Conoscenza empirica

 

Presente in questa Comunità.

Esclusivamente per i miei amici che conosco personalmente,

e aggiornare i nostri blog senza guadagno,

sono giovane bella innamorata

amata da chi mi conosce.

grazie comunque.

 

Come accennato, già alcuni filosofi greci,

come Platone e Aristotele, posero interrogativi

che ancor oggi sono alla base della ricerca psicologica,

ma è solo a partire dal Seicento che inizia un

confronto più serrato su questi argomenti.

Sono sempre i filosofi,

come Cartesio, Thomas Hobbes e John Locke,

a portare avanti riflessioni e a proporre teorie sulla mente umana.

 

 

 

 
Conoscenza empirica
Acquisiamo conoscenza empirica attraverso la sperimentazione diretta, è il famoso errore di prova.

È una conoscenza che acquisiamo attraverso la ripetizione di attività nello stesso senso, applicando piccole variazioni di metodo per raggiungere un risultato atteso.

Conoscenza filosofica
La conoscenza filosofica nasce principalmente dall’intelletto, nasce attraverso il ragionamento continuo e la messa in discussione di diversi fattori che circondano la vita dell’essere umano.

Nonostante si basi sulla logica, può essere sia astratto che fantasioso.

 

 

 

 

 

Cartesio, in particolare,

sosteneva l’esistenza

di una netta divisione fra mente

(res cogitans) e corpo (res extensa),

ritenendo che alcune idee fossero innate

(cioè presenti nella mente fin dalla nascita).

Hobbes e Locke, al contrario, affermavano il predominio dell’esperienza,

vista come l’unico processo in grado di sviluppare

e organizzare la mente umana, oltre a criticare

la divisione di mente e corpo proposta da Cartesio.

Nonostante i numerosi sforzi,

queste ricerche non diedero mai vita a

una psicologia intesa come materia scientifica.

 

 

 

 

 

 

 

 

« Non sembra che ci sia altra scienza,

se non la psicologia, per la cui

comprensione occorra richiamarsi

così direttamente alla vita,

spesso drammatica,

[6] dei suoi protagonisti. »
(Luciano Mecacci[7])

 

 

 

 

 

 

 

Queste sono solo alcune delle regole alla base della percezione; permettono, ad es., di capire come operano le illusioni ottiche. Punto centrale della psicologia della Gestalt era, perciò, la convinzione che riuscendo a comprendere come si organizzano le percezioni,

si poteva anche comprendere il modo in cui il soggetto organizza e struttura i pensieri.

Queste tendenze all’auto-organizzazione erano viste come una caratteristica innata, ridimensionando l’importanza di esperienza e di apprendimento nella strutturazione

del pensiero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SACRO E PROFANO

Dalla fotosfera al cerchio;

 

dal cerchio al globo terrestre;

 

dall’atmosfera raggiante alle volute dei veli

 

e delle chiome delle danzatrici,

 

tutto disegna il circolo

 

 

della luce vitale” n

 

In mezzo a un cielo di luce,

 

in cui le ombre sono di aurea viola,

 

ruota il globo della terra in vista del sole.

 

Tra le stelle e il pianeta,

 

cingendo quest’ultimo,

 

gira un cerchio –

 

il cerchio della luce –

 

origine prima della vita;

 

quel primo cerchio che considerò Salomone

 

insieme a quelli delle acque e dei venti.

 

Acqua, aria, tutta la vita è frutto di luce,

 

e il tempo è misurato dalla luce;

 

perciò a reggere questo cerchio,

 

quasi ali della linea, soccorrono le Ore,

 

dodici figure indescrivibili,

 

animate dall’ebbra vita dell’etere

 

– dodici anime o dodici sogni –

 

spinte come un inno di dodici strofe verso il sole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi

 

semina

 

nel pianto,

 

raccoglie

 

nella

 

gioia

 

[Salmo 125]

 

 

 

 

 

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Come ogni guida carismatica,

 

attorno a lui sono fiorite leggende,

 

agiografie e biografie denigratorie:

 

«è il Maestro, ha una carica magnetica

 

che ti attrae e ti convince a seguirlo in ogni sua intuizione».

TI GUARDO TI ASCOLTO MA NON TI VEDO NÉ TI SENTO

 

  • Affrettati a spegnere le passioni prima che ti brucino.

 

  • Se non mi stancherò di cercare e cercare scoprirò le mie origini segrete.

Come vedi tutto è usuale, | solo che il tempo stringe la borsa | e c’è il sospetto che sia triviale | l’affanno e l’ansimo dopo una corsa, | l’ansia volgare del giorno dopo, | la fine triste della partita, | il lento scorrere senza uno scopo | di questa cosa che chiami… vita.
Io ascolto e non capisco | e tutto attorno mi stupisce | la vita, com’è fatta | e come uno la gestisce | e i mille modi e i tempi, | poi le possibilità, | le scelte, i cambiamenti, | il fato, le necessità.

 

E percorriamo strade non più usate | figurando chi un giorno ci passava | e scrutiamo le case abbandonate | chiedendoci che vite le abitava, | perché la nostra è sufficiente appena, | ne mescoliamo inconsciamente il senso; | siamo gli attori ingenui sulla scena | di un palcoscenico misterioso e immenso.

 

 

 

 

 

 

 

 

SACRO E PROFANO

 

 

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In filosofia, rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto; questo

rapporto può essere poi inteso come semplice presenza dell’oggetto alla mente on come

immedesimazione del soggetto nell’oggetto. Già nella filosofia antica e medievale sono

rintracciabili entrambi i significati. Così Platone e Aristotele affermano la possibilità di

raggiungere i principi primi mediante l’i., intendendo con ciò la possibilità di percepirli

direttamente. L’altro significato di i. è presente specialmente nell’opera di pensatori

interessati alla problematica religiosa. Plotino, s. Agostino e i mistici medievali indicano

nell’i. l’unica via per l’uomo di entrare in contatto con Dio, intendendo talora questo

contatto come immedesimazione o partecipazione. Ancora, sempre Plotino e s. Agostinon

e inoltre s. Tommaso affermano il carattere intuitivo proprio della conoscenza divina

concepita come creatrice dei suoi stessi oggetti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Nessuna notte buia potrà impedire al sole di sorgere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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intuizione Rapporto immediato e diretto tra soggetto pensante e oggetto, che può

essere inteso o come semplice presenza dell’oggetto alla mente, o come

immedesimazione del soggetto nell’oggetto.

Già nella filosofia antica e medievale sono rintraccia…

 

 

 

 

 

 

Esistono due modi per sperimentare la cima

Del monte Everest. Il primo è immaginare

Di essere arrivati in cima, e stare però sdraiati nel proprio letto;

il secondo è scalare letteralmente la vetta:

quel procedere opererà in te un cambiamento.

Solo con i sogni non si arriva da nessuna parte.

 

 

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La felicità non potrà

mai venire da qualcun

altro. In quel caso si

può solo creare una

speranza di essere

felici in futuro. Quando

ti confronti con te

stesso, all’inizio

sperimenti l’infelicità,

ma con l’approfondirsi

di quell’incontro vivi

una felicità autentica.

Viceversa, nell’incontro

con l’altro, vivi una

felicità iniziale e

un’infelicità alla fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sono cristiano, né ebreo, né mago, né musulmano.

Non sono dell’est, non sono dell’ovest.

Non della terra, non del mare.

Non delle ricchezze della natura, non dei cieli rotanti,

Non di terra, non di acqua, non di aria, non di fuoco;

non del trono, non del suolo, dell’esistenza, dell’essere;

non dell’ India, Cina, Bulgaria, Sassonia;

Non del regno degli iracheni, o dei coreani;

Non di questo mondo o dell’altro: del cielo o dell’inferno;

Non di Adamo, Eva, dei giardini del paradiso, dell’Eden;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Conoscenza empiricaultima modifica: 2022-08-17T10:16:32+02:00da sacraeprofana
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