La temperatura e l’umidità dell’aria aiuteranno a far fronte al coronavirus

Gli scienziati della Yale University classificano il coronavirus SARS-CoV-2 come un virus stagionale e ritengono che il controllo della temperatura e dell’umidità interna possa ridurre il rischio di infezione.

I ricercatori sottolineano che i virus respiratori in relazione alle loro epidemie stagionali possono essere suddivisi in tre gruppi principali:

  • virus invernali, il cui picco si verifica in inverno: virus influenzale, coronavirus, virus respiratorio sinciziale (RSV);

  • virus per tutto l’anno che vengono rilevati durante tutto l’anno: adenovirus, bocavirus, metapneumovirus, rinovirus e virus parainfluenzali (diversi tipi di virus parainfluenzali vengono rilevati più spesso in autunno o in primavera in estate);

  • virus estivi, la cui prevalenza aumenta in estate: alcuni enterovirus.

Inoltre, è interessante notare che i picchi dei virus invernali di solito non si sovrappongono. Così, nel 2009, il rinovirus ha causato un arresto nella diffusione della pandemia di influenza suina in Europa.

La ricerca mostra anche che la temperatura e l’umidità influenzano l’attività delle proteine virali di superficie e la membrana lipidica delle cellule. Pertanto, è noto che i virus dell’influenza sono più vitali a un’umidità relativa troppo alta (più del 60%) e troppo bassa (meno del 40%), mentre a un’umidità dal 40 al 60%, ad esempio, i virus dell’influenza in gocce sono inattivato.

Durante gli esperimenti, gli scienziati hanno utilizzato speciali camere aerosol con una determinata temperatura e umidità. Le osservazioni hanno dimostrato che i virus invernali sono più stabili a bassa umidità relativa (20-50%). Allo stesso tempo, la stabilità dei virus estivi e per tutto l’anno aumenta con un’umidità relativa elevata (80%).

Studi su animali da laboratorio hanno anche mostrato un cambiamento nel tasso di trasmissione dei virus tra individui a seconda dell’umidità dell’aria. Anche la temperatura gioca un ruolo importante. La diffusione dei virus è stata più efficiente a 5°C rispetto a una temperatura dell’aria di 20°C. In generale, a una temperatura di 22-24°C, confortevole per l’uomo, e un’umidità relativa del 40-60%, il 77,5% dei topi è sopravvissuto all’esposizione al virus aereo. Allo stesso tempo, tutti i topi sono morti al 23% di umidità.

Gli scienziati spiegano i risultati ottenuti dal cambiamento della clearance mucociliare in base alla temperatura e all’umidità: questo è il processo di rimozione del segreto prodotto nel tratto respiratorio, nonché il grado di stabilità delle particelle virali.

Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 appartiene al gruppo dei virus invernali. Ciò significa che mantenere un certo livello di umidità e temperatura nella stanza consente di ridurne la diffusione e ridurre i rischi di infezione. Questo ci permette anche di sperare che con il riscaldamento e l’arrivo della primavera la pandemia diminuisca, almeno per cause naturali.

Gli scienziati sottolineano che la loro ricerca riguarda la diffusione del virus sotto forma di aerosol. E il lavaggio delle mani e il distanziamento sociale rimangono ancora per combattere la trasmissione per contatto del virus.

La temperatura e l’umidità dell’aria aiuteranno a far fronte al coronavirusultima modifica: 2023-01-15T23:48:54+01:00da anetta007

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