Una domenica speciale


Cari miei followers,
avrei voluto farvi gli auguri uno per uno ma, essendo in tanti, se avessi iniziato a natale nemmeno ce l’avrei fatta a farli a tutti. Quindi meglio un abbraccio circolare.
Immagino che, come me, quest’anno neanche voi abbiate comprato uova con la sorpresa. Quella che ci è stata fatta credo che sia stata talmente grande che ce la ricorderemo per un bel po’. Basta e supera, quindi niente sorprese ma opere di bene.
Non so voi, ma quello che ho compreso io è che la nostra vita può senza’altro cambiare ma, saranno sempre gli altri a cambiarcela. Quindi non diamoci tante arie perché nell’universo ci sono virus addirittura più letali di noi. E lo sono senza aver studiato fisica nucleare o aver costruito automobili o autopremiarsi con i Nobel. Un’ulteriore conferma che, almeno finora, di vita intelligente, nell’Universo non c’è traccia.
Buona domenica speciale.
Una domenica specialeultima modifica: 2020-04-12T12:20:53+02:00da arienpassant

7 pensieri riguardo “Una domenica speciale”

  1. Ok, c’è qualcosa che non va…entro, leggo un post, sto per commentarlo, sparisce; è già la seconda volta che accade, forse mi stai sabotando. Comunque il post in questione ha per titolo Guiness, avrei voluto pormi/ti questa domanda: perché mi piacciono le cose che non capisco? Se il post ricompare mi applico un po’ di più 🙂

  2. Stamattina il cielo sembra sereno ma, non conoscendo i cazzi suoi, possiamo giurarci che sia proprio così? Andiamo per ordine, però, perché questa domanda appartiene alla serie delle domande autoctone di un periodo nel quale, proprio attraverso i quesiti che ti poni, stai scoprendo la vera essenza della filosofia. Una filosofia ristretta, condominiale, fatta di pianerottoli e di scale. Così, chiudendoti la porta alle spalle, comprendi che la vera ragion d’essere della filosofia sta nella gente che non ha un cazzo a cui pensare, ma ha la capacità di catturarti facendoti pensare a cose alle quali non ti eri mai dedicato e quando vi salutate ti lascia, immancabilmente, quel “pensaci” col quale, in effetti, si libera delle domande inutili che si poneva e le mette in mano a te.
    I filosofi sono come i mattoncini di un domino. Uno che cade si trascina dietro tutti gli altri. Filosofi, profeti, pifferai magici. Pensa se Aristotele non se lo fosse cagato nessuno, nel senso che, credimi, non ho niente contro di lui perché è legittimo che ognuno possa esprimere una opinione e farsi tutte le domande che voglia, ma attenzione a non far diventare virali le domande che ci poniamo altrimenti, com’è successo, ecco che facciamo nascere le scuole di pensiero. Quella concorrenza nella quale non ci capisci più un cazzo e non sai più a cosa pensare. Dalla Grecia, come una pandemia, il virus si sposta in tutto il mondo e a guardare le cose oggi, pensando alla fine che ha fatto la Grecia, la domanda su quanto siano stati importanti i loro filosofi, un poco poco dovrebbe farti dubitare.
    Perché complicarci la vita al punto che se una, come hai fatto, mi chiede: “perché mi piacciono le cose che non capisco?”, ed io giro la domanda a Wikipedia mi esce
    “Circa 110.000.000 risultati (0,57 secondi)”. Capisci? 110 milioni di risposte, ecchecazzo. Questo già dice che la domanda è difficile, e questo vada, ma dice suprattutto che le risposte sono molto controverse. Ma cazzo, perché ci siamo complicati l’esistenza fino a questo punto?
    E’ anche vero, però, che una risposta in più o una in meno potrebbe sembrare che, su 110 milioni di risposte, non sposterà l’ago della bilancia ma non è vero. Lo sposterà totalmente se fosse proprio la mia risposta quella che ti stava più a cuore.
    Come dirmi:
    “è vero che siamo 7 miliardi, ma io ho scelto te.”
    “sì, ma potevi farmi una domanda più facile.”

  3. Accipicchia, quanto dinamismo cerebrale (il tuo, non quello online). Ok, forse la domanda era un po’ complessa ma hai capito che in fondo si trattava di un compiacimento nei riguardi di uno scritto che, sottraendosi a una disanima oggettiva, si apriva per contro alla suggestione. Detto ciò, dov’è finito il post? me lo dici dopo il picnic 🙂

  4. sì, te lo dico dopo. Così, con il dopo, il picnic dura anche di più. Adesso mi rileggo la fluidità e bellezza di quel “si trattava di un compiacimento nei riguardi di uno scritto che, sottraendosi a una disanima oggettiva, si apriva per contro alla suggestione.”. Scorre come un ruscello di montagna.

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