L’importanza della sostenibilità: il contributo di Plenitude alla transizione energetica

In 12 mesi, la società controllata da Eni nata dal rebranding di Eni gas e luce ha raddoppiato sia la capacità installata di rinnovabili in Italia e in Europa sia il numero di colonnine di ricarica

L’intreccio di crisi che stiamo vivendo – crisi dell’energia, crisi in Ucraina, crisi sanitaria, crisi climatica – fa capire che oggi non è più possibile fare impresa senza integrare in modo profondo gli obiettivi di sostenibilità con il modello di business. Una lezione che acquisisce particolare rilevanza per le imprese che sono protagoniste della transizione energetica. D’altronde, nonostante le oggettive difficoltà vissute negli ultimi anni, il contesto globale forse non è mai stato così propizio per accelerare la decarbonizzazione dell’economia e mettere le basi per adottare modelli di consumo più responsabili.

È proprio grazie a un modello di business, quello della Società Benefit, che integra nel proprio oggetto sociale, accanto all’obiettivo di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società, le comunità e le persone, nonché in particolare sull’ambiente, che Plenitude riesce a distinguersi come società in grado di bilanciare sempre meglio gli interessi dei propri azionisti, del pubblico e di tutti gli stakeholder.

Sul fronte delle rinnovabili, Plenitude nel 2022 ha raggiunto 2,2 GW di capacità installata. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è aumentata del 166% rispetto al 2021. A questi risultati si affiancano quelli ottenuti sul fronte della mobilità elettrica. In un anno, nel 2022, il numero delle colonnine di ricarica installate sul territorio italiano ed europeo è raddoppiato rispetto all’anno precedente, portando il totale, nel 2022, a 13.093.

Sono invece 57mila le tCO2eq evitate grazie agli interventi di riqualificazione energetica. Solo grazie a CappottoMio, che unisce efficientamento energetico e consolidamento antisismico per il segmento residenziale, gli interventi effettuati hanno risparmiato 35mila tCO2eq.

La scelta di integrare la sostenibilità nel modello di business, per Plenitude, passa anche dalla scelta di diventare una Società Benefit, cioè una società che persegue dichiaratamente non solo il profitto ma anche delle finalità di beneficio comune. Creare valore condiviso, dunque, è un qualcosa di cui devono beneficiare oltre gli stakeholder, anche la collettività, il tessuto sociale e gli ecosistemi.

Link: https://www.rinnovabili.it/energia/sostenibilita-contributo-plenitude-transizione-energetica/

Risen Energy, quando fotovoltaico fa rima con innovazione

I moduli fotovoltaici più grandi garantiscono una riduzione dei costi per investitori e sviluppatori ma sono altrettanto sicuri e affidabili? Una nuova ricerca condotta da Risen Energy dimostra di sì
L’industria fotovoltaica ha imboccato una strada precisa. Una strada fatta di componenti ad alta potenza e grandi dimensioni (ma spessori ridotti) assieme ad architetture cellulari in grado di ottenere il massimo dai semiconduttori impiegati. La tecnologia predominante è quella dei moduli di grandi dimensioni realizzati con celle solari da 210 e 182 mm, che da soli hanno ormai conquistato oltre l’80 per cento del mercato fotovoltaico. Quota che dovrebbe raggiungere il 93,2 per cento entro la fine di quest’anno (dati della China Photovoltaic Industry Association).
I formati più grandi garantiscono una riduzione dei costi per investitori e sviluppatori ma sono altrettanto sicuri e affidabili? Una nuova ricerca condotta da Risen Energy ha dimostrato di sì. La società, che oggi si occupa di ricerca e sviluppo ed è tra le più grandi aziende manifatturiere del comparto fotovoltaico, ha messo alla prova la resistenza ai carichi termomeccanici dei suoi moduli Titan da 2384×1303 mm composti da mezze celle da 210 mm (modulo 210-66 celle).
Per l’industria si tratta di un aspetto fondamentale: i pannelli, a seconda dell’orientamento, subiscono naturalmente diverse sollecitazioni durante la vita operativa. Elementi, ad esempio, come neve e vento rappresentano fattori di stress non indifferenti, che a lungo andare rischiano di danneggiare il telaio o provocare microfessure nelle celle in prodotti non accuratamente progettati.
Per smentire i timori legati ad una maggiore deformazione meccanica in corrispondenza di una maggior superficie, la Risen Energy ha confrontato le prestazioni dei moduli più grandi, basati su mezze celle da 210 mm (2384×1303 mm), con quelle dei moduli più piccoli composti da mezze celle da 182 mm (2278×1134 mm).
I test, condotti presso un laboratorio certificato China National Accreditation Service for Conformity Assessment, hanno mostrato risultati ben più che soddisfacenti. Non solo, infatti, non si è registrata alcuna differenza in termini di deformazione – nelle stesse condizioni di carico – tra i due prodotti quando dotati di un telaio in alluminio, ma addirittura quelli più ampi hanno mostrato una deformazione significativamente inferiore sostituendo l’alluminio con l’acciaio.
Queste ultime strutture di sostegno vantano eccellenti prestazioni anche sotto stress dinamico. I moduli con telaio in acciaio legato ad alta resistenza di Risen Energy sono in grado di resistere a condizioni meteo estreme. Testati nella galleria del vento dal Centro di certificazione CGC di Pechino, hanno sopportato raffiche di livello 18, pari ad una velocità di 61,7 m/s, senza perdere di affidabilità ed efficienza. Il risultato rappresenta un vantaggio concreto per l’adattabilità del fotovoltaico solare ai mutevoli modelli meteorologici di oggi. Ed è grado di far avanzare l’orizzonte tecnologico del solare garantendogli uno spazio in siti fino a ieri preclusi per condizioni ambientali più estreme. Non solo. L’adozione di telai in acciaio legato ad alta resistenza aiuta anche il settore a ridurre ulteriormente la propria impronta, dal momento che questa lega, a differenza dell’alluminio, è una risorsa abbondante e la sua lavorazione è meno energivora.

link:https://www.rinnovabili.it/energia/fotovoltaico/risen-energy-innovazione-tecnologica-energia-fotovoltaica/

Tonitto 1939, sorbetti e gelati diventano Kosher. L’azienda italiana ottiene la Star-D Kosher Certification e investe nel gelato biologico

sorbetti e i gelati di Tonitto 1939 diventano Kosher, ovvero realizzati secondo le regole alimentari della religione ebraica e con un severo e controllato metodo di lavorazione e utilizzo delle materie prime utilizzate. L’azienda italiana, leader in Italia per il sorbetto e per il gelato senza zuccheri aggiunti, ha infatti ottenuto la certificazione Star-D Kosher (gestita da STAR-K), valida sia per l’Italia che per l’estero, che indica la designazione di prodotto lattiero-caseario conforme ai dettami kosher che richiede per esempio di tenere il latte separato dalla carne.

Secondo alcune ricerche di mercato, l’attenzione nei confronti del cibo Kosher va ben oltre l’interesse di uno specifico gruppo etnico. I consumatori di prodotti Kosher comprendono infatti ebrei, musulmani e membri di altre confessioni religiose per un valore di mercato mondiale superiore ai 150 miliardi di dollari, con maggiore attenzione agli Stati Uniti a Israele e alla Francia, quest’ultima con un terzo di ristoranti Kosher.

Tonitto 1939 ha dunque avviato un processo particolare per la realizzazione dei prodotti Kosher che prevede anche l’utilizzo di materie prime certificate Kosher (zucchero, latte, estratti, frutta) una caratteristiche che è sufficiente per certificare i prodotti Kosher Dairy. Per i cosiddetti prodotti Parve (ovvero non contenenti latte e/o carne) si andrà ad effettuare una “kosherizzazione” della linea di produzione attraverso la presenza di un rabbino e ulteriori step tra cui il fermo linea per almeno 24 ore. Star-D è stata rilasciata per il sorbetto e per i gelati della linea “Gaia”, “Linea”, “Yo Yo”, “Coppa Famiglia” e “Gran Coppa Famiglia”.

“Con lo spirito di portare un momento di felicità a tutti coloro che seguono i dettami Kosher presenti sia in Europa sia in Israele, abbiamo deciso di optare per questo investimento anche a seguito della richiesta di un importante operatore specializzato nella distribuzione dei prodotti kosher in Europa e fuori dall’Europa – afferma Alberto Piscioneri Sales & marketing director Tonitto 1939 -. Stiamo già ottenendo ottimi riscontri e siamo contenti di poter portare il gusto dei nostri sorbetti e gelati anche a persone che seguono una dottrina religiosa diversa dalla nostra”.

Tonitto 1939, azienda di proprietà della famiglia Dovo da tre generazioni, oltre a puntare sul gelato kosher ha scelto di investire anche nel mondo del gelato Bio, un mercato ancora poco sviluppato in Italia ma che sta riscuotendo una grande richiesta all’estero ed è in costante crescita.

Da quest’anno è infatti cominciata la produzione di sorbetti e gelati biologici che in Italia rappresentano ancora una nicchia di mercato, ma che all’estero, specialmente nel Nord EuropaGermaniaSvizzeraAustria e Stati Uniti, sono particolarmente apprezzati e muovono un giro d’affari di oltre 1000 milioni di dollari. L’azienda ligure ha iniziato a realizzare in questi primi mesi del 2023 tre tipi di sorbetto biologico ai gusti Cioccolato, Mango, Limone e gelati bio pannacotta e tiramisù.

“Esiste una comunità di consumatori molto attenti che da tempo cerca questa caratteristica anche nei gelati – spiega Raffaele Di Somma, quality assurance manager di Tonitto 1939 -. Anche nel mondo dei gelati, negli ultimi anni e specialmente nella fase post Covid, i prodotti organici sono infatti stati in una fase espansiva e specialmente legati a Paesi con alta visione della sostenibilità e di una dieta sana frutto di consumi di prodotti con derivanti da una processo di trasformazione alimentato da un numero ridotto e “pulito” di materie prime. Per questo abbiamo aperto collaborazioni importanti in Nord Europa, in particolare in Norvegia, e in Germania dalle quali ci aspettiamo possano nascere ulteriori prospettive favorevoli soprattutto su prodotti come il sorbetto.”

Coree Group studia in Italia un nuovo probiotico per potenziare la risposta immunitaria

Una nuova domanda di brevetto europeo è stata depositata da Coree Italia per un nuovo ceppo probiotico in grado di potenziare la risposta immunitaria.

Coree ha sempre dedicato molti sforzi alla collaborazione con importanti istituti di ricerca italiani, al fine di assicurare la migliore qualità del suo portafoglio di innovazione.

Il completamento della fase preclinica si avvarrà della consulenza dell’“Istituto Mario Negri” di Milano che verrà coinvolto anche nell’eventuale sviluppo clinico.
La sicurezza del preparato è stata attentamente valutata in base alle caratteristiche genotipiche e fenotipiche del ceppo originario e alla specifica modalità di preparazione per ottenere l’immuno-adiuvante.

Il nuovo preparato verrà studiato, in particolare, per essere abbinato come “booster” alla vaccinazione mucosale, una forma di somministrazione dei vaccini come quella mediante spray nasali o gocce orali che offre molti vantaggi: costi inferiori, maggiore accessibilità alla vaccinazione, somministrazione senza ago e maggiore capacità di vaccinazioni di massa in situazioni di emergenza, come durante le pandemie.

“Per ottenere la migliore risposta con questo tipo di vaccini- afferma il Dott. Chongyoon Lim Presidente di CoreeGroup – una strategia percorribile è quella di potenziare la necessaria stimolazione del sistema immunitario, associando il vaccino mucosale ad una sostanza adiuvante.  Attualmente, ci sono molti adiuvanti di natura molto diversa in corso di sviluppo, ma solo pochi hanno una potenza sufficiente e la maggior parte di essi viene abbandonato nel corso dello sviluppo clinico a causa degli effetti collaterali e dei dubbi sulla loro sicurezza”.

In questo ambito, le soluzioni naturali, come quelle offerte dai batteri benefici attraverso le loro cellule e le loro proprietà metaboliche, meritano di essere esplorate anche se la strada verso il mercato richiede intensa ricerca, tempo e ingenti investimenti.
“Per questo motivo, è altamente desiderabile disporre di nuovi adiuvanti potenti ma anche sicuri, da confrontare con quelli disponibili. Il probiotico oggetto dello studio verrà investigato per il suo contributo a rendere la vaccinazione mucosale più sicura ed efficace” conclude Lim.

La pizza dell’estate 2023 all’insegna della tradizione romana con prosciutto cotto, pomodori ciliegini e datterini gialli, basilico e petali di Parmigiano Reggiano

Con l’inizio dell’estate arriva sul mercato una pizza leggera e fresca, realizzata con ingredienti di alta qualità e di stagione. La ricetta, a base di prosciutto cotto, pomodori ciliegini e datterini gialli, petali di Parmigiano Reggiano e basilico fresco, è perfetta per essere gustata durante le calde giornate estive.

“L’Estiva” è la nuova pizza nata dalla partnership tra Alice Pizza, prima catena di pizza al taglio d’asporto, il Consorzio del Parmigiano Reggiano e Parmareggio e sarà disponibile in edizione limitata dal 19 giugno fino al 30 settembre negli store italiani di Alice Pizza.

La preparazione segue la ricetta del crostino tradizionale romano, delicato e croccante, sul quale vengono poi adagiati prosciutto e mozzarella. La freschezza è data dall’aggiunta, durante la cottura, degli spicchi di pomodori ciliegini e datterini, che arricchiscono la pizza insieme ai petali di Parmigiano Reggiano e alle foglie di basilico fresco.

Il Parmigiano Reggiano, un formaggio Made in Italy naturalmente privo di lattosio e senza additivi e conservanti, contribuisce a rendere la nuova pizza stagionale nutriente ed energetica, grazie alla sua lavorazione del tutto naturale e al suo essere ricco di calcio, fonte di fosforo e ad alto contenuto proteico.

La ricetta è resa leggera anche grazie alla modalità di realizzazione dell’impasto. Infatti, la pizza contiene una ridotta quantità di lievito – solo 2,5 g per ogni kg di impasto – e viene sottoposta a un processo di lievitazione di almeno 24 ore. Inoltre, la miscela di farine tipo 0 di alta qualità garantisce la totale assenza di additivi e farine aggiunte.

Grazie alla praticità del formato al taglio, la nuova pizza stagionale diventa perfetta per essere gustata durante una passeggiata al parco, a lavoro in pausa pranzo, a casa o per strada.

La ricetta è frutto dell’inventiva dei Maestri pizzaioli dell’Accademia della Pizza di Alice, una scuola di formazione nata per permettere agli aspiranti pizzaioli di apprendere il sapere artigianale e tramandare il metodo di preparazione, impasto, farcitura e cottura tipici della pizza di Alice alle generazioni future.

Per provare questa pizza basterà recarsi negli store di Alice Pizza o ordinarla tramite l’app Alice Pizza scegliendo tra due semplici opzioni: “prenota e ritira” per ritirarla in store, oppure “consegna a domicilio”, per riceverla comodamente a casa.