Custode della terra

Indiani Sioux, il giorno della memoria per il massacro di Wounded Knee - Famiglia Cristiana

N. Scott Momaday, considerato elemento di spicco della Native American Renaissance, nel suo ultimo libro Custode della terra ci consegna un messaggio chiarissimo: mai dare per scontato quello che ci circonda, e fare in modo di tramandare tutto quello che abbiamo avuto. Impossibile non concordare. Del resto, se avessimo tenuto a mente quello che i nostri avi ci hanno tramandato, non avremmo neppure bisogno degli appelli di un nativo di etnia Kiowa. Sarebbe bastato lasciare in circolo la saggezza.

Alcune riflessioni tratte da Custode della terra

Sono un anziano, e custodisco la terra. Da ragazzo iniziai a essere consapevole della bellezza del mondo in cui vivevo. Era un mondo di colori intensi – canyon scarlatti e mese turchine, distese verdi e sabbie giallo-ocra, nuvole argentee, montagne che cambiavano dal nero all’antracite, dal porpora al grigio ferro. Era un mondo di enormi distanze. Il cielo era così profondo da non avere confini, e l’aria era attraversata da uno sfavillio di luce. Era un mondo in cui io ero vivo con tutto me stesso. Anche allora sapevo che mi apparteneva e che lo avrei custodito per sempre nel cuore“.

Quando i nostri passi ricadono sulla terra sentiamo il fremito della vita sotto di noi, la terra sente il battito dei nostri cuori, e diventiamo tutt’uno. Non dobbiamo recidere noi stessi dalla terra. Dobbiamo intonare un canto al nostro essere, e danzare a tempo con i ritmi della terra. Dobbiamo custodire la terra“.

L’albero sembrava morto. Ma molto tempo dopo sul tronco carbonizzato comparve il verde di un esile ramoscello, e poi la vita nascosta dell’albero eruppe in un centinaio di foglie. Fu una cosa prodigiosa e io nel vederla piansi. Penso che la terra infuse nell’albero la sua irrefrenabile forza. Come possiamo non esserne grati?“.

Il crepuscolo scende sul tardo pomeriggio. Un tramonto fiammeggiante ha ceduto a un cielo d’argento antico che s’abbruna, i profili del paesaggio si ammorbidiscono e a malapena mandano un bagliore. È la fine dell’estate, c’è un tremito su foglie ed erba nella luce che affievolisce. A una vaga distanza un coyote si muove come la lenta ombra di un falco che si libra sulla lunga pianura. La terra riposa“.

A sinistra: N. Scott Momaday; a destra la madre Mayme Natachee Scott Momaday

Custode della terraultima modifica: 2023-05-14T17:38:34+02:00da hyponoia

Un pensiero riguardo “Custode della terra”

  1. la spiritualità che hanno gli indiani nn la si ritrova facilmente in altre razze.
    Il rispetto verso la terra e a tutto ciò che il buon Dio ci ha creato da loro è rispettato, non so se noi “uomini moderni ” facciamo lo stesso.
    Avremmo molto da imparare ma consideriamo loro “selvaggi” e noi “civili” , in questo modo nn credo che riusciremo a fare qualcosa.

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.