Lontano dagli occhi lontano dal cuore? Probabilmente sì, ma solo per coloro che possono brindare al raziocinio. Non così per Anne che volontariamente si allontana dall’uomo che ama, e lascia che il destino la irrigidisca su quella posizione per otto anni. Quando però Frederick riappare ogni cosa torna al suo posto, ed è come se entrambi avessero fatto otto passi in direzioni opposte e otto passi a convergere.
È così che va quando le leggi dell’amore intersecano l’asimmetria della vita: la sospensione temporale corteggia la gioia futura, e poi scuce i punti di sospensione.
«Mezzo minuto più tardi i due camminano faccia a faccia, scambiando le parole necessarie a dirigere i loro passi verso il tranquillo e appartato vialetto di ghiaia, dove la conversazione avrebbe reso benedetta quell’ora, e degna di quell’eternità che, in futuro, il ricordo dei loro momenti più felici avrebbe loro concesso. Qui allora si scambiano di nuovo quei sentimenti e quelle promesse che un tempo erano parsi definitivi e che invece erano stati seguiti da tanti e tanti anni di separazione e di estraneità. Si immergono di nuovo nel passato, forse ancora più squisitamente felici in questo ritrovarsi di quanto vi si erano sentiti la prima volta: più teneri, più provati dalla vita, più consapevoli di conoscersi da vicino, più sicuri della sincerità e dell’affetto, più pronti all’azione, più giustificati nel comportamento».
Jane Austen, Persuasione