SerendipityIn cerca di equilibrio e di un caldo abbraccio... |
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"Questo diario è il mio kif, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. E' la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni." . (Anais Nin)
Mi hanno chiuso tutte le porte astratte e necessarie,
Hanno abbassato le tende dal di dentro di ogni ipotesi che avrei potuto vedere dalla via. Non c'è nel vicolo trovato il numero di porta che mi hanno dato.
Mi sono svegliato alla stessa vita a cui mi ero addormentato.
(F. Pessoa)
E' molto, molto difficile mettere d'accordo cuore e cervello
Pensa che, nel mio caso, non si rivolgono nemmeno la parola.
(da "Crimini e misfatti" di W. Allen)
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Post n°1177 pubblicato il 31 Luglio 2010 da Writer_lady
... sereno ...
... minaccioso ...
... possibile ... ... e arioso. Poi non importa se breve. Non importa se altalenante. E' stato. Movimento. E questo basta a dire vita. Un saluto. Ora parto per Roma. Vado da mia madre. E spero di essere utile. Non è vacanza. Ma è comunque casa. Una che ho conosciuto un giorno. Che ho percorso in anni che a tratti mi sfuggono e poi d'omprovviso mi prendono come vento silenzioso. A presto ... per rileggere chi amo e apprezzo ... |
Post n°1176 pubblicato il 19 Luglio 2010 da Writer_lady
E’ che con un caldo così, come fai a essere sexy? Passi un’ora dalla parrucchiera a stirarti il capello, esci…e l’umidità ti trasforma in una brutta copia di Marcella Bella anni ’70. Chioma crespa a nido di vespa. Cammini col tacco 8 (12 no, mi rifiuto Chiaretta!) e il piede costretto nelle striscioline del sandalo ultimo design si gonfia assomigliando a un Wudy extra large con mostarda. Il passo è un barcollo agonizzante verso l’ombra e ogni fontanella pare una conquista dell’infinito e oltre. Non vuoi stare a casa che è un forno ma appena sei fuori vuoi tornarci. Hai impiegato mezz’ora a stirarti la gonna e un secondo a stropicciarla di sudore. Fai la doccia, varchi la porta e sei di nuovo grondante come strutto. Pelle lucida, sbando in agguato, equilibrio precario, cervello disconnesso. Camminata a papera per evitare l’attrito fra le cosce. Ogni sospiro è un disturbo. Ogni parola un macigno. A letto l’unica posizione ti pare quella a compasso col viso al posto dei piedi, in tensione verso la finestra, irraggiungibile spiraglio da Alcatraz. Non troppo aperta (zanzare api e farfalline di tutte le dimensioni, fogge e appetiti), non troppo chiusa (boccheggi verso la luna con un rantolo smorzato a mo’ di ventola in controcanto). Poi accendi la Tv. Vedi le Velone. E capisci che non è poi così impossibile diventare la parodia di se stessi. |
Post n°1175 pubblicato il 18 Luglio 2010 da Writer_lady
Sono partita anche io a quindici anni. (Perciò che vuoi?) A un certo punto casa ti sta stretta. E pensi che il mondo sia in un’altra terra, in un altro spazio, in un altro tempo. Io andai in quel di Canterbury quella volta. Ricordo le villette a schiera, la Cattedrale e degli orribili panini con il cetriolo che mi preparava l’host family e che neppure i piccioni gradivano. Fish and chips. Ma anche la gita a Londra e il cambio della guardia. Le cabine telefoniche e il k-way perché pioveva un minuto sì e l’altro pure. Lui, mio figlio grande, invece va nella città natale di Shakespeare, Stratford upon Avon. Adesso è al check in. Ha spento il cell. Meglio così. Solo che mi viene da piangere. Un po’ perché vola via. Un po’ perché è il suo tempo. E il mio è stato. E’ giusto. Me lo ripeto. Me lo ripeto. Speriamo di convincermi però. |
Post n°1174 pubblicato il 17 Luglio 2010 da Writer_lady
- Dormi sei/otto ore per notte? - Riesci a perdonarti quando commetti un errore? No, non l'ho scritto io. E' L'arte di prendersi cura di sé. Alla fine della pagina è scritto, ma proprio in piccolo: Ora mi sento peggio.
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Post n°1173 pubblicato il 16 Luglio 2010 da Writer_lady
E’ che ho questo brutto difetto di iniziare il cono da sotto. Perché mi piace lo scrocchiare della cialda in punta e la scaglia di cioccolato che si oppone al dente in attacco. Sarà che la mia psiche cerca logicamente il duro e solo dopo il morbido. Non conosce altro ordine esistenziale. Così, nel frattempo, la crema in alto si scioglie.
O cambiano la forma dei cornetti o mi ritroverò sempre in senso inverso.
All’inseguimento della panna che straborda. Mentre vorrei gustare con calma. E invece l’imperativo è “corri, se no ti cade”. Come qualunque cosa. E io che pensavo il gelato fosse un tempo rallentato di goduria. Non un obbligo a finire ciò che ho appena pregustato … |
Post n°1172 pubblicato il 15 Luglio 2010 da Writer_lady
C’era una volta un lago. Anzi c’è. E una truppa di oche starnazzanti e dispettose. Sulla riva di Scanno rubano il cibo ai turisti, su quella di Villalago lasciano i loro escrementi. La notte magicamente cambiano casa. Ora di qua ora di là. Qualcuno le deposita nel territorio del vicino. Complice la luna, che tace ed acconsente.
La morale della storia. Se hai un problema, trova il modo di scaricarlo al prossimo tuo. Che è ... come te stesso. |
Post n°1171 pubblicato il 15 Luglio 2010 da Writer_lady
Sono qui che tento una conversazione patetica con te. Il tempoedovevaiinvacanzaecomeèstatol’esame… A te non importa di rispondermi, a me non importa del senso della domanda. Stiamo cercando di toccarci le anime, ma annaspiamo nell’aria fra questioni che non ci appartengono. Gioco ossessiva con la rucola sotto l’insalata di mare e tu mi parli dei vestiti…
Sono così disabituata a stare con gli altri che non trovo la chiave d’accesso. Tutto ha sapore d’artefatto. Anche quando è innocente.
Sono stanca di leggere sempre altro anche dove forse non c’è. |
Post n°1170 pubblicato il 14 Luglio 2010 da Writer_lady
Non ci voglio stare qui!” Un frigno di bimba. E io dall’altra parte del telefono che la rassicuro “resisti, tra qualche giorno ti vengo a prendere e ce ne andiamo in montagna”. E' uno di quei centri dove ti aiutano a recuperare, per quel che si può. “Una specie di asilo”, chiarisce mio fratello. Mia madre ha 80 anni. Alzheimer. E ogni martedì va in un posto dove la mattina disegna, scrive e gioca. Poi pappa e si torna a casa. Alle 14 squilla il cell., di nuovo. “Parla a Stefania!” Sento una voce di sottofondo e rumore di traffico. Quindi mia madre. “Ho mangiato la carne e le zucchine. Era bello”
Due ore prima piange, due ore dopo fa l’elenco del paese delle meraviglie.
Come avesse imparato la lezione per convincersene. Capita a tutti. Di volerCI credere. A quello che ripetono. Per sopravvivere. |
Post n°1169 pubblicato il 12 Luglio 2010 da Writer_lady
Ci sono paesi in cui le donne sono costrette a “dimostrare” la verginità. Perché non arrivare intatte significa a priori adulterio. In Occidente queste stesse donne si fanno ricostruire l’imene per salvarsi. Se il sangue all’atto della penetrazione è poco, infatti, puoi essere ripudiata. Infamata. Reietta. E ci sono donne che debbono augurarsi di avere le mestruazioni la prima notte di nozze, per fingere che sia il frutto della deflorazione. Diventa prova di illibatezza ciò che in quella cultura è considerato sangue impuro. Paradossi come il fatto che io stia scrivendo il termine “cultura” e voglia dire barbarie. Ci sono donne prese quando hanno il ciclo, perché è il loro “dovere” di moglie. E poi insultate perché hanno insozzato il maschio.
Ecco. Atiq Rahimi lo racconta. E io volevo a mia volta riferirlo ai signori che ogni anno mi ascoltano con attenzione e paziente gentilezza all’Università della terza età. Ma “la dirigenza” che mi ha commissionato la conferenza mi raggiunge via telefono. “E’ un po’ forte. Non adatto al nostro pubblico. Ci abbiamo ripensato.” “Perché – chiedo io disgustata - perché è vero?” |
Post n°1168 pubblicato il 11 Luglio 2010 da Writer_lady
Li osservavo mangiare gli spaghetti con le vongole.
Uno, con la forchetta, scostava il mollusco dalle valve che raccoglieva meticolosamente su un piatto accanto. Non toccare, non assaporare, l’imperativo categorico. Nulla, prima di aver creato condizioni di ordine intorno.
L’altro, con le mani, afferrava le conchiglie e ne succhiava il contenuto. S’impiastricciava tutto, beandosi del contatto caotico con lo spaghetto, naufragato nel sugo fra aglio e prezzemolo.
Professionalmente rigoroso l’uno. Innamorato dell’attimo l’altro.
Il maggiore redarguiva il fratello con discorsi sull’etichetta a tavola, l’altro giocava con le vongole come fossero nacchere.
Ho sorriso.
Specchiarsi e vedere ciò che eri e ciò che sei diventato. E rimpiangersi un po’. |
Post n°1167 pubblicato il 10 Luglio 2010 da Writer_lady
Una camera piccola, rettangolare. Su un materasso rosso, davanti a una foto che lo ritrae a 30 anni, un uomo ormai vecchio, smunto, con un ago infilato al braccio destro. Sul suo petto la mano di una donna oscilla al ritmo del respiro di lui. Nell’altra, un rosario nero che lei sgrana lentamente. In silenzio, con vicino il Corano. Sono trascorsi 16 giorni da quando lui giace immobile colpito da un proiettile al capo. E lei deve far girare per 99 giorni 99 volte al giorno il rosario, pronunciando uno dei nomi di Dio se vuole sperare che avvenga un miracolo. Mentre lo cura, comincia a raccontare le sue frustrazioni. Le sue umiliazioni. Per gli afgani c’è una pietra che raccoglie tutte le pene che le si confidano e che, a un certo punto, disintegrandosi, libera chi è attanagliato dai dolori. Sang-e sabur: pietra di pazienza. E per lei il corpo del marito è ormai quella pietra che assorbe oggi tutto ciò che lei ha dovuto trattenere in sé.
Io credo che ognuno di noi cerchi la sua Sang-e sabur. A volte, come nel libro, la persona prescelta disgraziatamente è quella stessa che ci ha fatto del male. E continua a farcene, impedendoci di affrancarci da ciò che ci provoca. Perché l’immobilità diventa abitudine. Sorella. Complice. Ma c’è anche il territorio delle “pietre” inattese. Quelle che sono un dono perché non le abbiamo cercate e ci accolgono senza distruggersi. Lisciano la tovaglia prima che tu appoggi il piatto. Ti passano il sale, mentre hai le mani impegnate. Chiamano un minuto prima che tu abbia smesso di ciondolarti fra il “posso o magari…?” E non ti danno mai consigli perché sanno che sei impaurito ma anche testardo. E vuoi fare da te.
Una carezza alla mia Sang-e sabur. A volte mi stupisco che non deflagri per quanto la costringo a sopportare. Ma è una pietra porosa, solida, fresca al tatto. Come i ciottoli levigati dall’onda. Che il tempo mi permetta di custodirla come lei protegge me. E mi ricordi che la gratitudine è uno dei volti dell'amore. |
Post n°1166 pubblicato il 01 Luglio 2010 da Writer_lady
C’è un punto oltre il quale l’elastico non si tende. Si spezza.
Mio figlio sta giocando con un cucciolo virtuale. “Peggy…Peggy…corri cuccia salta porta torna…” Finisce che mi fa tenerezza. Non mio figlio. Peggy. Perché ansima, obbedisce, esegue. Non sa perché. Fa.
L’elastico fra le dita. Provo il limite di snervamento. Ma ho come la sensazione che si deformerà a forza di piccole tensioni.
Mio figlio ha spento il DS. Peggy non serve più. Non dorme. Resta a disposizione sempre. Alla prossima accensione. Nessuna possibilità di uscita dal gioco.
Fisso l’elastico. E’ colorato. Ma a che serve se la sua funzione è solo piegarsi per trattenere? |
Post n°1165 pubblicato il 30 Giugno 2010 da Writer_lady
Ale abbracciandomi “… mi vuoi bene?” Io “Cosa ti devo comprare?”
“Lori, ci iscriviamo a nuoto il prossimo anno?” “mmm…perché?” “Perché se vai in crociera e affonda la nave, non mi affoghi” “!!!! Mamma!!!”
“E quando esci voglio sapere come sei vestito, Ale!” “Perché????” “Perché se mi sparisci, so descriverti!”
“Come mai non si accende il Pc?” “…” “Come mai non si connette a Internet?” “…” “Hai per caso scopato qui sotto?” “…” “E come mai è tutto buio?” “…” “Hai acceso forno e lavatrice insieme?” “” “Maaaaaaaaaaaaaaaamma!”
Va bene. Ok. Faccio mea culpa. Ma vogliamo parlare del fatto che per il compleanno mi avete regalato un TOM TOM “perché così finalmente arriviamo da qualche parte quando guidi tu!”???????????? |
Post n°1164 pubblicato il 29 Giugno 2010 da Writer_lady
Due storie diverse oggi. Una di un ragazzo di 19 anni, ora maturando Commissione VII, entrato in depressione durante l’anno. Tanto che il suo cervello è fermo allo scorso 2009. Lui non scrive Wittgenstein ma Winkelmann, non Montale ma Manzoni. Praticamente invece di ricordare i nomi studiati in Quinta sostituisce con quelli di Quarta. Come se la sua mente fosse impermeabile a ogni dato che non sia la sopravvivenza dell’adesso. Come se il vetro dell’orologio si fosse spaccato e le lancette si fossero arrestate a un’ora e a un minuto che non riescono a procedere. Un’ossessione che si divora il futuro e concede solo il passato.
Poi Giulia, stessa età, che è al Cro. Aviano significa oncologia per il Friuli. Ha preso la patente e ieri ha fatto gli orali conseguendo il diploma agli Esami di Stato. Brutto male. Voleva rinunciare. Ma mamma e papà l’hanno convinta che si vive solo se si dà un senso al giorno anche con quello che si costruisce sperando.
Strane vicende vicine. Di scelte disperate. Di disperazioni che a volte s’inabissano. O risorgono. Chissà cos’è a fare la differenza. |
Post n°1163 pubblicato il 27 Giugno 2010 da Writer_lady
Ho visto un film oggi pomeriggio, su Canale 5. “Innamorati cronici”. Un lui e una lei (Meg Ryan) decidono di allearsi per punire i rispettivi partner, che li hanno traditi e si sono messi insieme. A forza di progettare insidie per separare i fedifraghi, arrivano a conoscersi negli aspetti più reconditi. Anche nelle meschinità. E la vendetta perde senso, a un certo punto. Finché addirittura non scoprono di amarsi.
C’è stato un tempo in cui ho assaporato anche io il gusto del rancore. Ma credo – a distanza - che fosse più volontà di non passare per sciocca che altro. Cercavo di dimostrare che sapevo ciò che l’altro voleva nascondermi. In fondo diventa una sfida con se stessi: provare all’altro che “ha perso una gran cosa”. Che ci ha sottovalutato. Che ci ha umiliato non per aver cambiato strada, ma per non averci lasciato con rispetto.
Ho desiderio di un altro tipo d’amore oggi. Uno a cui non debbo ricordare quello per cui vale la pena di volermi bene.
E soprattutto vorrei non doverlo ricordare a me stessa. |
Post n°1162 pubblicato il 25 Giugno 2010 da Writer_lady
Lui: - Dai, facciamo l’amore. Lei: - Che posizione? Lui: - Nutella est. Lei: - Cos’è? Lui: - Tu a pancia sotto, verso la finestra. Io mi ti spalmo completamente addosso. Lei: - No, dai, da questa parte vedo le tele di ragno sotto il termosifone! Mi vien voglia di prendere l’aspirapolvere! Lui: - Profiterol ovest! Lei: - Cioè? Lui: - Tu verso il comodino col sederone in su. Lei: - No, dai che c’è il ritratto di mamma lì … Lui: - Tiramisù nord! Lei: - Ossia? Lui: - Tu sopra io sotto … Lei: - Ma figurati! Mi pungi con la barba! Lui: - Bonroll … Lei: - ? Lui: - Avvinghiati, una fa il ripieno, l’altro abbraccia … Lei: - Con questo caldo? Lui: - Sufflé!!!! Lei: - … mi monti … tutta tutta? Lui: - No. S’è sgonfiato. Diciamo … |
Post n°1161 pubblicato il 24 Giugno 2010 da Writer_lady
Ieri, una sagra di paese. Normalmente non andrei, ma mio figlio grande mi ha trascinato (“ci sono tutti i miei compagni con le mamme e i papà!!!”). Va beh, facciamo un giro fra tirassegni e lotterie (ho vinto un pacco di spaghetti e un barattolo di sugo: che sia un consiglio subliminale?) Poi tutti intorno a un tavolo lungo, fra salsicce e gnocchi al ragù, vinelli rossi e il frico locale. Una serie di coppie imbarazzate con lui che si gira da una parte e lei dall’altra, lui ordina e lei corregge, lui sbuffa e lei ammicca. Qualche donna spaiata che si siede con un sorridente “Scusate, mio marito è a Palermo!” “Il mio in volo per Madrid!”. E una sconsolata perché il suo lui ha un’altra in Brasile. Seduti distanti i ragazzi di quindici anni, che armeggiano con le lattine di Coca Cola. Schermaglie e corteggiamenti. Belle labbra e occhi lucidi. Poi Ale si avvicina e mi bacia: “La nostra famiglia è la più normale, mamma!” “Perché?” chiedo io. “Non dobbiamo fare finta” |
Post n°1160 pubblicato il 22 Giugno 2010 da Writer_lady
Che si inviti un ragazzo a riflettere sulla “ricerca della felicità” all’Esame di Stato può esser seducente, allettante, persino strategicamente azzeccato. Ma che si ascriva il tema all' ambito “socio ECONOMICO” e si parli di “media statistica” del “soddisfacimento” degli Italiani mi pare un assurdo. E’ come dire che la “felicità” consiste nell’appagamento di bisogni materiali. Che, per carità, sono parte della felicità. Ma NON SONO la felicità. Spero. Mi sorge il dubbio che si misuri da qui il cambiamento EPOCALE e culturale che vuole confusi un concetto che dovrebbe contenere in sé un’aspirazione (“Felicità”, appunto) e quello relativo a un conseguimento circoscritto e temporaneo, spesso indotto (“Piacere”). Non è questione da poco. E’ come dire che la Fede coincide con i grani del rosario che scorrono sotto le dita. Un modo per convincerci che siamo se e in base a quanto abbiamo. |
Post n°1159 pubblicato il 21 Giugno 2010 da Writer_lady
La famiglia WXXW è raccolta per la cena, in un’atmosfera soffusa del riverbero azzurrognolo della televisione, come il plancton sul fondo degli oceani. Sta guardando le immagini di se stessa, intorno al tavolo, intenta a guardare la tv. Per una curvatura burlona dello spaziotempo, ci sono tutti i componenti tra esattamente un minuto. Marco si soffia il naso mentre nello schermo mette via il fazzoletto, la mamma taglia un triangolo di anguria fissando la sua immagine che deglutisce ed il papà, ipnotizzato, si vede fare zapping meccanico con l’occhio impallato sulla pubblicità. E non si alza la famiglia WXXW. Perché ha già visto che non lo farà. |
Post n°1158 pubblicato il 20 Giugno 2010 da Writer_lady
Un impero di creme, rossetti, fard, ciprie, di grandi marche, ad alto prezzo. Promesse di giovinezza. E di bellezza. Io, in verità, forse per pigrizia, ne faccio a meno e la sera passo solo il latte detergente e il tonico. Poi idrato. Non credo che altro possa trattenere il tempo. Tampono e cerco di ricordarmi che avrò acquisito qualcosa con le rughe, non solo perso. Intanto leggo “le streghe di Smirne” di Mara Meimaridi, grazie al consiglio di Mp. C’è un mondo incantato dentro, di pozioni ma anche di saggezza nel rapporto con le erbe e con gli elementi della natura. Eftalìa taglia arance amare e ne spreme la buccia per cavarne il succo, poi lo mischia a mandorle schiacciate col pestello e yogurt denso di latte di capra. Prepara barattoli di acqua di cetriolo e altri con le more. “Non ti mettere mai sul viso cose che non puoi anche mangiare” ripete. E guardati allo specchio dicendo “io sono la migliore”. Ecco, a questa pagina di vita io devo ancora arrivare. Nel libro sembra facile. Ma ci vogliono fede e la particolare luce che ti dona un sorriso. E anche quella è una magia che si ha dentro. Nessuno può insegnarti. |
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 14:20
Inviato da: chiarapertini82
il 05/02/2016 alle 19:06
Inviato da: Kadr
il 15/05/2014 alle 23:24
Inviato da: psico_crazia
il 08/11/2013 alle 22:33
Inviato da: mpt2003
il 31/07/2012 alle 09:19