voglia di farcela

letto 7- 8

Quando sono stata ricoverata dopo aver passato tutto un
pomeriggio in sala di attesa del pronto soccorso e tutta la notte in
osservazione, non avevano un letto per me era tutto pieno il reparto.
Così mi sistemarono in una anticamera con la barella, in una
camera per soli uomini.
Ci stavo bene li, bastava che tirassi il paravento ed ero
come se fosse stata in camera mia.
Non uscendo mai non sto bene in mezzo ad altre persone, ma
più passavano le ore più mi accorgevo che quelle persone, pazienti o parenti
dei pazienti che avevano la sfortuna di non poter reagire, mi facevano star
bene, le loro premure in particolare quelle di una signora che ha il marito in
coma da quasi 3 mesi e che non viene nutrito da 2, era sempre così premurosa.
Incominciai ad entrare nella camera a parlare con loro e mi
accorgevo che ci stavo bene, così bene che pur stando male io riuscivo a
sorridere.
Quelle persone con il loro dolore con le loro sofferenze
sono entrate a far parte della mia vita.
Una notte verso l’una fu ricoverata una nonnina di 93 anni
Elisabetta, c’era un gran via vai di parenti, il che lo trovavamo strano a
quell’ora vedere tutte quelle persone. Solo dopo che arrivò un signore capirono
che quella nonnina era una parente di un primario dell’ospedale, cmq qualcuno molto
in alto.
La poverina era in coma, e così era assistita 24 ore su 24
da sua figlia e da altre tre persone ( una era l’infermiera privata che faceva
sempre il turno di notte)
Beh la nonnina ho saputo poco fa, che non ce l’ha fatta è
mancata l’altra notte all’una.
Ogni giorno chiamavo un paziente un signore troppo simpatico
per sapere come stava il marito della signora, mi colpì molto la sua forza, ed
ogni giorno andavo da lui e gli davo un bacino sulla fronte accompagnato da una
carezza sulle sue guance, è un bellissimo signore non tanto per l’aspetto ma
solo perché sembra che dorma, e la sua pelle così delicata.
Ed ogni giorno la moglie spera sia l’ultimo giorno di
sofferenze.
Io invece ogni volta che andavo da lui gli dicevo “su apri
gli occhi””non farti fregare” Sognai pure che si svegliasse, ma lui sta ancora
dormendo e dopo il racconto della moglie del perché hanno scelto di non tentare
più anche io spero che vada.
Sua moglie è 30 giorni che vive in ospedale , va a casa ogni
tanto per farsi una doccia e non manca mai più di 2 ore.Un giorno solo il
giorno che mi hanno dimesso non era in ospedale nel pomeriggio, ma solo perché aveva
promesso al suo nipotino, che sarebbe andata a prenderlo all’uscita della
scuola.
Adesso sto aspettando che qualcuno mi avverti che fnalmente
anche Giorgio il papà di quella camera di tutti noi, pur essendo un uomo
giovane, sia volato in cielo.
In questi dieci giorni, pur essendo in mezzo alla sofferenza
sono stata davvero bene, in quel reparto di neurologia nella camera 6-7-8-9 e 9
bis, “ che era la mia barella”
Ho trascorso 10 giorni indimenticabili, con sorrisi pianti
dolore, mio e per gli altri.
Spero di poter andare oggi a trovarli, se la salute me lo
permette, e se trovo qualcuno che ha voglia di accompagnarmi.
Almeno per dare un ultimo bacino e una carezza al papà di
tutti noi.
Tania