Quello che (non) siamo

RimelNeffati2

Quando amiamo una figura lontana, la sua assenza diventa sorgente del dire; lo sanno bene i poeti, dai provenzali ai contemporanei, che nei loro versi accolgono la lingua del desiderio, fatta di sospiri e malinconiche attese, ma anche di promesse volte a vincere l’ostacolo della lontananza.

Noi che abitiamo il qui, e non abbiamo nome e cognome, siamo sottratti a ogni divenire, figure sublimate dall’incorporeità e talvolta da una menzogna di troppo.

Io abito la Possibilità.

Una casa più bella della prosa,

con molte più finestre,

superiore, quanto a porte.

Ha stanze che somigliano ai cedri,

un solo sguardo non le può cogliere.

E ha per tetto eterno

la volta del cielo.

I visitatori: i più preziosi.

La mia occupazione:

spalancare queste mani sottili

e raccogliervi il Paradiso.

Emily Dickinson

Quello che (non) siamoultima modifica: 2019-05-01T10:41:36+02:00da hyponoia

36 pensieri riguardo “Quello che (non) siamo”

          1. ora, al di là della canzonetta, hai una sensibilità spiccata (forse eccessiva talvolta) in questo senso “sai” …

    1. ho sempre pensato che cultura e intelligenza, che tui hai in abbondanza e per le quali ti ammiro, siano nulla senza una pari sensibilità …

    1. Vero, ieri abbiamo scritto tanto, è un male? il brano di oggi è quello che è, gradevole, ma mi piace perché ha sonorità anni ’80

      1. “L’alto mare” della Berté è una benedizione…fuori da quel contesto ritrovarsi in alto mare non è auspicabile 🙂

          1. Ah saperlo! bisogna sempre vivere tutto fino in fondo per scoprire di aver fatto la scelta giusta o almeno, in caso di esito negativo, che ne sia valsa la pena.

      2. No, non è un male scrivere tanto. Mi piace. Cerco solo di avere una misura per non diventare una tua “presenza ingombrante” 🙂

    2. Questo brano mi perseguita (piacevolmente). In auto mentre andavo e tornavo dalle Marche, e dappertutto in heavy rotation. Mercì.

  1. H: Ah saperlo! bisogna sempre vivere tutto fino in fondo per scoprire di aver fatto la scelta giusta o almeno, in caso di esito negativo, che ne sia valsa la pena.
    N: Conosci la mia risposta.

      1. Talvolta, o forse spesso, la pienezza di significato del vivere la si trova nei piccoli gesti, nei dettagli solo all’apparenza insignificanti, nell’attimo colto appena prima del suo trascolorare. E accade che gli interrogativi protratti si tacciono. Grazie per il caffè, per la musica, per tutto.

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