Creato da steresis il 23/04/2009

ventocontrario

sempre comunque dovunque

 

 

Il Salto

Post n°1 pubblicato il 29 Aprile 2009 da steresis
 
Tag: IlSalto T, S

Roma 27 aprile 2009

 

Eurostar in arrivo alla stazione Termini ore 12,00

 

La prima emozione, forte!

Di lì a qualche minuto avrei incontrato Sonia.

 

Scendo dal treno e cammino verso l’ atrio della stazione, chissà com’è, mi chiedevo,

chissà cosa proverò a conoscere una persona con la quale parlo ogni giorno

poi d’improvviso una mano sulla spalla…Sonia

 

Ci siamo subito abbracciate, come se ci conoscessimo anche fisicamente da tempo.

Occhi limpidi e timidi, sorriso sincero, ho provato tanta amicizia ed una forte emozione, un misto tra conferme e voglia di conoscersi meglio.

 

A zonzo per Roma, il taxi e le risate genuine, l’arrivo in Villa Sciarra, credo che nessun altro luogo poteva essere migliore, il parco boscoso con fontane e giochi d’acqua e “panchine” .

 

Entriamo insieme nella villa che attualmente ospita una bella biblioteca ed interagiamo con le persone, noto i modi , la voce ed anche lei di sicuro.

 

Che emozione…

 

una persona alla quale ti sei raccontata, alla quale hai confidato te stessa e che osservi per conoscerla meglio, abbiamo riso, riso tanto insieme, parlato lì sulla panchina, telefonato con allegria ad amici comuni mai visti personalmente, mangiato insieme.

 

Cose scontate con gli amici di sempre, eppure completamente diversa, più gioiosa, con un’amica della quale conosci prima, l’anima.

 

 

Ti voglio bene,

 

 T.

 

***

Roma, 27 aprile 2009  - stazione Termini -, ore 12:10 binario 9

 

Il grande salto l'avevamo deciso, alla fine, di  farlo.

Insieme.

 Troppe volte rimandato.

E la tenacia, sempre detto, ripaga sempre. E lei, la cara amica che ho deciso di conoscere, non si puo' dir certo che non lo sia. Una bella tosta come dico io. Bel cuore generoso che la sera (tardi!) prima mi dice:

" arrivo domattina ".

Cosa risponderle se non un... sì!

" Non mi riconoscerai...."

Ci siamo lette in foto e con la voce, i pensieri, le parole.

 Ma un viso, un'essenza fatta persona, in effetti è sempre un po' difficile.

E invece l'ho riconosciuta subito. Seguita pochi passi, un cenno sulla spalla, i nostri sguardi ad incrociarsi.

Occhi negl'occhi.

I miei fidati occhiali tolti, per far sì che lei legga i miei...

Un abbraccio infinito. Di quelli che sanno toglierti il fiato.

Due emozioni che sanno di averlo fatto quel fatidico passo che porta il mero virtuale alla concreta realta'.

 Che poi, anche qui, è fortuna, ché si sa che le proiezioni che si fanno dentro relegate al solo mezzo web, poi, fuori possono darti anche ...delusioni.

No.

A noi non è successo. Forse per il  fatto che siamo sempre state 'reali' anche al di la' del semplice monitor. E abbiamo condiviso davvero tanto. Persino quelle delusioni che mai penseresti esser confinate anche qui, effimero luogo. Perchè si sa, che i questi angoli di mente, si ama o ci si odia tanto, ci si confronta, ci si baruffa, ci si disprezza anche.

E si diventa cattivi e molto. (Incredibile vero?)

 Fa parte del gioco.

Sì.

 Coscienti e toste, abbiamo fatto questo salto.

Come...

condividere il pranzo assieme.

 Scrutando con occhi  attenti, ogni minimo movimento, ogni gesto, anche il piu' banale.

Come per i regali.

Potevamo non donarci,oltre che questa giornata, un qualcosa che nutri non solo la nostra mente e il cuore...?

Sorrido...

Anche al ricordo del vento che ci siamo mangiate quel lunedì.

Tanto, tanto vento scirocco e i nostri capelli  a scompigliar quella giornata.

E,

di emozioni, di parole e pensieri segnati dalla consapevole sorpresa di aver trovato un'amica, nell'altra.

Ore 17:30

ritorno a casa.

Un caro, affettuoso, commosso abbraccio.

 Promettendoci che il prossimo viaggio,sara' la sottoscritta a compierlo.

Un altro tuffo.

(nel cuore)

 

 

Ti voglio bene, Tonia

 

S.


ore 23:12

 
 
 
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Godi se il vento ch'entra nel pomario


vi rimena l'ondata della vita:
qui dove affonda un morto
viluppo di memorie,
orto non era, ma reliquiario.

Il frullo che tu senti non è un volo,
ma il commuoversi dell'eterno grembo;
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo.

Un rovello è di qua dall'erto muro.
Se procedi t'imbatti
tu forse nel fantasma che ti salva:
si compongono qui le storie, gli atti
scancellati pel giuoco del futuro.

Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l'ho pregato, - ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine ...

 

Eugenio Montale

 

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