#testdrive Guida ‘quasi’ autonoma per la #Puma 1.0 Eco Boost Hybrid ST Line

Al nuovo Cruise control adattivo ‘Intelligente’ affidiamo il nostro viaggio –Efficace sistema di guida in sicurezza  
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Il motore è un ‘piccolo’ 998 tre cilindri, ma a parte il ‘sound’ grintoso più evidente in accelerazione, quando la turbina è assistita dal sistema ibrido, nulla anticipa la vocazione sportiva del SUV crossover di classe B della Ford. Già quando avevamo provato i modelli precedenti ne avevamo intuito le prerogative sportive, l’agilità nel misto e nella guida su strade extraurbane, lo spunto e la ripresa appaganti con un dato di coppia di 170 Nm. Il cambio automatico a 7 rapporti con la doppia frizione risponde in

 

 

 

 

 

modo adeguato alle nostre attese e supporta bene l’auto in accelerazione.

La velocità massima dichiarata è di 191 km/h, e ci dobbiamo attenere al dato ufficiale,

perché non disponiamo di un circuito di prossimità per effettuare anche questo test in libertà. Per ora ci limitiamo a valutare confort e sicurezza della nostra Ford Puma nel trasferimento verso casa. Il confort dell’abitacolo, come già accennato, è curato, e ci consente di apprezzare l’impianto di intrattenimento B&O di bordo. A concorrere al relax soprattutto del conducente c’è la novità tecnologica proposta sulla Puma 1.0 Eco Boost Hybrid 125 CV ST Line X Ruby: è

il cruise control adattivo intelligente, evoluzione della guida assistita tradizionale.

Tiene sotto controllo la capacità del conducente di mantenere l’auto al centro della carreggiata ma tiene nel contempo sotto controllo il suo livello di attenzione, salvo segnalare vistosamente con una segnalazione ottica e sonora, quindi anche sensoriale, condizioni di pericolo. Ma CCAI non si limita a questo: fa la stessa cosa per la sicurezza del nostro viaggio. Una volta impostata la velocità desiderata, tra l’altro è in grado di imporci, su nostra decisione, di limitare la velocità massima uniformandola a quanto indicato sui cartelli stradali che legge sul percorso, qualora raggiungiamo un mezzo che ci precede rallenta la velocità dell’auto fino a renderla uguale a quella del mezzo in marcia davanti a noi. Mantiene poi la distanza di sicurezza assecondando la velocità del mezzo che ci precede, ovvero accelerando o rallentando, in modo da farci viaggiare assieme all’auto davanti a noi.

Può sembrare una opzione banale, frutto della evoluzione dell’intelligenza artificiale me non è soltanto questo:

introduce infatti un nuovo metodo di guida, che ci consente di risparmiare le nostre energie e anche carburante

soprattutto negli spostamenti e nei viaggi più importanti. La tecnica viene infatti

suggerita dalla Casa americana ed è stata battezzata ‘Guida con un solo pedale’.

Viene inserita anche in altri modelli avanzati della Ford, e per ottimizzarne la fruizione ecco un comando dedicato che ci permette di sfruttare al massimo questa opzione. Vediamo in che cosa consiste: ci inseriamo nella corsia di sorpasso, o corsia centrale delle tre di questa autostrada, regoliamo il CCAI a 125 km/h e ci ripromettiamo di non utilizzare più i pedali dell’auto se non per frenare in caso di necessità. A confermarci se ciò è davvero possibile dovrà essere la Puma. Ci stiamo avvicinando a un camion che ci precede nella corsia di destra più lentamente, e tenendo rigorosamente i piedi distanti dai pedali, quello sinistro adagiato sulla comoda pedana rivestita in metallo cromato, puntiamo verso la stessa corsia, per immetterci dietro al Tir. Senza incertezze o reazioni improvvise o pericolose, la Puma accetta la ‘sfida’ e si incanala dietro al camion, rallentando quanto necessario per farci procedere in sicurezza lungo la nuova carreggiata. Fin qui, la Puma con il CCAI è promossa, ma vediamo che cosa succede se ritorniamo sui nostri passi e ci reimmettiamo sulla corsia centrale, ora libera davanti a noi:

la Puma accelera autonomamente e si riposiziona in marcia al centro della corsia riportando la vettura alla velocità iniziale.

Tutto questo consentendoci di comandare la guida dell’auto soltanto con il volante. Si tratta dunque di una dotazione molto utile per chi usa spesso l’auto per spostamenti importanti, ma anche per chi si trova a viaggiare nella nebbia. Infatti, il radar anticollisione della Puma 1.0 Eco Boost Hybrid ST-Line X Ruby è in grado di guidarci anche nella scarsa visibilità, purché ovviamente il conducente mantenga alta l’attenzione e confermi all’auto a intervalli di tempo stabiliti dal costruttore la sua ‘presenza’ alla guida. Ovviamente, questa funzione non è compatibile con l’opzione L che si attiva con la leva del cambio-comando delle funzioni di guida, sul tunnel centrale: incrementa la capacità di auto ricaricarsi la batteria dell’auto in decelerazione. Ovvero, ci consentirà di sfruttare più spesso le prerogative del sistema ibrido. L’attivazione del sistema L cambia nel contempo il nostro stile di guida: incrementa infatti l’effetto frenante del motore ogni qualvolta deceleriamo. Quindi, oltre a presentare vantaggi nella guida ‘quasi autonoma’, ci risparmierà anche l’utilizzo del pedale del freno, perché una volta acquisita la sufficiente dimestichezza con questo sistema di guida, almeno negli spostamenti in autostrada potremo davvero guidare l’auto agendo soltanto con il nostro elegante e sportivo volante in similpelle arricchito dalle cuciture celesti.

#charlieinauto3/372   #provavintage

#testdrive #Peugeot308 SW Hybrid 225 E-EAT8 GT non teme il freddo

Autonomia rendimento e performance confermate con temperature rigide

Mantiene la sicurezza sulle strade innevate

Quand’eravamo piccini abbiamo imparato che sfregando le mani o un panno di lana attorno alle batterie che alimentavano i nostri giocattoli o la pila per leggere di nascosto i libri sotto le coperte, ne avremmo recuperato qualche minuto di energia, per concludere il gioco o il capitolo della nostra lettura preferita. Sappiamo dunque, per averlo provato, che il freddo è un nemico degli accumulatori di energia elettrica. Lo stesso accade con le attuali auto elettriche. Un modello, forse più di un altro vede calare il range dell’autonomia residua della vettura anche in funzione della temperatura esterna. Un inconveniente al quale le case automobilistiche ovviano a prescindere adottando sistemi che preriscaldano la batteria. Altre che ne costante la temperatura a prescindere dal fatto che stiamo usando l’auto tra i rigori dell’inverno oppure in piena estate. Altre auto elettriche assieme alla batteria principale di grossa potenza e capacità per alimentare il motore per gli spostamenti, adottano una batteria ‘normale’ destinata ai servizi che si ricarica in corsa. In questo modo è possi bile utilizzare l’impianto stereo ad alta potenza di bordo, le luci di cortesia, ma ‘addirittura’ il riscaldatore dei sedili e perfino il sistema di massaggio del conducente e del passeggero. Ma non è il nostro caso, perché nella Peugeot 308 SW Hybrid 225 E-EAT8 GT

la batteria per la propulsione svolge un ruolo secondario,

essendo prevalente il motore endotermico, a benzina, da 1.598 cc Euro 6 che assieme all’unità elettrica dispone di 225 CV, mentre sempre 225 è la velocità massima dichiarata. Siamo fortunati perché pochi giorni fa è nevicato nuovamente, così il clima necessario per il nostro test si è ricreato. Trazione anteriore, tanti CV per un’auto che ha una massa a vuoto dichiarata, compreso conducente e bagaglio, di 1.762 kg. Ma quel che conta di più è la coppia massima che è di 320 NM. Così, con il cambio a 8 marce, automatico sequenziale ma anche con i comandi a palette al volante, ci divertiamo nella salita, dopo esserci rilassati preventivamente nel ‘trasferimento’

regalandoci il massaggio alla schiena che erogano i sedili anteriori.

Questa volta, io ho scelto il massaggio modalità ‘Stretching’, dovendo guidare nei tornanti e nel misto in salita, il ‘naviga’ il massaggio alle spalle. La guida di un’auto potente a trazione anteriore in salita non è difficile. Basta ricordare che all’uscita dai tornanti o dalle curve più decise l’auto tende al sottosterzo, ovvero ad allargare le curve di muso. Ma anche in tale evenienza la Peugeot 308 SW GT Hybrid conferma la sua capacità di stare in strada, anche perché è in realtà difficile che qualche cosa sfugga ai controlli elettronici della guida assistita. Che a ogni buon co to si possono escludere. Arriviamo in cima ed ecco i primi tratti bianchi, che recuperiamo in stradine secondarie. Com’era accaduto sul bagnato la macchina non sgarra, e assieme a un ottimo controllo laterale ci dimostra che l’aderenza delle gomme al terreno, o meglio al manto nevoso, certo grazie anche alle gomme invernali, è rassicurante.

Ma, e la parte ibrida, o meglio elettrica? Ci aveva aiutato ad abbattere

i consumi nell’avvicinamento alle montagne. Poi ci è stata di supporto nell’accelerazione anche in salita, e anche se l’aspetto della 308 SW GT lascia trapelare intenti sportiveggianti, alla prova dei fatti proprio la montagna si è dimostrata un’terreno’ ideale per scoprirne le attitudini. Quindi siamo arrivati sul pianoro con l’autonomia della parte elettrica (per quella endotermica non ci sono problemi perché il serbatoio della benzina è da 40 lt) un po’ in affanno. Abbiamo un po’ incrementato l’autonomia in frenata e decelerazione, ma questo effetto sarà più efficace nella discesa al rientro. Così, visto che è plug in, cioè è prevista la rigenerazione della batteria collegandoci con il suo cavo,IMG_8782 IMG_8783 IMG_8832 IMG_8826 IMG_8730 IMG_8734 IMG_8775 IMG_8822 IMG_8887 IMG_8909 IMG_8908 IMG_8904 IMG_8903 IMG_8902 IMG_8892 IMG_8898 IMG_8901 ci attacchiamo a una delle colonnine disponibili, qui da 22 Kw, e ci andiamo a gustare una cioccolata con panna e una fetta di Sacher all’Angolo di Jasmine, come da copione, in attesa di recuperare energia. Per la ricarica della batteria,

abbiamo visto che il freddo non ha inciso sui tempi di rigenerazione.

Allo stesso modo non ne risentirà il rendimento dopo la ripartenza, né la capacità di aumentare la capacità di emozionarci in discesa, nella ripresa dopo curve lente e tornanti, e lo scatto nel misto, che facilita il controllo dell’auto. Dopo la discesa riproviamo l’autonomia in modalità elettrica, ricordando che abbiamo viaggiato ‘gratis’ in discesa grazie alla capacità di autorigenerazione, che si conferma di poco inferiore ai 60 km. Quindi, adatta anche alle escursioni primaverili nelle zone naturali nelle quali la suggestione di un habitat alpino intatto non può essere alterata da rumori esterni, specialmente se intendiamo avvicinare, o essere avvicinati da qualche grazioso e socievole esemplare di fauna alpina.

#charlieinauto3/305

#prova vintage

#testdrive: l’efficacia del mild-hybrid nella Hyundai Bayon 1.0 ovvero senza cavo

Sostenibilità e prestazioni con dotazioni di sicurezza di alta tecnologia

Un urban SUV coltre il concetto iniziale si distingue per la linea innovativa

Un urban SUV che può essere molto di più. La Hyundai Bayon X Line 1.0 tre cilindri T-GDi è ovviamente una Euro 6.2, ed è spinta da un sistema ‘mild-hybrid’ 48V, ovvero ricarica la batteria da solo e utilizza l’energia elettrica per ‘consumare’ di meno ed essere all’occorrenza più scattante. Questo sistema le assicura una potenza complessiva di 100 CV, 88 CV dal motore endotermico, mentre il cambio manuale a 6 marce permette di sfruttare bene le prerogative di motore e tecnologia. Abbiamo già visto che nella guida sul misto ha un rendimento più che soddisfacente e i consumi di carburante sono bassi: è la dimostrazione che questa è la formula di mobilità innovativa al momento più conveniente. Questo, perché i vantaggi immediati del supporto della tecnologia elettrica, che si rilevano nei sorpassi quando si richiede all’auto un consumo maggiore per migliorare le prestazioni, invece di corrispondere a un maggior dispendio di benzina, si rivelano più bassi delle attese. Infatti, nelle percorrenze più lunghe,

specialmente su percorsi misti la Bayon abbatte la ‘sete’ di carburante

che ci saremmo potuti aspettare. Detto questo sull’auto, torniamo al ‘testroad’ e dopo avere visitato la Basilica di Aquileia e altre antiche vestigia, parte del patrimonio archeologico del Friuli Venezia Giulia, proviamo altre dotazioni elettroniche della macchia coreana. Per esempio, il riconoscimento dei limiti di velocità, ovvero la tecnologia che permette di leggere sul cruscotto la velocità massima consentita nel tratto che stiamo percorrendo. Bayon però non si limita a questo, ma è in grado di adeguare la velocità dell’auto al limite prescritto o al limite che imposteremo manualmente. Per fare questa prova, ci spostiamo verso la Laguna di Grado, a pochi km di distanza, e una volta affacciati sul suo splendido specchio d’acqua ci viene in mente d’avere letto sui quotidiani che proprio a quest’ora sarebbe iniziato l’Air Show Grado 2022. Così, dopo avere visitato l’Aviosuperficie-piccolo aeroporto AVRO della Fondazione ‘Lualdi’ a Rivoli di Osoppo (Ud) troviamo un parcheggio lungo la diga stradale che collega la terraferma, dalla località Belvedere, all’Isola di Grado, e ci possiamo godere

lo spettacolo della Pattuglia acrobatica nazionale ‘Frecce Tricolori’

da un’angolazione inusuale. Cioè, non dalla spiaggia, bensì dalle spalle della città, dalla sua Laguna. Ma la giornata, il test è stato effettuato in piena estate, è ancora lunga. Così imbocchiamo l’autostrada per un’ulteriore riscontro sulla sostenibilità dei consumi della Hyundai Bayon, ma anche sui sistemi di sicurezza attiva, dal mantenimento attivo della corsia al cruise control con regolatore e limitatore della velocitò automatico. Ci stiamo dirigendo verso Sedegliano (Ud) per una tappa a una serata country nel complesso di Corte degli artisti, e tale percorso ci permette un ultimo riscontro in condizioni che non abbiamo ancora testato, almeno in questo test drive: lo sterrato. Ricordo infatti che avevamo già provato la prima serie della Bayon due anni fa sulla terra della Toscana, e il risultato era stato nettamente positivo. Questa nuova versione non poteva che confermare quelle valutazioni, supportate anche dal sistema di elettronico di controllo della stabilità. Si è fatta sera e ripieghiamo verso la Riviera friulana: la nostra fotocamera nonché telecamera, ovvero il telefonino di ultima generazione è quasi scarica, ma è inutile dire che la Bayon dispone anche del sistema di ricarica wireless, assieme alla connettività sempre wireless per Apple e Android, nonché ai tergicristalli e ai fari, a led, automatici. Arrivati a Lignano (Ud), anche se è tardi, tappa al ristorante Al Municipio, a Sabbiadoro, accanto al lungomare con vista sulla spiaggia, per concludere in bellezza la serata con gli amici.

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#testdrive: Hyundai Bayon nel test della sostenibilità prima tra le mild-hybrid di categoria

Lo spazioso urban SUV coreano si muove su una media di 26 km/l

#testroad ad Aquileia l’antica città romana nel cuore della Riviera friulana

Ma l’auto ibrida, mild o full, conviene? Dal punto di vista della gestione della propria mobilità, calcolando i costi vivi quotidiani, trascurando gli algoritmi che tengono conto del costo d’acquisto e di altri fattori più complessi, alcune vetture ibride divengono davvero sostenibili. Ma la mobilità elettrica o quella ibrida rappresentano un futuro prossimo o ci saranno ulteriori evoluzioni ancor più sostenibili? Per il momento ciò non è ancora facilmente prevedibile. Ma ritorniamo alle vetture ibride, quelle nelle quali una tecnologia digitale assieme a un motore elettrico ausiliario assiste il propulsore a benzina, a volte un motore sempre endotermico ma diesel, per un migliore rendimento, prestazioni più elevate ma soprattutto minori consumi. Ci sono Case che hanno saputo da subito individuare soluzioni efficaci. Provando la Hyundai Bayon 1.0 mild hybrid, assieme

alle doti già descritte ne abbiamo costatato da subito la sostenibilità,

migliorata ulteriormente rispetto alla versione precedente provata un anno fa. Viaggiando sulle strade di ogni giorno ha superato i venticinque km/l. Quindi i suoi consumi si aggiravano intorno ai 3,7 l/100 km. Ciò senza rinunciare a prestazioni adeguate per poter viaggiare in sicurezza. Dotata di cambio manuale a sei marce, il suo motore di 1000 cc eroga 100 CV con il supporto del motore elettrico 48V. Dicevamo che si tratta di un urban SUV spazioso, lungo 4,18 m del peso di 1.120 kg, ed è forse l’auto più spaziosa della sua categoria. Questa volta ci siamo fatti aiutare dalle prove comparative effettuate da tester certificati, anche se le vetture paragonate le avevamo già provate anche su questo blog (#charlieinauto). Considerando le auto a benzina della stessa categoria, la Hyundai Bayon si è classificata al quarto posto, ma di gran lunga al primo posto tra le mild hybrid. Per avere un ulteriore riscontro sulle sue capacità ora ci spostiamo verso il mare,

fermandoci ad Aquileia (Ud), antica città romana

della quale ancor oggi si possono ammirare resti suggestivi: dai mosaici alle ville patrizie, al porto fluviale, o ammirare lo splendido mosaico che è protetto dalla grande basilica di stile romanico. Abbiamo parcheggiato la Hyundai Bayon proprio alle spalle della basilica, e il suo stile avveniristico non sfigurava in equilibrato contrasto con l’architettura romana. I cerchi in lega da 18’ le conferiscono la grinta di una vettura che appare essere di categoria superiore. Mentre la colorazione bicromatica, con la vernice di colore micalizzato e il tetto a contrasto risalta con efficacia ma senza stonare tra il verde circostante e le antiche vestigia.

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#testdrive: Hyundai Bayon 2022 uno stile avveniristico per un’auto modulare

Un urban SUV adatto alla famiglia alla guida veloce e al fuoristrada leggero

La mild hybrid dai consumi sostenibili con confort e sicurezza alla guida

Un look nuovo, pulito, quasi schematico, che riflette le potenzialità intrinseche di un urban SUV compatto capace di andare oltre le aspettative di chi si mette al volante. La Hyundai Bayon è forse tutto questo. Abbiamo provato la versione mild hybrid, nella quale sostenibilità e prestazioni vanno a braccetto. L’avevamo testata già nella versione 2021, appena uscita sul mercato, anzi, mentre i primi esemplari stavano raggiungendo le concessionarie italiane, e l’avevamo provata esattamente un anno fa. La prima cosa che attrae nella Bayon è lo stile particolare, molto tecnico, quasi essenziale, che se di primo acchito colpisce per la singolarità, poi diviene accattivante perché asseconda i contenuti e le potenzialità di un mezzo versatile con uno stile morbido e quasi futuristico.

Il test dello scorso anno lo avevamo effettuato in Val d’Orcia, anche tra le polveri degli sterrati resi famosi dalle edizioni del Rally di Sanremo che attraversavano la Toscana. Cominciamo dalle caratteristiche principali: è spinta da un motore a benzina di 1000 cc ed eroga 100 CV

tra le prestazioni del motore endotermico e quelle del sistema elettrico da 48V mild hybrid, ed è a trazione anteriore. È molto avanzata per i sistemi di sicurezza e si guida con estrema facilità in sicurezza. Una delle sue prerogative è la capienza, che si affianca alla comodità: 411 lt. Il motore è a sei marce, con tre modalità di guida che si possono selezionare con un pulsante situato sotto al display centrale. Sono Eco, Confort e Sport. In Eco ovviamente riduce i consumi che con la guida normali si attestano sui 18 km/l, scendono con tale modalità. In Confort offre il massimo della comodità e del relax incentivato dalla possibilità di ascoltare buona musica con l’impianto di alta qualità di informazioni e intrattenimento di bordo. Il bello arriva con la modalità Sport, che favorisce la guida più scattante, incrementa decisamente la ripresa e rende il viaggio più performante. Per accompagnare una guida più sportiva, come avviene nei modelli più performanti della Hyundai, entra in scena, anche se in modalità più soft, un

incremento del sound della Bayon, che in scalata fa la doppietta

automaticamente. Per tutte queste caratteristiche è stata candidata al Premio Auto Europa indetto dall’Unione Italiana Giornalisti dell’Automotive. Le ruote da 17’ della Bayon ci aiutano a vedere come va sulle strade extraurbane, e a conferma di quanto verificato nella prima versione, i sistemi di controllo sono di alto livello, anzi, sono stati completati.

Il nostro obiettivo odierno? L’aviosuperficie AVRO di Rivoli di Osoppo,

un piccolo aeroporto sviluppato dalla Fondazione ‘Lualdi’ presieduta da Gabriele Lualdi per divenire, e oggi lo è, la seconda pista in asfalto per velivoli del Friuli Venezia Giulia dopo l’Aeroporto regionale di Ronchi dei Legionari (Go). Oggi, oltre a essere attiva la scuola del volo a vela, l’impianto per il volo sarà trasformato in un set per la realizzazione delle foto per un calendario destinato a scopi benefici, a favore della Fondazione ‘Luca’. Sarà forse l’occasione per scattare delle foto dall’alto alla struttura per il volo e alla valle del fiume Tagliamento, da bordo di uno dei velivoli che fanno base negli ampi hangar di AVRO. Il calendario è prodotto dai ‘Amis de moto di une volte’ (in Friulano ‘Amici delle moto di una volta’) di Mereto di Tomba (Ud) con il sostegno dei Comuni di Codroipo e Mereto di Tomba; gli scatti sono del fotografo Flavio Zaccolo. Terminato il fotoservizio assieme a Simone Boaga, che è anche il direttore della struttura andiamo a dare un’occhiata dall’alto alla piana del Tagliamento e all’Aviosuperficie. Avevamo chiesto al pilota di poter riprendere anche la nostra Hyundai dall’alto, ma avendola parcheggiata accanto alla Clubhouse di AVRO, il passaggio avrebbe dovuto essere troppo radente…

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#testdrive : Una Tipo ibrida sostenibile ma anche performante

Una guida dinamica che non mette mai il confort in secondo piano

La versione Cross Red SW è spinta da un sistema mild hybrid da 130 Cv

Che Tipo ragazzi! È un’esclamazione che mi è stata generata dalla sorpresa nel riprovare la media cilindrata della Fiat, della quale avevo posseduto un paio di esemplari della fine degli anni ’80, nella versione ibrida. Sempre su Charlieinauto avevamo testato ormai più di tre anni fa la Tipo cinque porte e la SW, affidabili e sostenibili, e ci incuriosiva la versione Cross, quella ancor più recente, re-stilizzata e arricchita nel look, nelle dotazioni e negli accessori, non solo apparentemente ma in termini concreti. La SW, quella affidataci dall’Ufficio stampa PSA è una MY22 Hybrid 130 CV DCT RED SW.

Quindi, anche la Tipo si è fatta ibrida.

L’approccio è stato inizialmente dubbioso, perché non tutte le ibride provate ‘sono riuscite con il buco’. La troveremo invece sostenibile e brillante Qb. Ma di questo parleremo nelle prossime puntate. Cominciamo dall’inizio. Il ritiro avviene come di consueto per Fiat, a Milano. Quindi, la prova comincia nella metropoli. Station Wagon significa in questo caso 457 cm di lunghezza. Ma non spaventatevi, perché è dotata del sistema City che si attiva con un pulsante in vista sul cruscotto per facilitare le manovre in parcheggio e renderla più maneggevole in città, assieme alla telecamera posteriore. In ogni caso, quanto ad agilità se la cava bene anche se allo sterzo, il volante è di foggia sportiva in similpelle, funzione City a parte fa notare una certa rigidità che non guasta

perché eroga 130 CV e dispone di una coppia di 240 Nm.

Caratteristiche che facilitano la guida anche quando occorre districarsi nell’articolato traffico urbano. Parliamo del motore, del nuovo motore ibrido: quello a benzina, quattro cilindri turbo è di 1469 cc affiancato da una unità elettrica da 20,4 CV che è integrata nel cambio automatico a doppia frizione con sette rapporti da selezionare anche manualmente agendo sul classico comando a cloche sul tunnel centrale. Il sistema a 48 V è alimentato da una batteria da 0.8 kW/h. Come si ricarica visto che è una full hybrid, ovvero senza spina? Dispone di un sistema di recupero dell’energia in frenata. Quindi, in città nel traffico nervoso e in discesa è avvantaggiata. Ma a che cosa serve la modalità elettrica, la funzione che viene indicata con l’acronimo EV in azzurro sul ricco cruscotto? Negli spostamenti a percorrere soltanto pochi metri con il motore elettrico. Ovvero soltanto per parcheggiare, ma ci si è attivato anche in corsa, in discesa, e aiuta a ottimizzare i consumi. Per questo la Fiat indica correttamIMG_3983 IMG_3986 IMG_3075 IMG_3987 IMG_3989 IMG_3988IMG_3053 IMG_3055 IMG_3058 IMG_3073 ente questo sistema come mild-hybrid. Modifiche al muso e alla coda, i fari diversi, full led, il cruise control adattivo, il lane control, l’Attention assist, che apprezzeremo nel lungo e consueto tragitto di ritorno, i cerchi da 17’,

i badge RED indentificativi sui parafanghi anteriori,

le calotte degli specchietti rosse: è la versione RED, come rosso fiammante sono il colore della carrozzeria e perfino la chiave di avviamento. Dotazioni presenti assieme al sistema infotrainment Uconnect con schermo touch screen da 7 pollici compatibile con Android Auto e Apple Car Play, il climatizzatore automatico e il filtro per l’abitacolo con trattamento anallergico. Mah…. Dopo un primo ristoro fresco e dolce da Venchi a City live, avevamo appena parcheggiato in centro fruendo del varco per i veicoli elettrici e ibridi. Quindi, prima di rientrare facciamo serata in piazza Duomo, al ristorante panoramico della Rinascente, un sito sempre suggestivo nel cuore della vita milanese. Poi, ripartendo attraverso la città prendiamo dimestichezza con la guida della nuova Tipo Cross Hybrid.

È molto ben insonorizzata.

Infatti, se non fosse per le indicazioni riportate sul cruscotto, lasciando fare al cambio automatico abbiamo fatto fatica a capire in che marcia ci stavamo muovendo. Un paio di assaggi per capire come va il motore li otteniamo immettendoci sulla direttrice delle tangenziali, fino al casello dell’autostrada. Qui, aperta la sbarra grazie al Telepass affondiamo il piede sull’acceleratore è attiviamo così il sistema ibrido, che risponde subito regalandoci una brillante ripresa, risultante di un motore a benzina che continua a salire di giri, nonché del supporto di quello elettrico. Quindi, per i sorpassi e per la guida in montagna, la Fiat Tipo Hybrid 130 CV MY22 DTC Red SW Cross, si preannuncia divertente.

#charlieinuto3/271