NUOVO PRESIDENTE DI UPS EUROPA: LA SOCIETÀ ANNUNCIA LA NOMINA DI DANIEL CARRERA

UPS ha nominato Daniel Carrera nuovo Presidente di UPS Europa. Nel suo nuovo ruolo Carrera sarà a capo delle operazioni e di oltre 50.000 UPSer in 56 paesi e territori. Nel corso della pandemia, la regione europea ha proseguito il suo percorso di crescita come hub globale del network di UPS, soddisfacendo la crescente richiesta di e-commerce e svolgendo un ruolo chiave nella consegna dei vaccini dall’Europa all’Asia, Medio Oriente, Nord America e Africa.

Di origini spagnole, Carrera è il secondo Presidente europeo di UPS Europe. Nella regione ha rivestito diverse posizioni di senior manager, diventando da ultimo Presidente del Distretto West Europe, oltre a ricoprire la funzione di International Ambassador per Diversity & Inclusion. In queste posizioni ha svolto un ruolo determinante nel permettere alla regione di completare un ciclo quinquennale di investimenti di 2 miliardi di dollari che ha incrementato la rapidità, ampliato le capacità e risposto alla crescente domanda generata dall’e-commerce, dal settore healthcare e dal commercio transfrontaliero.

Prima di entrare in UPS, Carrera è stato Director Global Accounts per Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA) di Menlo Worldwide, fornitore globale di spedizioni cargo. A seguito dell’acquisizione dell’azienda da parte di UPS nel 2005, ha gestito con successo l’integrazione dei team vendite di Menlo Worldwide e UPS Supply Chain Solutions.

Tutù in stile Hanbok e musiche di Tchaichovsky nel balletto che reinventa una delle storie più romantiche della Corea

Il 26 marzo alle ore 19.00 lo spettacolo The Love of Chunhyang sarà gratuito e in streaming sul canale dell’Istituto Culturale Coreano

Una delle più famose storie d’amore coreane ballata su arrangiamenti delle musiche di Tchaichovsky e con costumi che riprendono l’Hanbok, il costume tradizionale del Paese asiatico che, grazie ad un uso sapiente di spacchi e trasparenze non nasconde, anzi enfatizza i movimenti. Questo in sintesi The Love of Chunhyang, balletto di una delle compagnie più famose dell’Asia, l’Universal Ballet, che sarà trasmesso gratuitamente il 26 marzo alle ore 19.00 sul canale YouTube dell’Istituto Culturale Coreano.

La storia d’amore di Chunhyang è ispirata a una nota opera della letteratura coreana che racconta le vicende tra il figlio di un nobile locale e funzionario governativo Lee Mong-ryong e la protagonista, la bella figlia di una cortigiana.

In due atti, con le coreografie di Brian Yoo, il balletto racconta del loro incontro e dell’innamoramento; del dispiacere del padre di Lee per la loro relazione, della loro separazione quando lei viene inviata in un’altra città e dell’imprigionamento e della tortura di lei per aver rifiutato di essere la concubina del nuovo governatore. Tutto però si risolve perché a differenza di Giselle o Romeo e Giulietta o Manon, in questo balletto c’è un lieto fine.

The Love of Chunhyang è arricchito da costumi e scenografie che aggiungono ulteriore fascino allo spettacolo.

Il designer dei costumi Jeongwoo Lee ha applicato i criteri tradizionali della stratificazione dei tessuti, che tendono a nascondere. Nonostante ciò, grazie all’applicazione di spacchi e l’utilizzo di tessuti trasparenti, è riuscito sottolineare i movimenti della danza. Per fare in modo che i colori dei costumi delle Gisaeng (intrattenitrici), variassero a seconda dei loro movimenti, l’artista ha tinto a mano le gonne e per rappresentare fedelmente la descrizione di “Chunhyang”, riportata nella letteratura classica coreana, sono stati utilizzati i colori giallo e rosa che ricordano la forsizia e le azalee.

 

Il regista Sooho Jang, utilizzando schermi LED, ha aggiunto velocità alla sequenza della storia. Il risultato è uno spettacolo d’avanguardia dove le scene dinamiche come le raffiche di vento e il cambio delle stagioni, sono state rappresentate con delle immagini video.

Encanto public relations – tel. 02 66983707

Veronica Carminati – cell. 334 3782823 – veronica.carminati@encantopr.it

 

 

STREAMING YOUTUBE – BALLETTO “THE LOVE OF CHUNHYANG”

 Quando Venerdì 26 marzo 2021, ore 19.00

Dove Canale YouTube “ISTITUTO CULTURALE COREANO”

Link Streaming: https://youtu.be/5coNC4jq6Hk

 

 

SCHEDA TECNICA

Sceneggiatura Bo Hi Park

Coreografia Brian Yoo

Musica Pyotr Ilyich Tchaikovsky

Arrangiamento musicale Fumiyo Motoyama

Scenografia Jingyu Choi

Costumi Jungwoo Lee

Luci Kyoungwon Seo

Video di scena Suho Jang

Prima mondiale Maggio 2007, Goyang Aram Nuri Arts Center

Balletto revisionato Settembre 2014, Sejong Grand Theater

NUOVE ASSUNZIONI E UNA VISION SEMPRE PIÙ ORIENTATA ALLA SOSTENIBILITÀ PER VGP ITALIA

Segrate, Milano – 15 marzo 2021 – Nell’ottica di ampliare il processo di sviluppo aziendale, VGP Italia ha in programma nuove assunzioni per il 2021 e pone tra le sue priorità una politica fortemente orientata al rispetto dell’ambiente, attraverso soluzioni sostenibili e innovative. Il team di VGP Italia sta puntando ad assumere professionisti ancor più specializzati e qualificati in linea con l’impegno dell’azienda verso pratiche edilizie sostenibili di qualità e numerosi progetti di costruzioni in pipeline. “Siamo felici di investire nel mercato italiano”, dichiara Agostino Emanuele, Country Manager VGP Italia, “il nostro obiettivo è quello di ampliare il team locale, ricercando in particolare profili legati all’edilizia sostenibile e alle energie rinnovabili”.

VGP, società paneuropea che possiede, sviluppa e gestisce parchi logistici e semi industriali di qualità, arrivata in Italia nel 2018 con sede a Segrate (MI) in via Cassanese 45, è oggi uno dei principali player nazionali nel settore Real Estate con sei parchi logistici nel Nord Italia e numerosi progetti in cantiere.

 

“In più di due anni il team è cresciuto costantemente ed oggi annovera 11 professionisti che, con le loro competenze, contribuiscono all’espansione di VGP nel nostro Paese: una squadra coesa, professionale, carica di spirito di gruppo e senso di appartenenza.” – aggiunge il Country Manager – “Guardiamo al futuro basandoci sui valori che da sempre contraddistinguono il nostro operato, fatto di persone e professionalità, progetti innovativi, puntando su risorse capaci di lavorare bene in team e nell’ambito di partnership”.

 

Oggi, la squadra di VGP Italia conta su diverse tipologie di profili, anche trasversali, ciascuno con un ruolo definito ed esperienza nel settore Real Estate che spazia tra economia, finanza, facility management, marketing, progettazione tecnica e costruzione, e che contribuiscono alla crescita dell’azienda.

“Il gruppo sta ponendo maggiore attenzione alla formazione interna attraverso sessioni tecniche dedicate all’edilizia sostenibile e all’energia rinnovabile, che daranno ai nostri team l’opportunità di ampliare il loro bagaglio di competenze e allo stesso tempo migliorare l’offerta di servizi rafforzando la fidelizzazione dei clienti”, conclude Agostino Emanuele.

Costruire edifici secondo un alto standard di edilizia sostenibile è una priorità chiave per VGP. In questa direzione l’azienda, che ha da poco pubblicato il suo secondo Corporate Responsibility Report, si impegna a diventare carbon neutral entro il 2025.

Fondata nel 1998 nella Repubblica Ceca, oggi VGP conta uno staff di oltre 300 dipendenti, possiede e gestisce asset in 13 Paesi europei direttamente e tramite le sue Joint Venture.

Proprio di recente, il Gruppo ha annunciato i suoi risultati per l’anno conclusosi il 31 dicembre 2020, con un utile netto record di 370,9 milioni di euro e un aumento dell’80,4% rispetto al 2019, oltre a una forte crescita del business per l’intero portafoglio.

 

 

CONTATTI VGP E RICHIESTE STAMPA

Agostino Emanuele

VGP Country Manager Italy

Tel: +39 02 84219396

 

Karen Huybrechts

VGP Head of Marketing

Tel: +32 (0)3 289 1432
Holtjona Leka, Margherita Rossi,

Cristina Celli

Noesis

Tel: +39 348 5165032

 

VGP

VGP è una delle principali società paneuropee che possiede, sviluppa e gestisce parchi logistici e semi industriali di alta qualità. VGP gestisce un modello di business completamente integrato con capacità e competenze consolidate in tutte le fasi del progetto. L’azienda ha un portfolio di terreni (di proprietà o già assegnati) di 7,65 milioni di m² e la strategia si focalizza sull’espansione di business park. Fondata nel 1998 nella Repubblica Ceca come impresa di sviluppo immobiliare a conduzione familiare, oggi VGP conta uno staff di oltre 300 dipendenti e possiede e gestisce asset in 12 Paesi europei direttamente e tramite le joint venture al 50-50. A dicembre 2020, il Gross Asset Value di VGP, incluse le joint venture al 100%, ammontava a 3,84 miliardi di euro e la società aveva un Net Asset Value (EPRA NAV) di 1,35 miliardi di euro. VGP è quotata all’Euronext di Bruxelles e alla Borsa di Praga (ISIN: BE0003878957). Maggiori informazioni su: http://www.vgpparks.eu, in italiano https://www.vgpparks.eu/it/

Cartelle cliniche e gestione documentale nell’era post-coronavirus

Mangrovia Blockchain Solutions dedica un ringraziamento a tutti i professionisti che ci hanno aiutato nella stesura di questo articolo, condividendo dati, informazioni, ma anche esperienze personali.

La collaborazione è di fondamentale importanza per il lavoro portato avanti. Chiunque nel suo piccolo può contribuire alla nostra attività di ricerca volta ad aiutare il settore sanitario nel processo di digitalizzazione compilando il seguente questionario.

I risultati raccolti verranno condivisi in forma anonima con tutti i partecipanti.

In piena emergenza, il carico di lavoro e le condizioni, la scarsità di mezzi, strumenti, strategie e la carenza di risorse umane hanno evidenziato le falle di un sistema sanitario obsoleto.

La recente pandemia sta facendo affiorare con sempre maggior drammaticità una serie di inefficienze legate alla gestione delle informazioni in ambito sanitario, rendendo di conseguenza sempre più ineludibile una radicale opera di rinnovamento dei modelli e degli strumenti adottati da operatori e pazienti nell’ambito della gestione dei dati, anche nei paesi più evoluti dal punto di vista tecnologico.

Non è d’altronde solo il dramma del Covid-19 ad aver reso strettamente necessario l’avvio immediato di una fase di trasformazione in chiave digitale della gestione documentale in ambito sanitario. Ulteriori fenomeni socio-economici più strutturali in atto ormai da decenni – come la riduzione degli investimenti pubblici, l’aumento dell’aspettativa di vita, l’elevata mobilità delle persone e la crescita delle informazioni acquisite nei processi di gestione sanitaria del paziente – hanno infatti già ampiamente messo in luce la necessità di adottare nuovi modelli digitalizzati.

Il quadro normativo in Italia: CEE e FSE

Rispetto al tema della gestione elettronica delle cartelle cliniche, ad esempio, il sistema politico ha tentato negli anni scorsi di imprimere un’accelerazione verso la digitalizzazione del sistema, recependo gli obiettivi dell’Unione Europea contenuti nell’Action Plan eHealth 2004.
Ciò è avvenuto attraverso l’istituzione del Codice dell’Amministrazione Digitale (2005) e, successivamente, delle Cartelle Cliniche Elettroniche e del Fascicolo Sanitario Elettronico, con cui regioni e province autonome potessero unificare la raccolta dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario dei pazienti, generati da eventi clinici presenti e trascorsi, e migliorare di conseguenza non solo i processi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche quelli relativi alla ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico, alla programmazione sanitaria, e al monitoraggio della qualità delle cure e dell’assistenza sanitaria.

Più recentemente (2019) la Commissione Europea ha diffuso una serie di raccomandazioni in conformità al Regolamento 2016/679, utili a indirizzare a livello nazionale lo sviluppo di un formato europeo standardizzato per lo scambio delle cartelle cliniche informatizzate (EHR), al fine di garantire, in maniera sicura, interoperabile e transfrontaliera, la trasmissione di dati sanitari elettronici.

Il vicepresidente del mercato unico digitale Andrus Ansip sul tema ha inoltre dichiarato:

“Le persone chiedono un accesso online sicuro e completo ai propri dati sanitari, ovunque si trovino. I professionisti sanitari hanno bisogno di cartelle cliniche affidabili per fornire un trattamento più informato e più rapido. I sistemi hanno bisogno di maggiori risorse per la migliore assistenza personalizzata. Insieme dobbiamo accelerare e sviluppare lo scambio sicuro di cartelle cliniche elettroniche in tutta l’UE: ciò migliorerà la vita dei cittadini e aiuterà gli innovatori a trovare la prossima generazione di soluzioni digitali e trattamenti medici.”

Lo scenario applicativo in Italia: luci e ombre

Osservando il contesto del nostro Paese risulta chiaro come questo processo di trasformazione si sia purtroppo realizzato solo marginalmente. Mentre la diagnostica per immagini e la raccolta di dati riferiti al paziente in occasione dei ricoveri sono di uso comune, gli altri aspetti destinati a completare il quadro e rendere veramente efficiente la digitalizzazione sono trascurati.

Alla base del problema vi è sicuramente una particolarità della legislazione italiana, ovvero la ripartizione delle competenze tra Stato/Regioni, in questo contesto mal definita. Manca infatti un quadro normativo unitario che possa guidare le strutture sanitarie pubbliche e private nel processo di dematerializzazione a norma delle cartelle cliniche cartacee e nella gestione digitalizzata a monte di tale documentazione. Ciò, inoltre, ha generato anche una notevole frammentazione delle scelte di carattere tecnologico adottate dai diversi sistemi sanitari locali.

Una recente ricerca condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano mostra un consolidamento del trend di crescita della spesa per la sanità digitale, con un +7% nel 2019 dopo il +2% dell’anno precedente, raggiungendo un valore complessivo di € 1,39 miliardi. Sono le strutture sanitarie a sostenere la quota più rilevante della spesa, con investimenti pari a 970 milioni di euro (+9% rispetto al 2017), seguite dalle Regioni con 330 milioni di euro (+3%), dai medici di Medicina Generale con 75,5 milioni (+4%), e dal Ministero per la Salute con 16,9 milioni di euro (contro i 16,7 milioni nel 2017).

Di grande interesse è però soprattutto la varietà delle soluzioni di digitalizzazione adottate e la loro portata rispetto al bacino di utenza, che si amplia infatti dai soli addetti ai lavori andando a coinvolgere sempre più anche i pazienti e gli operatori esterni alle strutture sanitarie coinvolte nei processi di diagnosi e trattamento. Ad esempio, l’85% dei medici di base e l’81% degli specialisti utilizza la email per comunicare con i pazienti, mentre il 64% preferisce WhatsApp (57% degli specialisti) per la gestione degli appuntamenti oppure condividere documenti e dati clinici; la maggior parte delle aziende sanitarie è inoltre dotata di un supporto informatico diffuso, cioè esteso per oltre il 60% delle attività.

Rischi e svantaggi del contesto attuale

Tra le diverse problematiche emerse, quella dell’interoperabilità dei diversi sistemi gestionali adottati o sviluppati dalle istituzioni regionali e dalle singole strutture sanitarie costituisce una delle più urgenti da affrontare.

Nel contesto attuale risulta evidente che la sinergia di competenze diverse e la comunicazione sono  la base per un sistema efficiente. Ad esempio, l’integrazione di ASL, Regioni, rete ospedaliera, medici di base, enti locali e terzo settore permetterebbe di avere un quadro completo sia della situazione del singolo che del territorio.

I vantaggi in tal senso sarebbero molteplici:

  • storia clinica completa e accessibile ad ogni attore autorizzato
  • integrazione di competenze diverse per cure e trattamenti più accurati e puntuali
  • riduzione del carico di lavoro del personale sanitario
  • raccolta e analisi dei dati con fini di ricerca e studio di modelli predittivi

Alla luce della situazione attuale è dunque più che mai necessario un sistema di gestione dei dati condiviso e facilmente accessibile.

I vantaggi della blockchain nella gestione delle cartelle cliniche

Ad oggi per lo stesso paziente poliambulatori, studi medici, ospedali e singoli medici, ciascuno con il suo software gestionale, creano diversi file spesso scollegati tra loro e i dati sono quindi spesso incompleti e difficili da aggiornare. Al fine di affrontare tale problema, sono sempre più le tecnologie disponibili; tra queste una particolarmente adatta sembrerebbe essere il registro dei dati distribuito, ovvero la tanto chiacchierata blockchain.

La blockchain consentirebbe di certificare lo storico clinico completo dei pazienti, sia quello proveniente dalle strutture sanitarie che dalle App usate dai singoli cittadini per tenere sotto controllo pressione, frequenza cardiaca, assunzione di farmaci o altro. Grazie all’accesso alla storia clinica, condivisa con gli altri attori e inviolabile, i medici possono verificare, per esempio, quali farmaci sono stati prescritti, evitando così la somministrazione di farmaci incompatibili.

Inoltre, l’utilizzo di certificate authorities (eventualmente anche di stato ma solo per blockchain private) e le tecniche di crittografia che sono alla base dell’interazione con le più comuni blockchain, rendono l’accesso e soprattutto l’identità più che sicura.

Infine, la caratteristica principale della blockchain, quella di essere distribuita, la rende resiliente: si elimina il cosiddetto single point of failure grazie alla replica del registro sui diversi nodi.

Ulteriori aree di applicazione in ambito sanitario

Con l’applicazione della blockchain si prospettano quindi profonde e importanti innovazioni. L’integrazione di tale tecnologia permetterebbe il miglioramento di diversi aspetti:

  • gestione ottimizzata dei dati dei pazienti e delle cartelle cliniche: come già evidenziato, la condivisione sicura e inviolabile delle CCE migliorerebbe il servizio, riducendo i costi e i rischi derivanti da incidenti tecnici, errori umani o falsificazioni intenzionali.
  • resilienza del sistema. I dati salvati in blockchain non rischiano di andare perduti a causa di un crash di una macchina.
  • processi di trattamento e telemedicina: la creazione di un ecosistema altamente comunicante consentirebbe diagnosi più rapide e piani di assistenza personalizzati.
  • gestione delle catene di approvvigionamento dei farmaci: la blockchain rappresenta un potente strumento per la gestione della supply chain sia per contrastare la contraffazione, sia nel monitoraggio post-vendita di farmaci e dispositivi.
  • polizze assicurative: l’accesso a dati provenienti da fonti diverse prima di autorizzare la copertura di spese mediche ridurrebbe la possibilità di frodi assicurative.

 

Conclusioni

I mezzi a disposizione sono molteplici e ormai alla portata di qualsiasi attore coinvolto nell’ecosistema sanitario. Al fine di implementare le misure citate, occorre però oggi sollecitare la consapevolezza e la partecipazione della comunità, nei diversi contesti di vita e di lavoro. Senza la collaborazione e concreti investimenti di tempo e risorse in tal senso, l’opera di tanti professionisti impegnati nella prevenzione e promozione della salute rischia di fallire.

Il disegno della macroarchitettura che deve fungere da trama su cui si poggia tutto il sistema che va costruito deve essere unica, resiliente e soprattutto sicura.

Raccontaci la tua esperienza e aiutaci a sostenere lo sviluppo del settore sanitario compilando un breve questionario.

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Cinema e danza. Torna (on line e gratuita) la cultura coreana

Dal 24 al 26 febbraio, sul canale youtube dell’Istituto Culturale Coreano, “Il prigioniero coreano” del regista Kim Ki-duc e Giornata del Palazzo Reale, spettacolo di danza tradizionale

L’Istituto Culturale Coreano chiude il mese di febbraio con due imperdibili spettacoli per tutti gli amanti della cultura coreana: il film Il prigioniero coreano del regista Leone D’Oro, appena scomparso, Kim Ki-du e La Giornata del Palazzo Reale, danza tradizionale coreana che dal 2015 è tra gli spettacoli più apprezzati nei teatri di tutta Europa. Gli eventi saranno trasmessi gratuitamente dal 24 al 26 febbraio sul canale youtube dell’Istituto.

Il prigioniero coreano è uno dei film più interessanti di Kim Ki-duk, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e montatore sudcoreano.

Questa in sintesi la trama. Nam Chul-woo è un pescatore nordcoreano che nella sua barchetta ha l’unica proprietà e l’unico mezzo per dare da mangiare alla sua famiglia. Un giorno durante una battuta di pesca, una delle reti si aggroviglia attorno all’elica, il motore si blocca e la corrente trascina lentamente ed inesorabilmente il povero Nam oltre la zona di confine con la Corea del Sud.

Qui viene messo sotto torchio dalle forze di sicurezza che lo scambiano per una spia, ma alla fine viene rispedito in Corea del Nord. Prima di lasciare il Sud, Nam però vedrà la grande metropoli moderna e tecnologica di Seul, riuscendo a percepire quanto sia sviluppato quel Paese rispetto al suo. Il suo ritorno a casa, tanto sognato e agognato, prevederà lo stesso tipo di trattamento da parte delle autorità nordcoreane, le stesse indagini, la stessa trafila.

Per iscrivervi è sufficiente mandare una mail a cinemacoreano.icc@gmail.com entro le 12:00 del giorno 25 Febbraio. Il film sarà visualizzabile sul sito dell’Istituto Culturale Coreano per 24 ore. da mercoledì 24 Febbraio ore 16.00 a giovedì 25 Febbraio ore 16.00

La Giornata del Palazzo Reale del Gugak National Center è l’altro spettacolo proposto che esprime attraverso la danza tradizionale coreana le vicende del viaggio di un ispettore reale inviato dal re che, preoccupatosi della pace all’interno del Palazzo Reale e della vita quotidiana del suo popolo, gli ordina di viaggiare ed osservare la situazione del popolo.

Dopo la prima rappresentazione del 2015, il concerto è sempre più amato dal pubblico ed è stato molto apprezzato anche a Berlino (presso la sala dell’hotel Intercontinental e presso il Teatro Tempodrom), Madrid (presso il Teatro del Canal), Londra (presso il Teatro Sadler’s Wells), Budapest (presso il Teatro Nazionale) ed altre tappe del tour nei paesi esteri.

Lo spettacolo ‘Giornata del Palazzo Reale’ sarà trasmesso venerdì 26 febbraio alle ore 19.00 in diretta streaming sul canale YouTube “Istituto Culturale Coreano.

Così Saipem si impegna per la transizione low-carbon

Clima e impatto ambientale, standard etici, persone e valore sociale: i pilastri della sostenibilità d’impresa

 

I business leader devono mettere al primo posto la sostenibilità d’impresa se vogliamo realizzare “società più resilienti, sane ed inclusive” post COVID-19. La pandemia d’altronde ha agito  da evidenziatore di criticità e da acceleratore di cambiamento: da un lato sta moltiplicando gravi impatti economici e sociali e dall’altro sta rafforzando processi già in atto e facendo emergere con più chiarezza le vere priorità. A tutti i livelli, compreso quello delle grandi aziende multinazionali. Per le Nazioni Unite , l’emergenza sanitaria in cui siamo immersi da 1 anno rivela la necessità urgente di avere leader e dirigenti  d’azienda “trasformativi”, che guardino oltre i profitti a breve termine per rendere la sostenibilità e la resilienza a lungo termine una priorità aziendale. E’ il nocciolo dell’ultimo rapporto sul Global Compact, la più  condivisa iniziativa internazionale per la sostenibilità d’impresa.

In altri termini, esiste un binario “corporate” nella via per una transizione giusta – per l’ambiente, per l’economia, per la società. E ha un ruolo altrettanto importante di quello riservato ai governi. In questo ambito, un posto di assoluto rilievo spetta a chi opera nel settore energetico, pilastro centrale di qualsiasi scenario di transizione.

E’ sulla base di questa consapevolezza e dentro le coordinate di una just transition  che si muove e sviluppa la strategia per la sostenibilità d’impresa di un’azienda come Saipem, attiva in un settore ad alto impatto come quello energetico e oggi chiamato a rinnovarsi ed evolvere per guidare il cambiamento. Dal 2016, Saipem fa ufficialmente parte del Global Compact delle Nazioni Unite e ha rinnovato il suo impegno nel continuare ad allineare la propria strategia, le attività operative e la cultura aziendale ai Sustainable Development Goals, parte dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

Al cuore della strategia per la sostenibilità di Saipem, uno dei leader mondiali nei servizi di ingegneria, approvvigionamento, perforazione , costruzione e installazione di condotte e grandi impianti nel settore   energetico a mare e a terra e nelle infrastrutture, c’è la creazione di valore sostenibile.

Per guardare in questa direzione, l’azienda lavora su scenari in evoluzione e caratterizzati da elementi di incertezza ma anche su una visione  a lungo termine (2050). L’analisi degli scenari è uno degli elementi che permettono di guidare il cambiamento verso una società low carbon e socialmente più equa. Il primo caposaldo quindi è il contrasto del cambiamento climatico perché esso modifica i paradigmi del settore più importante nel quale l’azienda è storicamente impegnata. Saipem ha sviluppato una specifica strategia di gestione e riduzione delle proprie emissioni inquinanti che permette di integrare la tutela del clima a più livelli, dall’efficienza energetica delle proprie operazioni ai modelli di decarbonizzazione delle operazioni dei propri clienti, con tecnologie che vanno dalla CO2 sequestration, all’utilizzo dell’idrogeno, a una progettazione e design a basso impatto ambientale, lungo tutta la sua filiera, ad esempio nell’utilizzo del gas naturale.

In termini pratici e sotto il profilo dell’efficienza energetica,  dal 2018 Saipem ha introdotto un Piano Strategico quadriennale di Gruppo per la riduzione dei GHG (gas climalteranti), a seguito di una fase preliminare in cui è stato analizzato il quadro energetico complessivo dell’azienda attraverso una raccolta dati e valutazioni energetiche che sono state condotte per diversi asset e progetti. Il Piano definisce gli obiettivi di riduzione e le azioni da attuare per raggiungerli. Un esempio è l’iniziativa per ottimizzare le rotte marittime della flotta, uno dei settori di più complessa decarbonizzazione. Il tutto inserito in una politica di trasparenza, come testimonia l’adesione al “Carbon Disclosure Project” che risale al 2009.

Questa strategia climatica si ramifica poi in un ambito a maggiore valenza e cioè quello di cogliere le opportunità che offre la transizione energetica anche nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili quali ad esempio i progetti realizzati dalla divisione XSIGHT di Saipem, quelli di installazione di parchi eolici offshore, e lo sviluppo di tecnologie per produrre energia a partire da rifiuti o materie prime di scarto. “La graduale riduzione della dipendenza aziendale di Saipem dal mercato dei combustibili fossili”, si legge nel Bilancio di sostenibilità 2019, “è già dimostrata dal fatto che oggi il 68% del portafoglio ordini dell’azienda non è strettamente legato al petrolio”.

Poiché gli idrocarburi continueranno, anche negli scenari più ottimistici, ad avere un peso nel mix energetico globale, operare nel campo dell’estrazione, sia a terra che offshore, comporta necessariamente un rischio elevato sul fronte dell’impatto ambientale. Sotto questo profilo, l’accento è posto verso la prevenzione. Saipem sta sviluppando una soluzione innovativa per monitorare il processo e gestire al meglio eventuali emergenze. Si chiama Early Warning Integrated System (EWIS) e consiste in una piattaforma di raccolta dati ad ampio raggio. Lo strumento riunisce e soprattutto integra tra loro dati e informazioni provenienti da sorgenti e ambiti differenti, ad esempio satelliti, radar o altre strutture d’osservazione fisse. Il tutto viene elaborato dall’EWIS che restituisce le informazioni in modo funzionale a velocizzare il processo decisionale e la gestione, ad esempio, di uno sversamento di petrolio in atto.

In combinazione con questo sistema di allerta precoce, Saipem mette in campo l’Offset Installation Equipment (OIE), l’unica tecnologia esistente al mondo per intervenire rapidamente in un giacimento di gas o petrolio offshore che ha subito uno sversamento, anche quando l’accesso diretto presenta problematiche di rischio. Tramite dei robot sottomarini a controllo remoto, è possibile installare il cosiddetto “capping stack” e bloccare la fuoriuscita di idrocarburi. L’OIE, testato nell’Alto Adriatico e trasferibile dalla sua base di Trieste via mare o aria là dove necessario, complementa quindi tecnologie già esistenti per il capping e il containment.

Lo sguardo di Saipem all’impatto ambientale si allarga poi ad altri ambiti, altrettanto rilevanti. Come quello dell’uso sostenibile delle risorse idriche, attraverso policy di riduzione degli sprechi e di riutilizzo delle acque di scarico (nel 2019 il gruppo ha riutilizzato ¼ dell’acqua consumata). O, ancora, l’attenzione per la tutela della biodiversità, con l’applicazione di normativa e standard internazionali e l’integrazione in fase di planning di misure volte a conservare la biodiversità e gli ecosistemi in cui opera. La pandemia ci ha insegnato a caro prezzo quanto siano legati in termini di conseguenze per la salute umana, gli impatti sugli ecosistemi sensibili.

A certificare i risultati raggiunti dal Gruppo sul fronte della sostenibilità e grazie a politiche ad ampio spettro, restano alcuni importanti riconoscimenti.

Da oltre 10 anni è inserita nell’indice azionario FTSE4Good, che valuta le performance delle società su aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG). Per il 4° anno di fila, inoltre, Saipem è entrata nel Dow Jones Sustainability World e Europe Index (DJSI), risultando al primo posto  tra le società del settore Energy Equipment & Services. I criteri scandagliano il modello di business e valutano se è sostenibile in base a una serie di criteri che spaziano dal rispetto dei diritti umani e del lavoro alla gestione attenta della supply chain, dalla gestione ambientale alla trasparenza nella condotta di business.

A questo proposito, la bussola del Global Compact torna ancora una volta. Il Codice Etico e la Politica di Sostenibilità si basano anche sui princìpi del Global Compact e dedicano particolare attenzione al rispetto dei diritti umani e del lavoro nella gestione dei fornitori. Il processo di verifica  prevede un capitolo dedicato ai diritti umani, nel quale vengono valutate le performance di ogni potenziale fornitore in materia di lavoro minorile, lavoro forzato, libertà di associazione e di contrattazione collettiva (la libertà di manovra dei sindacati), la discriminazione, il monte ore lavorative e i livelli di remunerazione.

 

Link: https://www.rinnovabili.it/energia/politiche-energetiche/sostenibilita-dimpresa-ricetta-vincente-saipem/

Nissan EV CARE, nuova offerta per guidare a zero emissioni

Le auto elettriche stanno rivoluzionando il concetto stesso di guida, con motori silenziosi e scattanti, poca manutenzione e bassi costi per fare il pieno (di energia). Ma per apprezzare davvero i vantaggi e il piacere di guida di una vettura 100% elettrica bisogna prenderci confidenza. Con EV CARE di Nissan avvicinarsi alla e-mobility non è stato mai così semplice. Per prenotare una prova basta registrarsi online sul sito nissan.it e inoltrare la richiesta con nome, cognome, mail e numero di telefono. Un operatore richiamerà in breve tempo per fissare il ritiro della vettura presso il concessionario Nissan più vicino e iniziare il test drive. Da qui parte il cronometro: 48 ore a disposizione per godersi Nissan LEAF, da più di 10 anni testa di serie elettrica della casa automobilistica di Yokohama, con batterie da 40kWh o 62 kWh per la versione e+. Due giorni per toccare con mano una soluzione di mobilità moderna e sostenibile, in grado aprire le porte ad un elettrico per tutti. Con EV CARE c’è tutto il tempo per sperimentare Nissan LEAF nella vita di tutti i giorni, con il parcheggio gratuito nelle strisce blu, il libero accesso alle ZTL cittadine e la ricarica delle batterie tramite wallbox domestica o presso le oltre 9000 colonnine distribuite su tutta la Penisola e identificabili tramite l’App Nissan Charge.

 Nissan LEAF, prima vettura 100% elettrica per il mercato di massa, grazie alla batteria più potente da 62kWh, offre un’autonomia di 385 km; e grazie al motore da 160 kW garantisce un’accelerazione 0-100 km/h in 6.9 secondi. Ricca la dotazione di tecnologie per il comfort e la sicurezza, come ad esempio l’Intelligent Cruise Control, che mantiene la vettura alla giusta distanza dal veicolo che precede, o l’e-Pedal che permette di accelerare e decelerare utilizzando il solo pedale dell’acceleratore e recuperare energia con la frenata rigenerativa. Con EV CARE di Nissan, in due giorni di test drive e 100km percorsi su strada si emetteranno ben 11 kg di CO2 in meno rispetto all’emissione media di CO2 calcolata sul totale vetture vendute nel periodo gennaio – agosto 2020 (dato ANFIA). LEAF infatti ha zero emissioni allo scarico e, considerando l’intero ciclo vita, emette ben tre volte meno anidride carbonica per ogni chilometro percorso rispetto alla vettura media convenzionale a combustione interna in Europa – come dimostrato da ICCT.

Sostenibilità e prestazioni al top, con un occhio anche al portafoglio. Si perché una volta testata l’e-car di Nissan, se si decide di acquistarla, il programma EV CARE offre l’istallazione gratuita di una wallbox direttamente presso il garage di casa. Nessuna paura di rimanere a piedi anche sulle lunghe distanze, perché la App Nissan Charge individua la colonnina più vicina al nostro percorso. Nissan inoltre, mette a disposizione l’unica rete nazionale di concessionari provvista di punti fast-charge disponibili 7 giorni su 7 per il rifornimento a 0.35€/kWh – una tariffa inferiore del 30% rispetto alla media del Paese. Sono già 5500 in tutta Europa e in continua espansione. Per LEAF, oltre alla garanzia di 3 anni o 100.000 km* per i componenti standard, di 5 anni o 100.000km* per batteria, motore e inverter, Nissan offre anche una garanzia sull’efficienza della batteria pari a 8 anni o 160.000 km*, per coprire eventuali riduzioni della capacità di carica (* quale delle due condizioni si verifica per prima).

Questo inverno, rafforza il tuo sistema immunitario con i principali nutrienti che si trovano nei pistacchi

I pistacchi americani forniscono vitamine e minerali che possono essere utili al sistema immunitario.

 FRESNO, CA – 29 gennaio 2021 – Molte persone stanno cercando di migliorare la loro salute generale e il loro sistema immunitario quest’anno – con una particolare attenzione alla dieta. Secondo l’International Food Information Council’s Year-End Survey dell’International Food Information Council[1], una persona su tre riferisce che le sue abitudini alimentari sono diventate più sane nel corso dell’ultimo anno. Guardando all’anno che ci attende, il 22% delle persone dichiara di essere preoccupato di come le proprie scelte alimentari stiano influenzando la propria salute fisica o mentale. L’aggiunta di cibi nutrienti – come i pistacchi americani – alla dieta può aiutare a dare al corpo più vitamine e minerali necessari per aiutare il sistema immunitario a funzionare al meglio.

Il sistema immunitario è la prima linea di difesa contro le infezioni. Un sistema immunitario sano aiuta il processo di guarigione e riduce i tempi di recupero. I pistacchi americani forniscono molti nutrienti che possono aiutarlo a funzionare, tra cui vitamina B6, zinco, rame, ferro, selenio, folato, polifenoli, carotenoidi, fibre e proteine.

Raccomando sempre i pistacchi come un comodo spuntino ottimo da consumare dopo un allenamento o ogni volta che si ha bisogno di uno snack nutriente per calmare la fame fino al successivo pasto“, afferma Dott. Giorgio Donegani, Tecnologo Alimentare ed Esperto in Nutrizione ed Educazione Alimentare. “Ma quest’anno sto anche consigliando i pistacchi per la ricchezza di sostanze nutritive vitali che contengono, che possono aiutare il sistema immunitario a funzionare al meglio“.

Le proprietà funzionali del pistacchio americano contribuiscono al buon funzionamento del sistema immunitario in molti modi:

  • Vitamine B (B1, B6 e Folato): necessarie per combattere le infezioni.
  • Zinco, magnesio e selenio: possono ridurre il rischio e la gravità delle infezioni virali.
  • Proteine: possono rafforzare il sistema immunitario aiutando a mantenere le cellule immunitarie sane, responsabili dell’eliminazione di cellule danneggiate, batteri e virus.
  • Gamma-Tocoferolo (antiossidante): può aiutare ad accelerare i tempi di recupero e a ridurre l’infiammazione delle vie aeree.
  • Rame: aiuta a produrre anticorpi per preservare il sistema immunitario.
  • Polifenoli e carotenoidi (luteina e zeaxantina): possono incrementare l’attività di alcune cellule immunitarie, ridurre l’infiammazione e potenziare il meccanismo di difesa antiossidante dell’organismo.
  • Prebiotici (fibre e molto altro!): agiscono come cibo per i probiotici benefici nel tratto gastrointestinale che aiutano a proteggere l’organismo dalle infezioni e regolano il sistema immunitario delle mucose. La ricerca mostra che i pistacchi possiedono proprietà prebiotiche e possono contribuire ad aumentare i batteri probiotici benefici[2].

La frutta a guscio, come il pistacchio, è parte integrante di una dieta nutriente. Non solo sono naturalmente a basso contenuto di sodio e di zucchero, ma i pistacchi sono anche molto apprezzati per il loro impatto positivo sulla salute del cuore, sul peso e sulla gestione degli zuccheri nel sangue. È stato anche recentemente dichiarato che i pistacchi sono considerati una proteina completa, contenente tutti e 9 gli amminoacidi essenziali necessari per sostenere la salute di coloro che hanno più di 5 anni. In Europa, i pistacchi raggiungono la soglia necessaria per essere considerati una fonte di proteine.

Ulteriori informazioni sui benefici per la salute dei pistacchi e deliziose ricette, sono presenti nel sito https://americanpistachios.it/.

 

Informazioni su American Pistachio Growers

American Pistachio Growers è un’associazione no profit del settore agricolo che rappresenta più di 865 membri che sono coltivatori di pistacchio, trasformatori e partner industriali in California, Arizona e New Messico. Per maggiori informazioni: https://americanpistachios.it/

[1] IFIC’s Year-End Survey: Consumer Insights from a Year Like No Other, and a Look to the Year Ahead. International Food Information Council. Food Insight. https://foodinsight.org/wp-content/uploads/2020/12/IFIC-Year-in-Review-Survey.December-2020.pdf. December 18, 2020.

[2] Ukhanova M, et al. Effects of almond and pistachio consumption on gut microbiota composition in a randomised cross-over human feeding study. Br J Nutr. 2014 Jun 28;111(12):2146-52. doi: 10.1017/S0007114514000385.

EuroEdile, l’azienda diventa scuola di formazione retribuita per assumere personale qualificato

  • Da febbraio i selezionati potranno partecipare ad uno stage didattico dedicato per imparare i fondamenti del mestiere

 

  • 3 mesi tra lezioni e pratica, retribuiti, inclusa mensa e albergo per chi viene da fuori

 

Se nel settore mancano i ponteggiatori, l’azienda diventa scuola di formazione retribuita con la possibilità di avere vitto e albergo pagato per chi viene da fuori. Questo il caso di EuroEdile, società trevigiana che opera a livello europeo, specializzata nel fornire soluzioni innovative per i cantieri di grande complessità, che ha creato un programma di formazione ad hoc per poter assumere personale qualificato. Il progetto nasce da un’esigenza dell’Azienda che da oltre due anni è alla ricerca di operai specializzati da assumere, ma fatica a trovarli.

EuroEdile vanta un’esperienza pluri-trentennale come leader nei ponteggi speciali nel settore di ponti, viadotti, costruzioni e restauri e ha sempre riservato un’attenzione particolare alle innovazioni, non ultima la realizzazione di un ponteggio sospeso elicoidale per il rifacimento del ponte Morandi di Genova. Questo progetto didattico conferma l’innovazione e la singolarità dell’azienda non solo nelle competenze tecniche del settore, ma anche nel saper valorizzare l’aspetto sociale del lavoro. Il programma, che inizierà a febbraio, è stato ideato con una duplice finalità: insegnare una professione altamente specializzata e allo stesso tempo essere un esempio positivo per altre realtà aziendali per risollevare il mondo del lavoro che, nel nostro Paese, sta vivendo una forte crisi.

“Questa pandemia ha frenato l’economia nazionale, in questo momento le aziende sono restie nell’assumere nuove risorse”, commenta Nereo Parisotto titolare di EuroEdile. “Noi, a differenza di molti, abbiamo bisogno di nuovi lavoratori e, non potendo trovarli sul mercato abbiamo deciso di formarne di nostri”.

L’azienda si è rivolta alla divisione Search & Selection di Maw, realtà specializzata in servizi alle aziende per le risorse umane, per una pre-selezione dei canditati che otterranno un colloquio con EuroEdile prima di accedere al programma.

In caso di interesse, inoltrare la propria candidatura a selezione.treviso@maw.it

Nella sua prima fase il corso formativo prevede l’insegnamento a sei persone selezionate, che nell’arco di tre mesi saranno formate da zero, attraverso lezioni teoriche con esperti del settore e pratica in Azienda, per ottenere il patentino di ponteggiatori. Terminato il periodo di stage, l’obiettivo dell’azienda è quello di instaurare un rapporto definitivo di lavoro.

Continua Parisotto: “Da sempre apripista nei settori di competenza, EuroEdile ha deciso di intraprendere un’azione coraggiosa, ma necessaria. Dall’inizio della crisi ad oggi, l’Italia ha perso 420mila posti di lavoro, sentiamo come un nostro dovere renderci attivi in questa situazione e fornire nuova linfa al mercato del lavoro”.

La formazione del personale è un progetto che la direzione di EuroEdile ha intrapreso con particolare attenzione anche sul pieno benessere dei dipendenti: tutti i candidati riceveranno una retribuzione per tutto il periodo, avranno accesso a tutti i servizi aziendali compresa la mensa, inoltre i non residenti saranno ospitati in albergo.

 

Come funziona il Demand Response e perché conviene

Il demand response è un programma che remunera la capacità delle imprese di consumare energia in modo flessibile. Scopri come sfruttarlo con Enel X

 

L’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) ha aperto il mercato dei servizi di dispacciamento (MSD) ai consumatori commerciali e industriali attraverso un innovativo servizio, denominato Demand Response che si basa sull’uso di risorse diverse da quelle termoelettriche tradizionali, come le rinnovabili, lo storage, il consumo e la generazione distribuita. L’Autorità si propone un doppio obiettivo: consentire a Terna, l’Operatore di rete (Transmission System Operators – TSO) nazionale, di assicurare in ogni momento il bilanciamento tra produzione e consumi di energia elettrica per garantire una fornitura sicura, costante e affidabile nonostante l’uso di fonti non programmabili come il sole e il vento e quello di andare incontro alle nuove esigenze delle imprese, che richiedono un approccio personalizzato e sostenibile.

I programmi di Demand Response offrono infatti alle aziende un compenso in cambio della loro flessibilità, la disponibilità a modulare i propri consumi o aumentare la propria produzione per un breve lasso di tempo su richiesta degli aggregatori della domanda (Balance Service Provider – BSP) che, come Enel X, gestiscono le disponibilità al servizio e i flussi di energia. In questo modo il TSO è in grado di mantenere la stabilità e l’affidabilità della rete, rispondendo ai picchi nella fornitura o nella domanda di elettricità, con un uso più efficiente delle infrastrutture e delle risorse. Il servizio di DR è rivolto a tutti i clienti commerciali e industriali appartenenti a diversi settori merceologici, anche quelli di taglia più piccola (almeno 300 kW), gestiti in forma aggregata.

Enel X è leader di mercato con una quota del 35% e ha un Team dedicato esclusivamente a supporto del cliente per raccogliere il materiale tecnico necessario all’individuazione dei processi industriali più adatti ad una modulazione di potenza, eseguire un’analisi preliminare standard sulle principali caratteristiche del sito d’interesse a cui ne seguirà una più approfondita dei processi industriali coinvolti, andando ad identificare i singoli carichi flessibili.

Per la gestione dei servizi di Demand Response utilizziamo una piattaforma intelligente tecnologicamente avanzata, che sfrutta algoritmi evoluti in grado di selezionare la soluzione ottimale tecnica/economica, permettendo la massimizzazione dei ricavi per il cliente e la massima sicurezza per il gestore di rete.

A fronte di un problema di stabilità della rete, il TSO Terna notifica all’aggregatore della domanda (BSP) la necessità di un ordine di bilanciamento. In qualità di BSP, Enel X individua il carico e/o la generazione del suo portafoglio di clienti necessari per aumentare o diminuire l’uso di energia. I clienti che tramite i loro impianti, o parti di essi, possono mettere a disposizione la propria flessibilità, mettono in piedi i cosiddetti piani di modulazione. La riduzione o l’incremento del carico viene utilizzato dal TSO per l’equilibrio della rete e in cambio i clienti ricevono dal BSP una remunerazione per la modulazione effettuata.

Attualmente lo schema remunerativo previsto dal progetto pilota UVAM (Unità Virtuali Aggregate Miste) istituito da Terna prevede due voci: una remunerazione fissa direttamente proporzionale alla capacità resa disponibile alla modulazione aggiudicata tramite asta e una variabile derivata dalla movimentazione effettiva sull’MSD. Nell’ambito del progetto UVAM il territorio italiano è stato suddiviso in due aree ripartite in 15 perimetri geografici all’interno dei quali ciascun BSP può aggregare risorse flessibili di diversi clienti. I siti che compongono ciascuna Unità Virtuale Aggregata Mista devono risiedere in un unico perimetro di aggregazione.

Il progetto per il 2020 ha previsto l’assegnazione di un quantitativo massimo di 1.000 MW di capacità (800 MW destinati all’area Nord e Centro-Nord e 200 MW destinati all’area Centro-Sud, Sud, Sicilia, Sardegna) tramite aste al ribasso con un corrispettivo fisso massimo potenzialmente ottenibile di 30mila euro per MW l’anno. Per il periodo di assegnazione, con riferimento a ciascuna UVAM, il BSP si impegna a presentare sul mercato dei servizi di dispacciamento offerte a salire per il bilanciamento a prezzi non superiori allo strike price di 400 euro per MWh, per un quantitativo di risorse almeno pari alla quantità di potenza assegnata e per almeno 4 ore consecutive comprese nella fascia oraria tra le 14 e le 20, dal lunedì al venerdì.

Il corrispettivo fisso giornaliero si riduce linearmente, fino a un valore massimo del 50%, qualora l’offerta sia formulata per un quantitativo almeno pari alla quantità assegnata per 2 ore consecutive nella stessa fascia oraria.  Grazie ai servizi di DR di Enel X il cliente non solo potrà contare su una nuova voce di entrate fino a oggi non prevista, ma sarà in grado di acquisire una maggiore consapevolezza della flessibilità del proprio processo industriale e partecipare a un sistema più sostenibile dal punto di vista ambientale. Il Demand Response, infatti, non solo aiuta a stabilizzare la rete, ma contribuisce alla transizione energetica e allo sviluppo delle fonti rinnovabili.