sinapsss

OSTIA


Mi fermo alla prima stazione di servizio e mentre aspetto il caffè, faccio una breve ricerca su gugol prima di ripartire. La noia provocatami dal tapis roulant dell’asfalto che mi corre incontro sul display del parabrezza, provo a distrarla cercando pensieri che, divertendole, mettano in crisi le mie sinapsi.
Come sospettavo, nella lingua italiana ci sono solo due parole che hanno la desinenza in “-disiaco”. Sono “paradisiaco ed afrodisiaco”, vale sia al maschile che al femminile. In effetti c’è anche “anafrodisiaco” ma sono sempre e solo due. L’accostamento fornisce, quindi, un risultato abbastanza blasfemico anche se devo convenire che, in fondo, il paradiso è fin troppo spesso utilizzato come un afrodisiaco mentale per raggiungere una determinata beatitudine sensoriale. Sul display del parabrezza, intanto, compare il cartello stradale. Sorrido sapendo che sono state le mie sinapsi a prendersi gioco di me mostrandomi proprio quel cartello subliminale solo per aggiungere un sapore insapore all’afrodisiaco.
Mi torna in mente una statistica che provava a rispondere alla domanda se droghe ed alcool possano considerarsi afrodisiaci. La risposta “solo alcune”, metteva d’accordo femmine e maschi allineandoli al 60,8%. Sorprendente l’intesa ma, ancor di più, la risposta alla domanda “perché alcune lo sono?”. La più gettonata da entrambi fu “disinibiscono” (69% femmine – 57% maschi).
E’ indubbio che, a prescindere dalla dipendenza, l’inibizione è un freno che richiede un aiuto per essere rimosso e le droghe e l’alcol, a quanto pare, ne sono uno. Considerando l’inibizione un problema, il punto non sta nel modo in cui rimuovere il freno ma individuare prima dove esso sia. Avendo un ottimo rapporto con le mie sinapsi non posso non cominciare ad avvertire il loro disagio perché mi portano alla mente le immagini di Platone, di Jung, quella di Freud ma, anche, Sant’Agostino, Cartesio e Kant. Mi tocca rallentare perché devo stringere velocemente e brevemente le palpebre per cancellare le immagini che continuano ad apparire. Le sinapsi stanno facendo ostruzionismo e proprio mentre capisco che non è molta la distanza fra esse e l’anima, alzo a tutto volume la radio. Un gesto involontario. Capisco. Accosto. Spengo la radio. Chiudo gli occhi. Non ricordo se lo penso o lo dico:
“ok ragazze, vi chiedo scusa. Sono andato oltre le intenzioni o, meglio, volevo solo dire che per combattere alcune dipendenze bisogna prima risolvere le inibizioni. Le loro radici.”
“Tu sei contro di noi. Vuoi metterci a disagio.”
“Sarei contro me stesso. Voglio solo che tutte le strade siano aperte e siate voi a scegliere di percorrerle o meno. Un po’ come l’aborto. Rispettarvi significa lasciarvi il diritto di scegliere la strada. Non rispettarvi significa obbligarvi a non poter scegliere. Tutto qua.”
Restiamo qualche secondo come sospesi fra cielo e asfalto. Nella mente il vuoto. Poi accendo la radio, ancora in modo involontario. Sorrido. Abbiamo fatto pace. Metto in moto e riparto. Ripartiamo.
sinapsssultima modifica: 2019-03-19T23:49:44+01:00da arienpassant

3 pensieri riguardo “sinapsss”

  1. Sorrido al tuo raccontare, e intanto penso alle mie inibizioni (che sono tante essendo timida e introversa), ma pronte a diradarsi e poi svanire se solo mi avvolgo di qualche bicchiere di rosso. Il problema è che, smaltita la sbornia, tutto ritorna come prima e le mie sinapsi si sentono un po’ sballottate…tuttavia, se è vero che ognuno di noi obbedisce a una trama nascosta, non ci resta che accettare con leggerezza gli ingorghi della mente.

  2. Me tapin(o).
    Quando ci si piace o si accetta con leggerezza quegli ingorghi, l’importante è che smaltita la sbornia si torni come prima. Altrimenti si diventa alcolisti 🙂

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