Gli scienziati della University of California School of Medicine di San Diego riferiscono di aver trovato la chiave per controllare la formazione della fibrosi epatica, una grave patologia che si sviluppa con l’epatite e l’abuso cronico di alcol.

La fibrosi epatica è il risultato dell’accumulo di collagene nell’organo e della formazione di tessuto cicatriziale. Si scopre che questi processi possono essere controllati manipolando le cellule di Ito, le cellule stellate del fegato.

Le cellule di Ito possono esistere in una delle tre forme:

• il cosiddetto ingenuo – nelle persone sane (immagazzinano vitamina A e mantengono la normale funzionalità epatica);

• attivato – nelle persone con malattie del fegato (sono loro che iniziano a produrre collagene, che alla fine porta alla fibrosi);

• inattivato – nelle persone che si sono riprese dalla fibrosi epatica.

Si è scoperto che i topi (come gli esseri umani) hanno un interruttore cellulare che consente di attivare o inibire (inibire) specifici fattori di trascrizione – molecole che “accendono” o “spengono” i geni. Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che la sostanza rosiglitazone stimola uno di questi fattori di trascrizione PPARy e consente non solo di interrompere la produzione di collagene, ma anche di avviare il processo di regressione (scomparsa) delle cicatrici fibrose.

In studi futuri, gli scienziati hanno in programma di continuare a sviluppare farmaci in grado di fermare la fibrosi epatica e persino di invertirla.