La nuova letteratura italiana delle scrittrici con background migratorio alla scuola Holden di Torino

Le loro storie si ambientano tra l’Italia e l’Europa ed esplorano la complessità̀ delle nostre società̀ sempre più multiculturali

Diversity leadership in letteratura è il workshop realizzato con la collaborazione del concorso Lingua Madre e di Nili, network italiano leader per l’inclusione, che servirà a conoscere una nuova generazione di scrittori e scrittrici multietnici.

Il 17 giugno 2022 alla scuola Holden di Torino si terrà la nuova tappa del progetto itinerante dedicato alle nuove generazioni di italiani con passato migratorio dal titolo “Diversity Leadership in letteratura”, in cui si parlerà del nuovo trend che sta emergendo. Una nuova generazione di scrittori e scrittrici con background migratorio. Molte di queste nuove voci emergenti del panorama letterario sono donne, le cui opere si focalizzano su temi dell’identità e la diversità. Il progetto Diversity leadership nasce dalla collaborazione tra l’associazione Nuove Radici aps, la testata NuoveRadici.world e il Consolato Generale degli Stati Uniti d’America di Milano ed è realizzato col patrocinio del Comune di Torino.

Le loro storie sono ambientate tra l’Italia e l’Europa ed esplorano la complessità̀ crescente delle nostre società̀ sempre più multiculturali dove pensieri, valori, tradizioni e modernità si mescolano. Nelle future generazioni, infatti, la diversità e l’inclusione sono destinati a crescere ed evolversi, grazie al mutare della contaminazione culturale. Sono tutti elementi e valori che fanno emergere anche all’interno del dibattito pubblico differenze, similitudini e diritti di una civiltà che guarda al futuro, innovandosi.

Il workshop di Torino sarà il momento ideale per far luce sulle forme narrative emergenti che mettono in primo piano la diversity attraverso differenti generi letterari. Storie intense che in questo periodo storico rispecchiano un contesto sociale in evoluzione dove le nuove generazioni di italiani si confrontano ed esprimono valori e idee con il coraggio di far emergere e sostenere le uguaglianze nelle diversità.

“Interpreti del multiculturalismo, con questi giovani e appassionati scrittori sta nascendo un nuovo linguaggio e una nuova narrazione che mette al centro temi cardini delle nuove generazioni: diversità e inclusione. Il workshop che si svolgerà presso la scuola Holden di Torino sarà un momento importante per mettere a confronto le voci delle autrici che a più mani stanno scrivendo il romanzo corale del nuovo mondo. I partecipanti potranno conoscere lo storytelling che oggi più che mai può ribaltare visioni stereotipate e far comprendere l’importanza del multiculturalismo”, spiega Cristina Giudici, direttrice della testata web Nuoveradici.world dedicata all’analisi e al racconto sulle migrazioni e sui nuovi cittadini italiani.

Tra le scrittrici presenti ci saranno:

 

  • Sabrina Efionayi, che ha cominciato a scrivere a 16 anni con lo pseudonimo di Sabrynex e ha appena pubblicato il romanzo Addio a domani (Einaudi), diventato un caso letterario
  • Yeniffer Lilibell Aliaga Chávez, autrice e illustratrice di racconti per bambini
  • Rajae El Jamaouiche lavora come mediatrice culturale e coltiva la passione per la traduzione cui vorrebbe dedicarsi in futuro (con Aspettando la primavera ha vinto il Premio Speciale Torino Film Festival della XVI edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre)
  • Lala Hu, docente e ricercatrice di marketing all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, autrice nel 2020 del suo primo libro di narrativa, Semi di tè (People)
  • Natalia Marraffiniche dal 2019 insegna alle scuole superiori e nel 2020 ha esordito con il libro Off-line. Zona Rossa per Porto Seguro Editore e dal 2021 produce il suo podcast Confessioni di una millennial
  • Il poeta Mohamed Amine Bour, in arte Asterio che nel 2022 ha vinto con la poesia Alam Amal Dolore Speranzai il premio COSTRUZIONI FANTASTICHE.

 

“Le cittadine di origine straniera in questi testi non si limitano a scrivere solo storie di autofiction ispirate alle proprie esperienze. Questo tema è solo una delle possibilità che loro hanno a disposizione per raccontare e raccontarsi. Sappiamo tutti che le biografie delle donne sono spesso un racconto nel racconto ma vederlo solo così è limitante. Le loro storie mostrano una finestra sul mondo che tutti noi dobbiamo iniziare a esplorare. I generi letterali utilizzati sono svariati e vanno dalla commedia dell’assurdo alla fantascienza perché ogni storia ha un linguaggio proprio dove potersi immergere per viaggiare con la mente e non solo. Chi racconta, costruisce mondi, con l’intento di aprire le porte e mostrare le possibilità” commenta Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso Lingua Madre e partner del workshop diversity leadership nella letteratura.

Afferma infatti Sabrina Efionayi, autrice del romanzo Einaudi Addio, a Domani «Si devono raccontare storie che possano far sentire scomode le persone, perché quando sei scomodo decidi di alzarti e fare qualcosa. È importante riconoscere il diritto a noi ragazzi di seconda generazione non solo di parlare ma di farlo nel modo che riteniamo più giusto. Non dobbiamo permettere agli altri di parlare per noi, dobbiamo farlo in prima persona». Interverrà anche Federica Principi di Black Coffee Edizioni, casa editrice specializzata in letteratura e saggistica nordamericana. «Parte del progetto è la collana Americana, che riunisce un coro di voci – spaziando da quelle afroamericane a quelle native – per celebrare la complessità e provare a raccontare attraverso il sé la società statunitense di oggi, nella ferma convinzione che nell’essere diversi insieme nasca la collettività».

Il voto etnico? No grazie. A Genova meeting dei “nuovi Italiani politici” con passato migratorio, che puntano su formazione e cittadinanza attiva

Venerdì 22 aprile all’Università degli Studi di Genova, si terrà la nuova tappa del progetto itinerante dedicato alle nuove generazioni di italiani con passato migratorio dal titolo “Diversity Leadership nelle politiche attive”, in cui si parlerà di partecipazione politica e in particolare di cosa sia la cittadinanza attiva e cosa possano fare i giovani in Italia da più generazioni, per avere accesso alle istituzioni che sono soliti, tranne alcune eccellenti eccezioni, ignorarli. Il tutto grazie alla collaborazione tra Nuove Radici World, il Consolato degli Stati Uniti d’America, Nuovi Profili e della piattaforma Idem network (acronimo di inclusion, democracy, empowerment, melting) nata per creare una rete di giovani che siano protagonisti di una politica solidale.

La partecipazione in politica dei cittadini italiani con passato migratorio è sempre stata una strada in salita. E non solo perché la legge sulla cittadinanza approvata nel 1992 non è ancora stata riformulata per dare la cittadinanza in tempi più brevi e permettere a chi è nato qui di partecipare alla vita politica. Spesso infatti chi viene candidato, è usato in modo strumentale per attirare il voto degli immigrati attraverso un voto etnico. Qualche passo avanti è stato fatto, ma non basta. Soprattutto ora che, dopo 30 anni, un nuovo testo di legge sulla riforma della cittadinanza – lo ius scholae – è stato finalmente approvato dalla commissione Affari Costituzionali della Camera.

A moderare il dibattito durante la mattinata, la direttrice di NuoveRadiciWolrd – osservatorio e testata web che per prima ha raccontato i nuovi italiani – con SiMohamed Kaabour, nato a Casablanca e cresciuto a Genova, presidente del CoNNGI Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane, cofondatore di Nuovi Profili Aps, ideatore di IDEMnetwork, piattaforma civico-politica e della ComminiCulture per la consulenza e la formazione in comunicazione interculturale. Presso l’Università degli Studi di Genova, ci saranno diversi consiglieri comunali, come Siid Negash eletto a Bologna e Abdullahi Ahmed, entrato nel consiglio comunale di Torino per citare le città più importanti.

Obiettivo dell’incontro che è anche un workshop è quello di offrire ai partecipanti modelli di leadership anche nella politica per seminare diversità e inclusione. E allo stesso tempo fare un’analisi comparata con le politiche degli Stati Uniti. Ne parlerà Andrew Spannaus, giornalista e analista politico americano, autore di saggi come Perché vince Trump (2016) e L’America post-globale (2020) alla guida della Stampa Estera di Milano e docente nel master in Economia e politiche internazionali all’ASERI, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Parteciperanno anche Sara Rouibi, consigliera comunale a Castel San Pietro Terme, Basma Aissa, già consigliera comunale di Castelfranco Emilia, Maali Atila Sarih, Ingegnere e vicepresidente del CoNNGI.

“Ad ogni elezione politica, le nuove generazioni con background migratorio fanno elezioni simboliche per chi non ha la cittadinanza e ricordare che il loro voto vale. Non si contano le loro campagne di mobilitazione per favorire un cambiamento di passo e valorizzare l’Italia che cambia”, spiega Cristina Giudici, direttrice di NuoveRadiciWorld. “Questo workshop sarà importante per ascoltare la voce di chi è riuscito a farsi eleggere da tutti i cittadini, e può essere d’esempio per quelli che vogliono partecipare alla vita politica del loro Paese. E sarà anche un momento di formazione per tutti i partecipanti.”

Simohamed Kaabour: La politica si è occupata delle nuove generazioni italiane unicamente come oggetto di discussione sulla riforma della cittadinanza, tutt’oggi incompiuta. Al contrario invece, le nuove generazioni italiane hanno cominciato sempre più ad occuparsi di politica per diventare a tutti gli effetti soggetto attivo nel processo decisionale”.

Si dice che la politica sia il motore per promuovere il cambiamento. In Italia la politica non ci considera ancora come risorsa per il Paese sia a livello economico, sociale che culturale. Infatti ci si occupa delle nuove generazioni spesso in chiave negativa come un problema sociale da arginare. La politica parla per “noi” e così facendo non ci lascia spazio per narrarci attraverso la nostra autentica voce e le nostre identità”, spiega Basma Aissa, “per cambiare i percorsi non si può stare a casa sul divano, occorre uscire, far sentire la propria voce e creare reti interculturali come forma di democrazia, partecipazione e cittadinanza attiva.”

Non avere il potere del voto sia amministrativo sia politico, sfocia nella mancanza di pari opportunità. Noi viviamo ogni giorno in un Paese che non ci riconosce come cittadini a pieno titolo”, spiega il consigliere comunale di Bologna Siid Negash, “ci sono dei limiti nel vivere ‘senza cittadinanza’ in Italia. Dall’altra parte, la politica decide sempre per noi o a discapito nostro. Allungare il tempo d’attesa della pratica della cittadinanza, non voler riformare la legge della cittadinanza e considerare le nuove generazioni come immigrati provoca vulnerabilità sociale. Per questo è importante innescare il cambiamento legislativo richiesto.”

Othmane Yassine: “Purtroppo non è possibile affermare che la politica si sia occupata delle nuove generazioni italiane. Bastì pensare all’annosa questione della cittadinanza, al riconoscimento delle libertà di autodeterminazione. Del singolo nella sfera religiosa, sociale e culturale. La politica non ha ancora riconosciuto l’esistenza di una nuova generazione.”

Maali Atila Sarih: “Credo che la politica debba riconoscere e valorizzare la pluralità italiana che oggi si riflette sui volti di giovani dalle differenti origini, ma che condividono un attaccamento all’Italia in quanto paese natale o di crescita”.