#testdrive Nuova Jeep Renegade e – hybrid con l’assistenza elettronica avanzata

Dal cellulare si può comandare l’apertura delle porte o accendere i fari

Un cambio automatico con doppia frizione rende entusiasmante l’esperienza alla guida

Nuovo display UHD e software di ultima generazione

Sulle strade italiane con il primo modello dal 2014, la Jeep Renegade ha ottenuto un successo notevole non solo tra gli appassionati del fuoristrada, per la sua versatilità. Un design azzeccato, che ricalca in chiave moderna l’iconica Willy’s, nonna della moderna Jeep, specialmente nell’inconfondibile muso con la griglia che incornicia i due grandi fari tondi, nonostante nasca come un crossover compatto si presta infatti a un uso versatile, anche cittadino, perché l’assetto del posto di guida (come i sedili dei passeggeri) rialzato rispetto alle auto ‘stradali’ come dev’essere per un fuoristrada capace di superare adeguatamente gli ostacoli quindi anche di attraversare i guadi, permette di avere una visione agevole della strada, dei parcheggi, dei percorsi urbani anche più intricati. Non solo, ma la semplicità con la quale esegue i comandi e la intuitività dei comandi, da quelli tradizionali agli ausili elettronici che sono completi e avanzati come il cruise control adattivo, la rende facile e ‘accessibile’ anche a chi ha acquisito da poco la patente.

Per i più giovani, ma anche per gli over visto che la buona musica piace, nelle diverse varianti, a ogni età, il nuovo sistema multimediale permette l’elaborazione di dati cinque volte più veloce rispetto a quello precedente. Il display Full-HD da 10,1 pollici è adeguato al nuovo sistema di intrattenimento, che permette un ascolto ancor più coinvolgente ed è sempre connesso grazie alla tecnologia 4G; consente di essere aggiornati anche sul traffico perfino in aperta campagna e prevede l’accesso a una gamma sempre più ampia di servizi on line.

A proposito di elettronica avanzata, ora il sistema della Renegade è facilmente accessibile anche tramite la App Jeep da scaricare sul telefonino: per esempio, dal telefono cellulare è possibile aprire e chiudere le portiere e accendere e spegnere le luci di sosta. Una novità: assieme a CarPlay di Apple e ad Android Auto c’è ora Alexa di Amazon, l’assistente vocale che permette di dare i comandi principali. Rimanendo a parlare del posto di guida, il volante è stato rinnovato assieme al quadro strumenti digitale, ora più colorato a vivacizzare il morbido stile vintage al quale era improntato il design delle prime Jeep.

I motori elettrificati di Renegade sono due. Il primo è l’ 1.5, di 1500 cc; è mild-hybrid quindi si ricarica da sé ed eroga 130 CV. A renderlo più performante, ad ammorbidirne la grinta decisa che offre sensazioni come quelle assicurate negli anni ’70 dalle prime auto trasformate da berline a sportive con il motore  turbo-assistito che regalava la classica sensazione del calcio nel fondoschiena, è il cambio a doppia frizione e sette rapporti. Ed è questa è la versione che stiamo provando, la e-Hybrid.

L’altra versione è plug-in hybrid, cioè necessita la ricarica della batteria ausiliaria dall’esterno, alla colonnina o alla presa di casa con l’apposito accessorio tramite il cavo in dotazione; monta un motore più piccolo, ovvero 1.3, cioè 1300 cc, che è proposto in due versioni, nelle quali varia evidentemente la taratura del sistema ibrido: sono da 192 e da 241 CV. In entrambe i casi la trasmissione è sempre automatica, ma il cambio è a 6 rapporti.

Purtroppo non sono più prodotte le versioni a benzina e diesel della Jeep Renegade, delle quali avevo scelto per l’uso personale quella a nafta più performante, da 2.000 cc, capace di rivelarsi sostenibile (a 90 km/h anche 26 km/l !) ma nel contempo di saper essere morbidamente ma decisamente performante con i suoi 140 CV e una coppia di ben 350 Nm. Come la mia, anche la versione in prova è calibrata rispetto alle prestazioni che è capace di erogare e dispone di un sistema frenante efficacemente rassicurante. Infine i fari, oltre che automatici, sono full led come le luci posteriori, e consentono di bucare la notte con grande efficacia, in profondità come lateralmente.

La Renegade che stiamo provando è della serie speciale Trailhawk, che contrassegna i modelli destinati ad affrontare i percorsi fuoristrada più complessi, e si distingue per una grande stella di colore nero opaco disegnata sul cofano motore. Rispetto agli altri modelli, ha le regolazioni di funzione per il motore anche per le modalità Sport e Rock per modificare le prestazioni e l’assetto a seconda delle necessità. È ‘irrobustita’ ulteriormente dalle protezioni alla trasmissione, alle sospensioni anteriori, alla scatola di trasferimento del movimento agli assi e del serbatoio, per poter praticare un fuoristrada più impegnativo al quale la Renegade è vocata. E poi… Il Poi lo esamineremo la prossima settimana. Per ora la proviamo in città a Udine e ci arriviamo per il compleanno della città, fondata nel 983 d.C., così in pieno centro incrociamo una suggestiva cerimonia rievocativa organizzata dal Fogolar Civic Furlan, sodalizio per la salvaguardia e la valorizzazione della valenza storica e culturale del capoluogo friulano.

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#testdrive La nuova Jeep Renegade Hybrid si arrampica come uno scoiattolo in montagna

Due motori termico e ibrido (150 CV) per prestazioni appaganti

Con i controlli elettronici 

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sempre in sicurezza nel misto e in accelerazione

Jeep è sinonimo di

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

fuoristrada, di percorsi impensabili, mulattiere e piste impervie; è il veicolo votato per antonomasia a raggiungere i siti più suggestivi altrimenti visitabili soltanto dopo avere superato percorsi impegnativi con lunghe, anche se certamente salutari,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

camminate ed escursioni. Abbiamo visto come si comporta la Jeep Renegade Hybrid nella metropoli e che è parimenti a suo agio in campagna. Ma non abbiamo ancora testato le sue potenzialità nello scenario per lei più congeniale: la montagna. Motore a benzina a quattro cilindri di 1469 cc. da 96 kW, quasi 130 CV, ai quali si sommano i 20 CV messi a disposizione dall’unità elettrica di questo modello e Hybrid, accoppiata al motore termico e integrata nel cambio, che la rendono più performante, scattante, dalla risposta immediata e aiutano addirittura a ridurre i consumi rispetto ai modelli precedenti. Per avvicinarci alla montagna ci siamo fatti accompagnare dal cruise control adattivo, che ci ha permesso di apprezzare il confort e il relax dell’abitacolo e di gustare la musica proposta dal sistema di intrattenimento ad alta fedeltà di riproduzione dei suoni e delle performance degli strumenti musicali. La strada in salita è libera e ci affidiamo alla modalità standard delle prestazioni (la trazione, ricordiamo, è anteriore), mentre scorrono accanto a noi i primi scorci di un panorama imperdibile: quello della Riviera friulana con lo sguardo che si perde da un lato verso il Carso e l’Istria, dall’altro scorre lungo la Pianura padana. Cominciamo a ‘scaldarci’ sulle prime rampe, verificando che i rapporti del cambio automatico a sette rapporti sono davvero ben sincronizzati tra loro e assecondano la nostra richiesta di potenza alla vettura. In realtà, con un po’ di allenamento vi potrete divertire a gestire il cambio automatico con il pedale dell’acceleratore: sarà sufficiente un po’ di allenamento nella guida leggera, sostenibile. Per esemplificare lo stile di guida auspicato, provate a immaginare la pressione sul pedale dell’acceleratore oltre la quale rompereste un uovo posizionato idealmente proprio lì, sotto al vostro piede… Per cominciare a prendere dimestichezza con questa modalità di guida allentate la pressione del piede destro sull’acceleratore. Inizialmente provate a premere sul pedale con il piede con delicatezza, per tragitti brevi magari disseminati di difficoltà e ostacoli. A mano a mano che i km scorreranno sotto le ruote della vostra auto affinerete la necessaria sensibilità della pianta del piede, e a conclusione dell’esperienza sentirete il pedale come uno strumento di contatto intimo tra voi e l’auto: ovvero, diverrete un tutt’uno con la vostra vettura. Sarà allora che passerete allo ‘steep’ successivo: pur andando all’inizio per tentativi, vi accorgerete che procedendo ad andatura regolare ma accelerando costantemente e delicatamente potrete sentire dal cambio automatico il momento nel quale occorre cambiare marcia: in quel momento avrete la consapevolezza di avere raggiunto con la vostra Jeep una elevata condivisione. Terminando il vostro testdrive personale dopo avere acquisito un’altra competenza: avrete verificato personalmente che variando la pressione del destro sul pedale dell’acceleratore è possibile decidere quando cambiare il rapporto in uso e passare a una marcia più conveniente su questo tratto di strada ‘ingannando’ il cambio automatico. Una abilità che si rivelerà utile soprattutto se vorrete mantenere una guida regolare e scorrevole: cambiando la pressione del piede sul pedale potrete infatti anticipare l’automatismo del cambio e salire più rapidamente. Arrivati a questo punto resta da capire come va la nostra Jeep Renegade e Hybrid in salita. Sicuramente bene, perché dispone di una potenza sufficiente ad assicurarle prestazioni importanti. Se vorrete chiedere ancora di più alla Jeep Renegade e Hybridcon il cambio automatico, agendo sulla leva a cloche posizionata sul tunnel centrale la potrete utilizzare come se fosse una comune leva del cambio manuale, e passare alla marcia superiore spingendo leggermente in avanti la leva, oppure scalare marcia compiendo il movimento inverso. Ma ci siamo lasciati distrarre dalle soluzioni ergonomiche adottate sulla Renegade per farci guidare più comodamente, e abbiamo dimenticato che siamo venuti in montagna per vedere come si comporta questo versatile e classico SUV fuoristrada. Cominciamo ovviamente dalla salita, dove, anche nei tratti più ripidi, l’azzeccata scelta dei rapporti adottati sul cambio automatico di questa versione permette alla Renegade Hybrid di salire agilmente, superando anche le rampe più difficili e reagendo istantaneamente, grazie all’unità elettrica, nelle ripartenze. Si tratta di un modello a trazione anteriore, ed è soltanto grazie all’efficacia dei controlli elettronici adottati che pur esprimendo una adeguata potenza e regalandoci performance da auto sportiva nella ripresa e nell’accelerazione in curva, non tende a proseguire dritta verso la tangente. Anche la tenuta di strada è sempre salda e rassicurante in tutte le occasioni. E sulle mulattiere e nel fuoristrada di montagna come va? Lo vedremo nella prossima puntata.

#charlieinauto3/395     #provavitage

#testdrive la Jeep Renegade e Hybrid performante ma affidabile anche tra le pozzanghere

Scarica i suoi 130 CV elettro-assistiti mantenendo il contatto con il terreno

Anche tra le buche il confort sui sedili in finta pelle avvolgenti e morbidi

Jeep è il SUV crossover per antonomasia, e la Renegade è l’icona del fuoristrada che riprende lo stile e non solo della originaria Willy’s sempre americana, che facilitò la penetrazione delle truppe alleate in Europa dopo lo sbarco in Normandia. Un background storico importante, che induce chi sale a bordo di una Renegade di sentirsi vocato al fuoristrada, anche se, come accennato, quest’auto è davvero tale e completa perché su strada su comporta come un’auto tradizionale, a volte anche meglio trasmettendo al volante e al pilota una sensazione di massima sicurezza nella guida, in tutte le condizioni. E quindi?

L’incontro con uno sterrato invitante, complicato, fangoso, costellato di pozzanghere non può che invitarci alla prova. Il motore di questo modello per la versione e Hybrid è a benzina di 1.469 cc ed eroga 96 kWh, 130 CV. L’auto è a trazione anteriore, e questo, per affrontare uno sterrato fangoso è già un vantaggio. L’handicap sta nel fatto che non monta gomme da fuoristrada bensì stradali in grado di sostenere e di permetterci di gestire in sicurezza sull’asfalto le performance quasi corsaiole della nostra Renegade. Ma l’istinto e la passione per il fuoristrada alla quale da ragazzo davo sfogo con le moto da regolarità di allora, Beta 125 enduro e Aspes Hopi 125 da enduro hanno la meglio.

Così imbocco la stradina insidiosa con la certezza che comunque il sistema elettronico di assistenza alla guida della Renegade, confesso di possederne una ma con motorizzazione diesel, avranno ragione di difficoltà insormontabili con un’auto tradizionale, e a parità di gommatura anche con una 4X4. Le prime decine di metri le affronto con diffidenza, anche sollevando due vistose colonne d’acqua laterali nell’attraversamento delle pozzanghere. Poi, visto che la sensazione era quella di essere alla guida su una strada normale, tutt’al più sterrata, ma non fangosa e allagata, mi lascio andare pigiando sull’acceleratore. Tanto che a un certo punto decido di disattivare i controlli di trazione premendo il tasto di funzione sul cruscotto a sinistra del volante.

Che cosa è successo dopo? Niente di diverso, perché la Renegade ha continuato a procedere sul suo cammino inesorabilmente, senza sacrificare minimamente in confort interno. E pensare che, a differenza dalla mia, forse dai modelli 4X4, la e Hybrid non dispone del comando a manopola per selezionare i tipi di terreno da affrontare (Send, Snow, Auto, Mud-sabbia, neve, automatico, fango), ma comunque anche questa Jeep si è trovata a suo agio pure senza l’assistenza elettronica. Sul fondo sabbioso la situazione non cambia e la Renegade e Hybrid rimane nella traiettoria impostata, dimostrandoci che sarà molto difficile che riusciamo a metterla in difficoltà.

Ci provo premendo l’acceleratore a fondo e lasciando che il cambio automatico a 7 rapporti svolga il suo compito, e l’accelerazione è importante, ma a parte un accenno iniziale la ‘ripresa’ è progressiva e la situazione è perfettamente sotto controllo. Provo nel senso di marcia opposto della nostra strada a accelerare utilizzando il cambio manuale, con la stessa leva delle funzioni di marcia, molto ergonomica e docile: 1., 2., 3., 4. marcia, poi mi accontento perché ho già raggiunto una velocità performante. Che cosa è successo in questa prova? Che la Renegade Hybrid non si è scomposta mantenendo l’affidabilità che aveva manifestato nelle altre situazioni.

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#testdrive La #Jeep #Renegade si trasforma in vettura performante nella versione e Hybrid


IMG_3924 IMG_3925 IMG_3930 IMG_3935 IMG_3938 IMG_3944 IMG_3943Quasi come il Dott. Jekyll e Mister Hyde l’unità elettrica dà una spinta stile turbo al motore da 1.469 cc e 130 CV

Tanta elettronica e funzioni di assistenza alla guida e non solo di ultima generazione

Ricominciamo da un’icona dell’automobile, un modello che si rifà a un auto, anzi un fuoristrada, oggi si direbbe Suv crossover, che è presente nella memoria e ha fatto la storia: la Jeep Renegade, che riprende il muso e la sagoma della Willy’s, la vettura fuoristrada portata in Europa dall’Esercito americano nella Seconda Guerra mondiale. L’abbiamo già provata, poi ne abbiamo guidate diverse, ma questa è la versione attuale più recente: la e Hybrid. La livrea dell’esemplare che ci è stato assegnato dall’Ufficio stampa della Jeep Italia che è quella base per questo modello è scocca bianca, tettuccio, cerchi, imperiale, passaruote e specchietti nero lucido.

Un abbinamento cromatico caro ai tifosi della Juve, ma anche a quelli, come me, dell’Udinese, che per questo modello è molto azzeccato e la rende un prodotto giovane, che ha molto fans tra la generazione teen, ma che piace a molti. Il look è completato con efficacia dalla stella in nero opaco iscritta in un cerchio che contraddistingue i modelli più performanti. Ciò che colpisce subito, salendo a bordo, sono i due grandi schermi del cruscotto full HD 10,25”e del display centrale che è sempre full HD da 10.1’ di diagonale, e contiene una marea di funzioni e di opzioni sulle quali mi soffermerò nelle prossime puntate. Il cruscotto dispone di quattro visualizzazioni principali.

Ma non è questa la nota distintiva principale della nuovissima Jeep Regenade e Hybrid. Dal cruscotto si capisce che ha una doppia personalità, perché se in basso a destra c’è l’indicatore del livello del carburante, il serbatoio contiene circa 38 litri, in basso a sinistra c’è invece quello del livello di carica della batteria che serve a farci decidere se, in città, ci potremo muovere in modalità EV. Questa Jeep è ibrida, si autoricarica la batteria in decelerazione e si può muovere in EV fino a 50 km/h. Quanto basta per gli spostamenti nel traffico delle metropoli tra una coda e l’altra per alcune centinaia di metri senza farci spendere un solo centesimo di carburante o di ricarica elettrica. Il motore elettrico gestisce le manovre di parcheggio, le ripartenze, la marcia ad andatura regolare.

Nella ripartenza il motore endotermico si innesta in seconda o terza e così ci ha già fatto risparmiare carburante. Quando si muove in modalità elettrica emette un suono di avvertimento con una frequenza non fastidiosa ma ben udibile che si fa subito notare da ciclisti e pedoni. È sufficiente premere un po’ di più il pedale dell’acceleratore per mettere in moto il motore termico, a benzina, quattro cilindri in linea turbo da 1.469 cc., 096,00 kWh, 130 CV e 240 Nm di coppia che si registra già a 1.500 giri; pesa 1420 kg ed è a trazione anteriore. Appena ci liberiamo dal traffico della metropoli lombarda pensiamo a come va la Jeep Renegade e Hybrid, che si distingue soltanto una ‘e’ in verde brillante applicata sul portellone posteriore.

Il motore termico è supportato da uno elettrico da 15 kW sostenuto da una batteria da 0,8 kW, che ci consentirà di spingerla da 0 a 100 km/h in meno di 10’, ma soprattutto di andare oltre, verso il limite di velocità autostradale in una manciata di secondi. Il cambio che ce lo consente è automatico a doppia frizione e sette rapporti, a leva a cloche è molto accessibile e ‘docile’ e permette anche di cambiare manualmente per non toglierci questo piacere della guida. Ma il cambio automatico esplica già da solo autonomamente la sua funzione in modo egregio. Ma non vi posso svelare tutto in questa prima puntata del test drive. Quindi parcheggio, con il sistema automatico della Jeep Renegade, e ci godiamo la serata nel cuore della metropoli.

Carlo Morandini

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RIPRENDONO I TEST DRIVE E RIPARTE LA DINAMICITA’ DEI PRODUTTORI DI AUTO

Una vacanza prolungata, la prima dopo nove anni di test drive, un po’ anche perché era la mia prima pausa prolungata da un mestiere, quello del giornalista, per gran parte del cronista di pressoché tutti i settori della società civile, un po’ perché le follie introdotte dal lock down anche nel settore dell’auto avevano disorientato dapprima il mercato, poi di conseguenza le Casa prive di obiettivi, percorsi, progetti di medio e lungo termine perseguibili e sostenibili. Il lock down perché ne è conseguito un periodo dominato in mancanza di leader, strategie, ideologie, politiche condivise, da sorta di furore ‘green’ immotivato dai fatti e dalle statistiche dal quale è scaturita una programmazione in particolare comunitaria, smentita dai fatti ma anche dagli attuali business plan delle Grandi Case, le quali, eccetto alcune, hanno completamente abbandonato il programma di elettrificazione tout court delle loro produzioni. I motivi del fallimento del ‘tutto elettrico’ li avete intuiti anche dai nostri ‘test drive’: troppe le criticità al momento non superabili, elevato lo svantaggio economico per i possessori, elevati i rischi per alcuni modelli ritirati forzatamente dal mercato (130 mila esemplari di un modello molto popolare per rischio incendio). Ora numerose Case hanno le idee ben chiare o quantomeno non intendono farsi trascinare da realtà esterne verso obiettivi fantasma che avvantaggerebbero alcuni produttori anche a discapito di automobilisti e cittadini, e riecco nuovi modelli farsi strada in un panorama che vuole essere rigenerato. La passione per il mondo dei motori e il pianeta auto è sempre presente nel grande pubblico di ogni età: è sufficiente esaminare l’affluenza ai Saloni dell’auto come quello rinato di Torino, e l’entusiasmo suscitato dalle vittorie della Ferrari con Charles Leclerc, prima a Montecarlo poi a Monza. Così si affacciano nuovi modelli, ed eccone alcuni. Buona lettura cari amici e amiche.IMG_7268IMG_7270IMG_7002IMG_1570IMG_6930IMG_21791IMG_0775IMG_8709IMG_7568IMG_E0395IMG_5015IMG_4903

#JeepAvenger benzina crossover versatile e sicuro anche su strada normale

Non solo fuoristrada ma è performante anche su asfalto in montagna

La scelta dei rapporti e lIMG_7400 IMG_7402 IMG_7408 IMG_7409 IMG_7411 IMG_7415 IMG_7418 IMG_7425 IMG_7427 IMG_7483a coppia di 205 Nm permettono consumi adeguati

Dire Jeep è sinonimo di fuoristrada tale è la reputazione della Casa americana, oggi prodotta Stellantis, e dei suoi prodotti offroad. In effetti, anche Avenger è un fuoristrada completo, munito di bussola integrata, strumenti per monitorare un fuoristrada più spinto, assistenza alla guida avanzata, funzioni d’uso del motore e di sospensioni e assetto che si adeguano perfettamente alle nostre attese visto che è sufficiente selezionare con il comando facile e dedicato il tipo di terreno o fondo sul quale ci stiamo muovendo o per muovere, e il gioco è fatto, la sicurezza è garantita. Ma il bello delle Jeep, quelle veramente tali, sta nella loro estrema duttilità. Come la sorella maggiore Renegade, l’Avenger, stiamo provando il modello a benzina turbo-assistito ma ci sono anche le versioni ibrida ed elettrica, è assolutamente affidabile, stabile, sicura non soltanto su ghiaia, sterrato, sabbia, neve, fango, ma anche sull’asfalto. Come la Renegade, e stavolta saliamo in montagna, della quale è più corta di 17 cm e ciò può risultare utile nella montagna più complicata o nel fuoristrada, AVenger, a trazione anteriore, vi potrà stupire per la decisione con quale vi asseconda nell’affrontare le curve e i tornanti, il misto, le esse: vi permetterà di staccare molto più lungo rispetto ad altre auto più basse e stradali e apparentemente più indicate per la guida sportiva. Una volta testato il meccanismo, vi divertirete nell’entrata e nell’uscita dalle curve su asfalto, perché rimarrà sempre inchiodata alla strada. Anche in discesa la sensazione che avrete al volante sarà quella di guidare un’altra vettura, tale sarà il risultato quasi sorprendente perché al di là delle aspettative. Motore a benzina a tre cilindri di 1199 cc da 74 kW, 101 CV, con il cambio manuale a 6 marce. Anche con i cerchi da 18’, comodi nel fuoristrada dove aiutano ad attutire le asperità e le buche, sono d’aiuto sull’asfalto con la gommatura adatta perché rendono ancor più stradale l’Avenger. Ciò, nonostante sia alta da terra 20 cm. Come abbiamo detto, non è certo la stabilità che le manca, alla quale si affianca la sensazione provata dal posto di guida di essere al volante di un’auto di dimensioni di classe superiore. Ritorniamo alla guida: saliamo in montagna. Tre sono le modalità di guida per l’asfalto, con il selettore dietro alla leva del cambio, posto accanto a quello del freno di stazionamento elettrico: la prima è ECO, per la guida più risparmiosa, che però è consigliabile in pianura anche se, come abbiamo verificato, si può usare tranquillamente pure in salita perdendo un po’ di spunto nelle ripartenze. Una carenza non molto incisiva grazie alle prime marce che sono abbastanza corte per permetterci di inserire i rapporti più lunghi sulle strade di pianura, ma che tengono anche in montagna. Se avrete un carico di peso maggiore o tre o quattro passeggeri converrà salire in NORMAL, che assicura una marcia più decisa anche se comporterà un consumo di carburante leggermente maggiore. Se vi volete divertire di più c’è la modalità SPORT, quella che rende il motore a benzina più performante e fa cantare meglio la turbina e attiva la modalità più suggestiva del cruscotto-schermo digitale in 3D, che ci riporta sullo sfondo anche la mappa e il percorso che abbiamo scelto sul navigatore. Nel frattempo si è messo a piovere, e questa volta la pioggia è arrivata a proposito, perché ci permette di testare la Avenger anche in condizioni di asfalto di montagna con scarsa aderenza. Ormai ve l’aspettate già il commento a questa parte della prova su strada che ha confermato le considerazioni precedenti, ovvero che anche questa Jeep rimane piantata sull’asfalto anche spingendo sull’acceleratore e nelle staccate in discesa. Infatti, anche prima dei tornanti sui quali siamo arrivati veloci, non ha avuto bisogno di essere assistita con tecniche particolari, ma è sempre rimasta da sola dove avevamo messo le ruote, mentre in frenata ha risposto anche in questo caso alle attese. Anche in accelerazione in salita pur risultando brillante nella funzione SPORT ha sempre anticipato la possibilità che si avvertisse una di perdita di aderenza. Un risultato significativo se si considera che il motore ha una coppia di 205 Nm a 2500 giri, che nonostante sia palesemente robusta pesa ‘soltanto’ 1100 kg, e che in pianura vada da 0 a 100 km/h in 10”. Si tratta dunque di un modello di fuoristrada sufficientemente performante e rassicurante alla guida. Rientrando dalla montagna, giochiamo un po’ con le funzioni e gli accessori della nostra Avenger e ci gustiamo l’ottimo impianto stereo, poco disturbato dal motore che ancorché a tre cilindri non emette il caratteristico rumore di questo tipo di propulsore, ma un sound quasi da auto di categoria superiore. L’ambiente di guida per un’attività al volante rilassante può essere arricchito dalle luci di cortesia, che contornano il cruscotto alla base del parabrezza sul quale, com’è tradizione, a destra in basso è stampato il logo-silouette della Jeep, ancorché riferito alla sagoma della iconica ’ Willys’. Su Avenger, le luci di cortesia, ben diffuse ed efficaci e armonizzate con l’impianto di intrattenimento si comandano sul display centrale cliccando sui loghi caratterizzati con la sagoma del radiatore e i due grandi fari tondi, del colore prescelto. Così si comandano anche le luci di cortesia e la colorazione è consona ai colori dell’Avenger, brillanti e giovani. Si sta facendo buio e non possiamo che apprezzare i fari dedicati a questo modello, a led, molto efficaci per l’intensità, la profondità e la larghezza del fascio di luce, ma azzeccati anche esteticamente.

#charlieinauto3/389  #provavintage

#testdrive #JeepAvenger #benzina nel suo habitat ideale: la campagna

Viaggiare morbidi sullo sconnesso e sullo sterrato anche in velocità

La certezza si trasforma in sicurezza sulle strade e scongiura gli imprevisti

Scorre veloce la strada sotto le ruote della Jeep Avenger a benzina, nata per questo, per essere un SUV di dimensioni contenute ma non per questo meno performante e assistita rispetto alle altre crossover della Casa americana del gruppo Stellantis tra le quali è oggi il modello più piccolo. Abbiamo visto che ciononostante gli spazi interni e la capacità di carico sono soddisfacenti, anche al di sopra delle aspettative. Ma anche se si tratta del primo modello nella scala delle dimensioni tra le Jeep offre prestazioni e un sistema di sicurezza di categoria superiore.

Per una conferma o meno di queste considerazioni stavolta la mettiamo alla prova sulle strade bianche. Non chiedeteci dove, altrimenti potremmo rischiare di trafficare troppo percorsi per ora suggestivi, ma gli scout del territorio più attenti li riconosceranno facilmente.

Ci attirano campi coltivati a colza, conosciuta nella tradizione popolare della civiltà contadina come Olio. Infatti da questo cereale che viene coltivato a nordest già nel 1200 veniva usato per l’illuminazione delle strade nel Nord Europa. Dalla metà dell’800 e se ne ricava un olio utilizzato anche nell’industria e in tempi meno fortunati, come quelli di guerra, perfino come combustibile per i motori a scoppio, anche da lavoro, probabilmente capace di assicurare emissioni piuttosto basse. Non solo ma Rudolf Diesel, ai primi del ‘900, quando ideò il motore che oggi chiamiamo a gasolio lo fece viaggiare fin dai primi giri con l’olio di colza.

SUV crossover, quindi, che ricordiamo monta sul modello che stiamo provando un motore a benzina di 1199 cc da 74 kW, cambio manuale a sei rapporti, cerchi da 18’, cruise control… Ah già, scusate, qui la guida automatica e assistita non ci serve, anche perché il sistema di lettura della carreggiata dell’auto non leggerebbe le indispensabili linee di segnaletica orizzontale. Ci aspetta un bello sterrato in mezzo ai campi gialli di colza. Agiamo sul comando di selezione delle funzioni di guida che si trova vicino alla leva del cambio e lo posizioniamo su sabbia. Lo sterrato è abbastanza liscio e scorrevole, ma non mancano le buche ampie e abbastanza profonde, nelle quali il sole della primavera ha prosciugato l’acqua che avrebbe contribuito ad attutire i sobbalzi.

Aumentiamo la velocità nella certezza che l’elettronica delle sospensioni avrebbe sopperito a questa criticità, e di fatto la nostra Jeep Avenger ha mantenuto stabilità, confort, trazione, la direzione che le imponevamo senza alcuna incertezza e senza procurarci sorprese. Le buche, pur superate a una velocità discreta, pareva non ci fossero e lo sterrato fosse perfettamente liscio, come una tavola. Il che non è banale, perché comunque ci fa intuire, ma è una prova che risparmieremo a questa vettura certo della risposta, che anche qualora ci trovassimo improvvisamente di fronte a una asperità anche dell’asfalto, una gobba dello stesso sollevata dalla radice di un albero, una buca improvvisa nè noi né la vettura ne dovremmo risentire. Scorgiamo un altro percorso, un viottolo tra le zolle coltivate, che si rivelerà il classico misto di sabbia, terra, fango scuro, di quello più viscido, poi il prato con l’erba verde.

Ora ci infiliamo fiduciosi in quella che con un’auto normale si sarebbe rivelata una trappola perfetta, uno stretto viottolo dal quale non un carro attrezzi bensì soltanto un trattore con le sue rassicuranti ruote da campagna ci avrebbe potuto far uscire. Posizioniamo il selettore delle funzioni di guida su FANGO e ci tuffiamo nell’avventura. Ovviamente, come abbiamo imparato ai tempi delle esperienze rallistiche, precedute da prove e ricognizioni che spesso ci portavano un stradine di sottobosco peraltro affrontate con gomme da neve ricoperte destinate alle prove sullo sterrato, la nostra pressione sul pedale dell’acceleratore sarà soffice e progressiva. Così come mi guarderò bene dal trovarmi nella condizione di dovermi fermare bruscamente. Mi aiuto con la frizione che rilascio delicatamente e la Jeep Avenger si muove sicura su questo fondo infido. Tutto fila liscio, la marcia è molto sicura, finché mi appare davanti una specie di tornante. Così decido di rallentare con il freno motore, che nel propulsore a benzina è in effetto limitato della riduzione del numero di giri, poi passo al freno che aziono comunque con cautela. E il gioco è fatto: a farmi affrontare la curva a velocità adeguata e a mantenere l’auto in mezzo alla pur esigua carreggiata con a tratti profonde canalette di pantano. Così provo anche ad arrestare l’Avenger e si ferma in poco spazio.

Quindi? La Jeep Avenger è, come ci si poteva aspettare, promossa anche nel crossover.

#charlieinauto3/388  #provavintage

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#testdrive #JeepAvenger 1200 il turbo a benzina dai consumi sostenibili

Abbiamo percorso 17 km/l in città e quasi 20 in autostrada

Fuoristrada con nel confort un impianto di intrattenimento professionale

Alimentata a benzina: sembra di parlare di avanguardia, innovazione, futuro, invece c’è oggi un ritorno alla benzina, perché a conti fatti, ma lo scrivevamo fin dall’inizio, il vero inquinamento non è qui, e non sono le auto le vere cause dell’inquinamento. Ovvero, la nostra società non è ancora sufficientemente attrezzata, né strutturata o infrastrutturata, per permettersi il passaggio repentino a un nuovo modello di mobilità, che rivoluzioni strutture, innanzitutto, ma anche abitudini e modalità di vita. Ma parliamo dell’oggetto, o meglio del soggetto, della protagonista della nostra prova, la duttile e confortevole Jeep Avenger, il SUV più piccolo di gamma della Casa americana oggi parte del gruppo Stellantis. Il modello che ci è stato assegnato è con motore tre cilindri turbo di 1199 cc a benzina, da 75 kw, ovvero da 101,94 CV, con una coppia di 205 Nm a 1.750 giri, cambio a 6 marce. Pesa 1192 kg, quanto basta per permetterle di mantenere le proverbiali doti di robustezza e abitabilità di una Jeep, ma anche per consentirle di disporre di uno spunto adeguato e di raggiungere una velocità massima di 184 km/h. Brillante nei sorpassi, sostenibile nei consumi, il serbatoio è da 48 litri. Iniziamo il trasferimento e con il pulsante che si trova vicino alla leva del cambio selezioniamo la modalità NORMAL dopo avere percorso la metropoli in ECO, quella più risparmiosa. Gli altri comandi sono ovviamente SPORT, poi le modalità classiche del fuoristrada, tradizionalmente parte integrante delle opzioni di guida JEEP per il fuoristrada: SABBIA, FANGO, NEVE. Ma queste parleremo quando arriveremo nelle relative condizioni del fondo stradale. Ritornando alle considerazioni iniziali, l’Avenger, Auto dell’anno 2023, è nata quando sembrava che per le motorizzazioni a benzina o diesel non ci fosse più futuro. Eppure, siccome proprio nel fuoristrada le motorizzazioni elettriche o assistite dall’elettrico possono presentare criticità e sono più a rischio negli ambienti umidi e in condizioni particolari mentre è molto più complicato ricaricare le batterie nelle zone disagiate, sulle montagne e nei luoghi dove invece, mal che vada si può sopperire all’esaurimento del carburante con una banale tanica di benzina o gasolio, Jeep aveva deciso di prevedere anche la versione a benzina, che oggi ritorna prepotentemente d’attualità. Dopo avere caricato i nostri bagagli nel bagagliaio, si apre elettricamente ma anche automaticamente facendo scorrere un piede visino alla slitta della sottoscocca sotto alla coda, risaliamo a bordo dell’Avenger, per sistemarci il sedile di guida (quelli anteriori sono regolabili elettronicamente e anche riscaldati) e posizionare il display nella funzione che evidenzia il consumo in tempo reale e quello medio e l’autonomia. In città, in centro a Milano, proprio nel cuore della città perché l’Avenger a benzina è classe Euro 6, abbiamo guidato in modo normale, senza ricercare artifizi e strategie come ci hanno abituato, questo forse è uno dei reali vantaggi della mobilità elettrica, le auto EV per arrivare a destinazione riducendo il numero di ricariche, abbiamo percorso, come recita anche il display, 17 km con un litro di benzina. Non male per un percorso urbano ad alta densità di traffico e di variabili. Passiamo dalla tangenziale all’autostrada A4, e impostiamo il cruise control, che è adattivo appartiene alla categoria di sicurezza attiva che legge i cartelli stradali, e ce li ripete sul cruscotto, ma volendo adegua la nostra velocità al limite in vigore per quel tratto di percorso. Ovviamente anche i controlli anticollisione sono avanzati, mentre sugli specchietti retrovisori esterni è ripetuto con una luce a led gialla l’avviso di avvicinamento di un veicolo da dietro. Utilissimo in autostrada soprattutto nei sorpassi perché ci segnala quando possiamo rientrare nella nostra carreggiata, perché siamo arrivati davanti all’auto o al Tir che abbiamo superato. Impostiamo il cruise control su 120 km/k e viaggiamo anche assecondati dal potente impianto JBL che si avvale anche di due efficaci tweeter inseriti nei montanti del parabrezza per un ascolto più immersivo. L’audio può essere impostato per un suono ottimizzato nella parte anteriore, oppure per tutti i passeggeri, o personalizzato a piacere. Inoltre l’impostazione degli altoparlanti può essere modificata separatamente. Percorse diverse decine di km vediamo che valore è indicato sul display per il consumo medio: 19,8 km/l: un buon risultato.

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#testdrive #jeepAvenger benzina si destreggia nel cuore della città

Si rivela sostenibile per i consumi anche nel traffico urbano

Interni comodi con allestimento giovane non banali per un SUV crossover

Avevamo provato per voi l’imponente e potente Wrangler 4XE Sahara plug in e ora passiamo alla duttile ma performante Avenger, la più piccola e l’ultima della covata Jeep, il brand americano che fa parte del Gruppo Stellantis. Ci è stata proposta a sorpresa, anche perché a sorpresa è anche la motorizzazione. Di questo modello esiste ormai la gamma completa di propulsori, a parte il diesel, e dopo tutte le incertezze normative europee che hanno devastato la programmazione dell’automotive che cosa ci è stato affidato?

La cosa più semplice: la versione a benzina. Che è sufficientemente dotata per rendere divertente la vettura. Il motore è 1.2 turbo da 100 CV, peso 1.255, cambio manuale a sei marce come si confà a una fuoristrada purosangue, piccole dimensioni per questo SUV Jeep ma tanta elettronica e interni inaspettatamente spaziosi e confortevoli con numerosi vani di carico.

La prima impressione, guidando questo fuoristrada dotato dell’assistenza alla guida avanzata e di ultima generazione, le manca soltanto la guida autonoma, è che non sia tale. Infatti, nei primi chilometri di prova percorsi nel cuore di Milano non sembrava di guidare una offroad bensì un’auto da città. La guida risulta essere infatti molto delicata, ovvero, è la classica vettura da poter guidare ‘metaforicamente’ con due dita posizionate sulle razze del volante, perché è molto docile.

Per questo sarà molto divertente ed efficace nello sterrato e sui percorsi difficili. Faremo una ulteriore verifica sui consumi sulle strade urbane, ma a vista, e controllando la strumentazione di bordo, sono bassi in città. Cominciamo dai primi passi alla guida: gli interni sono moderni e caratterizzati con l’ombra della sagoma della Jeep sul bordo del parabrezza com’è tradizione per le auto della Casa americana, la personalizzazione dei bordi del cruscotto dello stesso colore giallo satinato della carrozzeria e delle bocchette di aereazione, un particolare gioco dei colori con le luci d’ambiente e di servizio interne, il volante a due razze con la grande scritta Jeep sul pulsante centrale dell’avvisatore acustico, il cruscotto in 3D di dimensioni contenute, 7,25”, ma in tre D, il display centrale da 10.25”,e per la sicurezza urbana ed extraurbana il sistema elettronico di riconoscimento di pedoni e ciclisti con eventuale frenata di emergenza. Già molte le opzioni, assieme alle telecamere a 360° super funzionali anche nei parcheggi.

Il motore è ovviamente silenzioso in conseguenza della buona insonorizzazione, a sua volta conseguente all’impermeabilizzazione e protezione della scocca e della intera carrozzeria, votata al fuoristrada. Ci permette di goderci l’ottimo impianto di intrattenimento a 6 vie, anche funzionale alla connessione con Iphone o Android. Mentre la maneggevolezza della Jeep Avenger, morbida alla guida questa versione a benzina, ci dà modo di apprezzare il centro storico del capoluogo lombardo e l’architettura dei palazzi del Rinascimento.

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