Favoloso Calvino

Alle Scuderie del Quirinale la mostra "Favoloso Calvino"

Tullio Pericoli, Ritratto di Italo Calvino, 2012

Una mostra, alle Scuderie del Quirinale, ripercorre l’universo immaginifico di Italo Calvino nel centenario della nascita, passando al setaccio lo stretto rapporto della sua scrittura con le arti visive, non di rado associate alla genesi delle sue opere.

Quando la letteratura incontra l'arte. Cento anni di Italo Calvino alle Scuderie del Quirinale - Roma - Arte.it

Illustrazione di Lele Luzzati per L’Uccel Belvedere, 1972

Favoloso Calvino”: i cento anni dello scrittore alle Scuderie del Quirinale

Pedro Cano, Fedora, ispirato a Le città invisibili, 2005

Vittore Carpaccio, San Giorgio che uccide il drago e quattro scene del suo martirio, 1516

Luigi Serafini, Pagina del Codex Seraphinianus, 1977,

(libro amatissimo da Calvino)

Mario Monge, Italo Calvino bateleur, 1973

(lo scrittore è fotografato nella posa del Bagatto dei tarocchi)

Nelle Città invisibili non si trovano città riconoscibili. Sono tutte città inventate; le ho chiamate ognuna con un nome di donna; il libro è fatto di brevi capitoli, ognuno dei quali dovrebbe offrire uno spunto di riflessione che vale per ogni città o per la città in generale.

Il libro è nato un pezzetto per volta, a intervalli anche lunghi, come poesie che mettevo sulla carta, seguendo le più varie ispirazioni. Io nello scrivere vado a serie: tengo tante cartelle dove metto le pagine che mi capita di scrivere, secondo le idee che mi girano per la testa, oppure soltanto appunti di cose che vorrei scrivere. Ho una cartella per gli oggetti, una cartella per gli animali, una per le persone, una cartella per i personaggi storici e un’altra per gli eroi della mitologia; ho una cartella sulle quattro stagioni e una sui cinque sensi; in una raccolgo pagine sulle città e i paesaggi della mia vita e in un’altra città immaginarie, fuori dallo spazio e dal tempo. Quando una cartella comincia a riempirsi di fogli, comincio a pensare al libro che ne posso tirar fuori”.

[…]

Che cosa è oggi la città, per noi? Penso d’aver scritto qualcosa come un ultimo poema d’amore alle città, nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città. Forse stiamo avvicinandoci a un momento di crisi della vita urbana, e Le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili. Oggi si parla con eguale insistenza della distruzione dell’ambiente naturale quanto della fragilità dei grandi sistemi tecnologici che può produrre guasti a catena, paralizzando metropoli intere. La crisi della città troppo grande è l’altra faccia della crisi della natura. L’immagine della «megalopoli», la città continua, uniforme, che va coprendo il mondo, domina anche il mio libro. Ma libri che profetizzano catastrofi e apocalissi ce ne sono già tanti; scriverne un altro sarebbe pleonastico, e non rientra nel mio temperamento, oltretutto. Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che potranno valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi. Il mio libro s’apre e si chiude su immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici”.

Italo Calvino, Le città invisibili

Favoloso Calvinoultima modifica: 2023-10-22T12:28:01+02:00da hyponoia

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