Caro lettore, per cominciare questa storia, la storia di una ragazza semplice, comune e come tante altre e che forse, non lo sai, ma magari la conosci anche di persona, dobbiamo fare un piccolo salto nel passato. In quei meravigliosi anni novanta, dove le persone erano più positive, dove i cartoni animati erano ancora quelli belli, dove da bambini si giocava ancora sotto casa a nascondino con gli amichetti, e dove i bambini al posto dei tablet e dei cellulari usavano per giocare ancora carta e matite colorate! Quelli si che erano bei tempi!
E' il 26 marzo 1990, fuori è ancora buoio, l'aria è fresca poichè il tiepido calore primaverile si fa sentire perlopiù di giorno, ma comunque nell'aria si respira cambiamento, nuovi inizi e novità. Le strade sono deserte e solo tra qualche ora cominceranno ad animarsi e gli uccellini daranno il benvenuto al nuovo giorno con il loro dolce canto e nuovi fiori riempiranno di colori il paesaggio. Quel loro leggero profumo quando sono appena sbocciati riesce a rendere felice ogni animo,fa ritornare la voglia di uscire, come un ghiro che si risveglia dal letargo, la voglia di essere più felici è già un motivo in più per sorridere e la primavera ha il magico potere di far nascere un sorriso proprio a tutti. A tutti tranne che a Lisa...
In preda al panico e completamente sola è accorsa all'ospedale e ora non può far altro che attendere. I dolori si fanno sempre più intensi e attroci e più il tempo passa e più Lisa soffre. Un dolore così non l'ha mai provato, le sembra quasi di morire, ma sa di essere troppo giovane per morire. Ha solo 21 anni e morire adesso vorrebbe dire non aver vissuto quasi nulla di quello che la vita può offrire a una giovane ragazza come lei.
Ecco di nuovo l'infermiera, dopo 3 ore di attesa finalmente l'ostetrico per far nascere il bambino di Lisa è arrivato. Ma possibile che ci siano volute ore per farlo arrivare? Possibile che bisogna far aspettare una ragazza in travaglio perchè nessun'altro era di competenza? Beh, ormai non serve arrabbiarsi, l'importante è che il bambino possa nascere e che tutto questo dolore possa finalmente cessare...
Lisa sta per partorire, non sa ancora di che sesso è il bambino, ma quello che più le importa al momento è di smettere di soffrire. Sarà il dolre, sarà la stanchezza ma le sembra che il tempo non passi più, che il bambino non voglia nascere. Intanto fuori il sole è sorto già da parecchie ore e la vita è fresca e profumata proprio come lo è la primavera. Lisa non si è neanche accorta che per far nascere la bambina, sì proprio una bimba, ci sono volute ben 16 ore, un'eternità, un'attroce eternita che finalmente si è conclusa... "Vittoria!"... Ecco l'unica parola che è riuscita a pronunciare dopo questo immane sforzo. Vittoria... a pensarci bene non sarebbe neanche male come nome per sua figlia... e così sia!
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