Mrs Ramsay sapeva bene come creare armonia tra le persone, persino tra quelle che avresti detto dissonanti. Quando aveva ospiti per cena, si adoperava affinché ciascuno si sentisse a proprio agio, meglio ancora considerato; era solita avviare la conversazione partendo dallo stile mondano per poi cedere via via a una maggiore spontaneità del colloquio e delle risate.
Nessuno immaginava che la signora Ramsay, subito prima che la cena avesse inizio, avvertiva il bisogno di rifugiarsi nel “cuneo di tenebra” in cerca di quiete; quel turbamento, in tutto simile a una malinconia ristoratrice, copriva lo stesso spazio temporale di un petalo di rosa che precipita al suolo: presto si riscuoteva e tutto finiva per srotolarsi come da lei auspicato. Una volta, muta ormai la sala, accadde che:
“Col piede sulla soglia sostò un altro momento in quella scena, che mentre la guardava già svaniva e, appena si mosse (…), cambiò, prese un’altra forma: era già diventata, lo capì dandosi un ultimo sguardo alle spalle, il passato“.
Mrs Ramsay è la stessa che un giorno andò in gita al faro. Per saperne di più chiedere a Virginia Woolf.