e il naufragar m’è dolce in questo mare.

  Sempre caro mi fu quest’ermo colle, | e questa siepe, che da tanta parte | dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. | Ma sedendo e mirando, interminati | spazi di là da quella, e sovrumani | silenzi, e profondissima quiete | io nel pensier mi fingo, ove per poco | il cor non si spaura….

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