Note a margine
A volte di vince, a volte si perde ma la lotta è sempre impari
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«Io non sono quello che tu vuoi,
io sono quello di cui tu hai bisogno»
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Era una donna strana.
Magnetica e imprevedibile, ma soprattutto molto strana.
La conobbi nei giorni delle paure e dei rimorsi in cui l'ombra di un senso di colpa faticava a sciogliersi e restava sempre lì, scura e buia come una strada di notte senza luci.
Lei fu una sorpresa improvvisa.
Io cercavo un breve raggio di luce nel cielo che mi illuminasse per un momento la strada davanti a me, solo un leggero filo di vento che mi accarezzasse e mi spingesse un po' in là, niente di più, per me sarebbe già stato più che sufficente.
Invece arrivò lei, la tempesta perfetta, una di quelle che quando riesce a prenderti ti trascina in posti sconosciuti che non hai mai visto prima, che ti spinge verso le cime estreme e un minuto cambia velocissima direzione verso terra per riprenderti beffarda un momento prima di sbatterci la testa.
Ci caddi dentro con tutte le scarpe e ne venni segnato nella carne e nel cuore.
Prima di allora non avevo mai conosciuto una donna così.
Che sia stata una gran fortuna o la più grande sfiga che mi potesse mai capitare io questo ancora non lo so, ricordo solo che mi ritrovai gettato con i vestiti ancora adddosso nell'acqua profonda dove non si tocca che se non vuoi affondare devi inventarti qualcosa per restare con il naso appena sopra il filo dell'acqua e riuscire a respirare.
Con lei non c'era niente da fare, era fatta a modo suo, più le dicevano di stare attenta al lupo più lei si spingeva nel bosco.
E andava a finire che con il lupo, poi, ci faceva pure amicizia.
Si spingeva sempre un metro più in là del necessario e non c'era verso di fermarla anche quando fermarsi sarebbe stata l'unica cosa da fare per salvarsi la pelle.
Per quanto le dicessero le cose, non ascoltava e faceva sempre di testa sua.
Non ascoltava mai nessuno, soprattutto me.
E mi faceva arrabbiare.
Molto.
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