La sposa perfetta

Resta dove sei

Non essere, ti prego, clandestina

o miliziana o santa o disertora

non essere, sii cara, in abito da sera

o nei capricci della nuova moda

e né in Africa o in Atlantide, non cercare

l’oro e la corona e non vendere

ciò che ti appartiene, cerca di essere (è il

compito più arduo, e te lo chiedo)

esattamente quella che sei, così distante

dal cielo e dalla terra, così compenetrata

in ciò che anche noi vediamo. E cerca

di pensare (è la più alta delle filosofie)

a quello che normalmente pensi, al pane

da comprare o alle infinite casualità

del tuo apparire. E sopratutto (te lo chiedo?)

resta dove sei così che io, a volte, possa

incontrarti, e se mi vedi, sii buona, salutami.

P.S. Sta a te decidere, adesso, se questa sia o non sia una poesia d’amore.

Luigi Aliprandi (dalla raccolta La sposa perfetta)

Questo è un amore che trova nell’assenza dell’amata la sua ragion d’essere. Ma l’assenza non è per il poeta disperante, tutt’altro. Lo struggimento latente disvela, a ben guardare, un’accettazione dello stato delle cose che attiene alla levità. Perché l’amore, a volte, è anche questo: una fede laica.

Ada Negri, o della poesia dimenticata

Non è annoverata tra i grandi, Ada Negri, eppure qualcosa di buono si può trovare nella sua produzione. Basterebbe leggere senza pregiudizi. Ma nel suo caso non è facile perché, se ci si affidasse alle ricerche in rete, si scoprirebbe che i critici o l’hanno stroncata o l’hanno ignorata, anche se in vita godé di buona reputazione. Comunque, alla persona avvezza alla malinconia o al tanto vituperato rimpianto, la poesia che segue non dovrebbe dispiacere. A me incanta. E c’entra il vissuto e un posto che non ho più.

Commiato

Un giorno ancora; poi

ti lascerò, giardino altrui che dolce

d’ombre mi fosti e di silenzio. Piovve

stamane: odor di bosso

e di terra bagnata intride l’aria:

si sfogliano le rose, e il fior d’ibisco

nel vapor grigio più vermiglio splende.

Un giorno ancora: poi

vivo non mi sarai che nella memoria.

Così potessi averla

(ma troppo tardi, e troppo bello il sogno)

potessi averla, una remota casa

fra i campi, che sia mia, di me soltanto:

e anch’essa abbia un giardino

che tutto odori di mortella quando

cessi la pioggia, e di sfogliate rose.

Dedicato agli innamorati

Ecco lo spazio magico in cui niente si è detto
ma il senso affiora da nebbie di preistoria.
Dormiamo in case lontane chilometri
ma i nostri sogni si congiungono in alto.
È così perfetta l’attesa (o l’intesa)
che sarà peccato trasformarla in parole.
Dovremmo preferire alla vita il silenzio
anche se questo silenzio è quintessenza della vita?
Maria Luisa Spaziani
Non è possibile che mente umana concepisca un rovello simile. A meno che non vi sia di mezzo l’amore. Già, l’amore. Che non va mai in vacanza e d’estate fa gli straordinari. Ma non necessariamente in spiaggia: gli innamorati li incontri nei centri commerciali, negli aeroporti, nei cinema all’aperto. Ammantati d’eternità, stentano a riconoscersi nei clichés che hanno fatto la fortuna di tante commedie romantiche; e tuttavia di notte, senza rendersene conto, come nella più classica delle iconografie, restano in balia dell’occhieggiare supplice delle stelle. Alle quali torneranno di giorno in cerca delle simmetrie d’amore sottratte all’alba al divenire.