Creato da lavocecelata il 28/06/2007
nel confessionale delle nuvole

 

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Sveglia!

Post n°11 pubblicato il 28 Giugno 2007 da lavocecelata

Era sempre notte.
La sveglia biologica di Manrico trillò nella sua coscienza con una mezz’ora buona d’anticipo.Era sempre così quando sbevazzava un po’ troppo.Sentiva intimamente di essere in deficit, quindi si allertava in anticipo.

Anni di brande e trombe e fischietti, lo facevano saltare dal letto in automatico, appena apriva gli occhi.Poteva stare a letto solo se dormiva: non un minuto di più, era come se avesse un motore interno che subito si metteva a girare a pieno regime.

Aprì l’avvolgibile per vedere dove si affacciasse  la finestra e per orizzontarsi.Scorse solo la biancheria appesa ad un tenditoio ed il garage di Rudolf.

Ebbe un brivido di freddo.Se si fosse immaginato che sarebbe stato costretto a trattenersi in quella città noiosa ed ostile, si sarebbe portato un cambio di biancheria.Si vestì alla svelta, senza mettersi le scarpe.
Uscì di camera ed al buio andò in cerca del  bagno.La luce improvvisa rimbalzata dallo specchio sopra il lavabo, gli fece strizzare gli occhi.Si strofinò energicamente il palmo della mano destra sulla fronte, momentaneamente ottenebrato. Si era ubriacato, la sera prima, ed il Riesling non era un vino che si toglieva veloce dalla testa.
Mélanie lo aveva battuto, al suo giochetto con la ‘fondue’.Aveva anche sfondato le sue mura, fatto breccia e rovine delle sue sicurezze.Gli sembrava di essersi comportato come un imbecille.Le aveva sorriso tutta la sera, come un ebete.Come se non avesse mai visto una donna.Che aveva di speciale?
Bella lo era.Intelligente anche.Ma era pur sempre la donna di un altro.Che a quanto aveva visto la manteneva anche di lusso.Le donne abituate così difficilmente si avvicinano ad uno come lui, senz’arte né parte.E senza quattrini.O almeno, un arte che fosse rispettabile.Una parte che fosse altrettanto rispettabile.Coi soldi tutto diventa rispettabile, anche il lavoro di una puttana.Anche quello di chi presta soldi a strozzo.Anche chi riesce a fotterti solo perché indossa una cravatta.Ormai i soldi fanno i gentiluomini e i padroni.Senza soldi puoi fare solo il cane.Vieni qui.Vai là.A cuccia.Abbaia.Mordi.
Qualche volta però capita che un cane morda anche la mano del padrone.Può essere una vera soddisfazione vedere la sua espressione di incredulità e di dolore.Poi però il cane è meglio che scappi.
Si sciacquò la faccia con l’acqua fredda.I capelli rasi non avevano bisogno di cure, ma non aveva attrezzi per la barba.

Rubò del dentifricio a Rudolf, spremendolo sulla parte inferiore dell’indice e tentò una pulizia superficiale dello smalto dei suoi denti.Sempre meglio dell’orina con cui aveva a volte si era dovuto arrangiare.
Il vello di pecora che  aveva sentito con la lingua, strofinando la sua arcata dentale era in parte scomparso.Almeno l’alito si era rinfrescato.E ne aveva bisogno.Come aveva bisogno di rinfrescarsi un po’ anche le idee.
Si rese conto che il suo primo pensiero, appena sveglio, era stato per Mélanie, il secondo per la borsa.
Avrebbe dovuto essere il contrario, visto che aveva dormito con la borsa e non con la donna.
Tornò in camera e calzò gli stivaletti.
Agguantò il loden verde e la borsa che aveva lasciato a dormire sotto le coperte..
Nell’ingresso tolse dalla tasca del cappotto il basco col pompon rosso e lo lasciò su un tavolinetto basso.Un regalo per Rudolf.
Aveva due telefonate da fare.
Scese in strada e si incamminò.
Prima cosa da trovare una banca dove cambiare un cinquantamila, poi un bar, un’edicola e un telefono anonimo.
Rifece a ritroso, per quanto si ricordava, la strada che conduceva alla casa di Rudolf, infine quando non ebbe più punti di riferimento andò a caso, per le grandi strade deserte, verso i rumori della città che si risvegliava, nella direzione del sottofondo pulsante del suo traffico.Teneva il passo al ritmo sordo dei suoi tacchi in Vibram, 120 colpi al minuto, in fila coi suoi soliti immaginari commilitoni, la fronte alta e le spalle aperte, il pollice della mano sinistra in avanti, puntato fuori del pugno chiuso.Al posto del fucile a < bilanci’arm > una borsa.Si preannunciava una giornata di sole.Il cielo della periferia urbana era limpido e si stava schiarendo.L’aria era fredda e nuvolette calde si vaporizzavano all’uscire del suo respiro.La borsa gli sbatteva sul polpaccio destro.Mélanie gli sbatteva nella mente.
Marsh.

 

 
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