Opere emotive

“Opere d’arte funzionalmente emotive”, stando alla definizione che ne dà l’autrice, Luna Ikuta. Il procedimento seguito è piuttosto semplice: estrae la clorofilla dalle piante, le immerge in acqua e le trasforma in creazioni digitali.

Indicate per chi ha una certa dimestichezza col pensiero dell’impermanenza, ovvero con la zona grigia che divide la vita dalla morte. Per tutti gli altri, meglio un bel mazzo di girasoli.

Opere emotiveultima modifica: 2022-03-31T12:31:08+02:00da hyponoia

4 pensieri riguardo “Opere emotive”

  1. È sempre curioso vedere la descrizione di un processo artistico.
    Pur d’esser alternativi… di distinguersi dal puro desiderio d’impugnare un pennello o uno scalpello… per chi riesce a impugnarli, con la consapevolezza di essere non un cercatore di oro, ma un cercatore di piacere… si ci lancia in vere e proprie seghe mentali. Si facessero quelle carnali, forse e di forse, riescono a ritravere il gusto di creare, di sporcarsi le mani di colore o polvere…
    KINGS

    1. Posso esser nei toni e anche nei contenuti un pò anarchico, quando si parla d’arte, quindi spero mi perdonerai se a volte esagero.
      Sono un addetto ai lavori ed ho visto evolvere il processo creativo, sconfinando in quel valore che mi spegne la comprensione, il valore che trovo, nell’industria e nella catena di montaggio.
      Magari qui in questa artista, sbaglio nell’esser categorico, lo ammetto, l’idea c’è, ed è tutto sommato artistica.
      Ma aver visto la creazione aristica, il processo creativo, ridotto ad una serie di bit, mi lascia un vuoto.
      Ho visto creare artisti come Guccione e apprendere da loro, scindere quelle lezioni, dall’arte d’oggi, mi è ostico a volte.
      Buona giornata 🙂
      Kings

I commenti sono chiusi