Ma dov'ero il 30 aprile, forse nella Spagna zapaterista a leccarmi le ferite? Un caro compagno mi ha segnalato questa chicca che devo necessariamente riportare. Così capiamo bene con chi abbiamo a che fare.
Repubblica — 30 aprile 2008 pagina 1 sezione: NAZIONALE
C' erano due modi a Roma per farla in barba ai tedeschi durante la guerra. O ti rifugiavi in Vaticano o al Quadraro. I partigiani si nascondevano al Quadraro nelle vecchie cave di pozzolana o, meno precariamente, al Sanatorio Ramazzini. Si sentivano sicuri: in quelle strade non s' era mai visto un fascista, figurarsi un tedesco.La convinzione durò fino alle 4 del mattino del 17 aprile del 1944. Per ordine di Herbert Kappler, gli uomini della Gestapo, delle SS, della Wehrmacht, della banda Koch sbarrarono ogni strada di accesso e di fuga. Rastrellarono 917 uomini e li deportarono in Germania. Solo la metà ritornò a casa. I morti del Quadraro, come i martiri delle Fosse Ardeatine, sono il passato non rimosso di Roma, le ragioni di un convinto antifascismo e in quella borgata - tra le palazzine liberty del primo novecento e le deformi lottizzazione urbanistiche degli anni ottanta - il ricordo vivo che ha sempre connesso l' esperienza dei contemporanei alle generazioni precedenti; una memoria collettiva che è diventata di generazione in generazione genius loci, identità, opzione politica. Fino a lunedì, quando il voto ha reciso il filo lungo e forte di quel passato storico e, nei venti seggi del Quadraro, il postfascista Gianni Alemanno l' ha avuta vinta in diciannove contro Rutelli. Il successo ha clamorosamente trascinato verso destra l' intera municipalità - la X, Tuscolano, Cinecittà, Capannelle, IV Miglio, Appio Claudio, Romanina, Anagnina, Nuova Tor Vergata, 200 mila abitanti. Dove al primo turno "passava" il presidente del municipio Sandro Medici con quasi 59 mila voti, Rutelli si fermava a 55.379 contro i 42.787 di Alemanno. Al ballottaggio c' è stato un improvviso capovolgimento. Rutelli perde settemila voti, Alemanno ne guadagna quasi diecimila (51.409). Sandro Medici - un passato di direttore del Manifesto - dice: «Perdere qui replica la lontana, prima sconfitta della Quercia a Mirafiori a vantaggio di Forza Italia; duplica il voto operaio del Nord alla Lega. Se l' esito è lo stesso, i perché sono diversi». Il perché di Massimo Perifano, gelataio, è custodito in una sola parola: «Menzogna». Raccontavano, dice, di una Roma luci e paillettes; una città felice, allegra, che se la godeva. Una città serena, accogliente, solare, senza ombre e problemi. «Sì, magari qualche problemino presto risolvibile qui e là, ma nulla da impensierirsi. Bene, quelle parole ascoltate da queste borgate erano menzogne che non ingannavano nessuno. Che facevano soltanto incazzare, molto incazzare perché erano bugie che lasciavano capire come al Campidoglio non importasse nulla delle borgate; che non avevano bisogno di noi; che il nostro destino gli era indifferente; che potevano fare a meno di noi, di quel che pensavamo o soffrivamo o chiedevamo».
L'articolo di Giuseppe D'Avanzo, firma di primo piano di Repubblica continua a lungo con varie amenità, ma quello che mi interessava era questo passaggio.
Ora, siccome non si leggono smentite e siccome ci sono troppi fatti coincidenti, pressuppongo che il Massimo Perifano gelataio di cui sopra, sia lo stesso Massimo Perifano, ex esponente di spicco della lista civica per Veltroni, attualmente esponente di spicco del Pd, membro dell'assemblea costituente regionale del, eletto nella lista Democratici per Veltroni, nella quale era stato inserito fuori tempo massimo, non per forza, ma a suon di telefonate alla segreteria di Veltroni e ai responsabili romani dei Ds, nonchè assessore, pare in quota Pd, all'Urbanistica del X Municipio, nonché vicepresidente dello stesso Municipio. Nonché tante altre cose che non dico perché sennò mia moglia si incazza.
A tutti gli esponenti del Pd che vorrebbero processarmi per le mie mail e per questo blog: fatevi un bell'esame di coscienza. E collegate la bocca con il cervello prima di spararle grosse.
Ciao Perifano, gelataio
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