Le vite di Edie Pritchard

Montana 1948' by Larry Watson a Brief Synopsis - English Tutor LessonsEnglish Tutor Lessons

Con i saggi è un po’ diverso, ma quando intraprendi la lettura di un romanzo sai già che scoprirai o riscoprirai qualcosa di te. Ad  esempio, attraverso Le vite di Edie Pritchard ho riportato a galla un’infatuazione mai consumata, perché mio cognato, che aveva a cuore la sacralità dei legami famigliari, non avrebbe neppure sfiorato la fidanzata del fratello, per quanto ne fosse attratto. Io fui codarda quanto basta per mantenere lo status quo, ma quando la situazione cominciò a farsi stringente e l’altare assunse connotati precisi, mollai tutto e cambiai città. Non li ho più visti.

Montana. Edie e il cognato Roy sono in auto, destinazione Bentrock. Dean, il marito, è rimasto a casa.

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Roy prende un pacchetto di Camel dalla tasca della sua camicia bianca e si porta una sigaretta alle labbra. Offre il pacchetto a Edie, poi lo ritrae.

“Dimenticavo. Non fumi.”

Spinge l’accendisigari. Un attimo dopo questo scatta fuori, e lui preme le sue spire luminose sulla punta della sigaretta. Inspira profondamente e quando espira, il vento spinge la nuvola di fumo fuori dal finestrino.

“Non hai vizi, Edie?”

“Sai che è meglio non chiedermelo.”

Roy gira la testa verso di lei e con il dito traccia lentamente nell’aria la lunghezza della gamba nuda di Edie.

“Spiegami una cosa” dice. “Come fai ad abbronzarti così tanto lavorando in banca tutto il giorno?”

Edie abbassa rapidamente entrambi i piedi a terra e dice:

“C’è una sedia pieghevole che abbiamo sistemato sul retro dell’edificio. Durante le pause e all’ora di pranzo, mi siedo lì dietro. Ed esco nei fine settimana, naturalmente.”

“Non immaginavo si potesse prendere così tanto sole in quel vicolo.”

Roy stringe la sigaretta fra le labbra e allunga entrambe le braccia.

“Io invece sono come una bistecca cotta su un solo lato.”

L’auto si sposta sopra la linea di mezzeria ed Edie fa per afferrare il volante, ma Roy l’anticipa.

“Le uniche volte in cui lascio il negozio” dice, “è per salire in auto; e così un braccio pende dal finestrino e si abbronza mentre l’altro non prende affatto il sole.”

L’unica altra auto visibile su quel tratto di statale si trova almeno un paio di chilometri più avanti, e poi svanisce, imboccando la prima di una serie di collinette, ognuna legata all’altra da una stretta striscia scura di pioppi neri americani o querce.

“Beh” dice Roy, “devi sicuramente tenere la gonna ben sollevata per prendere così tanto sole.”

Si sporge in avanti per guardarla.

“E forse anche sbottonarti un po’ la camicetta.”

Lei non risponde.

“Certo con quelle minigonne che hai iniziato a indossare…”

“Per l’amor di Dio, Roy! Non possiamo avere una conversazione normale?”

Roy sorride, il sorriso di un uomo fiducioso nel suo potere di rimediare a un errore o sedurre.

“Ma certo, Edie. Di cosa volevi parlare?”

Ma lei non dice niente al cognato e volta la testa dall’altra parte. Conosce donne a cui i mariti non permetterebbero mai di salire in auto con Roy Linderman. Ma non Dean. No, non Dean.

[…]

Dean si sdraia vicino al bordo del letto. Alza le ginocchia fino alla vita. Mentre stomaco e intestino fanno su e giù, tormentandolo, le sue labbra disegnano una linea tesa e lui si copre gli occhi con la mano.

Ma niente può impedire a quei pensieri di farsi strada nella sua testa. Non è mai stato quello che si potrebbe definire un uomo sicuro di sé o smaliziato, è una delle tante cose per cui lui e Roy sono così diversi; ma ultimamente quasi tutto può innescare una nuova ondata di incertezza nella sua esistenza. Questa mattina ha avuto un attacco di vomito subito dopo la partenza di Edie, e non sa a che cosa sia dovuto, se sia un vero malanno o se a scatenarlo sia stato il rumore della portiera dell’auto che sbatteva, mentre sua moglie saliva in macchina con il fratello.

[…]

Roy si appoggia allo schienale della sedia e, per un lungo momento, rimane in silenzio a fissare Edie. Da un altro angolo del ristorante arriva il boato della risata di un uomo. Coltelli e forchette stridono e tintinnano sui piatti della cena. L’odore di whisky, di fumo di sigaro, di carne carbonizzata aleggia nell’ombra. Un sabato sera a Bentrock.

“Chiunque ci veda qui insieme” dice Roy, “darebbe per scontato che siamo una coppia. “

“Ma non lo siamo.”

“Avremmo potuto esserlo, Edie. Se avessi lasciato che le cose andassero avanti ancora per un po’. Volevamo entrambi che succedesse qualcosa di più, non credi? E a quel punto saremmo stati io e te. Non pensi che abbia ragione?”

“Smettila Roy. Per favore. Semplicemente, dacci un taglio.”

Larry Watson, Le vite di Edie Pritchard

Le vite di Edie Pritchardultima modifica: 2024-01-25T12:46:13+01:00da hyponoia

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