#testdrive: #AlpineA110 GT aggressiva ma morbida gran turismo sportiva

A Nordest nonostante le reiterate proposte #mancaancoraunautodromo

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Così facciamo un passaggio ‘a norma’ a Canebola altare del Rallysmo internazionale

Muris, il ‘muro’ dei ciclisti, lo è anche per gli automobilisti. Una vecchia utilitaria avrebbe stentato a superare le rampe strette e a ripartire dai tornanti più ripidi. La nostra Alpine A110 GT lo ha fatto con potenza ed eleganza portandoci come una gran turismo ad ammirare la valle del Tagliamento, dove la montagna incontra la pianura, dal Monte di Muris. L’Alpine ha utilizzato i 292 CV con una coppia da Super car senza deludere, aggressiva sotto controllo, come avrebbe fatto la sua ‘nonna’ dotata di un propulsore di vecchia generazione con una potenza che sarebbe stata la metà di quella erogata dal motore dell’auto del nostro test drive. Ma, soprattutto, l’equilibrato mix tra ‘telaio’, oggi scocca, assetto e motore, consente all’A110 moderna di dare il meglio anche nelle condizioni particolari. Ovvero, spesso si sostituisce al driver per consentire ad Alpine A110 GT di rispondere in modo appropriato alle aspettative anche di un conducente non preparato alla guida sportiva. Ciò non significa che sia impossibile guidare la sportiva francese come un’auto da ‘turismo’. Ma ci manca ancora un passaggio. Ricordate? Sul volante sportivo, arredo significativo di interni eleganti e di alto livello ancorché spartani per ridurre il peso della vettura, sotto alla razza di destra c’è

un tasto rosso, ben evidente, con scritto TRACK. A che cosa serve?

L’assioma con il significato della traduzione del vocabolo è intuitivo, senza che ci sia bisogno di ricorrere alla ricerca: riguarda la trazione. Perché il pulsante è di color rosso fuoco? Perché disattiva buona parte dei controlli di trazione, ma anche perché l’utilizzo di un’auto come questa presuppone la conoscenza delle tecniche basilari e fondamentali per la guida. Soprattutto, considerando che l’Alpine A110 GT è a trazione posteriore. In casi come questo, con auto di potenza elevata, occorre saperla controllare in ogni condizione. Tale abilità è il frutto di capacità che sono innate nei driver di successo, ma possono essere implementate anche nell’automobilista consapevole che intenda saper affrontare le strade di ogni giorno in sicurezza, con la capacità di saper affrontare e superare ogni situazione anche utilizzando le super car. Ma ritorniamo a noi: il pulsante TRACK disattiva alcuni dei controlli per la sicurezza attiva della guida, in particolare quelli inerenti la trazione. Beh, non disponendo di un autodromo nelle vicinanze, anche se ancora negli anni ’80 sono stato tra i promotori di progetti concreti che ne prevedevano la costruzione a Bordano, ad Amaro, a Tolmezzo, ma furono sempre osteggiati perché additati come fonte di devianza sociale… (sig!), scegliamo uno dei percorsi classici del rallysmo internazionale:

 

 

 

 

 

 

 

Canebola. Qualcuno ricorderà che vi si cimentarono con le Alpine A110 di allora

Polese, Aguzzoni, Eliseo Stella, Pippo Barbetti. Un percorso in dolce ma continua salita, un misto senza tregua con brevi allunghi e curve cieche, da imparare a fondo

 

 

 

 

 

 

per recuperare tempo prezioso sugli avversari. Certo, per capire che cosa intendiamo davvero sarebbe stato necessario provare l’Alpine con il controllo di trazione ridotto dalla funzione TRACK in pista e sul bagnato. Ma l’obiettivo del nostro lavoro è quello di fornire ai lettori e ai follower le informazioni utili per un uso tradizionale dell’auto, non sportivo, anche se l’impiego più spinto è mirato a evidenziare le

 

 

 

 

 

 

criticità. Quindi, senza controllo di trazione, su un tracciato nervoso ma su una strada aperta al traffico, con il fondo asciutto perché in piena estate. dunque, nessuna imprudenza perché la possibilità di testare staccate e ripartenze, e soprattutto di arrivare a Canebola con una icona dello sport del volante è imperdibile. Tre, due, uno, via!

Scegliamo il cambio sequenziale a palette perché il tipo di percorso richiede un passaggio rapido

da una marcia all’altra e l’A110 GT ci conferma il perfetto equilibrio tra assetto, motore, superpotenza, rapporti del cambio. Riproviamo il tratto successivo con l’aiuto del cambio automatico, e le scelte dell’auto non smentiscono la sua fama perché grazie alla potenza non riescono a smorzare il nostro entusiasmo. Arrivati in cima ci ricordiamo i commenti delle interviste fatte per Autosprint, poi Rombo, ma prima ancora per Il Piccolo, l’Eco dello Sport, e ancora indietro Radio Alfanord, RAN stereo, Canale 49, RDF TV, Telefriuli, passando dalle prime emittenti private ‘pirata’, ma fino a un certo punto, degli anni ’70 e ’80, con le prime dirette in notturna della storia del motorismo, parallelamente a Radio Montecarlo, ai piloti di allora, da Munari a Verini, Pinto, Ballestrieri, Pasutti, più tardi Lupidi: commenti entusiasti su una strada tutta da guidare, a pochi km dalla città, per arrivare subito alla montagna friulana. finito il testdrive ritorniamo nella #Rivierafriulana con tappa all’Azienda agricola Lorenzonetto Cav. Guido, a Latisana. QUindi, la serata in mezzo alla campagna del Veneto orientale, a Casa Gioconda, a Sam Michele al Tagliamento. L’indomani, la giornata al mare, a #Lignanosabbiadoro, passando per il ristorante Da Miro, poi in serata Al Bancut. Un drink dissetante, alla Tavernetta Vitasana e poi il meritato riposo all’Hotel Salus.

#charlieinauto3/283         

#testdrive: L’Alpine A110 sostenibile è morbida e rassicurante anche montagna

La salita di Muris cara a Enzo Cainero patron friulano del Giro d’Italia

Una ‘posteriore’ con 292 CV gestibili anche in una PS storica

Cavalchiamo un sogno. Il sogno covato da molti appassionati del mondo dei motori, come dei cultori di un mondo delle corse che ha tracciato un solco indelebile nella storia dello sport. Salire a bordo di un’Alpine è un privilegio che pochi hanno avuto, visto il numero non elevato di queste vetture sportive che è stato prodotto. Come sono seguiti con ammirazione dagli appassionati di auto storiche i possessori degli esemplari di A110 degli anni ’60 e ’70 ancora circolanti. Salire a bordo dell’Alpine A110 GT, la reinterpretazione del sogno, rappresenta forse un’emozione ancor più marcata. Tanto che mentre la guidiamo proviamo un certo timore reverenziale nell’imporle i comandi. Un sentimento che svanisce poi quando possiamo gustare la comodità proposta del modello attuale, e possiamo pregustare le performance di

un motore turbocompresso di 1800 cc da 292 CV.

Beh, finora abbiamo scherzato… CI siamo limitati a provare la sostenibilità della nuova Alpine A110 GT, che ha mantenuto fede alle premesse, e nei trasferimenti si è rivelata un’auto da città, senza metterci in difficoltà, e parlo dei consumi, nemmeno in autostrada, ovvero nei ‘trasferimenti’. Eh sì, perché il taglio di questo nostro test-drive è rallystico. Quindi, scegliamo un primo campo di battaglia, uno scenario adeguato per mettere alla prova il contenuto sportivo dell’auto che sfrutta le esperienze corsaiole, su pista, di recente anche nei rally con la A110 R. Elettronica, assetto accuratamente studiato e controllato, ma trazione posteriore. Un mah?! Certo, perché un’auto con una potenza così importante, stradale e a trazione posteriore rappresenta un elemento non più usuale nel mondo dei rally come sulle strade di ogni giorno. Quale? Una strada essenziale, tecnica, stretta, con

rampe e ‘muri’ capaci di far rabbrividire i protagonisti del Giro d’Italia

ciclistico: il monte di Muris di Ragogna (Udine). mandiamo davanti a noi come apripista un’auto di amici necessaria per allertarci nel caso incrociamo altre auto, e attiviamo la funzione più performante per vedere subito di cosa si tratta. Anche con la funzione TRACK, che disattiva alcuni controlli, in realtà l’auto esegue fedelmente ciò che le è stato insegnato. Ovvero parte scaricando i suoi 390 Nm di coppia senza strafare. Anche nella ripartenza dai tornanti stretti e ripidi non vi fa rimpiangere di avere premuto a fondo sull’acceleratore, perché la situazione rimane sempre sotto controllo. Certo, tra un tornante e l’altro, tra le curve del misto è puro

divertimento, perché i quasi 300 CV si sentono tutti,

pur con la sensazione di avere sempre tutto sotto controllo. Contribuisce a questa sensazione positiva il cruscotto digitale, che imita quello analogico originario, ma che al centro dell’orologio principale mette in evidenza a caratteri cubitali le cifre corrispondenti alla marcia inserita. Certo, non abbiamo il tempo di verificare se lo strumento ci indica anche la marcia suggerita, ma è per questo che ci stiamo divertendo con il cambio sequenziale a palette al volante. La parte ciclistica dell’auto, inutile dirlo, risponde perfettamente alle aspettative. Mentre la trazione posteriore ci riporta a paradisi perduti, a sensazioni quasi d’altri tempi superate dall’elettronica, poi dalla trazione anteriore, quindi, quando le potenze erano divenute troppo esuberanti, dalla trazione 4×4, poi integrale e altro ancora.

Guidare un’auto a trazione posteriore con tanti CV, almeno qui in salita,

ci restituisce possibilità che avevamo dimenticato e il piacere di traiettorie e di un ritmo nella guida che diviene quasi una danza, caratterizzato da un ritmo morbido, anche aumentando il ritmo resta quasi una danza. Siamo già arrivati in cima. da qui, come avevamo apprezzato altre volte, il paesaggio sulla valle del Tagliamento è impagabile, mentre il motore della nostra A110 GT, che vi ricordo è centrale e vi si accede dall’abitacolo, non si è surriscaldato nonostante la performance, anche se breve come la salita, ma è rimasto sempre allo stesso livello di temperatura dell’olio e del liquido di raffreddamento, così come l’abitacolo è rimasto perfettamente climatizzato.

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#charlieinauto3/282   

#TESTDRIVE: #Alpine A110 GT agile anche in città

Un simbolo dell’auto sportiva da 282 CV e con 320 Nm di coppia

Icona vintage, abbiamo detto. Ma quella che stiamo provando è il risultato di oltre cinquant’anni di esperienza. Alpine dopo i successi al Montecarlo degli anni ’70 ha corso anche in pista, adottando e sviluppando le tecnologie più attuali. Così l’Alpine A 110 GT è il frutto di decenni di ricerca. Qual è il risultato? Consiste nel fatto che ne abbiamo scoperto una duplice personalità, quasi come accade per l’icona letteraria della doppia personalità: ‘Dott. Jackyl e Ms. Hyde.

Perché mi spingo ad affermare tanto?

Perché fin dal primo approccio, non facile per un over… 50 come me dato l’assetto piuttosto ribassato della berlinetta francese, una volta infilatomi nel pur comodo posto di guida mi sono trovato davanti a un bivio: dovevo scegliere se intraprendere il viaggio verso casa, sempre una parte importante del mio test drive, attivando cruise control e assistenti di guida vari e gustarmi il trasferimento ascoltando la bella musica dell’ottimo impianto Focal, o testare subito le sorprese di un’auto di 1100 kg di peso spinta da 292 CV (questa la potenza esatta letta sul libretto dell’auto in prova). La versatilità dell’Alpine ci darà modo di ottenere un primo approccio verso entrambe le opzioni. Anzi, cominciamo da quella cittadina. Penetrare fino nel cuore della metropoli lombardaIMG_2179IMG_2357IMG_2359IMG_2336IMG_2221IMG_2222Morandini Alpine Renault A 110IMG_2148, pur pagando, non

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

essendo una vettura ibrida o elettrica, la gabella della Zona C, nonostante ciò che mi sarei atteso dal primo approccio considerato il volante apparentemente rigido nella risposta e l’assetto sportivo, è invece stato semplice quasi come guidare una  city car. A parte l’esigenza di fare l’abitudine a vedere gli altri mezzi piuttosto dal basso, tram compresi, l’A110 GT è molto maneggevole, docile, reattiva al punto giusto quando serve un rapido cambio di corsia. Anche nel parcheggio è facile, perché ci assiste la realistica rappresentazione delle immagini posteriori che la telecamera trasmette al display centrale, con l’indicazione della direzione ottimale e i sensori di preavviso degli ostacoli. Riprendiamo il viaggio verso l’autostrada.

L’Alpine si muove ‘scorrevole’ e trasmette anche a  bassa velocità

quel senso di sicurezza che la contraddistinguerà anche a velocità più sportive. Nela guida di trasferimento, l’orologio, virtuale, più piccolo tra i due principali che caratterizzano il cruscotto, che ci indica la marcia inserita e indica quella auspicata dalla centralina può essere utile, anche se teniamo le comode palette del cambio sequenziale al volante per la prova veloce. O meglio, magari proviamo a usarle ora. Ecco infatti avvicinarsi il casello dell’autostrada, l’unica occasione che ci si offre per testare la ripresa, o meglio visto che si tratterà della partenza da fermo dell’Alpine. La pista davanti a noi è libera, le corsie dopo al casello anche, così proviamo ad ‘aprire’ nella funzione Sport, che dà il massimo sfogo alla spinta del turbo. Premetto che questa funzione libera anche la valvola destinata a silenziare in parte il sound dello scarico. Ciò ci dà modo da subito di gustare la performance della A110: 292 CV e una coppia di 320 Nm da un motore di 1780 cc che agisce soltanto sulle ruote posteriori. Valori che si riflettono in un’accelerazione bruciante:

da 0 a 100 Km/h in 4”.

Vi lascio soltanto immaginare il sound che si può godere anche dall’interno nonostante la buona insonorizzazione della GT. Ora però lasciamo fare all’elettronica e viaggiamo in relax, perché, come dicevo in apertura, l’Alpine A110 GT così come è un’auto performante, allo stesso tempo, proprio perché GT, non ci risparmia il massimo confort nella guida normale, in piena sicurezza sapendo che è frutto delle ricerche effettuate per le gare su pista. Confort, anche nei consumi, che possono arrivare anche ai 5 l/100 km.

#charlieinauto3/281

#testdrive: Alpine A 110 GT è un’icona vintage tuttora capace di emozionare

Motore turbo di 1800 cc da 300

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CV: con coppia a 340 Nm va da 0 a 100 in 4”

Due posti secchi e poco spazio per i bagagli ma il motore a portata ottica

Chi ci aveva chiesto iniziare l’anno nuovo con effetti speciali sarà soddisfatto. Gli auguri di Buon anno nuovo da parte di #charlieinauto arrivano infatti a bordo della iconica Alpine A110, versione GT, l’intramontabile vetturetta francese che già negli anni ’70 si imponeva nel mondo dei rally vincendo a Montecarlo (1971-’73). Il peso di una vettura da pista, trazione posteriore, un motore con potenza e coppia da super car, e l’elettronica che la rende facile anche per chi non ha velleità corsaiole. Il suo stile che è accattivante, sportivo ma morbido, aggressivo ma rassicurante, la rende attraente

 

 

 

 

 

 

dalla prima uscita nello scorso millennio a oggi, quando è già disponibile la versione R. Noi siamo a bordo della GT, la Gran Turismo, la stradale più completa e adatta all’uso quotidiano, comunque essenziale: dalle alette parasole senza specchietti né luci di cortesia, all’assenza di maniglie interne a parte quelle essenziali per la chiusura delle portiere, al rivestimento delle portiere senza tasche, all’assenza del cassetto porta documenti che assieme alle istruzioni e al set di pronto soccorso sono piazzati nel ‘bagagliaio’ posteriore. Anche i materiali utilizzati sono ultraleggeri. Ma ritorniamo a noi: se all’epoca eravamo riusciti a fare soltanto un giretto con la HF che vinse Montecarlo, più di cinquant’anni dopo testiamo la versione del terzo millennio della sua avversaria naturale, ovvero l’esatto contrario della Lancia a trazione anteriore, perché l’Alpine Renault, già allora, era posteriore secondo la tendenza dell’epoca. Questa Alpine A110, dopo la sua antesignana fu realizzata la A310, più spigolosa e meno fortunata, è una coupé gran turismo, la GT appunto, il modello con l’allestimento più completo installato attorno a un’auto che promette emozioni. Infatti, se l’Alpine storica che ricordiamo nei colori azzurro corsa francese, rossa o bianca, dispone, perché ci sono ancora diversi esemplari su strada, di un motore di 1565 cc, l’R16 da 148 CV che la spingeva a 215 km/h, l’A 110 GT attuale monta un motore turbo assistito di 1800 cc, che eroga 301 CV per spingere un’auto di 1100 kg fino a 250 km/h. E’ il risultato di un’accelerazione che la porta da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi. Ma i suoi segreti li sveleremo per ordine. Saliamo a bordo, al massimo in due, perché è quella che possiamo definire una due posti secchi. I sedili sono ovviamente sportivi, in pelle con cuciture in filo azzurro, regolabili e con riscaldatore. Il volante è a tre razze con il comando del clacson ricoperto dallo stemma azzurro con al centro la grande A di Alpine. Al volante i comandi del cambio sequenziale a 7 marce, o automatico sempre a 7 marce, con doppia frizione. Siamo in città e ora ci serve un’auto maneggevole, che si sappia districare nel traffico, semplice da guidare. L’accensione del motore è a pulsante sul tunnel centrale che è piuttosto alto come nella versione originaria. Sempre lì il comando delle funzioni di guida: N (Neutral), D (Drive), R (Retro). Accendiamo, e sentiamo il rumore del motore alle nostre spalle. Ma è proprio alle nostre spalle, perché, ve lo mostreremo, il cofano posteriore, piccolo (90l), consente di accedere a un bagagliaio nel quale sta una valigia delle dimensioni di un trolley. Quindi? Il motore è… nell’abitacolo. Per accedervi ed eseguire le operazioni di manutenzione basta ribaltare in avanti i sedili, rimuovere la cappelliera e la protezione, ed ecco il propulsore, rombante, che anche nella funzione Normal (N) all’interno dell’abitacolo riesce a comunicazione emozioni. Infatti è un ‘motore centrale’, cioè piazzato davanti alle ruote posteriori. Questa soluzione, assieme ad altre scelte sportive, deriva dall’esperienza corsaiola su pista dell’Alpine. Rimaniamo alla funzione N per attraversare la città, anche se ci incuriosisce il grande pulsante rotondo rosso piazzato sotto la razza destra del volante, che sembra promettere bene. Per ora ci accontentiamo della versione turistica dell’Alpine A 110 GT, tra le modalità di guida disponibili. In questo modo scopriremo che il serbatoio dell’A 110 GT di soli 30 l è sufficiente perché nella guida cittadina il consumo dell’A 110 GT è sostenibile e arriva fino a 20 l/100 km.

#charlieinauto3/280

#testdrive: l’efficacia del mild-hybrid nella Hyundai Bayon 1.0 ovvero senza cavo

Sostenibilità e prestazioni con dotazioni di sicurezza di alta tecnologia

Un urban SUV coltre il concetto iniziale si distingue per la linea innovativa

Un urban SUV che può essere molto di più. La Hyundai Bayon X Line 1.0 tre cilindri T-GDi è ovviamente una Euro 6.2, ed è spinta da un sistema ‘mild-hybrid’ 48V, ovvero ricarica la batteria da solo e utilizza l’energia elettrica per ‘consumare’ di meno ed essere all’occorrenza più scattante. Questo sistema le assicura una potenza complessiva di 100 CV, 88 CV dal motore endotermico, mentre il cambio manuale a 6 marce permette di sfruttare bene le prerogative di motore e tecnologia. Abbiamo già visto che nella guida sul misto ha un rendimento più che soddisfacente e i consumi di carburante sono bassi: è la dimostrazione che questa è la formula di mobilità innovativa al momento più conveniente. Questo, perché i vantaggi immediati del supporto della tecnologia elettrica, che si rilevano nei sorpassi quando si richiede all’auto un consumo maggiore per migliorare le prestazioni, invece di corrispondere a un maggior dispendio di benzina, si rivelano più bassi delle attese. Infatti, nelle percorrenze più lunghe,

specialmente su percorsi misti la Bayon abbatte la ‘sete’ di carburante

che ci saremmo potuti aspettare. Detto questo sull’auto, torniamo al ‘testroad’ e dopo avere visitato la Basilica di Aquileia e altre antiche vestigia, parte del patrimonio archeologico del Friuli Venezia Giulia, proviamo altre dotazioni elettroniche della macchia coreana. Per esempio, il riconoscimento dei limiti di velocità, ovvero la tecnologia che permette di leggere sul cruscotto la velocità massima consentita nel tratto che stiamo percorrendo. Bayon però non si limita a questo, ma è in grado di adeguare la velocità dell’auto al limite prescritto o al limite che imposteremo manualmente. Per fare questa prova, ci spostiamo verso la Laguna di Grado, a pochi km di distanza, e una volta affacciati sul suo splendido specchio d’acqua ci viene in mente d’avere letto sui quotidiani che proprio a quest’ora sarebbe iniziato l’Air Show Grado 2022. Così, dopo avere visitato l’Aviosuperficie-piccolo aeroporto AVRO della Fondazione ‘Lualdi’ a Rivoli di Osoppo (Ud) troviamo un parcheggio lungo la diga stradale che collega la terraferma, dalla località Belvedere, all’Isola di Grado, e ci possiamo godere

lo spettacolo della Pattuglia acrobatica nazionale ‘Frecce Tricolori’

da un’angolazione inusuale. Cioè, non dalla spiaggia, bensì dalle spalle della città, dalla sua Laguna. Ma la giornata, il test è stato effettuato in piena estate, è ancora lunga. Così imbocchiamo l’autostrada per un’ulteriore riscontro sulla sostenibilità dei consumi della Hyundai Bayon, ma anche sui sistemi di sicurezza attiva, dal mantenimento attivo della corsia al cruise control con regolatore e limitatore della velocitò automatico. Ci stiamo dirigendo verso Sedegliano (Ud) per una tappa a una serata country nel complesso di Corte degli artisti, e tale percorso ci permette un ultimo riscontro in condizioni che non abbiamo ancora testato, almeno in questo test drive: lo sterrato. Ricordo infatti che avevamo già provato la prima serie della Bayon due anni fa sulla terra della Toscana, e il risultato era stato nettamente positivo. Questa nuova versione non poteva che confermare quelle valutazioni, supportate anche dal sistema di elettronico di controllo della stabilità. Si è fatta sera e ripieghiamo verso la Riviera friulana: la nostra fotocamera nonché telecamera, ovvero il telefonino di ultima generazione è quasi scarica, ma è inutile dire che la Bayon dispone anche del sistema di ricarica wireless, assieme alla connettività sempre wireless per Apple e Android, nonché ai tergicristalli e ai fari, a led, automatici. Arrivati a Lignano (Ud), anche se è tardi, tappa al ristorante Al Municipio, a Sabbiadoro, accanto al lungomare con vista sulla spiaggia, per concludere in bellezza la serata con gli amici.

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