Il lungo processo di Valérie Bacot, la donna francese accusata di aver ucciso il suo patrigno che ha abusato di lei per oltre 20 anni, volge al termine. Condannata per omicidio premeditato a quattro anni di carcere, tre dei quali sospesi e, dati gli anni già trascorsi in carcere, la Bacot non tornerà dietro le sbarre. È la sentenza emanata il 25 giugno dalla giuria del tribunale di Saône-et-Lore che ha deliberato per quasi cinque ore, prima di respingere le affermazioni della squadra di difesa secondo cui Bacot non era sana di mente al momento dell’omicidio.
A partire dall’età di 12 anni, e per i 20 anni successivi, ha subito violenze dal suo patrigno, Daniel Polette, diventato anche suo marito, dal quale ha avuto quattro figli. Da quanto riportato dalla rivista “The Guardian”, la donna l’ha ucciso con una pistola dopo che lui aveva iniziato a farla prostituire con estranei, temendo che stesse per iniziare ad abusare della loro figlia adolescente.
Passato alle cronache come “l’orco”, Daniel Polette, uomo di 61 anni, ha rovinato la vita a molte donne del suo nucleo familiare. Inizialmente, viveva con la madre di Bacot, Joëlle Aubagne, quando ha iniziato a violentarla a 12 anni. E qui, il primo fallimento dello Stato: accusarlo del reato minore di abuso sessuale, emanando una sentenza più mite. Il secondo è stato quello di permettere ad Aubagne di portare sua figlia a vedere Polette in prigione e di non impedirgli di tornare alla casa di famiglia tre anni dopo. Poco dopo, ha ricominciato a violentare Bacot. All’età di 17 anni, la ragazza rimase incinta del primo dei loro quattro figli e lui la mise a vivere in un appartamento come sua moglie. Seguirono due decenni di abusi, percosse e minacce quasi quotidiane.
A confermare tutto, il caso della Bacot è stato più volte riportato alla polizia nel corso degli anni, dagli stessi figli che riportavano alla polizia denunce continue, ma sempre risultate vane.
«Nessuno sembrava trovare strano che Daniel fosse tornato a vivere con noi come se niente fosse», ha scritto la Bacot nel suo libro Tout le Monde Savait (Tutti sapevano).
Si chiude così, con estremo ritardo, una delle pagine nere delle cronache francesi. Bacot è una delle tante portavoce testimoni di abusi, a conferma dell’inefficienza delle autorità francesi nell’affrontare i diffusi abusi domestici contro le donne in un paese che ha uno dei più alti tassi di femminicidio in Europa.
Non ci sono parole che possano rendere tali crudeltà, compresa l’ingiusta ingiustizia. Quanta strada ancora da fare 🙁
Ha fatto pure della galera? La giustizia è uguale in tutto il mondo. NON C’È!!!! ha fatto bene ad ucciderlo. È stato una bestia. Io non lo facevo il processo.