a Bassora» (L’Arena 23 Aprile 2003).

Nell’ultimo mese su questo argomento e sulla effettive capacità dell’ENI (che sta operando a Nassirya)  di influenzare le decisioni del Governo hanno iniziato a riflettere (finalmente!) anche alcuni esponenti politici.
Si sono susseguiti articoli e interrogazioni parlamentari, che sebbene in ritardo sono sicuramente positive per dipanare l’intreccio economico-affaristico di questa guerra.
Niente di umanitario, niente scorte ai medici e agli ospedali mobili (che tra l’altro non sono a Nassirya, ma nella zona di Baghdad), nessun aiuto ai civili siamo lì a proteggere i “nostri interessi e il nostro petrolio” e il dividendo delle azioni ENI, che frutteranno quest’anno al Ministero del tesoro circa 1 Miliardo di Euro (circa 2000 miliardi delle vecchie lire)..

Associazione “EticaEnergEtica”.

 


«I soldati italiani verranno inviati a fine giugno nella zona di Bassora» (Corriere della Sera 4 Maggio 2003).

 


«Il Ministro della Difesa, Antonio Martino, conferma che gli uomini impiegati saranno 3000 e che l’area delle operazioni sarà quella di Bassora» (La Repubblica 15 Maggio 2003).

 


«L’ENI è molto interessata alla possibilità di entrare in Iraq.. la situazione è in divenire, ma la seguiamo giorno per giorno». Lo ha detto Vittorio Mincato numero uno del gruppo, rispondendo alla domanda degli azionisti sull’interesse della società per il petrolio iracheno. (Adnkronos 30 Maggio 2003).
«I soldati italiani in Iraq hanno sostituito i marines del 25esimo Reggimento nella provincia di Dhi Qar, nel governatorato di Nassirya» (Istituto Affari Internazionali 23 Luglio 2003).

 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 31 Maggio 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

l'assurda guerra....

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 31 Maggio 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Ruini: "La ricera sugli embrioni
produrrà orrore e paura"

Non ci muovono interessi di parte, fosse pure la parte cattolica". 

 

La ricerca e gli esperimenti sugli embrioni senza regole e limiti produrrà problemi che suscitano orrore e paura"

 
Il cardinale ha quindi aggiunto che la Chiesa non vuole intromettersi nelle competizioni fra i partiti e che non è contraria alla scienza e ai suoi progressi ma difende solamente l'integrità dell'uomo e la dignità di ogni essere umano. "Il dibattito che si è sviluppato in queste settimane - sono state le parole del presidente della Cei - ha avuto il merito di evidenziare che in concreto l'unica via per opporsi effettivamente al peggioramento della legge è quella della non partecipazione al voto, mentre il votare no, dato che contribuisce al raggiungimento del quorum, di fatto è un aiuto, sia pur involontario, ai sostenitori del referendum".

 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 31 Maggio 2005 da corsaramora
Foto di corsaramora

Ha scoperto il meccanismo di una grave sindrome genetica
"Assurdo che ricercatori neghino la necessità di ampliare la conoscenza"
Elena Cattaneo, scienziata del Sì
"Non mischiare etica e scienza"
"Sono cattolica, ma il no alla ricerca sugli embrioni congelati è antiscientifico"
di MARIA NOVELLA DE LUCA


 
Una inseminazione artificiale in un laboratorio di ricerca

ROMA - Il simbolo del suo laboratorio è un antico mulino della campagna lombarda. Il mulino, infatti, "è la memoria del fiume, è il luogo dove la semplicità ed il caos del movimento si trasformano in forza produttiva, il nostro laboratorio vuole essere un mulino sempre aperto". La professoressa Elena Cattaneo ha poco più di 40 anni, due figli adolescenti, Francesca e Marco, un'energia contagiosa, un marito architetto, e "un gruppo di straordinari collaboratori".

E' una delle massime esperte in Italia di cellule staminali, ha deciso di dedicare la sua vita allo studio delle malattie neurodegenerative, ha passato tre anni al Massachussets Institute of Technology, nel 2001 il suo nome è salito alle cronache della Scienza mondiale perché ha identificato il meccanismo che scatena la "Corea di Huntington", gravissima sindrome genetica ancora incurabile.

Oggi Elena Cattaneo dirige il laboratorio sulle cellule staminali e malattie degenerative alla Statale di Milano, è schierata con il Sì, fa parte del comitato "Ricerca e salute" definisce la legge 40 "dannosa e pericolosa", e parla di "pseudoscienziati" che diffondono tesi "basate su principi etici e non su evidenze scientifiche".

Professoressa Cattaneo, che cosa c'è di pericoloso nella legge 40?
"I principi fondamentali: mescolare l'etica personale con la Scienza. E' un errore che un ricercatore non dovrebbe fare mai. E' lecito decidere di non intraprendere per motivi religiosi o filosofici una strada di ricerca, come ad esempio lo studio degli embrioni, ma non è lecito affermare che questa strada non funziona oggettivamente, mascherando in nome delle proprie convinzioni evidenze scientifiche".

Lei si riferisce alla posizione degli scienziati del No, i quali affermano che la ricerca sulle cellule staminali si potrebbe limitare a quelle adulte, senza toccare gli embrioni.
"Esattamente, è assurdo che un gruppo di ricercatori neghi la necessità di ampliare la conoscenza. E' contro il principio stesso dell'essere scienziati. Ritengo invece che lo studio delle cellule staminali embrionali possa offrire grosse possibilità per malattie ancora incurabili. Vietare l'uso degli embrioni congelati, così come prevede la legge 40, è sbagliato, anzi è anti-scientifico".

Perché sono così importanti le cellule staminali embrionali? Perché non bastano quelle adulte?
"Prima di tutto chiariamo che in entrambi i casi la ricerca è lontanissima dalla "cura". Altrimenti si alimentano false speranze tra i malati".

Ma qual è la differenza?
"Le cellule staminali embrionali sono fondamentali perché totipotenti, ossia non ancora differenziate. Sono cioè, in potenza, ogni parte del nostro corpo. Potrebbero servire per i trapianti, per riprodurre in laboratorio i modelli delle malattie, per capire i meccanismi che le scatenano, e individuare, ad esempio, i farmaci più efficaci".

E le staminali adulte?
"Non sono totipotenti, ma già indirizzate alla produzione di cellule di un particolare tessuto. Quindi sono più limitate. Ma un tipo di ricerca non esclude l'altra, affermare che le cellule embrionali non servono è da incoscienti, si deve avere il coraggio di dire "non le uso perché è contro i miei principi", come ha fatto una delle mie collaboratrici".

Per gli studi sulla Corea di Huntington avete usato cellule staminali embrionali?
"All'inizio no, abbiamo usato cellule del cervello di topo e abbiamo scoperto alcuni meccanismi fondamentali. Adesso invece per poter individuare i farmaci efficaci abbiamo importato dall'Australia cellule staminali embrionali di vecchia generazione, derivate cioè da embrioni congelati e abbandonati".

Senza quegli embrioni congelati la vostra ricerca si sarebbe fermata?
"Di certo queste cellule sono utili per farci progredire rapidamente, perché essendo di origine umana sono in grado di produrre i neuroni che vengono uccisi dalla malattia. Possiamo cioè simulare la malattia e capire come curarla. Per questo vietare la ricerca sugli embrioni congelati è anti-scientifico. E guardi che io ho rispetto per la vita, sono a mio modo cattolica, sono stata felice di poter riascoltare pochi giorni fa a Milano il cardinal Martini.

Degli altri divieti della legge 40 cosa pensa?
"Mi occupo di malattie genetiche gravi. Conosco la sofferenza di chi ne è affetto, di chi teme di trasmetterle ai figli. Negare la diagnosi pre-impianto è una crudeltà".

La fecondazione eterologa?
"Ho dei dubbi, ma non sono rispecchiati da questa legge, che lede l'autonomia delle donne ed è fortemente discriminatoria. Chi ha soldi continuerà a curarsi, andrà all'estero, avrà figli sani, gli altri no".

(28 maggio 2005)

 
 
 

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