Quando amiamo una figura lontana, la sua assenza diventa sorgente del dire; lo sanno bene i poeti, dai provenzali ai contemporanei, che nei loro versi accolgono la lingua del desiderio, fatta di sospiri e malinconiche attese, ma anche di promesse volte a vincere l’ostacolo della lontananza.
Noi che abitiamo il qui, e non abbiamo nome e cognome, siamo sottratti a ogni divenire, figure sublimate dall’incorporeità e talvolta da una menzogna di troppo.
Io abito la Possibilità.
Una casa più bella della prosa,
con molte più finestre,
superiore, quanto a porte.
Ha stanze che somigliano ai cedri,
un solo sguardo non le può cogliere.
E ha per tetto eterno
la volta del cielo.
I visitatori: i più preziosi.
La mia occupazione:
spalancare queste mani sottili
e raccogliervi il Paradiso.
Emily Dickinson
Buongiorno Hypo! …
Bonjour Bel ami
Merci Madame, te l’avrei voluta dedicare io più in là (ma come sempre tu sai e mi anticipi) 🙂
Ho i super-poteri, io! hahahah
ora, al di là della canzonetta, hai una sensibilità spiccata (forse eccessiva talvolta) in questo senso “sai” …
Vero, ciò che spesso mi guida è la sensibilità e non l’intelligenza, e non dico tanto per…
ho sempre pensato che cultura e intelligenza, che tui hai in abbondanza e per le quali ti ammiro, siano nulla senza una pari sensibilità …
Mi era sfuggito questo commento, grazie Nemo 🙂
Bungiorno, Hypo! …
(ieri abbiamo scritto tanto)
lascia un commento da me così domani potrai avere ancora una scusa
per ritornare da me
Vero, ieri abbiamo scritto tanto, è un male? il brano di oggi è quello che è, gradevole, ma mi piace perché ha sonorità anni ’80
“L’alto mare” della Berté è una benedizione…fuori da quel contesto ritrovarsi in alto mare non è auspicabile 🙂
mi piaceva quel: Navighiamo già da un po’ – Bene o male non lo so …
Ah saperlo! bisogna sempre vivere tutto fino in fondo per scoprire di aver fatto la scelta giusta o almeno, in caso di esito negativo, che ne sia valsa la pena.
No, non è un male scrivere tanto. Mi piace. Cerco solo di avere una misura per non diventare una tua “presenza ingombrante” 🙂
Tranquillo, se dovessi diventare una presenza ingombrante te lo farei capire 🙂
e giù mazzate 🙂
Questo brano mi perseguita (piacevolmente). In auto mentre andavo e tornavo dalle Marche, e dappertutto in heavy rotation. Mercì.
Pas de quoi.
sto a fa’ ‘n casino coi commenti! è il mio ordine? la pianto … 🙂
È probabile che sia io a incasinare la “consecutio dei commenti”, fidati 🙂
vedi che effetto mi fai! tu sovverti mon esprit analytique 🙂
Io possiedo solo l’esprit de finesse.
che adoro!
“e giù mazzate”, no, più elegantemente mutismo a oltranza 🙂
parli di mutismo (o silenzio) ammè?
Attè sì, perché?
H: Ah saperlo! bisogna sempre vivere tutto fino in fondo per scoprire di aver fatto la scelta giusta o almeno, in caso di esito negativo, che ne sia valsa la pena.
N: Conosci la mia risposta.
No, non la conosco, davvero…quale sarebbe?
tra le righe di ciò che ho scritto in privato …
Non lo ricordo, riscrivimelo in privato.
un attimo, mi par di capire non ti sia arrivato ieri un messaggio, in privato?
Infatti è così
caffè?
Talvolta, o forse spesso, la pienezza di significato del vivere la si trova nei piccoli gesti, nei dettagli solo all’apparenza insignificanti, nell’attimo colto appena prima del suo trascolorare. E accade che gli interrogativi protratti si tacciono. Grazie per il caffè, per la musica, per tutto.
Grazie a te di esistere. (Non è retorica)