Creato da Web_London il 15/04/2015

Note a margine

A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari

 

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Post Vocale - La linea di confine

Post n°230 pubblicato il 26 Aprile 2016 da Web_London

 

 

«Ogni luce nella testa si spense
ed il mio corpo si trasformò
in una bambola di pezza senza vita.
Caddi sul pavimento nel momento esatto
in cui sentii la voce di Bruno arrivare da lontano:
"Ehi tu, mi dici come lo vuoi questo cazzo di caffè?»

Laura F.

...


Bruno passò quella notte nel mio appartamento.
Nella semioscurità della stanza gli era venuta voglia di parlare. Non lo faceva mai dopo l'amore, ma per qualche strano motivo, quella notte lo fece.
Lo ascoltavo e avevo sempre più l'impressione che parlasse per se stesso che per dirmi delle cose.

Stavo ormai prendendo sonno quando una frase mi svegliò improvvisamente.
"Sai", mi disse ad un certo punto con la bocca impastata, "qualche volta senti di superare una linea che non vuoi mai veramente superare. Ma succede, e la superi.
Capita.
Se poi lo fai molte volte quella linea sparisce per sempre. E dopo è troppo tardi per tornare indietro e diventi solo un'altro schifoso e inutile stronzo."

Fu una fucilata in pieno petto.
Quella notte non riuscii a prendere sonno nemmeno per un minuto, mi tornava continuamente in mente quella frase buttata lì, quasi per caso
"Se poi lo fai molte volte, quella linea sparisce per sempre".... Quelle parole esplosero nella mia testa e mi fecero ripiombare con una violenza inaudita dentro il mio passato
I contorni si fecero così precisi, nitidi e chiari.
M ivennero in mente tutte le invisibili linee di confine che troppe volte avevo superato.
Mi apparivano cosi vivide e chiare come mai lo erano state in passato.
Le parole di Bruno furono profetiche perchè in quel quel momento, in quel preciso momento, anche io mi sentii solo una "schifosa e inutile stronza"

Verso le sei di mattina sentii Bruno alzarsi e andare in cucina e trafficare con la caffettiera.
Pensavo che quell'uomo mezzo nudo che nella sua cucina si stava preparando il caffè era soltanto un altro disperato che trafficava con la "mia" macchinetta del caffè.
Mi rendevo conto improvvisamente e lucidamente del nulla.
"Come lo vuoi il caffè?" mi chiese Bruno dalla cucina, "Lo bevi così com'è o ci vuoi un po' di latte?"
Non gli risposi.
Volevo solo una cosa, volevo che quell'animale se ne andasse da casa mia e che sparisse completamente dalla mia vita.
Ma non avevo la forza per dirglielo, non in quel momento
Lo detestavo e mi detestavo.
Mi facevo schifo quando lo assecondavo nei suoi desideri più schifosi ma non avevo la forza di mandarlo via.
Mi sarei sentita ancora più sola.

Non ricevendo risposta, Bruno dalla cucina mi chiese di nuovo: "Come lo vuoi il caffè?"
Ormai, io non lo sentivo più.
Andai in bagno e rovistai furiosamente nel fondo di un cassetto.
Dopo meno di un minuto tra le creme per il viso e qualche confezione di preservativi ancora chiusi trovai quello che stavo cercando.

Con le dita tremanti, quasi trattenendo il respiro riuscii ad aprire la piccola confezione di plastica.
Misi in bocca il suo contenuto e lo ingoiai alzando in uno scatto di rabbia la testa verso l'alto.
Le mie spalle sussultarono scompostamente come se una scossa improvvisa mi avesse percorso il corpo e qualche istante dopo la botta arrivò.
Ogni luce nella testa si spense ed il mio corpo si trasformò in una bambola di pezza senza vita.
Caddi sul pavimento nel momento esatto in cui sentii la voce di Bruno arrivare da lontano:
"Ehi tu, mi dici come lo vuoi questo cazzo di caffè?"

Laura

 

(Un vecchio post del 2012)

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Commenti al Post:
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 27/04/16 alle 00:34 via WEB
Che tristezza questo squallore.
 
maps.14
maps.14 il 27/04/16 alle 07:14 via WEB
Laura ha scritto molto bene questa storia, perché mi ha accompagnato x mano verso il distacco terreno di questa donna evidentemente....... stanca di vivere x troppe fregature? Grazie al cielo è solo un post, perché la riuscita di un rapporto di coppia non misura il valore di una donna e, soprattutto, non rappresenta la chiave della sua felicità. L'autostima ed il rispetto per se stessi dovrebbero essere insegnati a scuola al posto di religione. ^_____^
 
 
Web_London
Web_London il 27/04/16 alle 08:16 via WEB
Si, Maps, per fortuna questo è solo un post.
E' solo un vecchio testo di un racconto, una storiaccia, che in parte avevo pubblicato quattro anni fa.
Dall'altra parte dell'Italia poi, chiesi ad un'amica di prestarmi la sua voce
Ua seriosa e inappuntabile Prof universitaria attraversata da una vena di genio (per il uso lavoro) e di follia (per tutto il resto) che non si fece pregare due volte e si divertì come una pazza a registrare questa cosa qui ... ^__^
Si, sono convinto anch'io che le cose più importanti che ci servono a stare in questo mondo non si imparano mai a scuola...
 
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 27/04/16 alle 09:49 via WEB
è strano come a volte basti solo una frase a sbatterti in faccia tutte le brutture in cui si è inciampati...anche se sono sempre del parere che l soluzione non è "spegnersi" per sempre...ma condivido il pensiero di Maps, purtroppo certe situazioni nessuno te le spiega e nessuno sa esattamente mai come affrontarle..buona giornata.
 
 
Web_London
Web_London il 27/04/16 alle 11:09 via WEB
Oi ciao!
Si, le parole sono importanti, hanno il potere di rivelare, di smuovere, di confondere o di chiarire, di distruggere o di costruire.
Come il linguaggio che usiamo del resto, anche se non l'unico, è un rilevatore sottile dei pensieri che ci portiamo dentro.
 
nadiaemanu
nadiaemanu il 27/04/16 alle 15:30 via WEB
Le parole fanno male, sono taglienti alle volte, perchè anche una sola frase ti può lacerare l'anima Mi piace quando ripubblichi i tuoi vecchi post perchè hanno sempre il potere di farmi riflettere
 
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