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Beregonzoni e dintorni

Post n°20 pubblicato il 23 Giugno 2007 da montmorencydgl

Be’, parlando di Bergonzoni il termine dintorni mi sembra il più appropriato. I luoghi circostanti dove lui conduce grazie all’uso che fa della parola alla fine ci distraggono simpaticamente, ci allontanano, ma sono molto prossimi.
Più che altro, però, son qui per mantenere una promessa, e per farlo mi toccheranno salti mortali per riuscire a collegare ciò che ieri sera mi ha esaltato con quanto ultimamente mi sta stressando.
Bergonzoni è immenso, nonostante oramai abbia trovato questo modo di esprimersi da molto tempo. È immenso perché ha quel sesto senso che gli regala ciò che un vero scrittore o un vero poeta dovrebbe avere, quello che io definisco “fiutare il proprio tempo”.  E dopo averlo fiutato lo lavora con le viscere e ne trae i suoi calembour che ti suggeriscono chi sei, cosa senti, dove sbagli, in ordine decrescente di importanza. Perché una volta capite le nostre esigenze materiali e immateriali va da sé che i comportamenti sarebbero improntati in una più utile direzione. Nei suoi 40 minuti di risate ho trovato più sostanza che nelle altre 4 serate del festival della poesia messe assieme. Bergonzoni è oltre Paolini, è oltre Ovadia, che trovo di una noia e di una retorica abissale, è oltre la televisione, che come lui tengo spenta oramai da anni. Perché anche quando questa fornisce quella infinitesimale parte di vera informazione o vero spettacolo non porta né soluzioni o evasione.
Detto questo arrivo alla promessa: sputtanare telecom e infostrada che mi stanno fregando 145 euro a bimestre. Promessa dichiarata via mail e quindi portata a termine sullo stesso mezzo di comunicazione. Il giochetto è sempre il solito, infostrada, che ha confermato di essere diventato il mio gestore unico il 12 marzo, promette di gestire tutte le procedure pere il distacco totale da telecom. Poi questo non avviene, da quel che sento non avviene mai. Tutti coloro che hanno fatto questa scelta, del cambio di gestore, han dovuto passare in questa gabbia della durata di alcuni mesi del doppio pagamento dei due gestori. Al momento quindi invece di pagare i 24,95 euro mensili e usufruire dell’adsl garantitami nel giro di 15 giorni pago: l’abbonamento adsl alice; in virtù di questo abbonamento i costi fissi telecom; i 24,95 euro mensili dell’adsl di infostrada; un 60 euro per i costi delle telefonate alla connessione free.
Bergonzoni cosa direbbe di tutto questo? Come riuscirebbe a collegare un utente chiuso nella morsa delle joint ventures governative a delinquere nei confronti della collettività. Ce la farebbe con un semplice gioco di parola, e in questo semplice gioco di parola farebbe ricadere una piccola parte di responsabilità di quanto mi sta accadendo su se stesso, su di me, su noi tutti, come ha fatto durante il monologo di ieri sera.
Io la prenderei un po’ più alla distante. Partirei da quanto ho sentito dire un paio di giorni fa a un collega, e poi dalla sua risposta alla mia domanda di come è stato accolto dagli altri colleghi quel che ha detto. Anzi, no, partirei col dire che in sezione si sta un po’ meglio e si sta un po’ peggio. Si sta un po’ meglio perché sono arrivati i rinforzi. Tante donne, una dozzina, e tre uomini. Tra le donne ce ne sono anche due o tre carine e una… be’, bellissima è l’unico aggettivo superlativo che le si addice, esteticamente parlando. Così uno dei due capi stamattina ha passato una ventina di minuti negli spogliatoi a farsi la barba e darsi le cremine per il viso discutendo della validità di questi prodotti con altri colleghi. Certo che dalla fica e il genoa, come scrissi in una mia poesia, almeno si intravede una crescita nelle tematiche di discussione.
Si sta un po’ peggio perché mancano i camion, non ci sono. Così i poveri spazzini devono fare cose impensabili, come svolgere zone dedicante a mezzi pesanti con mezzi leggeri. E straordinari su straordinari, perché ovviamente le zone si riescono a svolgere solo in parte.
Due giorni fa nel magazzino scope si stava tenendo un’assemblea sindacale di sezione, non importa specificare la sigla tanto una sigla vale l’altra. Mentre poso la scopa sento un collega che infervorato e con un tono più vicino all’urlo che al parlare dice: “qui è tutto demandato alla buona volontà dell’operaio. Qui a livello organizzativo siamo messi sempre peggio. Qualsiasi problema abbiamo in zona ce lo dobbiamo risolvere da noi. Qui siamo noi che risolviamo i problemi e i casini che ci causano i capi piuttosto che loro a occuparsi dei nostri.”
Poso la scopa ed esco dal magazzino con la curiosità di sentire quale reazione possa suscitare tale pensiero che condivido appieno, e che, almeno quando si parla tra di noi, è condiviso dalla stragrande maggioranza dei miei colleghi.
Ieri chiedo al collega in questione cosa sia seguito al suo infervoramento e lui mi risponde che la cosa è stata sorpassata come se nulla fosse stato detto, si è passati ad altro.
Bergonzoni nel suo spettacolo si è tirato tutto un gioco sulle frazioni che nella sostanza diceva che i sei sesti (noi povera ultima ruota del carro, precari schiavizzati, pensionati e disoccupati) guardiamo ai tre quinti che ci precedono di poco, e procedendo procedendo si arriva ai due primi. Come due primi? Sempre primi? Che noia, e facciamoci una torta. Fuori che la torta per tutti non basta, considerando che anche i sei sesti un pezzettino cercano di recuperarlo.
Allora, come arrivare a infostrada e telecom? Be’, noi sei sesti guardiamo alla torta conservando il quieto vivere coi tre quinti (capi e sindacati) anche nella speranza, forse, che un giorno di diventare tre quinti, o che in un futuro prossimo i nostri figli (dieci settimi?) riusciranno ad entrare nei sei sesti. I tre quinti hanno la loro bella fettinina di torta da mantenere attraverso i buoni rapporti con i tre quarti (supercapi, classe dirigenziale e politica locale). Ci sono ancora i terzi e i secondi, ma in breve si arriva ai nostri presunti rappresentati democratici, che han fatto sì che le società fornitrici di servizi in finta concorrenza tra loro siano statalizzate, con interessi diretti dei nostri rappresentanti, con ingerenze varie nell’attribuzione del management, con caduta verticale della clientela politica grazie all’attività della trimurti (cgil, cisl e uil) che va a saturare i ruoli nel mondo del lavoro in base a una classifica di paraculaggio, senza considerazione alcuna del merito.
Il risultato di tutto ciò è un’offerta di servizi fraudolenta dove i numeri esposti dalle società fornitrici mentono spudoratamente raffrondandole ai fatti che tutti hanno sotto i loro occhi.
Buon week-end a tutti

 

 
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