Anna e Angelo…

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Quel giorno non era molto diverso dagli altri, il sole faceva capolino timidamente all’orizzonte, tingendo le nuvole di riflessi arancioni che fluttuavano sul mare. L’aroma del caffè dalla tazzina che teneva tra le mani riempiva la piccola cucina, avvolgendola, mentre le riempiva la testa di immagini suggestive. Montagne verdi, cascate e cieli azzurri impossibili l’hanno trasportata.

Anna sa che il tempo sta finendo, ma anche così, si gode qualche minuto in più in quei piccoli momenti di piacere, sorseggiando lentamente un caffè più forte del desiderabile, concedendosi qualche secondo in più, in cui il mondo non esiste. Sa che di notte probabilmente lo pagherebbe in ore di insonnia.

In realtà, Ana raramente concede un momento ai sogni ad occhi aperti, forse perché quei momenti la lasciano con l’anima nuda davanti al proprio riflesso. E poi i muri crollano, tutte le difese sono inutili e il mondo costruito per sopravvivere crolla. Ed è qualcosa che non puoi permetterti. Non più.

Dietro, nascosta nel profondo della sua anima avvolta sotto una spessa coltre, vive ancora la ragazza timida e ribelle che metteva tutto in discussione. Il sognatore che voleva viaggiare per il mondo scoprendo segreti nascosti sotto pietre polverose. L’avvocato dei poveri e lo scrittore di infinite pagine.
Alla fine, uno dopo l’altro, ogni sogno era caduto come foglie nell’autunno prematuro della sua vita.

Non è mai stata una principessa. È troppo ribelle, troppo cordiale, troppo irrequieta… Non si è mai aspettata che un principe entrasse nella sua vita… E comunque, quando ha urtato una rana, baciarla sulle labbra non ha cambiato la sua condizione .
Il suo cuore è stato spezzato troppe volte.

Per fortuna la natura, in contrappunto al suo spirito irrequieto e ribelle, e al suo cuore eccessivamente sensibile, le ha dotato di un grande senso dell’umorismo che le permette di sopravvivere nella giungla e di sorridere ogni mattina. Negli anni ha imparato a superare quell’inquietudine che a volte, solo a volte quando abbassa la guardia, le stringe la gola, annodandola così forte che riesce a malapena a respirare. Quelle unghie che a volte si sentono nelle viscere.

Beve un ultimo sorso di caffè e finalmente si mette in marcia, controllando come le lancette dell’orologio hanno corso contro di lui, il tempo, ignaro dei suoi bisogni, non si ferma anche se il tuo mondo lo fa. Ricomincia così quella corsa contro il tempo che a malapena riesce a finire ogni giornata.

Arriva in ufficio in fretta e furia, sapendo di essere in ritardo e che i suoi colleghi la guarderanno con la coda dell’occhio, scrutandola con occhi critici. Criticheranno i suoi lunghi capelli ricci pensando che non sia più abbastanza grande per indossarli, il suo vestito stretto e corto o i suoi tacchi. In fondo non gli importa, perché in realtà non gli è mai importato di essere diverso, di pensare in modo diverso o di non seguire mode e correnti.

Il capo l’ha aspettata per un incontro fuori programma, per cinque minuti, a volte pensa che quegli incontri non abbiano altro scopo se non quello di coglierla alla sprovvista in modo che possa attirare la sua attenzione guardandola con superiorità (questo la rende sempre sorridente timidamente, visto che lei non è molto alta e porta sempre i tacchi alti) Altri semplicemente pensano che non sappia organizzarsi e che finirà per far impazzire tutti.

L’incontro è del tutto inutile e piuttosto noioso e noioso, quindi non vede l’ora che finisca, così può nascondersi dietro il suo computer. Lasciarsi assorbire dai compiti urgenti e monotoni per non pensare a quanto il suo lavoro annoia. Per non provare la delusione di tanti progetti infranti e dimenticati.
Per non solo sentire

Purtroppo oggi non sarà possibile, il suo capo ha deciso che oggi ha bisogno di sfogare le sue frustrazioni, quindi è toccato a lei. E sebbene sia abituata a quegli slanci autoritari, oggi è più sensibile, o semplicemente è già tutto travolgente, ma deve fare uno sforzo enorme per contenere le lacrime furiose che le brillano negli occhi, tradendo la sua apparente calma.
Rimane in silenzio, cercando di apparire impassibile, incapace di dire nulla, perché un groppo le stringe la gola e sa che la sua voce si spezzerebbe alla prima sillaba come in un “piagnucolare”. Un “sì signore” quasi impercettibile è l’unico sospiro che riesce a tirare fuori, e prima di crollare completamente lascia la sala riunioni.

Il resto della mattinata trascorre velocemente tra telefonate, scartoffie e qualche altra questione urgente e delicata che deve risolvere, e che ancora una volta lo aiuta a non fermarsi a pensare.

Qualcosa che eviti costantemente. Anna non vuole pensare, soprattutto a come si sente. In quell’enorme frustrazione che la soffoca dentro, e che sempre più spesso sembra sul punto di esploderle tra le mani, smontando ciò che resta di lei.
Dopo aver mangiato, seduta al suo tavolo con lo sguardo smarrito, si concede solo qualche minuto per assaporare di nuovo una tazza di caffè. Assorta nei suoi pensieri, si accorge a malapena che qualche nocca bussa alla porta del suo ufficio, chiedendo timidamente il permesso di entrare.

Si tratta di Angelo, un nuovo collega, lavora in azienda solo da un paio di mesi e con il quale non ha scambiato più di un paio di saluti di cortesia, e qualche ringraziamento quando ha ordinato qualcosa da lui.

Neanche lei ha prestato molta attenzione a lui. Ultimamente è assente e dispersa che non le assomiglia. Silenziosa, assorta in quello schermo che guarda costantemente quasi senza vederne il contenuto. Si sente intrappolata in una vita che non è quella che sognava. Una vita che lentamente la soffoca, consuma il suo spirito che ancora si ribella, graffia forte le sue viscere. E anche se non vuole che la sua mente vaghi verso colui che trascura
… Se l’avesse notato, probabilmente avrebbe notato lo scintillio nei suoi occhi verdi, che emanano dolcezza quasi quanto il miele, la cui tonalità a volte assumono acceso, soprattutto quando la guarda. Se l’avesse fatto, avrebbe scoperto il rossore che le viene leggermente in viso quando gli parla, o il tremito nelle sue dita quando gli passa un documento, le loro dita a malapena si sfiorano.
Ma no, Anna non l’ha notato.

Il suo cuore ha già subito troppe sconfitte. Sono già troppe le volte che la sua anima è stata spezzata in piccoli pezzi, e rimontandola ne ha perso alcuni lungo la strada, lasciando piccoli buchi… attraverso i quali scappano sospiri e sogni.

Tutti i pomeriggi, al rientro dal pranzo, trova sulla sua tavola un caffè caldo con un sorriso e un pezzo di carta con una frase scritta in perfetta calligrafia “Buon pomeriggio principessa”. Sospetta di lasciarlo. Pesante, aromatico, proprio come piace a lei, ma non se lo è mai chiesto.

Angelo arriva con alcuni documenti urgenti che devono essere firmati dal capo. Li porge e mentre lo fa, le loro dita si toccano appena quando Anna prende i fogli per esaminarli, e sente un brivido, una specie di corrente che le scorre attraverso la mano, respira e per la prima volta da quando hanno lavorato insieme i loro occhi si incontrano faccia a faccia.

È solo un momento, e anche se non vuole provarlo, una dolce sensazione la circonda, come se braccia invisibili piene di tenerezza circondassero il suo cuore martoriato. Il calore che sente sulle guance tradisce un rossore che non aveva da anni e che le ha creato tanti guai. E si sente seccata con se stessa, per quei secondi di nudità nella sua anima.
Pochi secondi preziosi che svelano tante cose.

Angelo la guarda e mostra un caldo sorriso mentre lei lo accarezza con una spazzola delle sue dita sottili mentre allontana una ciocca di capelli ribelli dal viso. “Va tutto bene, principessa?”, le sussurra e all’improvviso un’ondata di sensazioni affiora in ogni poro della sua pelle, e senza poterlo evitare, un mare di lacrime la inonda e le spuntano incontrollabili, scivolando giù le sue guance e facendola vergognare.
Tanto che vorrei poter scappare. Ma prima che possa farlo, lui la abbraccia con un amore così intenso che lei non può resistere, cadendo tra le sue braccia e rifugiandosi nel suo collo. Lascia che il suo abbraccio la conforti e la conforti, poiché pensa che forse, per tutto questo tempo, aveva voluto essere una principessa senza saperlo.

E all’improvviso è come se la sua anima lo conoscesse da sempre. Come se lo stesse aspettando. E si lascia avvolgere dal suo calore, desiderando che il tempo si fermi per sempre in quell’abbraccio.

Per te, poeta… perché è colpa tua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Anna e Angelo…ultima modifica: 2022-08-26T14:28:26+02:00da astratta5
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