EuroEdile, l’azienda diventa scuola di formazione retribuita per assumere personale qualificato

  • Da febbraio i selezionati potranno partecipare ad uno stage didattico dedicato per imparare i fondamenti del mestiere

 

  • 3 mesi tra lezioni e pratica, retribuiti, inclusa mensa e albergo per chi viene da fuori

 

Se nel settore mancano i ponteggiatori, l’azienda diventa scuola di formazione retribuita con la possibilità di avere vitto e albergo pagato per chi viene da fuori. Questo il caso di EuroEdile, società trevigiana che opera a livello europeo, specializzata nel fornire soluzioni innovative per i cantieri di grande complessità, che ha creato un programma di formazione ad hoc per poter assumere personale qualificato. Il progetto nasce da un’esigenza dell’Azienda che da oltre due anni è alla ricerca di operai specializzati da assumere, ma fatica a trovarli.

EuroEdile vanta un’esperienza pluri-trentennale come leader nei ponteggi speciali nel settore di ponti, viadotti, costruzioni e restauri e ha sempre riservato un’attenzione particolare alle innovazioni, non ultima la realizzazione di un ponteggio sospeso elicoidale per il rifacimento del ponte Morandi di Genova. Questo progetto didattico conferma l’innovazione e la singolarità dell’azienda non solo nelle competenze tecniche del settore, ma anche nel saper valorizzare l’aspetto sociale del lavoro. Il programma, che inizierà a febbraio, è stato ideato con una duplice finalità: insegnare una professione altamente specializzata e allo stesso tempo essere un esempio positivo per altre realtà aziendali per risollevare il mondo del lavoro che, nel nostro Paese, sta vivendo una forte crisi.

“Questa pandemia ha frenato l’economia nazionale, in questo momento le aziende sono restie nell’assumere nuove risorse”, commenta Nereo Parisotto titolare di EuroEdile. “Noi, a differenza di molti, abbiamo bisogno di nuovi lavoratori e, non potendo trovarli sul mercato abbiamo deciso di formarne di nostri”.

L’azienda si è rivolta alla divisione Search & Selection di Maw, realtà specializzata in servizi alle aziende per le risorse umane, per una pre-selezione dei canditati che otterranno un colloquio con EuroEdile prima di accedere al programma.

In caso di interesse, inoltrare la propria candidatura a selezione.treviso@maw.it

Nella sua prima fase il corso formativo prevede l’insegnamento a sei persone selezionate, che nell’arco di tre mesi saranno formate da zero, attraverso lezioni teoriche con esperti del settore e pratica in Azienda, per ottenere il patentino di ponteggiatori. Terminato il periodo di stage, l’obiettivo dell’azienda è quello di instaurare un rapporto definitivo di lavoro.

Continua Parisotto: “Da sempre apripista nei settori di competenza, EuroEdile ha deciso di intraprendere un’azione coraggiosa, ma necessaria. Dall’inizio della crisi ad oggi, l’Italia ha perso 420mila posti di lavoro, sentiamo come un nostro dovere renderci attivi in questa situazione e fornire nuova linfa al mercato del lavoro”.

La formazione del personale è un progetto che la direzione di EuroEdile ha intrapreso con particolare attenzione anche sul pieno benessere dei dipendenti: tutti i candidati riceveranno una retribuzione per tutto il periodo, avranno accesso a tutti i servizi aziendali compresa la mensa, inoltre i non residenti saranno ospitati in albergo.

 

Come funziona il Demand Response e perché conviene

Il demand response è un programma che remunera la capacità delle imprese di consumare energia in modo flessibile. Scopri come sfruttarlo con Enel X

 

L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha aperto il mercato dei servizi di dispacciamento (MSD) ai consumatori commerciali e industriali attraverso un innovativo servizio, denominato Demand Response che si basa sull’uso di risorse diverse da quelle termoelettriche tradizionali, come le rinnovabili, lo storage, il consumo e la generazione distribuita. L’Autorità si propone un doppio obiettivo: consentire a Terna, l’Operatore di rete (Transmission System Operators – TSO) nazionale, di assicurare in ogni momento il bilanciamento tra produzione e consumi di energia elettrica per garantire una fornitura sicura, costante e affidabile nonostante l’uso di fonti non programmabili come il sole e il vento e quello di andare incontro alle nuove esigenze delle imprese, che richiedono un approccio personalizzato e sostenibile.

I programmi di Demand Response offrono infatti alle aziende un compenso in cambio della loro flessibilità, la disponibilità a modulare i propri consumi o aumentare la propria produzione per un breve lasso di tempo su richiesta degli aggregatori della domanda (Balance Service Provider – BSP) che, come Enel X, gestiscono le disponibilità al servizio e i flussi di energia. In questo modo il TSO è in grado di mantenere la stabilità e l’affidabilità della rete, rispondendo ai picchi nella fornitura o nella domanda di elettricità, con un uso più efficiente delle infrastrutture e delle risorse. Il servizio di DR è rivolto a tutti i clienti commerciali e industriali appartenenti a diversi settori merceologici, anche quelli di taglia più piccola (almeno 300 kW), gestiti in forma aggregata.

Enel X è leader di mercato con una quota del 35% e ha un Team dedicato esclusivamente a supporto del cliente per raccogliere il materiale tecnico necessario all’individuazione dei processi industriali più adatti ad una modulazione di potenza, eseguire un’analisi preliminare standard sulle principali caratteristiche del sito d’interesse a cui ne seguirà una più approfondita dei processi industriali coinvolti, andando ad identificare i singoli carichi flessibili.

Per la gestione dei servizi di Demand Response utilizziamo una piattaforma intelligente tecnologicamente avanzata, che sfrutta algoritmi evoluti in grado di selezionare la soluzione ottimale tecnica/economica, permettendo la massimizzazione dei ricavi per il cliente e la massima sicurezza per il gestore di rete.

A fronte di un problema di stabilità della rete, il TSO Terna notifica all’aggregatore della domanda (BSP) la necessità di un ordine di bilanciamento. In qualità di BSP, Enel X individua il carico e/o la generazione del suo portafoglio di clienti necessari per aumentare o diminuire l’uso di energia. I clienti che tramite i loro impianti, o parti di essi, possono mettere a disposizione la propria flessibilità, mettono in piedi i cosiddetti piani di modulazione. La riduzione o l’incremento del carico viene utilizzato dal TSO per l’equilibrio della rete e in cambio i clienti ricevono dal BSP una remunerazione per la modulazione effettuata.

Attualmente lo schema remunerativo previsto dal progetto pilota UVAM (Unità Virtuali Aggregate Miste) istituito da Terna prevede due voci: una remunerazione fissa direttamente proporzionale alla capacità resa disponibile alla modulazione aggiudicata tramite asta e una variabile derivata dalla movimentazione effettiva sull’MSD. Nell’ambito del progetto UVAM il territorio italiano è stato suddiviso in due aree ripartite in 15 perimetri geografici all’interno dei quali ciascun BSP può aggregare risorse flessibili di diversi clienti. I siti che compongono ciascuna Unità Virtuale Aggregata Mista devono risiedere in un unico perimetro di aggregazione.

Il progetto per il 2020 ha previsto l’assegnazione di un quantitativo massimo di 1.000 MW di capacità (800 MW destinati all’area Nord e Centro-Nord e 200 MW destinati all’area Centro-Sud, Sud, Sicilia, Sardegna) tramite aste al ribasso con un corrispettivo fisso massimo potenzialmente ottenibile di 30mila euro per MW l’anno. Per il periodo di assegnazione, con riferimento a ciascuna UVAM, il BSP si impegna a presentare sul mercato dei servizi di dispacciamento offerte a salire per il bilanciamento a prezzi non superiori allo strike price di 400 euro per MWh, per un quantitativo di risorse almeno pari alla quantità di potenza assegnata e per almeno 4 ore consecutive comprese nella fascia oraria tra le 14 e le 20, dal lunedì al venerdì.

Il corrispettivo fisso giornaliero si riduce linearmente, fino a un valore massimo del 50%, qualora l’offerta sia formulata per un quantitativo almeno pari alla quantità assegnata per 2 ore consecutive nella stessa fascia oraria.  Grazie ai servizi di DR di Enel X il cliente non solo potrà contare su una nuova voce di entrate fino a oggi non prevista, ma sarà in grado di acquisire una maggiore consapevolezza della flessibilità del proprio processo industriale e partecipare a un sistema più sostenibile dal punto di vista ambientale. Il Demand Response, infatti, non solo aiuta a stabilizzare la rete, ma contribuisce alla transizione energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Innovazione: ESA e Enel cercano “idee spaziali” per città circolari

L’Agenzia Spaziale Europea ed Enel lanciano una nuova challenge in nome dell’innovazione: applicazioni spaziali a supporto delle città sostenibili di domani.

Secondo stime delle Nazioni Unite, nel 2050 due persone su tre vivranno in insediamenti urbani. Se a questo dato si associa quello dello sviluppo demografico, secondo cui la popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi entro metà del secolo, si comprende quanto il ruolo delle città sarà sempre più centrale nel futuro. Fino a divenire un elemento dirimente nella sfida allo sviluppo sostenibile. I centri urbani possono costituire il fulcro della nuova transizione ecologica ed energetica a patto, però, di riuscire a sposare modelli gestionali più circolari, verdi e cittadino-centrici. Attualmente le città consumano oltre il 75% delle risorse naturali e sono responsabile del 60-80% dei gas serra emessi: un peso importante che rivela tuttavia anche ampi margini di miglioramento.

Ma ridurne l’impatto non basta: è necessario anche aumentarne la resilienza e la vivibilità. Due aspetti fondamentali che l’attuale emergenza sanitaria ha ulteriormente rimarcato. In questi mesi, la crisi del Covid-19 ha sottolineato con maggiore intensità l’urgenza di una trasformazione digitale e sostenibile dei servizi e delle infrastrutture pubbliche; trasformazione che parta dalle esigenze dei cittadini per creare un ecosistema complesso e funzionale.

Per affrontare queste sfide, la parola d’ordine è innovazione, quella premiata da Open Innovability, lo strumento di crowdsourcing del Gruppo Enel, aperto a start up, talenti, imprenditori, associazioni e ricercatori. Sulla piattaforma, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), tramite il suo team ESA Space Solutions, in collaborazione con Enel X (Gruppo Enel), sta promuovendo un Annuncio di opportunità (Announcement of Opportunity – AO) per studi di fattibilità che promuovano lo sviluppo di applicazioni spaziali a supporto dell’innovazione sostenibile urbana. L’annuncio è focalizzato sull’efficienza delle infrastrutture e sull’ottimizzazione della mobilità sostenibile.

La collaborazione con ESA non è una novità. Il gruppo a Settembre dello scorso anno ha sottoscritto un accordo di collaborazione per l’implementazione di soluzioni innovative e supporta da tempo l’Agenzia negli studi di valutazione della fattibilità dei servizi satellitari in ambito di smart grid e manutenzione delle reti elettriche. A partire da  dicembre 2019,  ESA ed ENEL hanno avviato insieme anche un percorso di cooperazione espressamente dedicato alla circolarità e sostenibilità urbana. L’obiettivo? Promuovere lo sviluppo di sistemi innovativi che uniscano dati spaziali a tecnologie per incrementare l’efficienza e la resilienza dei servizi cittadini, dall’illuminazione pubblica alla gestione del traffico.

In questo contesto si inserisce la nuova call che oggi cerca di sostenere ulteriormente le applicazioni del settore spazio in ambito energetico e nel contesto delle città circolari. L’obiettivo dell’AO è valutare la fattibilità tecnica e commerciale dell’utilizzo delle risorse spaziali per far avanzare l’innovazione a livello cittadino in due campi: sostenibilita’ ambientale per il trasporto pubblico e monitoraggio di infrastrutture urbane.

Sul fronte trasporti, la call evidenzia due esigenze fondamentali. Da una parte quelle della pubblica amministrazione che necessita di ottimizzare il trasporto pubblico locale per definire politiche di mobilità “data-driven” e promuoverne l’elettrificazione in linea con gli obiettivi di sostenibilità. Dall’altra quelle dei cittadini stessi che chiedono trasporti flessibili, veloci, capillari e a zero emissioni. In quest’ambito l’analisi dei dati di telerilevamento può consentire di accelerare diversi scenari di ottimizzazione, tenendo conto sia dello stato di strade e traffico che della domanda dei passeggeri.

Allo stesso tempo è interessante anche ragionare su un sistema di mappatura dinamica delle infrastrutture urbane al fine di indirizzare lo sviluppo di modelli di manutenzione predittiva. Lo scopo della challenge è promuovere lo sviluppo di servizi innovativi, combinando dati di telerilevamento e altre tecnologie, per monitorare infrastrutture come edifici, illuminazione, parcheggi, colonnine di ricarica e grazie a questi dati definire degli scenari decisionali volti ad incrementarne l’efficienza e semplificarne la manutenzione. E di proporre una tabella di marcia per potenziali progetti pilota che prendano il via nel 2021.

Per essere in linea con la sfida le soluzioni proposte dovranno, oltre che rientrare in aree di applicazione rilevanti per i due domini, anche caratterizzare il ruolo dei dati e tecnologie spaziali potenzialmente combinati con tecnologie innovative (AI, Big Data, IoT, ecc.) e valutare i vantaggi economici, sociali e ambientali. Si chiede inoltre di dimostrare la fattibilità tecnica dei servizi proposti, definendo una roadmap per l’implementazione di progetti pilota.

ESA sosterrà fino al 50% del costo dello studio di fattibilità (fino a un costo massimo stimato di 120.000 euro per studio) che potrà essere incrementato fino all’80% per le piccole e medie imprese, il tutto soggetto ad approvazione finanziaria delle delegazioni nazionali ESA.

Quanti verranno selezionati avranno anche la possibilità di collaborare direttamente con Enel X con un contratto dedicato e ulteriore supporto.

Anche in questo caso la sfida è in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che i 193 Paesi membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. Per la precisione, la challenge segue l’obiettivo nove (SDG 9) “Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile” e l’obiettivo undici (SDG 11) “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Nuove ricette con la buccia di frutta e verdura Le proposte di 5 Food influencer per Bicarbonato Solvay®

Riso rosso al cocco e curry, Bulgur alla venezuelana, torta salata a spirale, ma anche snack veloci e merende da portare a scuola

 

Sonia Peronaci; Giovanna Hoang, Francesca Guatteri, Gloria Strabla e Adriana Fusè: cinque food influencer che si sono cimentate, ispirate e anche divertite a reinterpretare una CONSTELLATION di 5 ricette sfiziose e facili da copiare per una cena, un pranzo veloce o una merenda per i più piccoli, in collaborazione con Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura.

 SoniaPeronaci -Torta salata a spirale di verdure

La frutta e gli ortaggi in cucina sono sempre una grande fonte di ispirazione per preparare fantasiose e coloratissime ricette, proprio come la buonissima torta salata a spirale interpretata per una cena o un pranzo veloce da Sonia Peronaci. Un tripudio di verdure e di colori per regalare un tocco di vivacità a un giorno che nonostante la pioggia o il freddo invernale può diventare caldo e solare.

Gli ingredienti suggeriti da Sonia Peronaci? Carote arancioni; carote viola; melanzane, peperoni rossi e gialli; zucchine, patate, basilico e prezzemolo.

 

Giovanna Hoang, giovane food influencer, forte della contaminazione delle culture europea e asiatica, si è sbizzarrita con un’insalata di riso rosso e verdure da condire con un dressing al latte di cocco e curry. Questo piatto è sicuramente un ottimo compromesso per un pranzo gustosissimo e allo stesso tempo perfettamente “healthy”. Pomodori, peperoni, carciofi, rapanelli e una manciata di erbe aromatiche sono, oltre alla rusticità elegante del riso venere, protagonisti assoluti di questa ricetta. Giovanna ama la semplicità in cucina, perché è l’unica via per esaltare gli ingredienti che, però, devono sempre essere scelti con grande attenzione per assicurare qualità e salute nei nostri piatti.

 

Francesca Guatteri, Viverlaperraccontarla, venezuelana ma italiana di adozione, ci propone una freschissima insalata di bulgur, saporita, gustosa, sana e ricca di verdure crude e croccanti per un piacevole pranzo da pausa lavoro. Facilissima da realizzare con bulgur, valeriana, carciofi, basilico fresco, pomodorini gialli e cetriolo da consumare rigorosamente con la buccia ben lavata.

 

Gloria Strabla, mamma influencer, ci prepara una gustosa macedonia salutare per il pomeriggio dei nostri bimbi da assaporare davanti sul divano davanti alla Tv. Uva, albicocche, pere e pesche in un gioco di colori e sapori.

 

Adriana Fusè di Ricominciodaquattro, mamma di 4 bimbi, propone la Snack Pill, la merenda nutritiva da portare a scuola. Una macedonia di frutta con la buccia con frutti di bosco; mele; albicocche, pere. I bambini non potranno resistere.

 

Il segreto delle food influencer? Aver mantenuto le bucce delle verdure e della frutta, che donano un tocco particolare grazie alle loro vivaci cromie avendo cura di lavarle con il Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura.

 

Il primo passo è immergere gli ortaggi e la frutta nell’acqua e versare un cucchiaio di Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura.

Secondo step: lavare frutta e verdura accuratamente e massaggiando delicatamente con i microgranuli e poi sciogliere il bicarbonato in acqua, mescolando con il cucchiaio.

Dopo aver lasciato la frutta e la verdura in acqua per circa 10 minuti, risciacquarle accuratamente con acqua corrente, pronte poi per trasformarsi in ricette sfiziosissime.

 

Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura in microgranuli consente di rimuovere in modo efficace tutte le impurità presenti su frutta e verdura, per un lavaggio perfetto. Inoltre la formula in microgranuli di Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura è ancora più efficace.

La nostra frutta e verdura, perfettamente lavate, sono pronte per essere consumate. Un gesto quotidiano pratico e veloce, che ci consente di non dover levare la buccia in cui frutta e verdura custodiscono gran parte dei loro nutrienti.

 

Sito web: www.bicarbonato.it

FB: https://www.facebook.com/BicarbonatoSolvay

Saipem cattura la CO2 con le tecnologie CCUS

Stoccare la CO2 nei depositi sottomarini, così Saipem pensa al futuro delle CCUS Trasformare la CO2 prodotta dalle attività umane, da problema climatico a risorsa per lo sviluppo sostenibile. È quello che cercano di fare oggi le tecnologie CCUS, acronimo delle parole inglesi Carbon, Capture, Utilisation and Storage. Ne sono un esempio le soluzioni firmate Saipem, azienda in grado di padroneggiare oggi l’intera catena della cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica grazie al suo solido background maturato nel settore oil&gas. La società sta da tempo costruendo un ricco portafoglio tecnologico in questo segmento con cui accompagnare la transizione energetica. Tra brevetti, acquisizioni, nuovi accordi e proposte progettuali è il gruppo si muove su più fronti: dalla cattura della CO2 al trasporto a terra e in mare, dallo stoccaggio al successivo riutilizzo. A livello di cattura, ha progettato e costruito oltre 70 impianti di sequestro CO2, utilizzando un vasto range di tecnologie, da lavaggi con vari tipi di solventi alle membrane ibride. Recentemente ha anche acquisito una tecnologia proprietaria dalla società̀ ̀ canadese CO2 Solutions Inc che si applica a processi di cattura Post Combustione, capace di ridurre il fabbisogno energetico del processo di cattura senza utilizzare i composti amminici tossici. L’esperienzà sul fronte del tràsporto- con oltre 130.000 km di condotte a terra e a mare realizzate in aree remote – ha portato Saipem a prender parte al Northern Lights Norwegian CCS, un progetto di trasporto e stoccaggio geologico di CO2 che sarà fornita da siti industriali collocati nella regione del fiordo di Oslo trà cui ànche cementifici e termovàlorizzàtori; l’iniziàtivà mirà à liquefàre e portàre vià nave la CO2 da questi siti ad un terminale onshore sulla costa occidentale norvegese. E da lì, tramite una pipeline sottomarina lunga 80 km, stoccarla in maniera permanente in un bacino nel Mare del Nord. Un passaggio delicato, quello del trasporto sotto la superficie del mare, di cui Saipem ha realizzato il FEED (Front End Engineering Design), passaggio fondamentale in cui si sviluppa il dettaglio tecnico necessario a valutarne la fattibilità e a definirne il costo. Non solo. Il gruppo ha una vasta conoscenza industriale nella progettazione e realizzazione di impianti di riutilizzo della CO2, grazie alla sua esperienza e ad una tecnologia proprietaria ad alta efficienza e sostenibilità per la produzione di urea. Al punto che oggi può vantare una leadership tecnologica in questo campo e un elevato livello di competitività. La CO2 recuperata può essere anche impiegata per la produzione di combustibili o metanolo, soluzioni ancor più sostenibili se combinate a idrogeno verde o blu. Anche in questi casi Saipem è in grado di proporre diverse soluzioni, nella maggior parte dei casi facilmente integrabili in impianti esistenti. Nuove opportunità si stanno aprendo inoltre nel campo della biofissazione. In questo càso l’ànidride càrbonicà è impiegàtà per nutrire colture àlgàli in gràdo di produrre unà miscela di composti utilizzabili come biocombustibili. Mà quàli sono i possibili scenàri di sviluppo àll’interno dell’economià italiana? La proposta di Saipem, che là società intende proporre nell’àmbito del progràmmà europeo Next Generation EU per l’àccesso al Recovery and Resilience Fàcility destinàto àll’Itàlià, pàrte dàl concetto di hub, ossia una rete di cattura e stoccaggio con un’unicà infràstrutturà di tràsporto condivisà che connettà trà loro siti emissivi e di immagazzinamento. In questa direzione si inquadra il recente MOU firmato tra Saipem ed Eni con cui individuare possibili opportunità di collàboràzione nell’àmbito dellà càtturà, tràsporto, riutilizzo e stoccàggio dellà CO2 prodottà dà distretti industriàli nel territorio itàliàno. L’obiettivo è contribuire àl processo di decarbonizzazione di intere filiere produttive, come quelle energy intensive. E valutare la pàrtecipàzione à progràmmi finànziàti dàll’UE nel contesto dellà Green Deàl Stràtegy, proponendo il possibile inserimento di specifiche iniziàtive nell’àmbito del piano di ripresa. La CO2 potrebbe essere catturata nei distretti industriali sparsi sul territorio nazionale, trasportata via pipeline o vià nàve àll’hub di stoccàggio per essere poi intombàtà in pozzi esàusti. Le prime stime, associate ad alcune possibili iniziative individuate e limitate ad un unico hub, indicano un potenziale complessivo di 20+ Mt di anidride carbonica evitate annualmente, pari al 6% circa delle emissioni annue in Italia.

Fotovoltaico flottante, Saipem porta in mare l’innovazione verde

Saipem porta il suo knowhow e il suo storico bagaglio offhshore nel segmento del fotovoltaico flottante.  Un’impresa fatta di esperienza e volontà d’innovare

Moduli fotovoltaici marini da combinare con turbine eoliche galleggianti, elettrolizzatori offshore e sistemi di acquacoltura, per dare un nuovo volto alla cosiddetta Blue Economy. Questo il futuro che Saipem immagina per la transizione energetica mondiale. La multinazionale italiana sta ridisegnando il suo ruolo nel comparto energetico ampliando il portafoglio tecnologico green con soluzioni di ultima generazione. E lo fa, ovviamente, partendo dalla sua decennale esperienza nel settore offshore.

Tra le prime tecnologie verdi a prendere il largo c’è il nuovo modello di fotovoltaico flottante, messo a punto in collaborazione con la norvegese Equinor. A marzo 2020  le due società hanno firmato un accordo di cooperazione con l’obiettivo di realizzare soluzioni ad hoc per l’installazione di pannelli solari galleggianti vicini alla costa. Al centro dell’intesa c’è il concept sviluppato in-house da un’altra realtà norvegese: la Moss Maritime, uno dei fiori all’occhiello della nuova divisione XSIGHT di Saipem.

La società ha creato un design che facilita costruzione e installazione di impianti fotovoltaici in acqua. Si tratta una piattaforma galleggiante, modulare e flessibile, che può essere personalizzata in base al luogo d’installazione e alla potenza cercata. Al contrario dei sistemi su cui poggia l’attuale tecnologia del solare galleggiante – destinato per lo più a laghi artificiali, cave sommerse o bacini idroelettrici – il concept di Moss Maritime non teme un ambiente più ostico ma dalle potenzialità illimitate: il mare.

A spiegarne l’innovazione è l’Ing. Mauro Piasere, Chief Operating Officer della Divisione XSIGHT e Direttore Innovazione Digitale. “Fino ad ora il fotovoltaico flottante è stato installato nei bacini e nelle aree marittime interne”, ha sottolineato Piasere. “Il progetto Moss prevede, invece, la possibilità di utilizzare questa tecnologia anche in mare aperto grazie ad un sistema capace di resistere ad onde significative alte fino a 4 metri”.

La forza del sistema sta in un’innata resilienza alla corrosione dell’acqua marina e alle condizioni meteorologiche più severe, assicurando l’integrità dei moduli  e consentendo l’installazione anche in zone esposte a venti e onde. Il merito va anche alla sua estrema flessibilità: la struttura grazie alle speciali giunture tra le unità, segue docilmente il movimento ondoso.

“Altro aspetto particolarmente innovativo della tecnologia Moss è la sua modularità ed economicità”, spiega il CCO di XSIGHT. La piattaforma si compone di moduli standardizzati da collegare fra loro fino a realizzare impianti di centinaia di MW. Questo approccio rende più efficiente la fabbricazione, il trasporto e l’installazione dei componenti, riducendo al contempo le esigenze di manutenzione. Come parte dell’accordo di cooperazione, Equinor e Moss Maritime hanno unito le loro esperienze e il loro know-how per sviluppare ulteriormente il concept. L’idea è di mettere a punto una tecnologia “flat pack”, che sia abbastanza facile da configurare anche da remoto.

“Abbiamo immaginato una sorta di ‘modello IKEA’ per fotovoltaico flottante, un sistema completamente smontabile e riposizionabile in tempi brevi”, aggiunge Piasere. Il sistema consiste di diversi galleggianti, un sistema di ormeggio convenzionale e pannelli fotovoltaici protetti in un telaio da vibrazioni e flessioni. Gli inverter si troverebbero su sottostazioni o all’interno di moduli disposti sul fondale, in maniera da trasferire sulla terra ferma direttamente corrente alternata da immettere in rete.

Oggi la società sta guardando ai mercati nel Mar Mediterraneo e del sud-est asiatico con l’obiettivo di fornire vere e proprie isole energetiche galleggianti in grado di sviluppare centinaia di MW di potenza verde.. La soluzione potrebbe far parte far parte di progetti ibridi, in cui i moduli solari marini convivono con turbine eoliche galleggianti, impianti per la generazione di energia da onde o correnti e persino elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde in mare. Allo stesso tempo è possibile immaginare una commistione tra questi innovativi distretti energetici e futuri impianti di acquacoltura dedicati all’allevamento ittico e di alghe.

In Italia il primo progetto di questo genere potrebbe sorgere a largo della Costa di Ravenna. Saipem ha firmato a un Memorandum of Understanding con le italiane Agnes e QINT’X per portare sull’acqua un’ambiziosa iniziativa: creare un distretto marino integrato nell’ambito delle rinnovabili che riconverta il settore dell’Oil & Gas creando vantaggiose sinergie tra fotovoltaico, eolico e idrogeno.

 

GEO, il servizio Enel X per valorizzare i surplus energetici

Da Enel X arriva una soluzione in grado di ottimizzare la produzione energetica di impianti industriali e commerciali, massimizzando tale valore come capacità flessibile

Il settore energetico, italiano ed europeo, è in piena trasformazione. L’aumento delle rinnovabili non programmabili, la progressiva elettrificazione dei consumi e l’uscita di scena dei vecchi impianti fossili stanno mutando profondamente il sistema, sfidandone la stabilità. In questo contesto in divenire, la flessibilità – intesa come la capacità di ridurre o aumentare la produzione e/o il consumo nei carichi elettrici – è diventata un elemento sempre più importante. Fondamentale sia in termini di sicurezza della rete sia ai fini dell’avanzamento della decarbonizzazione.

Oggi il mercato permette alle aziende che possiedono una capacità flessibile (legata, ad esempio, a proprie risorse di generazione) di valorizzarla trasformandola in un asset. Come? Attraverso soluzioni ad hoc capaci di sfruttare in tempo reale le risorse disponibili in maniera vantaggiosa per i proprietari di questa capacità ma anche per la rete. Come quelle di Enel X, la divisione del Gruppo Enel che fornisce prodotti innovativi al servizio della transizione energetica. La società ha creato un portafoglio di servizi dedicati alla flessibilità, tra cui spicca il servizio GEO (Generation & Energy Optimization).

Si tratta di una nuova soluzione progettata per le imprese dotate di impianti di produzione energetica. Il servizio è rivolto ai clienti industriali e commerciali e si articola su due livelli: GEO Basic e GEO Advanced. L’obiettivo di partenza è lo stesso, ossia creare nuovo valore attraverso la gestione energetica.

Nel dettaglio, tramite GEO Basic, Enel X ritira l’eccesso di produzione proveniente, ad esempio, da impianti fotovoltaici, di cogenerazione o trigenerazione, valorizzandolo al miglior prezzo possibile sui mercati energetici. Il programma nasce per gestire le dinamiche del mercato e mitigare o azzerare  i rischi legati allo sbilanciamento, garantendo una gestione end-to-end. Ma soprattutto permette di vendere i surplus energetici senza che l’azienda diventi un operatore del mercato elettrico.

GEO Advanced, come lo stesso nome fa intuire, compie un passo in più. La soluzione è rivolta a clienti che possiedono impianti di cogenerazione, ma con un passaggio in più. Con GEO Advanced, Enel X si occupa anche di ottimizzare l’utilizzo della generazione e sfruttare al meglio gli asset (caldaie, chiller ecc) del cliente. Un programma operativo migliorato comporta oltre ad un risparmio economico anche una maggiore capacità di flessibilità che può essere utilizzata per la stabilità della rete. In questo modo le imprese possono ridurre i costi energetici complessivi e al tempo stesso massimizzare i margini derivanti dalla vendita di energia.

Attraverso il servizio GEO, Enel X analizza tutti i dati di sito e di mercato generando un programma ottimizzato per l’impianto e suggerendo gli assetti migliori di produzione, gli orari di accensione e spegnimento e i livelli di carico della macchina.

Dalla joint-venture tra Viride Spa e Green Utility nasce Green Vir

La joint venture, detenuta da Viride al 50% e da Green Utility al 50%, offre servizi tecnici, finanziari e di supervisione nel mercato delle situazioni speciali per il settore delle rinnovabili

 

Si chiamano “situazioni speciali” o special situatione indicano a livello finanziario e tecnico, eventi insoliti che inducono gli investitori ad acquistare un’azione o un altro asset il cui prezzo è stato depresso, per l’appunto, da un evento speciale. Le opportunità di investimento in questo settore possono assumere molte forme e coinvolgere una serie di classi di attività ed è quindi necessario sapersi muovere con intelligenza e agilità nel settore. Per il comparto delle energie rinnovabili, oggi viene in aiuto Green Vir, società in grado di seguire passo dopo passo chi si muove nel mercato dei crediti deteriorati e non.

La società è una joint-venture 50 e 50 tra la Viride Spa e Green Utility, imprese leader nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Attive rispettivamente dal 2015 e dal 2007, in pochissimi anni Viride e Green Utility si sono imposte sul mercato dell’economia verde come un’eccellenza in grado di rendere la sostenibilità un asset chiave per le imprese.

Le società si sono specializzate anche in servizi di consulenza gestionale e finanziaria per primari investitori. Expertise convogliata anche nella nuova joint venture, dedicata al mercato degli eventi speciali in ambito “rinnovabili”.

Nonostante si tratti di una realtà relativamente “giovane”, Green Vir si è ritagliata un spazio di primo piano, continuando a crescere in maniera esponenziale. Il merito è di un’attività multi-sfaccettata che copre consulenza, assistenza, e servicing alle aziende.

La joint venture si muove nell’ambito dei non performing loans, chiamati anche crediti deteriorati o in sofferenza. Si tratta di prestiti la cui riscossione da parte delle banche appare incerta a causa delle difficoltà (i cosiddetti eventi speciali) con cui si scontrano le imprese debitrici. Ma nelle sue operazioni rientrano anche i crediti in bonis, ossia quelle esposizioni ritenute solvibili. Nella pratica propone attività di consulenza in materia tecnica e finanziaria, occupandosi anche della gestione di singole posizioni e coprendo tutti i punti strategici nella gestione di posizioni energy. Dagli incontri bilaterali con i debitori, alla negoziazione e predisposizione di accordi modificativi, valutazione in merito al rilascio o sostituzione di garanzie, predisposizione di business plan, sopralluoghi presso gli impianti, valutazione di attività di revamping.

Una delle ultime operazioni portate a termine con successo è stata l’acquisto da parte di WRM Group di un portafoglio di crediti deteriorati del valore di 180 milioni e derivanti da contratti di leasing e di prestiti a medio-lungo termine da Mediocredito Italiano. Si tratta di crediti garantiti da 74 impianti fotovoltaici per una capacità complessiva di oltre 85 MW, su un totale di 74 stabilimenti. Oggi. La società, prosegue l’attività nel ruolo di special servicer del portafoglio acquisito, fornendo una completa assistenza gestionale.

Remote Control: Come gestire la climatizzazione senza rischi e risparmiando

Da Enel X le soluzioni innovative per l’ottimizzazione energetica e la gestione in remoto degli impianti impianti HVAC, dalla piattaforma di monitoraggio energetico EMS al software Comfort Management. remote-control-enelX3

Fin dalle prime fasi della pandemia, nella ricerca del giusto compromesso tra lockdown e accesso agli spazi pubblici, parte dell’attenzione si è focalizzata sulla relazione tra coronavirus e impianti HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning). La rete è stata inondata da una serie di informazioni contrastanti, spesso a false o inaccurate, che hanno generato molta confusione e diverse domande. Gli impianti di climatizzazione, soprattutto a livello di grandi imprese o spazi pubblici al chiuso, sono sicuri? E come è possibile gestirli in maniera da ridurre eventuali rischi di contagio in luoghi come uffici, negozi, supermercati, ospedali o palestre?

Le linee guida pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità hanno fatto chiarezza sulla questione, ma al di là dei singoli protocolli esistono soluzioni che facilitano ulteriormente la gestione degli impianti anche in termini di aumentata sicurezza. Un esempio sono i pacchetti offerti da Enel X alla climatizzazione dei grandi spazi pubblici interni, e creati appositamente per unire ai servizi di remote control e monitoraggio energetico, anche un’attenta gestione dei rischi sanitari.

In questo ambito l’azienda, braccio innovativo del Gruppo Enel, ha sviluppato due strumenti ad hoc per i clienti business: la piattaforma di monitoraggio energetico EMS e del software di gestione remota Comfort Management.

La piattaforma EMS, acronimo di Energy Management System, è in grado di monitorare i consumi energetici e i dati ambientali di uffici e attività commerciali. Lo strumento acquisisce le informazioni in tempo reale e le analizza fornendo report customizzati sulle performance e consigli per ottimizzare le prestazioni. Inoltre permette anche di configurare costi, prezzi e tariffe e di tenere sotto occhio eventuali interventi di efficienza energetica attraverso i setaggio dei report.

Comfort Management è invece un programma di remote control, dedicato alla gestione degli asset degli HVAC. Il software è in grado di autoregolare ed efficientare il fabbisogno tramite algoritmi di intelligenza artificiale che incrociano i dati sul consumo con fattori meteorologici. E di rilevare anomalie o guasti, gestendoli da remoto. Inoltre, offre un miglioramento non-invasivo delle performance, dal momento che la sua applicazione non richiede alcuna modifica dell’impianto e si adatta perfettamente a sistemi di monitoraggio eventualmente già presenti in sito.