Innovazione: ESA e Enel cercano “idee spaziali” per città circolari

L’Agenzia Spaziale Europea ed Enel lanciano una nuova challenge in nome dell’innovazione: applicazioni spaziali a supporto delle città sostenibili di domani.

Secondo stime delle Nazioni Unite, nel 2050 due persone su tre vivranno in insediamenti urbani. Se a questo dato si associa quello dello sviluppo demografico, secondo cui la popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi entro metà del secolo, si comprende quanto il ruolo delle città sarà sempre più centrale nel futuro. Fino a divenire un elemento dirimente nella sfida allo sviluppo sostenibile. I centri urbani possono costituire il fulcro della nuova transizione ecologica ed energetica a patto, però, di riuscire a sposare modelli gestionali più circolari, verdi e cittadino-centrici. Attualmente le città consumano oltre il 75% delle risorse naturali e sono responsabile del 60-80% dei gas serra emessi: un peso importante che rivela tuttavia anche ampi margini di miglioramento.

Ma ridurne l’impatto non basta: è necessario anche aumentarne la resilienza e la vivibilità. Due aspetti fondamentali che l’attuale emergenza sanitaria ha ulteriormente rimarcato. In questi mesi, la crisi del Covid-19 ha sottolineato con maggiore intensità l’urgenza di una trasformazione digitale e sostenibile dei servizi e delle infrastrutture pubbliche; trasformazione che parta dalle esigenze dei cittadini per creare un ecosistema complesso e funzionale.

Per affrontare queste sfide, la parola d’ordine è innovazione, quella premiata da Open Innovability, lo strumento di crowdsourcing del Gruppo Enel, aperto a start up, talenti, imprenditori, associazioni e ricercatori. Sulla piattaforma, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), tramite il suo team ESA Space Solutions, in collaborazione con Enel X (Gruppo Enel), sta promuovendo un Annuncio di opportunità (Announcement of Opportunity – AO) per studi di fattibilità che promuovano lo sviluppo di applicazioni spaziali a supporto dell’innovazione sostenibile urbana. L’annuncio è focalizzato sull’efficienza delle infrastrutture e sull’ottimizzazione della mobilità sostenibile.

La collaborazione con ESA non è una novità. Il gruppo a Settembre dello scorso anno ha sottoscritto un accordo di collaborazione per l’implementazione di soluzioni innovative e supporta da tempo l’Agenzia negli studi di valutazione della fattibilità dei servizi satellitari in ambito di smart grid e manutenzione delle reti elettriche. A partire da  dicembre 2019,  ESA ed ENEL hanno avviato insieme anche un percorso di cooperazione espressamente dedicato alla circolarità e sostenibilità urbana. L’obiettivo? Promuovere lo sviluppo di sistemi innovativi che uniscano dati spaziali a tecnologie per incrementare l’efficienza e la resilienza dei servizi cittadini, dall’illuminazione pubblica alla gestione del traffico.

In questo contesto si inserisce la nuova call che oggi cerca di sostenere ulteriormente le applicazioni del settore spazio in ambito energetico e nel contesto delle città circolari. L’obiettivo dell’AO è valutare la fattibilità tecnica e commerciale dell’utilizzo delle risorse spaziali per far avanzare l’innovazione a livello cittadino in due campi: sostenibilita’ ambientale per il trasporto pubblico e monitoraggio di infrastrutture urbane.

Sul fronte trasporti, la call evidenzia due esigenze fondamentali. Da una parte quelle della pubblica amministrazione che necessita di ottimizzare il trasporto pubblico locale per definire politiche di mobilità “data-driven” e promuoverne l’elettrificazione in linea con gli obiettivi di sostenibilità. Dall’altra quelle dei cittadini stessi che chiedono trasporti flessibili, veloci, capillari e a zero emissioni. In quest’ambito l’analisi dei dati di telerilevamento può consentire di accelerare diversi scenari di ottimizzazione, tenendo conto sia dello stato di strade e traffico che della domanda dei passeggeri.

Allo stesso tempo è interessante anche ragionare su un sistema di mappatura dinamica delle infrastrutture urbane al fine di indirizzare lo sviluppo di modelli di manutenzione predittiva. Lo scopo della challenge è promuovere lo sviluppo di servizi innovativi, combinando dati di telerilevamento e altre tecnologie, per monitorare infrastrutture come edifici, illuminazione, parcheggi, colonnine di ricarica e grazie a questi dati definire degli scenari decisionali volti ad incrementarne l’efficienza e semplificarne la manutenzione. E di proporre una tabella di marcia per potenziali progetti pilota che prendano il via nel 2021.

Per essere in linea con la sfida le soluzioni proposte dovranno, oltre che rientrare in aree di applicazione rilevanti per i due domini, anche caratterizzare il ruolo dei dati e tecnologie spaziali potenzialmente combinati con tecnologie innovative (AI, Big Data, IoT, ecc.) e valutare i vantaggi economici, sociali e ambientali. Si chiede inoltre di dimostrare la fattibilità tecnica dei servizi proposti, definendo una roadmap per l’implementazione di progetti pilota.

ESA sosterrà fino al 50% del costo dello studio di fattibilità (fino a un costo massimo stimato di 120.000 euro per studio) che potrà essere incrementato fino all’80% per le piccole e medie imprese, il tutto soggetto ad approvazione finanziaria delle delegazioni nazionali ESA.

Quanti verranno selezionati avranno anche la possibilità di collaborare direttamente con Enel X con un contratto dedicato e ulteriore supporto.

Anche in questo caso la sfida è in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che i 193 Paesi membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. Per la precisione, la challenge segue l’obiettivo nove (SDG 9) “Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile” e l’obiettivo undici (SDG 11) “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

Nuove ricette con la buccia di frutta e verdura Le proposte di 5 Food influencer per Bicarbonato Solvay®

Riso rosso al cocco e curry, Bulgur alla venezuelana, torta salata a spirale, ma anche snack veloci e merende da portare a scuola

 

Sonia Peronaci; Giovanna Hoang, Francesca Guatteri, Gloria Strabla e Adriana Fusè: cinque food influencer che si sono cimentate, ispirate e anche divertite a reinterpretare una CONSTELLATION di 5 ricette sfiziose e facili da copiare per una cena, un pranzo veloce o una merenda per i più piccoli, in collaborazione con Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura.

 SoniaPeronaci -Torta salata a spirale di verdure

La frutta e gli ortaggi in cucina sono sempre una grande fonte di ispirazione per preparare fantasiose e coloratissime ricette, proprio come la buonissima torta salata a spirale interpretata per una cena o un pranzo veloce da Sonia Peronaci. Un tripudio di verdure e di colori per regalare un tocco di vivacità a un giorno che nonostante la pioggia o il freddo invernale può diventare caldo e solare.

Gli ingredienti suggeriti da Sonia Peronaci? Carote arancioni; carote viola; melanzane, peperoni rossi e gialli; zucchine, patate, basilico e prezzemolo.

 

Giovanna Hoang, giovane food influencer, forte della contaminazione delle culture europea e asiatica, si è sbizzarrita con un’insalata di riso rosso e verdure da condire con un dressing al latte di cocco e curry. Questo piatto è sicuramente un ottimo compromesso per un pranzo gustosissimo e allo stesso tempo perfettamente “healthy”. Pomodori, peperoni, carciofi, rapanelli e una manciata di erbe aromatiche sono, oltre alla rusticità elegante del riso venere, protagonisti assoluti di questa ricetta. Giovanna ama la semplicità in cucina, perché è l’unica via per esaltare gli ingredienti che, però, devono sempre essere scelti con grande attenzione per assicurare qualità e salute nei nostri piatti.

 

Francesca Guatteri, Viverlaperraccontarla, venezuelana ma italiana di adozione, ci propone una freschissima insalata di bulgur, saporita, gustosa, sana e ricca di verdure crude e croccanti per un piacevole pranzo da pausa lavoro. Facilissima da realizzare con bulgur, valeriana, carciofi, basilico fresco, pomodorini gialli e cetriolo da consumare rigorosamente con la buccia ben lavata.

 

Gloria Strabla, mamma influencer, ci prepara una gustosa macedonia salutare per il pomeriggio dei nostri bimbi da assaporare davanti sul divano davanti alla Tv. Uva, albicocche, pere e pesche in un gioco di colori e sapori.

 

Adriana Fusè di Ricominciodaquattro, mamma di 4 bimbi, propone la Snack Pill, la merenda nutritiva da portare a scuola. Una macedonia di frutta con la buccia con frutti di bosco; mele; albicocche, pere. I bambini non potranno resistere.

 

Il segreto delle food influencer? Aver mantenuto le bucce delle verdure e della frutta, che donano un tocco particolare grazie alle loro vivaci cromie avendo cura di lavarle con il Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura.

 

Il primo passo è immergere gli ortaggi e la frutta nell’acqua e versare un cucchiaio di Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura.

Secondo step: lavare frutta e verdura accuratamente e massaggiando delicatamente con i microgranuli e poi sciogliere il bicarbonato in acqua, mescolando con il cucchiaio.

Dopo aver lasciato la frutta e la verdura in acqua per circa 10 minuti, risciacquarle accuratamente con acqua corrente, pronte poi per trasformarsi in ricette sfiziosissime.

 

Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura in microgranuli consente di rimuovere in modo efficace tutte le impurità presenti su frutta e verdura, per un lavaggio perfetto. Inoltre la formula in microgranuli di Bicarbonato Solvay® Frutta & Verdura è ancora più efficace.

La nostra frutta e verdura, perfettamente lavate, sono pronte per essere consumate. Un gesto quotidiano pratico e veloce, che ci consente di non dover levare la buccia in cui frutta e verdura custodiscono gran parte dei loro nutrienti.

 

Sito web: www.bicarbonato.it

FB: https://www.facebook.com/BicarbonatoSolvay

Saipem cattura la CO2 con le tecnologie CCUS

Stoccare la CO2 nei depositi sottomarini, così Saipem pensa al futuro delle CCUS Trasformare la CO2 prodotta dalle attività umane, da problema climatico a risorsa per lo sviluppo sostenibile. È quello che cercano di fare oggi le tecnologie CCUS, acronimo delle parole inglesi Carbon, Capture, Utilisation and Storage. Ne sono un esempio le soluzioni firmate Saipem, azienda in grado di padroneggiare oggi l’intera catena della cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica grazie al suo solido background maturato nel settore oil&gas. La società sta da tempo costruendo un ricco portafoglio tecnologico in questo segmento con cui accompagnare la transizione energetica. Tra brevetti, acquisizioni, nuovi accordi e proposte progettuali è il gruppo si muove su più fronti: dalla cattura della CO2 al trasporto a terra e in mare, dallo stoccaggio al successivo riutilizzo. A livello di cattura, ha progettato e costruito oltre 70 impianti di sequestro CO2, utilizzando un vasto range di tecnologie, da lavaggi con vari tipi di solventi alle membrane ibride. Recentemente ha anche acquisito una tecnologia proprietaria dalla società̀ ̀ canadese CO2 Solutions Inc che si applica a processi di cattura Post Combustione, capace di ridurre il fabbisogno energetico del processo di cattura senza utilizzare i composti amminici tossici. L’esperienzà sul fronte del tràsporto- con oltre 130.000 km di condotte a terra e a mare realizzate in aree remote – ha portato Saipem a prender parte al Northern Lights Norwegian CCS, un progetto di trasporto e stoccaggio geologico di CO2 che sarà fornita da siti industriali collocati nella regione del fiordo di Oslo trà cui ànche cementifici e termovàlorizzàtori; l’iniziàtivà mirà à liquefàre e portàre vià nave la CO2 da questi siti ad un terminale onshore sulla costa occidentale norvegese. E da lì, tramite una pipeline sottomarina lunga 80 km, stoccarla in maniera permanente in un bacino nel Mare del Nord. Un passaggio delicato, quello del trasporto sotto la superficie del mare, di cui Saipem ha realizzato il FEED (Front End Engineering Design), passaggio fondamentale in cui si sviluppa il dettaglio tecnico necessario a valutarne la fattibilità e a definirne il costo. Non solo. Il gruppo ha una vasta conoscenza industriale nella progettazione e realizzazione di impianti di riutilizzo della CO2, grazie alla sua esperienza e ad una tecnologia proprietaria ad alta efficienza e sostenibilità per la produzione di urea. Al punto che oggi può vantare una leadership tecnologica in questo campo e un elevato livello di competitività. La CO2 recuperata può essere anche impiegata per la produzione di combustibili o metanolo, soluzioni ancor più sostenibili se combinate a idrogeno verde o blu. Anche in questi casi Saipem è in grado di proporre diverse soluzioni, nella maggior parte dei casi facilmente integrabili in impianti esistenti. Nuove opportunità si stanno aprendo inoltre nel campo della biofissazione. In questo càso l’ànidride càrbonicà è impiegàtà per nutrire colture àlgàli in gràdo di produrre unà miscela di composti utilizzabili come biocombustibili. Mà quàli sono i possibili scenàri di sviluppo àll’interno dell’economià italiana? La proposta di Saipem, che là società intende proporre nell’àmbito del progràmmà europeo Next Generation EU per l’àccesso al Recovery and Resilience Fàcility destinàto àll’Itàlià, pàrte dàl concetto di hub, ossia una rete di cattura e stoccaggio con un’unicà infràstrutturà di tràsporto condivisà che connettà trà loro siti emissivi e di immagazzinamento. In questa direzione si inquadra il recente MOU firmato tra Saipem ed Eni con cui individuare possibili opportunità di collàboràzione nell’àmbito dellà càtturà, tràsporto, riutilizzo e stoccàggio dellà CO2 prodottà dà distretti industriàli nel territorio itàliàno. L’obiettivo è contribuire àl processo di decarbonizzazione di intere filiere produttive, come quelle energy intensive. E valutare la pàrtecipàzione à progràmmi finànziàti dàll’UE nel contesto dellà Green Deàl Stràtegy, proponendo il possibile inserimento di specifiche iniziàtive nell’àmbito del piano di ripresa. La CO2 potrebbe essere catturata nei distretti industriali sparsi sul territorio nazionale, trasportata via pipeline o vià nàve àll’hub di stoccàggio per essere poi intombàtà in pozzi esàusti. Le prime stime, associate ad alcune possibili iniziative individuate e limitate ad un unico hub, indicano un potenziale complessivo di 20+ Mt di anidride carbonica evitate annualmente, pari al 6% circa delle emissioni annue in Italia.

Fotovoltaico flottante, Saipem porta in mare l’innovazione verde

Saipem porta il suo knowhow e il suo storico bagaglio offhshore nel segmento del fotovoltaico flottante.  Un’impresa fatta di esperienza e volontà d’innovare

Moduli fotovoltaici marini da combinare con turbine eoliche galleggianti, elettrolizzatori offshore e sistemi di acquacoltura, per dare un nuovo volto alla cosiddetta Blue Economy. Questo il futuro che Saipem immagina per la transizione energetica mondiale. La multinazionale italiana sta ridisegnando il suo ruolo nel comparto energetico ampliando il portafoglio tecnologico green con soluzioni di ultima generazione. E lo fa, ovviamente, partendo dalla sua decennale esperienza nel settore offshore.

Tra le prime tecnologie verdi a prendere il largo c’è il nuovo modello di fotovoltaico flottante, messo a punto in collaborazione con la norvegese Equinor. A marzo 2020  le due società hanno firmato un accordo di cooperazione con l’obiettivo di realizzare soluzioni ad hoc per l’installazione di pannelli solari galleggianti vicini alla costa. Al centro dell’intesa c’è il concept sviluppato in-house da un’altra realtà norvegese: la Moss Maritime, uno dei fiori all’occhiello della nuova divisione XSIGHT di Saipem.

La società ha creato un design che facilita costruzione e installazione di impianti fotovoltaici in acqua. Si tratta una piattaforma galleggiante, modulare e flessibile, che può essere personalizzata in base al luogo d’installazione e alla potenza cercata. Al contrario dei sistemi su cui poggia l’attuale tecnologia del solare galleggiante – destinato per lo più a laghi artificiali, cave sommerse o bacini idroelettrici – il concept di Moss Maritime non teme un ambiente più ostico ma dalle potenzialità illimitate: il mare.

A spiegarne l’innovazione è l’Ing. Mauro Piasere, Chief Operating Officer della Divisione XSIGHT e Direttore Innovazione Digitale. “Fino ad ora il fotovoltaico flottante è stato installato nei bacini e nelle aree marittime interne”, ha sottolineato Piasere. “Il progetto Moss prevede, invece, la possibilità di utilizzare questa tecnologia anche in mare aperto grazie ad un sistema capace di resistere ad onde significative alte fino a 4 metri”.

La forza del sistema sta in un’innata resilienza alla corrosione dell’acqua marina e alle condizioni meteorologiche più severe, assicurando l’integrità dei moduli  e consentendo l’installazione anche in zone esposte a venti e onde. Il merito va anche alla sua estrema flessibilità: la struttura grazie alle speciali giunture tra le unità, segue docilmente il movimento ondoso.

“Altro aspetto particolarmente innovativo della tecnologia Moss è la sua modularità ed economicità”, spiega il CCO di XSIGHT. La piattaforma si compone di moduli standardizzati da collegare fra loro fino a realizzare impianti di centinaia di MW. Questo approccio rende più efficiente la fabbricazione, il trasporto e l’installazione dei componenti, riducendo al contempo le esigenze di manutenzione. Come parte dell’accordo di cooperazione, Equinor e Moss Maritime hanno unito le loro esperienze e il loro know-how per sviluppare ulteriormente il concept. L’idea è di mettere a punto una tecnologia “flat pack”, che sia abbastanza facile da configurare anche da remoto.

“Abbiamo immaginato una sorta di ‘modello IKEA’ per fotovoltaico flottante, un sistema completamente smontabile e riposizionabile in tempi brevi”, aggiunge Piasere. Il sistema consiste di diversi galleggianti, un sistema di ormeggio convenzionale e pannelli fotovoltaici protetti in un telaio da vibrazioni e flessioni. Gli inverter si troverebbero su sottostazioni o all’interno di moduli disposti sul fondale, in maniera da trasferire sulla terra ferma direttamente corrente alternata da immettere in rete.

Oggi la società sta guardando ai mercati nel Mar Mediterraneo e del sud-est asiatico con l’obiettivo di fornire vere e proprie isole energetiche galleggianti in grado di sviluppare centinaia di MW di potenza verde.. La soluzione potrebbe far parte far parte di progetti ibridi, in cui i moduli solari marini convivono con turbine eoliche galleggianti, impianti per la generazione di energia da onde o correnti e persino elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde in mare. Allo stesso tempo è possibile immaginare una commistione tra questi innovativi distretti energetici e futuri impianti di acquacoltura dedicati all’allevamento ittico e di alghe.

In Italia il primo progetto di questo genere potrebbe sorgere a largo della Costa di Ravenna. Saipem ha firmato a un Memorandum of Understanding con le italiane Agnes e QINT’X per portare sull’acqua un’ambiziosa iniziativa: creare un distretto marino integrato nell’ambito delle rinnovabili che riconverta il settore dell’Oil & Gas creando vantaggiose sinergie tra fotovoltaico, eolico e idrogeno.

 

GEO, il servizio Enel X per valorizzare i surplus energetici

Da Enel X arriva una soluzione in grado di ottimizzare la produzione energetica di impianti industriali e commerciali, massimizzando tale valore come capacità flessibile

Il settore energetico, italiano ed europeo, è in piena trasformazione. L’aumento delle rinnovabili non programmabili, la progressiva elettrificazione dei consumi e l’uscita di scena dei vecchi impianti fossili stanno mutando profondamente il sistema, sfidandone la stabilità. In questo contesto in divenire, la flessibilità – intesa come la capacità di ridurre o aumentare la produzione e/o il consumo nei carichi elettrici – è diventata un elemento sempre più importante. Fondamentale sia in termini di sicurezza della rete sia ai fini dell’avanzamento della decarbonizzazione.

Oggi il mercato permette alle aziende che possiedono una capacità flessibile (legata, ad esempio, a proprie risorse di generazione) di valorizzarla trasformandola in un asset. Come? Attraverso soluzioni ad hoc capaci di sfruttare in tempo reale le risorse disponibili in maniera vantaggiosa per i proprietari di questa capacità ma anche per la rete. Come quelle di Enel X, la divisione del Gruppo Enel che fornisce prodotti innovativi al servizio della transizione energetica. La società ha creato un portafoglio di servizi dedicati alla flessibilità, tra cui spicca il servizio GEO (Generation & Energy Optimization).

Si tratta di una nuova soluzione progettata per le imprese dotate di impianti di produzione energetica. Il servizio è rivolto ai clienti industriali e commerciali e si articola su due livelli: GEO Basic e GEO Advanced. L’obiettivo di partenza è lo stesso, ossia creare nuovo valore attraverso la gestione energetica.

Nel dettaglio, tramite GEO Basic, Enel X ritira l’eccesso di produzione proveniente, ad esempio, da impianti fotovoltaici, di cogenerazione o trigenerazione, valorizzandolo al miglior prezzo possibile sui mercati energetici. Il programma nasce per gestire le dinamiche del mercato e mitigare o azzerare  i rischi legati allo sbilanciamento, garantendo una gestione end-to-end. Ma soprattutto permette di vendere i surplus energetici senza che l’azienda diventi un operatore del mercato elettrico.

GEO Advanced, come lo stesso nome fa intuire, compie un passo in più. La soluzione è rivolta a clienti che possiedono impianti di cogenerazione, ma con un passaggio in più. Con GEO Advanced, Enel X si occupa anche di ottimizzare l’utilizzo della generazione e sfruttare al meglio gli asset (caldaie, chiller ecc) del cliente. Un programma operativo migliorato comporta oltre ad un risparmio economico anche una maggiore capacità di flessibilità che può essere utilizzata per la stabilità della rete. In questo modo le imprese possono ridurre i costi energetici complessivi e al tempo stesso massimizzare i margini derivanti dalla vendita di energia.

Attraverso il servizio GEO, Enel X analizza tutti i dati di sito e di mercato generando un programma ottimizzato per l’impianto e suggerendo gli assetti migliori di produzione, gli orari di accensione e spegnimento e i livelli di carico della macchina.

Dalla joint-venture tra Viride Spa e Green Utility nasce Green Vir

La joint venture, detenuta da Viride al 50% e da Green Utility al 50%, offre servizi tecnici, finanziari e di supervisione nel mercato delle situazioni speciali per il settore delle rinnovabili

 

Si chiamano “situazioni speciali” o special situatione indicano a livello finanziario e tecnico, eventi insoliti che inducono gli investitori ad acquistare un’azione o un altro asset il cui prezzo è stato depresso, per l’appunto, da un evento speciale. Le opportunità di investimento in questo settore possono assumere molte forme e coinvolgere una serie di classi di attività ed è quindi necessario sapersi muovere con intelligenza e agilità nel settore. Per il comparto delle energie rinnovabili, oggi viene in aiuto Green Vir, società in grado di seguire passo dopo passo chi si muove nel mercato dei crediti deteriorati e non.

La società è una joint-venture 50 e 50 tra la Viride Spa e Green Utility, imprese leader nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica. Attive rispettivamente dal 2015 e dal 2007, in pochissimi anni Viride e Green Utility si sono imposte sul mercato dell’economia verde come un’eccellenza in grado di rendere la sostenibilità un asset chiave per le imprese.

Le società si sono specializzate anche in servizi di consulenza gestionale e finanziaria per primari investitori. Expertise convogliata anche nella nuova joint venture, dedicata al mercato degli eventi speciali in ambito “rinnovabili”.

Nonostante si tratti di una realtà relativamente “giovane”, Green Vir si è ritagliata un spazio di primo piano, continuando a crescere in maniera esponenziale. Il merito è di un’attività multi-sfaccettata che copre consulenza, assistenza, e servicing alle aziende.

La joint venture si muove nell’ambito dei non performing loans, chiamati anche crediti deteriorati o in sofferenza. Si tratta di prestiti la cui riscossione da parte delle banche appare incerta a causa delle difficoltà (i cosiddetti eventi speciali) con cui si scontrano le imprese debitrici. Ma nelle sue operazioni rientrano anche i crediti in bonis, ossia quelle esposizioni ritenute solvibili. Nella pratica propone attività di consulenza in materia tecnica e finanziaria, occupandosi anche della gestione di singole posizioni e coprendo tutti i punti strategici nella gestione di posizioni energy. Dagli incontri bilaterali con i debitori, alla negoziazione e predisposizione di accordi modificativi, valutazione in merito al rilascio o sostituzione di garanzie, predisposizione di business plan, sopralluoghi presso gli impianti, valutazione di attività di revamping.

Una delle ultime operazioni portate a termine con successo è stata l’acquisto da parte di WRM Group di un portafoglio di crediti deteriorati del valore di 180 milioni e derivanti da contratti di leasing e di prestiti a medio-lungo termine da Mediocredito Italiano. Si tratta di crediti garantiti da 74 impianti fotovoltaici per una capacità complessiva di oltre 85 MW, su un totale di 74 stabilimenti. Oggi. La società, prosegue l’attività nel ruolo di special servicer del portafoglio acquisito, fornendo una completa assistenza gestionale.

Remote Control: Come gestire la climatizzazione senza rischi e risparmiando

Da Enel X le soluzioni innovative per l’ottimizzazione energetica e la gestione in remoto degli impianti impianti HVAC, dalla piattaforma di monitoraggio energetico EMS al software Comfort Management. remote-control-enelX3

Fin dalle prime fasi della pandemia, nella ricerca del giusto compromesso tra lockdown e accesso agli spazi pubblici, parte dell’attenzione si è focalizzata sulla relazione tra coronavirus e impianti HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning). La rete è stata inondata da una serie di informazioni contrastanti, spesso a false o inaccurate, che hanno generato molta confusione e diverse domande. Gli impianti di climatizzazione, soprattutto a livello di grandi imprese o spazi pubblici al chiuso, sono sicuri? E come è possibile gestirli in maniera da ridurre eventuali rischi di contagio in luoghi come uffici, negozi, supermercati, ospedali o palestre?

Le linee guida pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità hanno fatto chiarezza sulla questione, ma al di là dei singoli protocolli esistono soluzioni che facilitano ulteriormente la gestione degli impianti anche in termini di aumentata sicurezza. Un esempio sono i pacchetti offerti da Enel X alla climatizzazione dei grandi spazi pubblici interni, e creati appositamente per unire ai servizi di remote control e monitoraggio energetico, anche un’attenta gestione dei rischi sanitari.

In questo ambito l’azienda, braccio innovativo del Gruppo Enel, ha sviluppato due strumenti ad hoc per i clienti business: la piattaforma di monitoraggio energetico EMS e del software di gestione remota Comfort Management.

La piattaforma EMS, acronimo di Energy Management System, è in grado di monitorare i consumi energetici e i dati ambientali di uffici e attività commerciali. Lo strumento acquisisce le informazioni in tempo reale e le analizza fornendo report customizzati sulle performance e consigli per ottimizzare le prestazioni. Inoltre permette anche di configurare costi, prezzi e tariffe e di tenere sotto occhio eventuali interventi di efficienza energetica attraverso i setaggio dei report.

Comfort Management è invece un programma di remote control, dedicato alla gestione degli asset degli HVAC. Il software è in grado di autoregolare ed efficientare il fabbisogno tramite algoritmi di intelligenza artificiale che incrociano i dati sul consumo con fattori meteorologici. E di rilevare anomalie o guasti, gestendoli da remoto. Inoltre, offre un miglioramento non-invasivo delle performance, dal momento che la sua applicazione non richiede alcuna modifica dell’impianto e si adatta perfettamente a sistemi di monitoraggio eventualmente già presenti in sito.

Blockchain e Made in Italy

La software house milanese specializzata in soluzioni blockchain affianca l’e-commerce per certificare e valorizzare a livello globale i prodotti Made in Italy.

Milano, novembre 2020 – Mangrovia Blockchain Solutions e Saporare Italian Food Boutique danno vita ad una collaborazione con l’obiettivo di difendere e trasmettere i valori della cultura gastronomica italiana in tutto il mondo.

L’idea prende vita dalla volontà di esaltare e dare il giusto riconoscimento alla tradizione Made in Italy, oggi spesso vittima di contraffazione, con fenomeni come l’ ”Italian Sounding” (uso di parole, immagini, combinazioni cromatiche, riferimenti geografici per promuovere e commercializzare prodotti che in realtà non sono Made in Italy) ormai pericolosamente comuni soprattutto negli Stati Uniti, in Canada e in Australia.

Nasce così una piattaforma e-commerce che riunisce piccole imprese locali e diversi collaboratori in ogni Paese con la finalità di tracciare i prodotti fin dalle prime fasi della produzione e guidare i consumatori alla scoperta della tradizione, delle sfumature e degli impieghi di ciascun alimento.

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La componente di innovazione fondamentale è la blockchain: tale tecnologia, grazie alle sue specifiche proprietà garantisce trasparenza, immutabilità e sicurezza, rendendo efficiente, verificato e certo il tracciamento di filiera.

Queste caratteristiche sono alla base del progetto di Saporare: grazie alla creazione di un collegamento tra etichetta, blockchain e autenticità del prodotto e mediante tag RFID e chip NFC o semplice QR Code, chiunque potrà visualizzare sul proprio device tutte le informazioni riferite all’alimento, accompagnate da uno storytelling attento e accurato che valorizzerà la qualità el’italianità dello stesso con un linguaggio semplice, moderno e accattivante.

Tutto ciò è reso possibile da una webapp sviluppata da Mangrovia e un marchio S|Trace track your business, dedicato al servizio di tracciabilità, in particolare per il settore food ma che sta riscuotendo notevole interesse anche nel settore industriale.

“L’eccellenza italiana dell’agrifood è costantemente sotto la minaccia della contraffazione. Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto con Saporare che ci vede coinvolti in un percorso di innovazione e crescita eccezionale” – dichiara Daniele Morisco Managing Director di Mangrovia blockchain solutions – “dove la tecnologia blockchain è protagonista garantendo sicurezza e trasparenza”

“Grazie alle soluzioni tailor-made di Mangrovia Blockchain Solutions,” – prosegue ancora Morisco, “rendiamo accessibile l’innovazione portata da blockchain ad ogni azienda, indipendentemente dal settore, dalle dimensioni o dalla complessità dei processi, affinché la tecnologia possa diventare uno strumento fondamentale per proteggere ed accrescere il mercato del Made in Italy”.

“Siamo molto soddisfatti dell’interesse che questo progetto sta suscitando, è dinamico e in continua evoluzione, grazie anche all’ottimo rapporto di collaborazione che è nato tra le figure del team.” – dichiara Maria Vellani, COO e cofondatrice dell’iniziativa – “Saporare ha elementi di unicità sia per la tipologia di mercati e prodotti che per la modalità con cui vengono proposti, in particolare la webapp S|Trace. Diversi fornitori di pregio hanno compreso la particolarità del progetto e vi stanno aderendo. Chi ne viene a conoscenza per la prima volta lo definisce spesso ambizioso e originale, anche grazie ad elementi di attenzione al sociale e all’ambiente tutti da scoprire.”

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A breve verranno registrati e certificati in blockchain, mediante la webapp S|Trace, il polline e un miele DOP della Lunigiana, spesso oggetto di contraffazione e di conseguenza vittima di danni all’identità e alla reputazione dei marchi e di problemi legati alla sicurezza. Nel mondo, il valore del falso Made in Italy agroalimentare è salito ad oltre 100 miliardi di euro con un aumento record del 70% nel corso dell’ultimo decennio. Lo ha rivelato Coldiretti in occasione dell’introduzione delle norme sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti (legge n.12 dell’11 febbraio 2019).

La piattaforma si rivolge prevalentemente al consumatore finale mediante distribuzione al dettaglio, ma comprende anche un’area dedicata ai clienti del settore Horeca in ottica B2B. L’area geografica di riferimento sarà inizialmente l’Europa, con successivaespansione a USA, Canada, Inghilterra, Giappone ed Emirati Arabi.

Tratto distintivo dell’offerta è anche la logistica green: a breve, ogni cliente sarà libero di scegliere tra la spedizione “prime”, rapida ma più costosa e più impattante a livello ambientale, e la spedizione “slow”, più economica e socialmente ed ambientalmente sostenibile, oltre ad un packaging a basso impatto ambientale.

“Inefficienze, sprechi e contraffazione sono solo alcuni dei problemi che Mangrovia si offre di risolvere tramite l’implementazione della tecnologia distributed ledger (DLT).” – afferma Angelomario Moratti, Presidente Esecutivo di Mangrovia Blockchain Solutions – “I settori di applicazione chiamati in causa sono molteplici e diversi tra loro: Energy, Supplychain, Fintech. La soluzione proposta con Saporare rappresenta una sorta di Trust-as-a-service per i partecipanti all’ecosistema.”

La tecnologia sviluppata da Mangrovia è rappresentata da un registro aperto e distribuito che tiene traccia delle transazioni tra due o più attori in maniera efficiente, verificabile, permanente e trasparente. Tutte le informazioni raccolte vengono poi elaborate associando all’etichetta un QR Code collegato ad un link descrittivo del lotto e allo storytelling del prodotto/produttore.

“Riusciamo a tutelare e a raccontare il meglio dei prodotti enogastronomici italiani mediante un unico strumento. Un software, costruito ad hoc per noi da Mangrovia, estremamente flessibile, semplice nel suo utilizzo e dal potenziale ancora da esplorare, anche in ambiti diversi da quello alimentare. Un mix di certificazione di prodotto e marketing 4.0. Particolarmente affascinante il contrasto tra il meglio dell’antica tradizione agrifood italiana unita alla tecnologia più innovativa del momento.” – aggiunge Francesco Colli, CEO e cofondatore del progetto Saporare.

La blockchain, introdotta come attore super partes, alza in definitiva il livello di sicurezza. In questo contesto il web, oltre a fungere da piattaforma di collegamento, diventa una piattaforma di servizi integrati e fruibili da dispositivi fissi e mobili, accessibili a chiunque e totalmente trasparenti ed affidabili.

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Il Natale 2020 è l’occasione giusta per supportare i piccoli produttori ed artigiani locali, lasciando che questi raccontino la propria storia ed i propri valori. Quale strumento se non la blockchain può fungere da diario condiviso, passato di mano in mano dall’agricoltore al destinatario del regalo?

MANGROVIA BLOCKCHAIN SOLUTIONS

Mangrovia Blockchain Solutions è tra i leaders italiani nello sviluppo e integrazione di soluzioni di tecnologia distribuita, con soluzioni proprietarie nell’ambito del fintech, dell’energy, del ticketing e della supply-chain, e riconoscimenti di primo piano a livello europeo.

SAPORARE

Saporare – Italian Food Boutique è una startup innovativa di Franceschi srl che fornisce un servizio blockchain per favorire la difesa del Made in Italy e, mediante una propria piattaforma e-commerce, agevola l’esportazione di prodotti food and beverage 100% italiani, provenienti da piccoli produttori.

Blockchain e machine-learning applicate alla gestione documentale

image001La gestione documentale costituisce uno degli aspetti più pervasivi e strategici nell’ambito dei processi di organizzazione aziendale, coinvolgendo tipicamente non solo l’intera organizzazione, ma anche gli interlocutori esterni coinvolti nei processi di generazione, scambio e trattamento dei documenti e in generale delle informazioni.

Gli ultimi anni avevano già visto le imprese italiane avviarsi in maniera convinta verso processi di digitalizzazione, innanzitutto per garantire migliori performance operative, ma anche per questioni di sicurezza, di compliance normativa, e di rispetto dei temi dell’ecosostenibilità. Anche l’indagine “Printing Trends in SMB and Enterprise” condotta nel 2017 rispetto al rapporto tra le aziende americane, inglesi e tedesche e i sistemi di gestione documentale ha rilevato una considerevole quota di mercato disponibile a sostenere investimenti dedicati, e nello specifico una crescente propensione verso questo tipo di tecnologie da parte delle organizzazioni con almeno 50 dipendenti.

Gli effetti del Covid-19 sulla gestione documentale

I recenti accadimenti legati all’epidemia del Covid-19 stanno ora accelerando enormemente questo fenomeno, avendo reso ineludibile ormai il passaggio a modelli decentralizzati di gestione documentale anche per piccole aziende e studi professionali, finora rimasti meno coinvolti dai fenomeni di dematerializzazione dei contenuti.

D’altronde è chiaro ormai come un archivio documentale organizzato in chiave strategica e protocolli di trattamento e conservazione correttamente definiti rappresentino fattori di efficienza e di competitività imprescindibili per qualsiasi organizzazione, specialmente in un periodo come quello del recente lockdown in cui il distanziamento forzato ha imposto giocoforza – e con tempistiche eccezionali – l’attivazione di modalità di “smart working” e di attività lavorative da remoto, con conseguenze spesso traumatiche per le realtà meno predisposte a questo tipo di gestione organizzativa.

La tecnologia naturalmente si sta dimostrando sempre più protagonista nel dare spinta propulsiva alla transizione in atto, rendendo disponibili al mondo delle imprese e della pubblica amministrazione modelli decentralizzati, applicazioni di intelligenza artificiale, sistemi 5G e dispositivi di IoT sempre più diffusi, sicuri e performanti. Inoltre, l’integrazione di queste innovazioni sta dando forma a frameworks tecnologici via via più evoluti, in grado di efficientare in modo davvero radicale i modelli di gestione aziendale e ad ottimizzare così le performance di produzione in una misura difficilmente pronosticabile fino a pochi anni fa.

La gestione documentale secondo Mangrovia

Nell’ambito della gestione documentale, ad esempio, la startup di Milano Mangrovia Blockchain Solutions ha recentemente sviluppato una soluzione che va ben oltre i tradizionali DMS (Document Management System), e che mette a disposizione di PMI e grandi aziende un vero e proprio data hub di strumenti usabili ed integrati, in grado di abilitare una gestione di documenti e dati aziendali totalmente intuitiva, certificata, sicura e affidabile, e di sfruttare così al meglio le potenzialità offerte da un utilizzo evoluto delle tecnologie blockchain, IoT e machine- learning.

Il framework PaPeers consente infatti non solo di abilitare – in modalità cloud, ibrida o on-premise – le funzionalità tipiche dei sistemi di gestione documentale (generazione, conservazione, gestione workflow, protocollazione, reperimento, firma, scambio, etc…) garantendo standard massimi di affidabilità e di sicurezza delle informazioni trattate grazie alla blockchain, ma favorisce al tempo stesso l’applicazione pervasiva di tali standard a tutti i flussi di dati in cui l’azienda è coinvolta, integrandosi con i principali sistemi accreditati di autenticazione e di firma elettronica, e con qualsiasi applicativo web in uso presso l’azienda attraverso un set di Rest-APIs completo ed efficiente.

Le potenzialità offerte da questo modello di gestione dei dati e dei documenti sono facilmente intuibili: garanzia di affidabilità su qualsiasi informazione in entrata e in uscita, certificazione di tutte le identità operanti nell’ecosistema di gestione e di scambio documentale, massima sicurezza nella conservazione dei dati, processi più efficienti e auto- apprendenti di reperimento e classificazione delle informazioni, tracciamento certo delle azioni compiute su dati e documenti, semplice integrazione di applicativi eterogenei all’interno di workflow monitorabili, abilitazione granulare di permessi e abilitazioni all’accesso, e molto altro ancora.

Mangrovia Blockchain Solutions è tra i leaders italiani nello sviluppo e integrazione di soluzioni di tecnologia distribuita, con soluzioni proprietarie nell’ambito del fintech, dell’energy, del ticketing e della supply-chain, e riconoscimenti di primo piano a livello europeo.
Per maggiori informazioni sul data-hub PaPeers e sugli altri progetti di Mangrovia Blockchain Solutions, contattare info@mangrovia.solutions

ITALIANI E NATALE: TRA VOGLIA DI DIMENTICARE IL 2020 E DI FESTEGGIARE IN FAMIGLIA, ANCHE SE SUL WEB

Groupon Xmas survey_1PER IL 64% DEI NOSTRI CONNAZIONALI LO SPIRITO NATALIZIO È IL MEZZO MIGLIORE PER DIFFONDERE UN PO’ DI OTTIMISMO

Il 71% incontrerà parenti e amici lontani sul web. La metà sceglierà regali “covid-friendly” da godere “a casa”. Il 57% si concederà una media di 3 “auto-regali”. Il 31% supporterà i piccoli commercianti con gli acquisti di natale

Una ricerca condotta da Groupon approfondisce l’atteggiamento degli italiani verso questo Natale, tra voglia di lasciarsi alle spalle il 2020, provare a festeggiare comunque anche se non sarà possibile seguire tutte le tradizioni, e nuovi trend per i regali

9 Dicembre 2020 – Il 2020 è stato un periodo storico senza precedenti che ha messo tutti a dura prova. Dopo mesi che li hanno portati ad affrontare paura, stress e scoraggiamento, ma che li hanno anche visti uniti nelle difficoltà, come si apprestano gli Italiani a vivere questo Natale? Anche se sarà un 25 dicembre diverso da tutti quelli che abbiamo vissuto sinora, i nostri connazionali si dedicheranno anche quest’anno ai regali? Cosa cambierà negli acquisti natalizi e nelle cene di famiglia?

Groupon ha voluto indagare, attraverso una survey*, il rapporto degli italiani con questo “Natale in epoca di Covid” per capire quanta sia la voglia di festeggiare e di guardare con un pizzico di ottimismo all’anno che verrà.

Il Natale come “antidoto” al 2020
Sebbene quasi la metà degli italiani (49%) dichiara che il 2020 è stato l’anno peggiore della propria vita, la voglia di celebrare il Natale non si è certo attenuata, anzi, la grandissima maggioranza (89%) festeggerà il giorno più atteso dell’anno.
Sotto Natale, gli Italiani riscoprono la voglia di guardare in modo positivo al futuro: il 64% vede nello spirito natalizio il mezzo migliore per diffondere un po’ di ottimismo e lasciarsi alle spalle questo 2020.

Per esorcizzare i mesi passati, il 54% è assolutamente determinato a trovare il regalo perfetto per le persone più importanti; infatti ben il 71% ha dichiarato che questo periodo difficile ha dato modo di apprezzare ancora di più amici e famigliari. Non più quindi il Natale vissuto come momento “obbligato” da passare con i parenti, ma anzi come piacevole e desiderata parentesi, in un anno di isolamento, da vivere proprio con le persone più care, di cui si è sentita la mancanza e il bisogno.

Un Natale “a distanza” da festeggiare “a casa”
Il 71% degli italiani è perfettamente consapevole che dovrà rinunciare ai classici cenoni con tavolate infinite di parenti e pianifica di incontrarli sul web, insieme agli amici, grazie a vari tool che sono ormai parte della quotidianità. Anche la tanto attesa consegna della letterina sarà diversa: il 76% dei genitori con figli sotto i 18 anni non ha intenzione di portarli a trovare Santa Claus, sebbene un super tecnologico 40% ha affermato che, per non deludere i più piccoli, acquisterà un incontro virtuale con Babbo Natale.

Gli Italiani non si sono scoraggiati di fronte alla necessità di restare a casa, ma stanno vivendo questa restrizione per riscoprire il piacere di ritrovarsi con i famigliari più stretti (45%), passare molto tempo a cucinare e mangiare (42%) o decorare la propria abitazione con addobbi a tema Natale (40%).

Regali 2020: cura di sé, idee covid-friendly e voglia di programmare il futuro

I regali restano sempre una delle passioni degli italiani e sebbene ci sia un 38% che quest’anno si vedrà costretto a dedicarvi un budget più contenuto, oltre un terzo degli intervistati (37%) dichiara che lo scambio dei regali è il momento più atteso delle feste.

Che sia stato un anno complesso per tutti emerge anche dal fatto che questo Natale i nostri connazionali hanno deciso di meritarsi uno (o più) regali e penseranno quindi prima a “se stessi”: il 57% gli italiani, senza distinzioni tra uomini (58%) e donne (57%), dopo questo lungo periodo difficile, ha una grande voglia di prendersi cura di sé, concedendosi una media di 3 “auto-regali”, scelti tra capi d’abbigliamento (dal 43%), tecno-gadget (dal 36%) e profumi/prodotti beauty (dal 26%). I mesi difficili che abbiamo vissuto hanno portato i nostri connazionali a pensare di meritarsi regali e attenzioni, ed è giusto che ciascuno doni a sé stesso qualche momento di felicità. La pensano così anche in altri Paesi Europei, rispetto ai quali ci posizioniamo a metà classifica. La percentuale di persone che si faranno “auto-regali” si attesta infatti rispettivamente al 77% in Francia, 67% in Spagna, 38% in Germania e 37% in Inghilterra.

Quando invece si tratta di pensare agli altri, una tendenza di questo Natale sono i regali “covid-friendly”, quelli che si possono godere nella sicurezza della propria abitazione, preferiti dal 50% degli intervistati, che regaleranno attività o giochi da fare “a casa” (26%), attrezzature per l’allenamento (18%) e lezioni virtuali (11%).

Altro trend è ricominciare a programmare il futuro, con un 41% che sta pensando di regalare anche esperienze da vivere quando ci saremo lasciati alle spalle questo periodo, come un viaggio, un ingresso in una Spa o un concerto.

Per i più tradizionalisti, la classifica delle mereologie più gettonate rispecchia i regali che gli italiani faranno a sé stessi: in testa abbigliamento (40%), seguito da elettronica (32%) e profumi/prodotti beauty (31%).

Dove compreranno i regali di Natale gli italiani?
Babbo Natale sarà digital: più di un terzo degli intervistati (38%) dichiara che acquisterà molto di più online rispetto agli anni precedenti, sia per comodità sia per evitare i grandi negozi affollati.

In momenti di difficoltà gli italiani si mostrano anche più sensibili verso i piccoli commercianti che sono stati gravemente colpiti dai mesi di chiusura forzata. C’è infatti un 31% che quest’anno ha in programma di acquistare molto di più presso negozi indipendenti. Percentuale degna di nota, se guardiamo anche ad un confronto con gli altri Paesi Europei, che vede solo al 22% la Germania e al 29% la Francia, mentre in Inghilterra la percentuale sale al 36%. I più propensi ad acquistare da piccoli negozi sono risultati, invece, gli spagnoli (50%)

“In Groupon sappiamo molto bene quali difficoltà abbiano dovuto affrontare i piccoli commercianti durante questo periodo molto difficile – ha dichiarato Valentina Manfredi, Managing Director di Groupon Italia – Le PMI sono i nostri principali partner nonché il tessuto del commercio territoriale; per questo li abbiamo sempre sostenuti con attività mirate, mettendo loro a disposizione la nostra esperienza, la nostra piattaforma, e strumenti dedicati, per aiutarli sia a livello di continuità del business sia di visibilità. I risultati di questa ricerca ci rincuorano, perché appare chiaro che una buona fetta degli italiani è vicina a questi fondamentali attori della nostra economia; il 31% dei nostri connazionali ha deciso di acquistare i regali di Natale presso piccoli negozi locali, un chiaro segnale che gli italiani sono sensibili verso chi è in difficoltà e desiderano mettere in atto azioni concrete.”