Creato da whatsgoingon2005 il 10/07/2005
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Dal 1960 al 2000 il ns. paese ha conociuto un lungo periodo di crescita economica e di continuo miglioramento delle condizioni economiche e sociali della popolazione.
Alla base di cio' vi erano, in sintesi:
un'assetto industriale di grandi industrie, che, a parte quella automobilistica, erano perlopiu' nelle mani dello Stato e rappresentavano il perno strategico dell'intero asse industriale (enerigia elettrica, telefonia, petrolio - Eni - cantieristica navale, elettromeccanica)
un sistema bancario solido, anch'esso protetto dallo Stato
un sistema di distretti industriali che contribuiva ad elevata quota dell'export in settori che possiamo definire "tradizionali" (tessile, abbigliamento, legno, meccanica, etc)
una sovranità monetaria che consentiva di usare le leve dei tassi, dei cambi, e della quantità di moneta, in funzione del ciclo economico, dando di fatto sovranità all'esercizio dei poteri economici dello stato
un livello di investimenti dello stato, che seppur finanziato con la leva del debito, muoveva quella larga fetta di economica che è rappresentata dalle opere pubbliche
un sistema di protezione sociale che, visto con gli occhi di adesso, non esiteremmo a definire eccellente
un tasso di risparmio elevatissimo, tra i piu' elevati al mondo, che faceva degli italiani i primi e maggiori detentori dei titoli del debito pubblico, mettendoli al riparo dalla speculazione internazionale
Dal 2000, in poche mosse, questo sistema è stato progressivamente distrutto.
- il wto ha permesso di cancellare le barriere doganali che proteggevano il mercato delle esportazioni nei settori tradizionali
- l'euro ha messo fine alla sovranità nazionale sulla moneta (cambi, tassi, quantita')imponendo una moneta forte ad un paese che viveva per il 50% di esportazioni
- gli obblighi di rientro del deficit hanno cancellato il settore delle opere pubbliche di fatto esaurendo gli investimenti dello stato in tale settore
- l'industria strategica è passata rapidamente da mani pubbliche a mani private e con essa il sistema delle banche, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti
Risultato
il livello della produzione industriale è arretrato a quello degli anni ottanta
il tasso di risparmio si è ridotto in misura spaventosa
il sistema delle protezioni sociali è stato pressochè distrutto (pensioni - sanità etc)
i dati sull'incremento della povertà fanno rabbrividire
la disoccupazione è a livelli intollerabili e se pari al 12% nella popolazione attiva, tra i giovani sfiora il 40% perchè è bloccato l'ingresso nel mercato del lavoro a causa dell'assenza di domanda di lavoro
un terzo delle industrie presenti nel 2000 hanno cessato l'attività
Per concludere, molto sinteticamente:
vogliamo ancora continuare a parlare dell'efficacia dell'euro e dei suoi vantaggi ?
oppure è giunto il momento di prendere in seria considerazione una revisione radicale dei trattati internazionali che hanno portato il nostro paese a queste condizioni ?
c'è ancora qualcuno che è convinto che il male dell'Italia sia il debito pubblico o le svalutazioni della lira quando vediamo che paesi come il Giappone che ha il debito pubblico piu' alto al mondo, ma detenuto in larga parte da risparmiatori domestici ed una moneta perennemente svalutata, è la terza potenza mondiale ?
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Niente di fatto;
maggioranza integra, si fa per dire, pdl spaccato.
CHI TOCCA MUORE
è scritto vicino ai fili dell'alta tensione.
E cosi' è in politica, adesso.
Non vi è riuscito il movimento 5 stelle, che è stato sterilizzato, non vi è riuscito Berlusconi, che è stato spaccato.
La volontà del governo eterodiretto è cosi' intoccabile e protetta che tutti coloro i quali vi si oppongono, finiscono per lasciarci, politicamente, la pelle.
Ma quali interessi stanno veramente difendendo i titolari di palazzo chigi (ieri Monti, oggi Letta, domani chissa').
Proviamo a chiedercelo usando l'economia.
- stava calando il gettito Iva e nonostante cio' l'hanno aumentata
- hanno tolto l'imu, ed hanno introdotto una tassa piu' salata
- è stata bloccata la rivalutazione delle pensioni
Siccome non sono scemi, ne' sprovveduti, allora il motivo vero di questa politica è altro da quello dichiarato, ovvero difendere il rientro del deficit e del debito.
Il vero motivo è "ammazzare la domanda interna", cioè creare scientificamente le condizioni di impoverimento del paese.
Perchè vi chiederete voi?
per un motivo molto semplice: per far quadrare il debito estero.
Poichè il pil decresce, aumenta il saldo negativo con l'estero, e non potendo ne' aumentare il debito ne' stampare moneta, qual'è l'unica strada per far riequilibrare i conti?
Ridurre le importazioni.
E come si fa a ridurre scientificamente le importazioni?
Si crea meno reddito disponibile, cosi' si contraggono i consumi e quindi le importazioni, ed il saldo si riequilibra.
Ecco svelato il mistero
e perchè il fiscal compact e le manette al debito?
per impedire che gli impegni di debito v/l'estero non vegano onorati.
Ora è tutto chiaro?
e verso chi sono questi debiti?
Principalmente verso la Germania, terzo esportatore mondiale dopo Cina ed Usa, che ha enormi avanzi commerciali a cui corrispondono enormi debiti commerciali di altri paesi, tra cui noi.
Dal 2001 ad oggi, cioè dall'entrata dell'euro ad oggi il ns. paese, che era la settima potenza industriale del mondo, grazie soprattutto all'export, è ora vigilato speciale at empo indeterminato per debiti v l'estero.
Bel risultato.
Ed ancora vi sono politici in giro che difendono l'ingresso nell'euro.
Se le persone, i cittadini, l'opinione pubblica, capisse veramente come stanno le cose, uscisse dal tunnel dell'ignoranza in cui è stata volutamente cacciata con le assordanti campagne di imbonimento di media e politici, probabilmente la classe politica che ha condotto il paese allo sfacelo non avrebbe altra strada che quella dell'esilio.
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CHE COSA ACCADRA' SE SALTA IL BANCO ?
PROVIAMO AD IMMAGINARE I POSSIBILI SCENARI DI UNA SITUAZIONE CHE SI PRESENTASSE INGOVERNABILE, O DI DIFFICILE GOVERNABILITA'.
IL PRIMO EFFETTO SARA', E DOVREBBE O POTREBBE ACCADERE GIA' NEL PERIODO PREELETTORALE IN QUANTO I MERCATI VIVONO DI ASPETTATIVE, UNA CADUTA REPENTINA DEI CORSI DEI TITOLI DI STATO.
AD OCCHIO PARE L'EFFETTO PIU' IMMEDIATO E VEROSIMILE IN QUANTO I CONTI DELLO STATO SONO GIA' IN DISEQUILIBRIO E PERTANTO UNA CRISI POLITICA CHE RENDE INCERTO IL FUTURO ASSETTO DI GOVERNO HA, COME EFFETTO CERTO, UNA RICADUTA NEGATIVA SUI PREZZI DEI TITOLI DI DEBITO DELLO STATO, I QUALI SONO PERALTRO SALITI IRRAGIONEVOMENTE NELL'ULTIMO PERIODO SOLO IN VIRTU' DELL'ELEVATA LIQUIDITA' IMMESSA NEL SISTEMA NEL SISTEMA DALLA BCE A PARTIRE DA CA SETTE MESI A QUESTA PARTE
SI INIZIERA' AD EVOCARE LA PAROLA "DEFAULT", AVREMO SCENARI POLITICI DI TIPO "GRECO", E CI PROPINERANNO ALTRE CURE DA CAVALLO FATTE DI TAGLI ALLO STATO SOCIALE ED AUMENTI D'IMPOSTA PER "METTERE IN SICUREZZA I CONTI".
NEL 2015, O GIU' DI LI', AVREMO UN PAESE A PEZZI, MA UN BILANCIO IN PERFETTO EQUILIBRIO, NEL FRATTEMPO ALCUNE BANCHE SARANNO SARANNO STATE COMMISSARIATE, RITORNERA' ABBONDANTE LIQUIDITA' SUI MERCATI, ANCHE SULL'INTERBANCARIO, CHE RIPRENDERA' A FUNZIONARE, E, DULCIS IN FUNDO, ASSISTEREMO AD UNO SPETTACOLARE RIALZO DI LUNGO TERMINE DEI CORSI DI BORSA (RAPPRESENTATE NELL0'INDICE MIB PER IL 70% DA TITOLI BANCARI).
ERA IL TASSELLO MANCANTE.
CROLLO DEI TITOLI DI STATO
DEFLUSSO CAPITALI VERSO LA BORSA PREVIA SISTEMAZIONE CONTI PUBBLICI E CONTI DELLE BANCHE ITALIANE; LE ULTIME IN CRISI DOPO LA CURA DI QUELLE GRECHE E SPAGNOLE.
A QUEL PUNTO LA GIOSTRA PUO' RIPARTIRE; PER GLI ALTRI PERO'-
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Ha ragione Berlusconi;............e questo la dice lunga su come stanno in realtà le cose.Era l'indifendibile, l'inaffidabile, e tutto quello che si vuole.Cio' detto, pero', quello che gli hanno ascritto è riferito a dieci anni fa, e nel frattempo il mondo è cambiato, il ns. paese versa da anni in condizioni disastrose, dal 2001 ad oggi ha perso un terzo della produzione industriale, la disoccupazione è arrivata al 12% e la classe politica attuale ha un solo obiettivo, ovvero ridurre il deficit di bilancio, con un pil in calo continuo ed una pressione fiscale vicina al 50%, con buona pace del principio di autodeterminazione dei popoli, che, in definitiva, dovrebbe essere il fine ultimo di ogni democrazia e delle classi politiche che la rappresentano nelle sedi istituzionali; la nostra, in questo momento storico, è fortemente impegnata su questo tema, ma ha sbagliato nazione, sta lavorando per la Germania.E chi se ne accorge e lo denuncia è un populista, o un facinoroso, e se poi è Berlusconi a voler attenuare la pressione fiscale, allora è solo il solito giocoliere.Una menzogna detta sette volte assume il valore della verità.Ed è questa la verità che ogni giorno ci propinano i mezzi di comunicazione di massa.L'unico che ha avuto il coraggio, ed aveva anche la statura intellettuale, e morale, per mettersi da solo contro questo muro di gomma è stato il passato ministro Tremonti, che non ha avuto alcuna difficoltà:- ad aumentare i fondi per la cassa integrazione dopo la crisi del 2008 dovuta al fallimento Leman Brotherse per questo l'hanno infamato attribuendogli "la colpa" di aver fatto schizzare il deficit di bilancio oltre le soglie precedenti - ad affermare pubblicamente che la colpa del disastro italiano ha nomi e cognomi e si chiama WTO ed EURODel resto dietro ai numeri è difficile nascondersi; piu' difficile pero' e' farli "passare" come veri, cioè farli arrivare al grande pubblico, ovvero rompere il muro di gomma del trust media - troika - classe politica compiacente.Pensiamo solo a questo:siamo storicamente un paese vocato all'export, cioè il 50% almeno dellla produzione industriale è, ovvero era, rivolto all'esportazione.Quali sono i pilastri su cui si regge la forza dell'export ?- la forza dell'industria, ma, principalmente, una moneta debole ed una politica che protegga tale segmento attraverso politiche di contenimento dell'import - leggasi barriere doganali --Ecco:- il wto ha spalancato le porte alla Cina ed all'India in settori che rappresentavano il 60% del ns export (vedasi venir meno accordo multifibre in essere dal settanta che proteggeva l'industria tessile italiana)- l'euro, che è la moneta piu' forte del mondo, ha fatto il restoil risultato è sotto gli occhi di tutti e si riassume in dati economici che neppure una guerra riesce a battere::- pil in calo da anni- un terzo dell'inudstria italiana andata in fumoed ancora non si vede la fine, e non si puo' vedere, per un motivo molto semplice, ovvero perchè la geografia indutriale di un paese non si modifica in pochi anni, occorrono lustri, a meno che non intervengano fattori di competitivita' esterna.Tutto questo per dire cosa?che ha fatto bene Berlusconi a far saltare il banco, che ha fatto bene ad affermare che o si attenua la pressione fiscale o si riconcede di nuovo al paese la possibilità di stampare moneta.Si, perchè il punto cruciale è questo; il ns. debito non è piu' debito interno non avendo sovranità monetaria,è debito esterno, e quando siamo indebitati v gli altri possiamo fare una cosa sola: pagare, e come vogliono loro, cioè la troika.Finora ce l'hanno mandato a dire, spedendo a casa un presidente del consiglio democraticamente eletto (Berlusconi), poi con Monti e, a seguire, con Letta dopo, per tramite di Napolitano, artefice dell'elezione a senatore a vita di Monti prima dell'attribuzione del suo incarico di primo ministro, poi con l'outout dato all'elezione di nuovo presidente dopo le ultime elezioni, infine con lo sbarramento alle richieste di Berlusconi di non essere messo fuori dai giochi, almeno per il fatto che rappresenta quasi il primo partito; saremmo ancora una democrazia, verrebbe da dire; insomma !!Se salta il banco, e stavolta salta, finalmente, allora verrà direttamente la troika a spiegarci il da fare. Forse, a quel punto, e solo a quel punto, cadrà il velo sul grande inganno che sono stati l'ìeuro e la liberalizzazione mondiale dei mercati.Chi vivrà, vedrà-A breve
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L’interruzione giuridica del progetto genitoriale.
L’inibizione del legame genitoriale non ha nulla a che vedere con l’affidamento dei figli: tanto con
l’affido esclusivo quanto con l’affido condiviso, il trend dei tribunali italiani è quello di non
equiparare forme e contenuti di entrambi i ruoli genitoriali, limitando le frequentazioni e l’influenza
del genitore escluso nel processo di crescita dei figli.
Il proposito di avere dei figli prescinde dal mero concepimento, dalla trasmissione del patrimonio
genetico e dalla stessa gravidanza, va molto oltre: è un progetto educativo a lungo termine, un
processo di cura e trasmissione di sé che accompagna (o dovrebbe accompagnare) la prole negli
anni successivi alla nascita.
L’esclusione forzata da tale progetto, la riduzione a ruoli marginali, la cronica limitazione ad un
ruolo subalterno rispetto all’altro genitore, la delegittimazione, la mortificazione, l’inefficacia delle
contromisure giuridiche e lo status di “intruso” che ne derivano sono le molle che innescano la
spirale di disperazione che può esitare in episodi di cronaca nera.
Il genitore escluso che chiede di continuare ad occuparsi dei figli anche dopo la separazione viene
percepito dall’apparato giudiziario (la maggioranza di Tribunali ordinari e minorili, assistenti sociali,
consulenti) come individuo che tenta di invadere il territorio altrui; quindi da circoscrivere, ridurre,
contenere.
L’humus dei provvedimenti è declinato, con modalità ricorrenti, sulle diverse sfumature del
“limitare”.
Prova ne sia che - anche dopo la riforma dell’affido condiviso - i Tribunali continuano a concedere
un “diritto di visita” - creato arbitrariamente, inesistente nella normativa - limitato prevalentemente
alle misure standard di alcune ore due pomeriggi a settimana, due weekend al mese, una
settimana durante le vacanze natalizie e due d’estate.
L’orientamento prevalente, in sostanza, continua ad essere improntato al “minimo indispensabile”
esattamente come accadeva con l’affido esclusivo, sconfessando la riforma normativa voluta dal
Parlamento (l. 54/2006) e soprattutto il diritto dei minori.
Che tale modus operandi si traduca in una concreta esclusione dalla vita dei figli, e venga
percepito quale riduzione ad “accessorio inutile”, quasi “fastidioso” da parte del genitore che lo
subisce, non è difficile da comprendere.
Come non è difficile comprendere che l’interruzione forzata di un intero progetto di vita ed i rapporti
con i figli privati di qualunque spontaneità, gravemente limitati nei tempi e nei modi imposti per
sentenza, costituiscano una inibizione violenta tanto dei più forti istinti naturali quanto delle
sovrastrutture culturali, un’aggressione alla sfera più intima e personale dei soggetti coinvolti -
adulti e minori - assimilabile ad un vero e proprio stupro delle relazioni.
Lo stupro delle relazioni, inoltre, si aggrava ogniqualvolta il pur limitato “diritto di visita” viene
subordinato al volere del genitore che esercita un reale potere sulla prole, quando cioè il genitore
prevalente1 ostacola o impedisce gli incontri dell’altro con i figli.
Il Sistema-separazioni ha ormai elaborato consuetudini secondo le quali è “normale” che i figli
stiano con un solo genitore, è “normale” che chi non ha l'affido venga relegato in un ruolo
estremamente marginale, è sufficiente che i minori abbiano relazioni significative con una sola
figura-guida, il genitore escluso che chiede di occuparsi assiduamente dei figli è percepito come un
intruso invadente.
Il soggetto vessato è perfettamente conscio della profonda ingiustizia messa in atto dalla
controparte ma, qualora ricorra agli appositi canali per ripristinare la giustizia, l'unico risultato che
riesce ad ottenere è il sommarsi di ulteriori ingiustizie.
Sono interpretazioni superficiali e fuorvianti, pertanto, le chiavi di lettura che solitamente vengono
date alla disperazione di un genitore separato dai figli che sfocia in episodi di cronaca nera:
- mancata accettazione della fine del rapporto
- disturbo mentale
- gelosia morbosa
“Secondo una recente analisi dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri ospedalieri
(…) il disagio psichico è la prima causa dei delitti in famiglia”2
“(…) l’uomo vuole dimostrare la sua forza, uccide quando perde il potere di controllo sulla
donna (…) gli uomini non accettano il rifiuto, non accettano che le donne dicano no (…)”3
“delitti passionali, da ansia di possesso dell’altro (…) schemi che avevano giustificato il
delitto d’onore nel codice penale (…) “4
“raptus dell’amore possessivo”5
Il tema degli uomini gelosi ed insicuri, che non sanno accettare il rifiuto e reagiscono impugnando
un’arma, è ricorrente tanto fra gli operatori delle scienze sociali quanto fra i cronisti.
Dai media viene sempre “dimenticata” più o meno volutamente la causa principale: lo stupro
psicologico-relazionale generato dall’interruzione giuridica di relazioni e legami genitoriali.
In realtà ciò che risulta essere completamente assente, o impropria e fuorviante, è l’analisi della
criminogenesi.
La concatenazione di eventi che prelude ad un episodio delittuoso può essere assimilata,
semplificando, alla serie di immagini che compongono un filmato: ogni immagine non è che la
diretta evoluzione delle precedenti.
Osservare solo il fotogramma finale decontestualizza l’evento, limita la possibilità di comprensione
del movente, rende superficiale la lettura del fatto da parte dell’osservatore;6 che in sostanza si
limita a descrivere l’effetto del problema, ma non la complessità delle cause da cui emerge.
Non vengono riconosciuti il dolore e la disperazione del genitore privato dei figli, non vengono
riconosciute le difficoltà che incontra un genitore escluso nel tentare di ristabilire la legalità, non
viene riconosciuta l’asimmetria valutativa in base al genitore che compie un reato, sia questo un
condizionamento dei figli, un ostacolo delle frequentazioni, una sottrazione definitiva o la
costruzione di false accuse, al solo scopo di eliminare l’altro dalla vita della prole.
Le cause del gesto eclatante vengono da sempre individuate dai media nella gelosia, nel disturbo
mentale o nella mancata rassegnazione alla fine del rapporto, ma appare ormai indispensabile
abbattere i luoghi comuni e considerare le motivazioni più significative e frequenti pur se - più o
meno volutamente - ignorate: la disperazione generata dalla perdita e/o dalla mutilazione della
relazione genitore-figli, l’impossibilità di condividere i compiti di cura ed educazione,
l’esclusione forzata da una partecipazione concreta al processo di crescita.
E’ per questo che, senza falsi pregiudizi, è necessario comprendere che ruolo giochino le
istituzioni e quali siano gli esiti, spesso deleteri, all’interno di situazioni familiari tanto
compromesse. attraverso una lettura criminologica.
La spirale di disperazione che ne viene innescata è devastante.
Il genitore che non riesce ad incontrare i figli, oltre a configgere con una precisa volontà ostativa
della controparte, deve scontrarsi anche con ciò che da tempo è stato identificato come il fulcro
della malagiustizia in tema di Diritto di Famiglia: il principio malleabile di interesse del minore -
totalmente privo di caratteristiche certe che lo identifichino - e l'uso strumentale che ne viene fatto.
Teorizzando una assoluta priorità per l'interesse dei minori, si modifica l'interesse dei minori in
funzione di ciò che, al momento, costituisce invece l'interesse del genitore prevalente, l'unico reale
oggetto di tutela da parte dell'intero Sistema.
Il genitore escluso non può in alcun modo contare sull'appoggio della Giustizia, che si schiera al
fianco di chi è da sempre, per postulato, considerato il soggetto debole al quale va garantito ogni
vantaggio possibile, ad iniziare dall'affido dei figli, troppo spesso snaturato in una sorta di
“possesso esclusivo”.
Il risultato è quello di aver creato una nuova tipologia di soggetti deboli, quei soggetti ai quali il
Sistema-Giustizia offre la rassegnazione come unica, destabilizzante ed insostenibile soluzione.
Tanto destabilizzante ed insostenibile da poter diventare criminogena.
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