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Post n°35 pubblicato il 14 Marzo 2010 da wanded
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Post n°34 pubblicato il 04 Febbraio 2010 da wanded
Con gli occhi cavati Nel deserto del mondo scorrono esseri impazziti corrono fiumi di incertezze vince la paura del niente Sopra le teste Il sole è spento e tutta la malattia infetta il vivente gli errori commessi si vedono portare passi e gli uomini costretti riemergono solo per la fine E tutta l'aria che sa di nucleare i pesci e gli animali che cambiano sono il regalo del fallimento piu' brutto perchè quando poteva vedere l'uomo ha lasciato cavarsi gli occhi e l'aquila era fatta di soldi Aleks Nightmare |
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Post n°33 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da wanded
"Le immagini vanno viste quali sono, amo le immagini il cui significato è sconosciuto. La mente stessa è sconosciuta." RENE' MAGRITTE "Le saboteur tranquille" per la capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, non avvicina il reale per interpretarlo, ma per alludere al Tutto come mistero e non definirlo. |
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Post n°28 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da wanded
Altri pochi granelli di tempo e il 2009 scivolerà nei cassetti della mia memoria. Verrà ricordato per tante soddisfazioni sul lavoro, ma soprat- tutto per le tante persone della mia vita che si è portato via. Per un periodo ho sentito il mio cuore "sgarrupato", ma la parte ottimista di me mi ha aiutata a superare questi momenti. Quindi, caro 2009, ti saluto con affetto, perchè nel bene e nel male ti ho vissuto.
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Post n°27 pubblicato il 27 Dicembre 2009 da wanded
Manca poco a Natale e, come sempre, i miei pensieri rotolano all’indietro, fermandosi a frugare fra quei giorni di dicembre che mi vedono bambina; solo così ritrovo lo spirito natalizio, perché Natale è magia, stupore, dolce sospensione fra realtà e fantasia, cose che solo un bimbo conosce. Da grande, ogni anno, ho inseguito quell’alito che tanto mi riscaldava, per poterlo soffiare nel cuore e nella mente dei miei figli, affinché potessero anche loro vivere lo spirito del Natale. Oggi è ancora così. I ricordi risalgono a quando, rientrata a casa dopo aver assistito alla “Cantata dei pastori”, mio padre sceneggiava il momento in cui Lucifero, sconfitto, gridava: “Pluto, Pluto, apri le porte dell’inferno, che vincer non si può l’Onnipotente!” e…paffete!.faceva una capovolta sul letto seguita dalle urla di mamma che da poco lo aveva rifatto ( allora era con i materassi di lana). L’arrivo dei capitoni a casa era una festa: portati nel classico “cuoppo” di carta giallognola, venivano messi nella vasca da bagno da mio padre che ne faceva scappare sempre qualcuno per farci divertire e sempre mamma che brontolava, perché poi doveva pulire. La cucina si riempiva di mille colori e odori e…… Ecco mamma che porta in tavola la zuppiera fumante, ma guai a toccare cibo se prima non dà il via alla preghiera che termina puntualmente con: “Pataterno mio, te ringraziammo ca’ faccia pe’ terra c’a ce fatto vede’ ‘nat’anno……” |
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Questa sera, cercando un libro, il mio sguardo è caduto su un album fotografico. Nulla di strano, penserebbe qualcuno, ma non è così: questo è un album speciale, regalatomi dai miei alunni; in esso sono raccolte alcune esperienze vissute in cinque anni di scuola trascorsi insieme. Inoltre, sotto alla foto di ognuno, è incollato un pensiero. Ma la cosa che più mi emoziona di questa raccolta, oltre al fatto che l'hanno assemblata e decorata con le loro mani, complici le mamme, è la lettera che i ragazzi mi hanno scritto e messa lì, in prima pagina. Nessun gioiello potrebbe rivaleggiare con questi stupendi pensieri che mi hanno lasciato su un semplice foglio, appena impreziosito da una leggera innaffiata di brillantini. Ho deciso di pubblicarla sul blog, per dedicarla a tutti i colleghi che come me, lavorano in questo campo con tanta dedizione ed entusiasmo. SE IL SOLE, IL CIELO E LA LUNA POTESSERO PARLARE..... Se il sole potesse parlare, quante cose avrebbe da dirti: ti direbbe quanto è stato bello vivere questi anni di esperienza con te. Sono stati pieni di luce e di calore, proprio com'è il sole. Se il cielo potesse parlare, ti direbbe quant'è immenso l'affetto che proviamo per te: è infinito, com'è infinito il cielo. Se la luna stessa avesse la voce, ti direbbe quante cose belle ci hai trasmesso. Siamo cresciuti e in parte formati nel carattere e nella persona che un domani diventeremo, e un ringraziamento va a te che tanto ci hai dato. Il sole, il cielo e la luna non sanno parlare, loro possono solo trasmettere emozioni. Ma noi sì che possiamo parlare e, tutti insieme, ti diciamo che non ci dimenticheremo mai di te! E dal profondo dei nostri cuori ti diciamo che un mondo di bene ti vogliamo! Con tantissimo affetto la 5^ H .............................................................................. Buona fortuna ragazzi! E, in qualsiasi momento, sapete che potete contare su di me. |
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Mare mio, ti sento fremere mentre cerchi di sfiorarmi i piedi, come un bussare alla porta. Taci. Ma io so! So che il tuo dolore è troppo grande da contenere. Allora urla, mare! Strappa dal cuore questa lancia che ti ha lacerato l'anima. Urla, e grida forte i nomi di chi ti ha umiliato e ferito. Urla e fa che la tua voce arrivi a loro: stilla, attimo per attimo, la tua offesa nelle loro coscienze, se mai ne avessero abitato alcuna, e non dar loro pace. Poi, come dopo un lungo pianto di bimbo, ritorna a me, ti canterò ancora le mie storie: le ninnananne del mare! (si prega, in caso di copia incolla, di indicare l'autore: me!)
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Post n°20 pubblicato il 12 Agosto 2009 da wanded
Molto spesso mi capita di discutere con persone che vorrebbero cancellare il loro passato, ma io non sono d’accordo, perché anche se brutto, è parte di noi, è come la nostra carta d’identità. Senza il mio passato non potrei esserci, non ci sareb bero i miei gesti, i miei pensieri, quindi io non esisterei. Il passato è come l’ombra riflessa di un oggetto nello spazio circostante: solo eliminando l’oggetto, l’ombra svanirebbe; ma poiché l’oggetto è lì, l’ombra continuerà a seguirlo e, in alcuni casi, a perseguitarlo. Non illudiamoci dunque di poter cancellare, come il ritorno di un’onda sulla sabbia, il nostro passato: esso è lì, fedele e vigile, che segue ogni nostro attimo di vita e che, come una promessa fatta a Dio, ha deciso di non abbandonarci mai. Vorrei consigliare, a chi la sua ombra l’opprime, perché è troppo nera e spaventosa, di imparare a riconoscerla per quella che è, appunto un ombra, di accettarla come si fa con un regalo non molto gradito e, dopo, di cambiare semplice mente prospettiva ed esposizione alla luce: l’ombra rimarrà, ma acquisterà una sfumatura diversa e più piacevole sarà la sua presenza. Inoltre, con l’ombra un oggetto sembra più reale, più verosimile alla realtà. Provate ad immaginare il quadro scelto per il post senza l’ombra: sarebbe solo un’icona in 2D.
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AL GRANDE MAESTRO











