A differenza di tante altre isole, North Sentinel non lo è solo nel senso geografico, ma nel vero senso della parola. Isola nel senso di isolamento dal resto del mondo. Isole queste che possono essere circondate anche solo dalla terraferma. Sono altrettante isole, infatti, quelle tribù che non vogliono avere alcun contatto col resto dell’umanità. Pare che la loro sia una scelta di vita e, come tale, vada rispettata.
Il punto sta nel senso che diamo al termine rispetto perché anche un singolo individuo può scegliere di essere isola. Una scelta che, però, non costringa altri a condividerla o subirla ed è a questa scelta che il rispetto è dovuto.
Quel rispetto che, invece, non ha più nessun senso nel momento in cui la scelta di vita non è individuale ma collettiva e per collettività s’intende un gruppo d’individui al cui interno, ahimè, non tutti avranno lo stesso potere decisionale perché ai bambini, ad esempio, viene sottratta sin dalla nascita quella libertà di scelta culturale cui avrebbero diritto. Affermare perciò che la scelta, non individuale ma collettiva, di non avere contatti con il resto dell’umanità è una forma di libertà non ha senso. Ancora peggio è guardare con rispetto a coloro che negano alla collettività il diritto di scegliere se dialogare o meno col resto dell’umanità. Un dialogo non fatto di libero mercato o di tecnologia, ma di un banalissimo scambio culturale. Non trovando differenza fra una dittatura che nega la libertà di scelta e di pensiero ed una tribù che fa lo stesso mi è difficile comprendere, in termini di coerenza, quale sia il rispetto che si dovrebbe a quelle comunità che chiudono a se stesse i propri confini culturali scavando fossati e alzando fili spinati.
Se vivessi a North Sentinel mi somiglierebbe tanto a un paradiso dove tutto è lecito tranne mangiare la mela. Quel morso che, invece, ha derobottizzato gli individui attraverso la cultura delle diversità.
Senza quel morso, Eva… che dio ti benedica.
Il punto sta nel senso che diamo al termine rispetto perché anche un singolo individuo può scegliere di essere isola. Una scelta che, però, non costringa altri a condividerla o subirla ed è a questa scelta che il rispetto è dovuto.
Quel rispetto che, invece, non ha più nessun senso nel momento in cui la scelta di vita non è individuale ma collettiva e per collettività s’intende un gruppo d’individui al cui interno, ahimè, non tutti avranno lo stesso potere decisionale perché ai bambini, ad esempio, viene sottratta sin dalla nascita quella libertà di scelta culturale cui avrebbero diritto. Affermare perciò che la scelta, non individuale ma collettiva, di non avere contatti con il resto dell’umanità è una forma di libertà non ha senso. Ancora peggio è guardare con rispetto a coloro che negano alla collettività il diritto di scegliere se dialogare o meno col resto dell’umanità. Un dialogo non fatto di libero mercato o di tecnologia, ma di un banalissimo scambio culturale. Non trovando differenza fra una dittatura che nega la libertà di scelta e di pensiero ed una tribù che fa lo stesso mi è difficile comprendere, in termini di coerenza, quale sia il rispetto che si dovrebbe a quelle comunità che chiudono a se stesse i propri confini culturali scavando fossati e alzando fili spinati.
Se vivessi a North Sentinel mi somiglierebbe tanto a un paradiso dove tutto è lecito tranne mangiare la mela. Quel morso che, invece, ha derobottizzato gli individui attraverso la cultura delle diversità.
Senza quel morso, Eva… che dio ti benedica.
Eva, mon amour.ultima modifica: 2018-12-02T11:23:41+01:00da
Eppure io darei non so cosa per vivere in un’enclave di esseri a mia immagine e somiglianza; va da sé che questa affermazione è pura utopia discorsiva dal momento che appartengo al mondo che ha morso la mela, ma del resto tu come fai a sapere, appartenendo a questo mio stesso mondo, che North Sentinel non ti sarebbe stata congeniale? Parliamo per astrazioni, possiamo solo dire con certezza se abbiamo o meno bruciato il sugo (vedi post precedente) e altre levità del genere. P.S. Sei mesi fa ho comprato un libro dal titolo “Le illusioni della certezza”, non sono riuscita a leggerlo, troppo complicato…già solo l’incipit della prima di copertina è tutto un programma:”Cosa significa per la mente interrogare se stessa?”.
“come fai a sapere, appartenendo a questo mio stesso mondo, che North Sentinel non ti sarebbe stata congeniale?”
“Lo so perché non sarebbe stata congeniale nemmeno a te.”
“E cosa ne sai, nemmeno mi conosci.”
“Sottovaluti la parola, non è da te. Pensaci, quante volte, dicendo “a pelle”, sintetizziamo un magnetismo attrattivo o repulsivo solo attraverso una rapida escursione fatta dagli occhi. E tante volte non ci sbagliamo. Molte volte, forse più di quelle, c’è qualcosa che potrebbe sembrare meno indizievole di quanto possa esserlo quel “a pelle”, malgrado mancano gli occhi. Sono le parole e, poco importa se di esse non c’è nemmeno il rumore. La parola è un insieme di indizi che amplifica lo spettro della reciproca conoscenza. Per toccare il nostro oltre, la parola ha la stessa velocità degli occhi e quando lo fa, in termini statistici, è più credibile di qualunque ‘a pelle’. Suggerire un film, ad esempio, è solo fornire un titolo oppure è trasmettere anche una certa quantità d’informazioni su di sé? Un film non è un colore preferito o il fiore preferito. E’ un mucchio di roba.”
Negli occhi di Nortia c’è un cocktail di divertimento, curiosità e disincanto. Quest’ultimo è la base del cocktail. Il collante. Non il giovane ufficiale che è alle prime armi con la barra del timone. Lei i mari li ha navigati tutti. Bevendo pure ma senz’annegare. Di schiaffi, dalle onde, ne ha presi tanti e ne ha restituiti meno solo per cultura. Quando si siede al tavolo lo fa per mettersi in gioco e lascia il tavolo se si accorge che gli altri non lo fanno. Le basta poco per divertirsi, tutto il resto l’annoia. Contabilmente però è più quello che l’annoia che quello che la diverte, anche se poi le sfugge di averlo detto lei solo due righe prima:
‘Eppure io darei non so cosa per vivere in un’enclave di esseri a mia immagine e somiglianza’.
“Lo farei anch’io ma, dopo 5 giorni, saziata la curiosità ti direi, io vado via e tu mi diresti “portami con te”.
“Ahahah presuntuoso. E poi perché dovrei dirtelo?”
“Perché, qui a North Sentinel ci siamo solo spostati da un mondo che ci stava stretto ad un altro che ci starebbe ancora più stretto.”
“Cosa ci mancherebbe a North Sentinel per farne il nostro mondo?”
“A me non mancherebbe allontanarmi da chi non è a mia immagine e somiglianza, continuerò a farlo, e questo non significa che essere a mia immagine e somiglianza significhi pensarla allo stesso modo su ogni cosa, sarebbe noioso e non mi farebbe crescere. Con immagine e somiglianza, entrambi intendiamo identità culturale. Quello che mi mancherebbe è quello che hai fatto tu. Non rifuggire gli altri ma, anche solo con uno scambio di commenti, la voglia di cercare i miei simili.”
Restammo un po’ in silenzio. Nortia fece qualche passo sulla spiaggia. Raccolse qualche sasso. Ne lanciò uno a fior di mare. Ne contò i salti. Poi un altro. Tornò verso di me.
“Portami con te”, mi disse.
“Ti avrei portata con me comunque. Anche se fossi rimasta qua.”
Se davvero la conoscevo, non mi avrebbe lasciato l’ultima parola.
“Non vengo perché hai ragione, ma solo perché senza di me non te la caveresti”.
Infatti, io remavo e lei si spalmava la protezione.
Lo terrò tra i miei racconti del cuore.
Più lo rileggo, più mi piace.
lo stesso anche a me se la barca fosse stata a motore.
Ti piace vincere facile! 🙂
Uno dei miei racconti preferiti. Non quello del post, quello del commento. (E neppure mi vergogno a ripetermi).
(svergognata).
Di nuovo qui, ormai nel caso non ci credo più.
Io ci torno ogni volta che mi ci riporti tu.
Noblesse oblige.
Si era convenuto di tornare insieme a North Sentinel, ma la tua latitanza racconta altro. Pazienza 🙂
Non era latitanza. Staccata solo la spina. 🙂
Sì, ogni tanto è necessario staccare da tutto e da tutti 🙂
Sì Asterixa, ogni tanto 🙂
ok, il titolo del post è Eva, mon amour. (perché il punto?) e North Sentinel è il racconto in forma di commento, diciamo così. Tutto chiaro, lo sarà anche per te quando ripasserai da me.
Buon pomeriggio 🙂
Il punto perché il titolo, come nel post, era proprio la chiusura di un discorso.
Buonasera 🙂
Hai notato che siamo tornati a North Sentinel? 🙂
Buonanotte
Hai notato che siamo tornati a North Sentinel? Ci abbiamo impiegato cinque anni…ne è valsa la pena? 🙂
Buonanotte
In realtà c’era già stata una tappa intermedia (maggio 2021)
Se ci siamo tornati vuol dire che ci stavamo bene 🙂