ice cream

glaciazione

Leggevo che “le ere di glaciazione più lunghe nella vita della Terra furono sei”. Non so voi, ma quelle che ricordo io furono solo cinque. Questo però non è molto importante perché una in più o in meno non cambia il punto al quale, se non m’interrompete, intendo arrivare.

La prima, quella che avvenne 800 milioni d’anni fa, la ricordiamo sicuramente tutti, tranne chi nacque settimino, perché durò quasi 200 milioni di anni. Eravamo nel tardo Proterozoico. Tardo perché iniziò subito dopo il tramonto e all’epoca, non essendoci ancora l’elettricità si andava a letto quando faceva buio perché il nostro orologio biologico era regolato proprio dalla luce. Diciamo che, senza saperlo, eravamo fotovoltaici. In realtà, anche se non c’era ancora l’elettricità, si andava a letto presto perché non avevamo un cazzo da fare. Al massimo si usciva a guardar le stelle. Cosa che abbiamo sempre fatto e continueremo a fare, perché sono così tante che non potremo mai dire di averle viste proprio tutte. Quella prima glaciazione peggiorò comunque e di molto le cose perché alle prime luci dell’alba, ti svegliavi ma, col freddo ed il gelo che c’era fuori, ti alzavi solo per motivi biologici e tornavi di nuovo sotto le coperte.  Certo, all’inizio fu anche piacevole perché ci si divertiva con gli slittini, lo sci e il pattinaggio sul ghiaccio, ma farlo tutti i giorni per duecento milioni d’anni, alla fine chiunque si sarebbe rotto un po’ i coglioni.

Finalmente e per fortuna, finito il Proterozoico, per un centinaio di milioni d’anni tornarono tutte e quattro le stagioni. Non so voi, ma quelli sono gli anni che ricordo con maggiore nostalgia perché, fra l’altro, c’era più rispetto ed educazione, e non solo sui treni. Per non parlare poi dei vagoni di prima classe dove si poteva leggere Proust in francese senza che nessuno ti rompesse il cazzo. Le stagioni, ad esempio, arrivavano nel giorno stabilito dal calendario e finivano con la stessa puntualità. Erano educate, rispettose e professionali. D’inverno pioveva o, al massimo, nevicava. Non esistevano villanie come le bombe d’acqua. Quando doveva piovere, pioveva e, quando doveva smettere, smetteva. Poi non c’era lo sfruttamento dei lavoratori dove, pur di fare profitti, si licenziavano le mezze stagioni e si raddoppiavano i turni delle altre due. Era un mondo normale. L’autunno era autunnale; l’inverno, invernale; la primavera, primaverile e l’estate, estale o estile.
Dopo tanta glaciazione, era tutto e di nuovo straordinariamente bello. L’aria ritrovava i suoi odori, la natura riprendeva i suoi colori. Ritornavano il verde alle colline, gli azzurri al mare e al cielo. L’acqua dei ruscelli tornava a scorrere giocosa accompagnata dal cinguettio degli uccelli. Rottamati gli sci e i pattini c’inventammo il calcio ed il tennis, in Brasile nasceva il beach volley femminile ed in Inghilterra Mary Quant inventava le minigonne.
Nell’irrequietezza della Terra, però, dopo questo periodo arrivò una nuova glaciazione. Eravamo in pieno Ordoviciano anche se non ricordo bene se fosse quello superiore, medio o inferiore, ma se scorriamo la galleria delle foto sui nostri smart sicuramente ne abbiamo alcune dell’epoca. Facciamo foto di ogni cazzo, figuriamoci se non ne facevamo a quel tempo. Le minigonne tornarono negli armadi e le stagioni divennero di nuovo una sola. Quella glaciazione durò solo 30 milioni d’anni.
Nei successivi 80 milioni d’anni ci furono altre glaciazioni minori seguite, nei successivi 100 milioni d’anni, da qualcuna più intensa ma, ormai, eravamo già nel Carbonifero-Permiano e stavamo per entrare nel Pleistocene ovvero nel periodo più recente dove l’ultima glaciazione risale a soli 12 mila anni fa. Siamo infatti ai giorni nostri. Quelli in cui nascevano i viaggi spaziali: prima il precursore Gesù, poi Gagarin e così via tutti gli altri; poi venne il web, Libero, i primi blog, i social ed il forno a microonde.

Ora, visto che parliamo di cose che conosciamo perché le abbiamo vissute sulla nostra pelle, è evidente che tutto quest’agitar di testicoli sul cambiamento climatico può solo farci scompisciare dal ridere perché da ben 800 milioni d’anni noi abbiamo assistito sia al formarsi dei ghiacciai e, soprattutto, al loro sciogliersi oppure qualcuno pensa che dopo ogni glaciazione i ghiacciai evaporassero? Ce le ricordiamo le “ola” che facevamo ogni volta che quei cazzi di ghiacciai si scioglievano? Quelle feste ad ogni fine glaciazione che iniziavano sempre con balli e canti e finivano sempre allo stesso modo visto che portavano sempre ad un nuovo boom demografico. L’uscita dall’ibernazione era tutto un gran cantar d’uccelli, di gemiti e di goduria che nemmeno Cecco Angiolieri avrebbe fatto troppe distinzioni. Quelle feste erano così liberatorie e totalizzanti che ce n’era per tutti. Che ricordi! Altro che Cecco, tant’è che all’epoca, fu l’immensa Cinquetti ad incidere col fuoco, in soli due versi, l’esplosione ormonale di quei giorni: “Quelli eran giorni, sì, erano giorni/Al mondo non puoi chiedere di più“. Versi che la voce dell’immensa Dalida tramutò nelle vibrazioni dell’aria sulla pelle. Lo so, non ditemelo, anche a voi viene la pelle d’oca.
Eppoi, sulle cazzate che s’inventano sul cambiamento climatico, sempre basandoci sui nostri ricordi relativi agli ultimi 800 milioni d’anni, glielo vogliamo spiegare noi a ‘sti 4 scienziati da strapazzo che, malgrado ad ogni glaciazione seguiva lo scioglimento dei ghiacciai, il livello del mare non si è mai sollevato di un millimetro per il semplice motivo che se il mare ghiaccia il suo livello si abbassa e quando poi si scioglie il suo livello tornerà uguale, se non minore, a quello di prima. Su questo, poi, non servirebbe neanche una calcolatrice.

In ogni caso, almeno per chi come noi, in questi ultimi 800 milioni d’anni, ne ha viste tante, io mi preoccuperei di più per la prossima glaciazione che per questa anomala vampata di calore che, a mio avviso, più che dalla ciodue è alimentata soprattutto dalle cazzate che raccontiamo. Non dovremmo sottovalutare, infatti, che negli ultimi tre anni, tra climatologi, virologi e guerrafondai, abbiamo avuto un’esplosione di cazzate a cui non venivamo esposti da almeno un paio di miliardi d’anni.

ice creamultima modifica: 2023-07-30T19:05:19+02:00da arienpassant

12 pensieri riguardo “ice cream”

  1. Mi ha divertita tantissimo la premessa nella premessa “se non m’interrompete”; evidentemente sapevi- del resto non può che essere così se uno è presente a se stesso – che ti stavi addentrando nei meandri dei tuoi ragionamenti non di rado capziosi (sempre detto con affetto).
    Tuttavia, pur conoscendoti un po’, non sono poi così certa d’aver capito il tono del tuo disquisire così articolato e colorato: stai prendendo per culo (ops!) il lettore oppure parli seriamente? nel caso sia giusta la seconda ipotesi, sono d’accordo con te ma questo credo tu lo sappia già 🙂

  2. No dai, saranno circoncisi, ma mai capziosi.
    Entrambe le cose, parlo seriamente e prendo per il culo non il lettore – mai singolare fu più adatto :))) – ma quelli che usano lo scibile come una certezza, laddove qualunque teoria è un continuo divenire ed è valida fino a successiva smentita. Le certezze appartengono solo agli dèi. Senza quelle sarebbero teste falliche come gli umani. 🙂

  3. Ad esempio, questo lo sottolineerei
    “tutto quest’agitar di testicoli”, perché è impertinente ed elegante allo stesso tempo 😉

  4. Quel “sottolineerei” mi ha fatto pensare “di già?” :))
    Mmmm… “impertinente ed elegante”… 🙂

  5. “andiamo d’accordo anche quando siamo asincroni”, per me significa che possiamo essere sfalsati su qualcosa, ma da qui a confondere la persona con il “qualcosa” (opinione o giudizio che sia su terzi), c’è di mezzo un oceano intero. Se poi, come per altri, anche per te quel “qualcosa” (opinione o giudizio che sia su terzi) rimette in discussione le persone al punto da considerare “legnata” un punto di vista diverso, può solo dispiacermi perché non mi sento in colpa. 🙂

  6. È esattamente quello che penso anch’io, si può divergere di tanto in tanto ma l’intesa se c’è resta tale. Tuttavia lo ammetto, c’ho provato a farti sentire in colpa, vuoi farmene una colpa? 🙂

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