Amélie

Ieri mattina mi sono svegliato così presto che è toccato a me svegliare il Sole ma, lui, neanche mi ha cagato. E’ l’unico a cui regalare una sveglia sarebbe da idioti perché da millemila anni ha i suoi tempi e non li sbaglia neanche di un secondo. In fondo gli astri, pianeti, stelle, lune, buchi neri ed altri, saranno sicuramente bellissimi ma, diciamocelo, sono abbastanza scontati. Il lato positivo è che sono affidabili, sappiamo sempre dove trovarli. Riassumendo, altro che bellezza, l’universo è solo un gran girar di palle. Sull’affidabilità e puntualità anche molti galli si svegliano e cantano a cazzo ma, a nostra differenza, fanno molto meno meno danni.
Generalmente, quando devo svegliarmi molto presto metto la sveglia ma, come ieri mattina, ci sono urgenze che fanno a meno di qualunque sveglia tecnologica. Sono quelle biologiche. Quelle che, per fortuna, sin da bambino hai imparato che, come un dosso o il bordo d’un bicchiere, puoi trattenere l’acqua solo per poco. Dopo son cazzi tuoi e non vale solo per l’acqua perché, urgenza biologica può esserlo anche la rabbia o il drizzarsi dell’uccello.
E sempre da una ciliegia che ne tira un’altra, a proposito d’uccelli, sempre ieri, in macchina, alla radio, ascoltavo l’intervista ad una scrittrice belga che, beatalei, ha venduto millemila libri. Beata lei non per averli venduti, ma per essere riuscita a scriverli. Non avendo compreso il suo nome ho memorizzato il titolo del suo ultimo romanzo: “Psicopompo”. Al volo, ho pensato ad un romanzo che girasse intorno allo scopare inteso come idea fissa. Diciamo una psicopatia e, come mi accade spesso con le mie previsioni, lo psicopatico ero io perché anche la sua passione per gli uccelli non aveva nulla a che fare con il sesso, ma solo con il volo. Quel volo che, a suo dire, è allo stesso tempo causa ed effetto della letteratura. Soprattutto quando diventa necessità. Causa per chi scrive, effetto per chi legge. Questo concetto però, lei l’ha spiegato non in modo casareccio come ho fatto io, ma in modo divino perché era avvantaggiata dal fatto che era intelligente, piacevole da ascoltare e, soprattutto, parlava in francese.
Amélieultima modifica: 2024-04-06T14:46:31+02:00da arienpassant

7 pensieri riguardo “Amélie”

  1. Sicuro sicuro d’aver capito tutto dal momento che madame Amélie parlava in francese? e se è andata così, non è che mi hai nascosto ascendenze d’Oltralpe o una cattedra di filologia romanza? Comunque, ho letto di questo libro (ovviamente). Ma torniamo a noi: che fai, porti questo articolo al prossimo reading party? anche perché il concetto sotteso alla metafora del volo l’hai reso benissimo anche tu: “Quel volo che, a suo dire, è allo stesso tempo causa ed effetto della letteratura. Soprattutto quando diventa necessità. Causa per chi scrive, effetto per chi legge.”
    p.s. in realtà sei stato oltremodo chiaro anche a proposito delle sveglie biologiche 🙂

  2. oui, ma chérie, j’ai tout compris exactement car elle parlait en français et l’interprète traduisait en napolitain 🙂
    Quel “(ovviamente)” potevi evitarlo, lo davo per scontato :)) però è servito a farmi capire, visto che di lei non hai mai scritto nulla, che non ti piace :))
    Tornando a noi, no fannì perché, esclusa la chiusura, non è da reading party questo post 😉

  3. Va bene, mi costringi a essere sincera…in effetti fossi in te non punterei su questo per un eventuale reading party. Anche perché ricordo un certo Freud, un racconto lunghissimo che credo tu abbia tolto da questo contesto e altre cose che ti rendono merito. Ma se sono stata insincera è solo perché ti ho sentito demotivato e non hai motivo d’esserlo. Del resto so anche che tu un post del genere lo scrivi di getto in cinque minuti.
    p.s. e oggi chi si è svegliato per primo, tu o il Sole? 🙂

  4. Quanto a madame Nothomb, leggendo l’incipit compreresti il suo libro?
    “Il negoziante di stoffe vide passare uno stormo di bianche gru americane. Ammirato dalla loro bellezza, pensò che sarebbe stato un sogno scoprire un tessuto splendido come il loro piumaggio.

    Tornato nella sua bottega, ricevette la visita di una cliente misteriosa. Era una fanciulla di una bellezza incomparabile. Aveva lunghi capelli neri e lisci, la pelle di un biancore luminoso, la punta delle labbra dipinta di rosso alla maniera delle donne di alto lignaggio. La sua nobiltà trovava conferma nelle maniche del kimono, che arrivavano fino a terra. L’indumento in questione ostentava il bianco raro delle famiglie altolocate.”
    Analisi:
    “ammirato”, è scolastico.
    “tessuto splendido come il loro piumaggio.”, scolastico e retorico. Da poesia a buon mercato.
    “Aveva lunghi capelli neri e lisci, la pelle di un biancore luminoso”, mi arrendo, nessun guizzo, niente che possa spingermi a proseguire. E non sto neppure pensando al mio amore, mi bastano Giartosio e Giacopini o Vasta e Trevi per ricordare che non posso sprecare il mio tempo.

  5. Anche stamattina mi sono svegliato prima io. Doccia, e sono uscito senza nemmeno accendere il pc. Peccato, leggerti mi avrebbe messo di buon umore perché a me non serve leggere l’incipit. Quando voglio sapere se un libro vale o meno, non devo nemmeno chiederlo alla mia Alexa/Fannì, mi basta fare il nome dell’autore e guardare la tua espressione o, se non posso guardarti in viso, contare i secondi del tuo silenzio :)))
    Comunque, ci avevo azzeccato.
    Da un comunque all’altro, sul mio blog c’è la casella “cerca”. L’ho messa per me che ho una memoria che funziona a cazzo di cane. Se scrivi “freud” oppure “divani”, troverai quel post, così come se scrivi “giardino” o anche “fannì” o altro… funziona così 🙂

  6. 🙂 allora…qui ho saltato una e congiunzione:
    “Anche perché ricordo un certo Freud, un racconto lunghissimo che credo tu abbia tolto da questo contesto e altre cose che ti rendono merito.” Nelle intenzioni volevo scrivere “e un racconto lunghissimo”. Freud so come trovarlo, ma quel racconto cui alludo credo non ci sia più perché mi dicesti che lo avresti lasciato “pro tempore”. Anche la mia memoria non è un granché, ma di questo sono certa.

  7. Ah, quando vengono meno le congiunzioni eheh… c’è anche quello (Rewind). Ricordavi bene, ma non l’ho più tolto.

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